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Volkswagen, è crisi: taglio salari del 10%, licenziamenti e chiusura fabbriche

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Problemi di software
La catena di montaggio della Volkswagen ID.3 a Zwickau, in Germania.

Per il crollo delle vendite di auto, si aggrava la crisi Volkswagen. Ai sindacati è stato annunciato un piano di tagli da almeno 4 miliardi di euro. Prevede una riduzione salariale del 10% per i dipendenti e il congelamento degli stipendi per gli anni 2025 e 2026. Si torna a parlare della chiusura di almeno tre stabilimenti: in Germania sarebbe la prima volta dalla fondazione del gruppo tedesco.

Per la Germania una crisi senza precedenti che di sicuro non aiuta il governo guidato dal cancelliere Olaf Scholz. La frenata delle vendite in tutta Europa, il mercato di veicoli elettrici che non decolla, la concorrenza delle case cinesi: sono i motivi al piano di ristrutturazione presentato a Ig Metall. Il sindacato tedesco di settore, guidato da Daniela Cavallo (di chiare origini italiane), ha già fatto sapere che oggi fermerà la produzione. Mentre si terranno assemblee in tutti gli stabilimenti Volkswagen.

Per reagire al piano di tagli il sindacato IG Metall fermerà le attività in tutti gli stabilimenti

Per reagire alla crisi, i vertici di Volkswagen – come riporta il quotidiano economico Handelsblatt – starebbe valutando ulteriori tagli: una riduzione dei bonus riservati ai dipendenti nelle fasce salariali più alte, nonché dei bonus legati all’anzianità. Con circa 120.000 dipendenti in patria, l’azienda ha recentemente annunciato l’intenzione di chiudere alcuni stabilimenti (anche in Germania). E di prendere in considerazione eventuali licenziamenti. Volkswagen ha anche dichiarato di voler annullare la garanzia, in vigore da trent’anni, contro i licenziamenti in Germania.

Tutto questo mentre sta per iniziare la trattativa per il rinnovo del contratto. La piattaforma del sindacato prevede un aumento salariale del 7% e un miglioramento delle retribuzioni per gli apprendisti.

Nell’annunciare che la società sarebbe stata costretta a prendere provvedimenti, l’ad di Volkswagen Oliver Blume aveva così spiegato la situazione. “L’ambiente economico è diventato ancora più duro e nuovi attori stanno investendo in Europa. La Germania come sede aziendale sta restando ulteriormente indietro in termini di competitività.

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60 COMMENTI

  1. Bah per me è tutta una sceneggiata per farsi dare sussidi.
    Se leggi il giornale sembra che VW debba portare i libri in tribunale domani.
    Poi leggi i dati invece leggi cheprevedono di fatturare nel 2024 320 miliardi di euro con un utile di 3,2 miliardi (cioè il guadagno netto).
    È evidente che c’è un progressivo declino dei numeri ma il problema è un altro.
    I costruttori sono abituati a lavorare con tanti debiti, poca liquidità e tanti dividendi.
    È chiaro che il motivo di fondo è che gli azionisti non vogliono rinunciare ai profitti o investire propri capitali, per questo appena cala il fatturato chiedono sussidi.
    Privatizzazione degli utili, socializzazione delle perdite.

    • la penso anch’io così, ma funziona così anche da noi purtroppo “privatizzazione degli utili, socializzazione delle perdite”.

    • Cioè secondo te avere un margine dell’uno per cento sarebbe tanto? Sbagli un nulla nelle vendite e sei in passivo… Sono alla canna del gas

  2. Salve, l’ articolo fa riflettere molto, chi avrebbe mai immaginato fino a qualche anno fa che il colosso Volkswagen sarebbe arrivato a questo punto ?
    Anche leggere i commenti fa riflettere, soprattutto quelli legati al fatto che la colpa e’ dell’ elettrico anche se devo dire che per la Volkswagen in buona parte e’ vero !
    A parte la piccola Up che aveva una linea tradizionale, le altre elettriche del marchio soprattutto la ID 3 non piacciono, certo anche il costo influisce ma se avessero fatto una linea piacevole ne avrebbero vendute molte di piu’.
    Immaginate una Tuareg, una Tiguan ( anche modello precedente ) o una T roc 100% elettriche, sarebbero state molto piu’ apprezzate dalla clientela in quanto linee piu’ ” classiche ” per il tipo di acquirente del marchio.
    Se una cosa piace la gente e’ piu’ disposta a comprarla, e’ sempre stato cosi’.
    Va detto che anche i tempi sono cambiati, nuovi marchi, nuovi tipi di clientela si sono affacciati nel mercato dell’ automobile.
    Le auto elettriche nel mondo si vendono e si venderanno sempre piu’ al contrario delle termiche a prescindere dalle ” imposizioni ” del 2035.
    Chi riesce a proporre auto piacevoli a prezzi giusti vende, chi non riesce invece ………
    anche se ha’ un nome blasonato alle spalle.
    P.s. Faccio presente che il discorso dei dispositivi adas, resi obbligatori da luglio scorso, in certi casi hanno comportato un aumento di listino di soli 250,00 euro ( vedi Fiat Panda ) quindi non e’ che siano i soli responsabili degli aumenti esagerati che ci sono stati.

