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Curtiss Motorcycles cerca investitori per sfidare Harley Davidson

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Curtiss Motorcycles cerca finanziatori sul web per sfidare le grandi case motociclistiche. Bastano 1000 dollari per entrare nel futuro 

Curtiss Motorcycles ha deciso di fare sul serio e trasformare i suoi progetti di motociclette elettriche futuristiche e un po’ pazze in mezzi pronti alla produzione. La società dichiara di voler  entrare in produzione nel 2020. Con questo obiettivo Curtiss Motorcycles si sta ora rivolgendo al crowdfunding per vendere azioni e raccogliere capitali per la produzione.

Per questo l’azienda americana con sede a Birmigham, Alabama ha deciso di lanciarsi su WeFunder (simile a Kickstarter, ma per investire effettivamente nelle attività commerciali). Curtiss Motorcycles ha in programma di raccogliere investimenti privati ​​con un minimo di 1.000 dollari per 5.000 azioni della società.

Supponendo che la società abbia successo e produca un profitto, tali azioni dovrebbero quindi pagare un rendimento per i primi investitori. Secondo la valutazione di WeFunder Curtiss Motorcycles ha un limite massimo attuale del peso di 11,6 milioni di dollari.

La società ha già definito i suoi piani iniziali di investimento e crescita nei prossimi anni, con piani per portare la società al pubblico sul NASDAQ. Dice il fondatore e CEO di Curtiss Motorcycles, Matthew Chambers: «Stiamo utilizzando i proventi per costruire 4 prototipi di produzione per la convalida finale e la preselezione di una produzione limitata a partire dal 2020». La società ha già raccolto oltre 1,6 milioni di dollari sul mercato dei grandi investitori e ora sta aprendo la porta anche agli investitori più piccoli.

La Curtiss è recentemente diventata redditizia e ha un fatturato annuale di circa 3 milioni. Tuttavia, questo è quasi interamente basato sull’attività  preesistente con motociclette a motore termico. La società ha annunciato all’inizio dell’anno la conversione all’elettrico 100%.

Curtiss e tutti i suoi modelli

Curtiss Motorcycles ha presentato la sua prima moto elettrica di concetto, Zeus, al Quail Motorcycle Gathering all’inizio di quest’anno. La moto ha vinto il premio per l’innovazione più importante dello show. Poi è arrivata Hera, di cui ci siamo occupati, oltre alla Warhawk a benzina.

Matthew Chambers, Ceo di Curtiss

Altre società, tra cui Harley-Davidson, Arc, Tarform, KYMCO, Nito, e altre stanno lavorando anche su motociclette elettriche di grande potenza.  Ognuno ha come obiettivo la produzione nel prossimo anno o due; Energica e Zero già le producono e le vendono da qualche anno. Tutto questo sta scaldando il mercato.

Mentre alcune aziende come la Harley-Davidson puntano a volumi elevati di produzione di e-moto, Curtiss Motorcycles si concentra su motocicli elettrici a basso volume e più costosi. La sua attuale base di clienti è composta principalmente da ricchi appassionati di motociclette. Curtiss spera di convincere questi danarosi appassionati a passare alle moto elettriche.

Curtiss lancia la sfida ai grandi

Zeus di Curtiss Motorcycle è un mostro per prestazioni e avanguardia ingegneristica. Una moto che promette di andare da 0 a 100 km/h in 2,1 secondi con il rombo di un soffio di vento. L’operazione finanziaria è comunque rischiosa, un investimento con tante possibilità di fallimento. Perché si tratta di moto dal prezzo altissimo in quanto sofisticate e originalissime, dei veri gioielli. 

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Con la stima di produzione di Curtiss dal 2020, Harley-Davidson rischia di batterli sul tempo e sul mercato. Pur non essendo in grado di eguagliare le impressionanti caratteristiche prestazionali di Curtiss, l’Harley-Davidson Livewire è ancora probabilmente più popolare. Ha già a disposizione un grande seguito e viene supportata dalle risorse di un grande ed esperto produttore.

Curtiss ha ancora un certo numero di modifiche da apportare alle sue motociclette elettriche prima che diventino legali per la strada. Mancano a questi capolavori aerodinamici cose volgari come specchietti, indicatori di direzione, catarifrangenti, porta targa. Resta il fatto che con 1.000 euro si entra in una possibile rivoluzione.

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