Da colossi automotive ad aziende hi-tech: i casi VW e Renault

 

Da colossi automotive ad azienda hi-tech. I casi Volkswagen e Renault insegnano che i marchi che hanno fatto la storia sono impegnati nella più radicale riconversione di sempre. La rivoluzione poggia su due driver: guida autonoma e mobilità elettrica, con il software alla base di tutto. Aprendo praterie infinite. 

Da colossi automotive a produttori di software

Chi comanda in Volkswagen, il ceo Herbert Diess,  ha avuto l’onestà intellettuale di ammettere che è stata Tesla ad aprire gli occhi a tutti. A dimostrare che ormai le auto sono computer con le ruote e che i vecchi modelli di approcciarsi alla mobilità, acquisto compreso, cominciano ad essere superati.

Accelerate, il piani nato per dare una scossa alla Volkswagen e farla entrare nell’era digitale.
Ecco perché è stata varata la Strategia ACCELERATE : dare una scossa a una struttura impigrita, abituata a fare le cose di sempre. Puntando invece su:

  • Competenze chiave: integrazione software ed esperienza del cliente digitale
  • Modelli di business basati sui dati , per attingere a ulteriori ricavi
  • Rendere la guida autonoma ampiamente disponibile entro il 2030
  • Ulteriore accelerazione nella vendita di solo-elettrico, per superare il 70% dei volumi europei e il 50% dei volumi cinesi e USA entro il 2030.

Da colossi automotive…/ L’auto non è più stupida, dialoga e fornisce una massa di dati

Da colossi automotive
Per sviluppare la guida autonoma, entro il 2030 al più tardi, la VW ha stretto un accordo con Microsoft.
da colossi automotive
Herbert Diess, n.1 del Gruppo VW.

L’auto stessa non è più un oggetto stupido, che una volta venduto diventa di esclusiva pertinenza del cliente. È un veicolo intelligente, che dialoga con la Volkswagen durante tutto il suo ciclo di vita e cambia ogni 3 mesi con gli aggiornamenti over-the-air che la Volkswagen stessa fornisce. La Casa assicura che in questo modo si aggiorna, migliora con nuove funzioni. In cambio la VW riceve e rielabora dati preziosi e ha la possibilità di ingolosire il cliente con pacchetti aggiuntivi. Entro due anni sarà in circolazioneuna flotta completamente collegata in rete di oltre 500.000 veicoli. E con questi la Volkswagen mira a generare entrate aggiuntive durante la vita utile del veicolo. Come? Attraverso servizi di ricarica ed energia, piuttosto che su funzioni basate su software che i clienti possono prenotare secondo necessità. O attraverso la guida autonoma. Questo semplificherà la vita al cliente, senza più bisogno di scegliere gli optional. Si partirà da versioni standardizzate, da arricchire e personalizzare nel tempo.

Renault: approccio un po’ economico, un po’ politico

La Renault batte strade simili. Ma lo fa con un po’ di sciovinismo e uno sguardo non solo al business, ma anche alla necessità di rendere la Francia  più competitiva in un settore dominato da Cina e Stati Uniti. Lo strumento si chiama Software République, l’alleanza tricolore per creare “un ecosistema finalizzato all’innovazione nel settore della mobilità intelligente”.

Software rèpublique
La Sotware République è una tessera del piano Renaulation, la strategia voluta dal n.1 da Luca De Meo.

Atos, Dassault Systèmes, Renault, STMicroelectronics e Thales, hanno annunciato l’intenzione di unire le forze (guarda il video) per unire competenze complementari. Con l’idea di sviluppare sistemi e software per “una mobilità più ricca di opportunità e sostenibile”. Non solo a clienti privati e imprese, ma anche a città e regioni. Un progetto economico, ma anche politico. I fondatori parlano di “urgenza, per la Francia e l’Europa, di creare “un ecosistema che miri ad assicurare la loro sovranità in questo campo”. Ben sapendo che l’aggressività della Cina nella mobilità elettrica si basa sul fatto che i costruttori di auto lavorano gomito a gomito con i giganti dell’hi-tech locali. Nomi come Huawei, Xiaomi, Techent, Alibaba, Baidoo, Foxconn… 

Sono state individuate tre aree principali di cooperazione:

  • sistemi intelligenti per connettività sicura tra auto e ambiente digitale e fisico
  • sistemi di simulazione e gestione dati che ottimizzino i flussi in territori e aziende
  • un ecosistema per l’energia, che semplifichi la ricarica delle batterie.

Tra giochi di ruolo e giochi di potere

Da colossi automotive ad aziende hi-tech. Insomma, la tecnologia cambia i prodotti e i servizi. Ma anche (e soprattutto) la gerarchia nel mondo a quattro ruote. I costruttori non sono più al vertice della filiera, ma stringono alleanze con i fornitori e gli operatori energetici per ragioni strategiche. Lo conferma la piattaforma internazionale di eRoaming Hubject, che vede tra i propri partner (oltre 750 in totale) il Gruppo BMW, Bosch, EnBW, Enel X, Innogy, Mercedes Benz , Siemens e la stessa VW. E pare destinata a crescere ulteriormente, grazie alla nuova collaborazione avviata con TomTom (leggi). Il futuro dell’auto è hi-tech e poliglotta.

Visualizza commenti (2)
  1. VW una azienda High tech? Per chi? Ma le vedete le auto che vendono? Elettronica fatta in Cina che crea mille problemi, software pieno di bugs. Neppure in Cina comprano le ID3 e le ID4 e le producono loro stessi, i dati di vendita sono così deludenti che non lasciano speranze. Design uscito da un film di fantascienza di serie B. Prezzi elevati per prodotti sotto performanti. Direi che chi compra un veicolo del gruppo VW sceglie semplicemente male

  2. Nello Roscini

    gli unici aggiornamenti che mi interesserebbero
    sono nuove batterie più capienti, meno pesanti e meno costose
    se l’auto passasse indenne i 10 anni di vita
    comprando una nuova batterie con le premesse di cui sopra ,
    sarebbe come comprare un auto nuova
    magari con una visita da un tappezzziere per rigenerare gli interni a prezzi modici

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