    • Io non lo immaginavo ma lo temevo: il Dieselgate, l’allontanamento di Diess e la mancanza di una strategia ponte sull’ibrido sono colpi durissimi anche per un gruppo grande con Volkswagen.

    • Vero Pierluigi…ma Se le nostre case europee avessero fatto un grande successo sui mercati in America e Cina a quest’ora parleremmo di altro…
      Purtroppo dopo il Diesel gate il supposto “vantaggio tecnologico” ed appeal di vetture potenti ma dai consumi contenuti è svanito… E non bastano più interni raffinati per attirare i potenziali clienti..
      L’ aspetto più normale per le BEV vale solo per VW visto che Audi BMW fanno linee non troppo dissimili e Stellantis al momento usa le solite piattaforme multi-energia..

      Il problema vero sono i costi, a maggior ragione sui mercati più “poveri” (visti gli stipendi sud europei) e peggio organizzati per le ricariche pubbliche delle BEV/plug-in…

      Negli ultimi 2 o 3 anni se si guarda la classifica vendite (Tesla a parte) è composta prevalentemente da seg. B/C economiche (anche se SUV) e poche “medie” di livello…poche le “premium”..

      Noi europei stiamo diventando sempre più poveri (norvegesi a parte)..

    • Hai detto bene. Si sono crogiolati togliendo il segmento b, perché vendevano suv a prezzi astronomici, finiti quei compratori la gente non ti acquista auto da oltre 35k, servono auto del popolo. Non so negli altri paesi europei come va la storia tra usato e nuovo, ma qui in Italia la storia è questa, c’è stato un aumento ( vedendo i 7 mesi di quest’anno ) rispetto all’anno precedente del +9% di auto usate. Su 100 auto nuove 189 sono usate e di queste il 49% ha oltre 10 anni di vita, quelle che hanno meno di 1 anno di vita solo il 5%, e più salgono gli anni della vettura e più la percentuale aumenta. Non possiamo sapere se è vero o meno l’aumento dei costi, così però stanno spianando la strada a i cinesi, alla fine saranno costretti a fare seppuku.

  3. è veramente patetico leggere o sentire in TV che la “crisi dell’auto europea è colpa delle auto elettriche” e contemporaneamente “tanto non le vuole nessuno”: SE così fosse le vendite delle vetture termiche dovrebbero andare “alla grande” ed i responsabili delle case produttrici farebbero una semplice riconversione delle linee per BEV a ICE … così tanto ambite all’estero ed in patria….

    la realtà tragica è che siamo rimasti a baloccarci con le nostre tecnologie ottocentesche dei motori termici (sui cui avevamo già dato prova mondiale di non riuscire a rientrare nei parametri di inquinamento richiesti dalle leggi e dalla sopravvivenza); cinesi ed americani (Tesla) sono andati avanti spediti nello studio e realizzazione di prodotti più moderni e adesso (giustamente) guardano le nostre vetture così come si guarderebbe qualcuno che a casa nostra ci vuol vendere il telefono a gettoni o il TV a tubo catodico….

    il continuare a produrre vetture che nel resto del mondo avanzato NON vogliono (perché obsolete e/o troppo care rispetto alle alternative presenti sul mercato) non farà che fallire con costi ancora maggiori tutte le aziende del comparto, visto che staranno legate a sistemi produttivi ed oggetti oggi inutili come “la cartacarbone”..

    è peraltro clamoroso che non se ne renda conto qualcuno in Confindustria… perdendo per altro tempo ed energie a sognare l’energia nucleare (che occorre enormi risorse disponibil/i -che ora NON abbiamo e men che meno in futuro) ed oltretutto attendere altri 8/10/14 anni perché diventino operative….

    oltre al gap tecnologico e di filiera (materie prime etc) abbiamo pure il gap energetico visto che in Europa dipendiamo ancora troppo da idrocarburi di importazione, che mantengono qualunque produzione a costi troppo elevati rispetto ai mercati esteri (ma oramai anche interni).

    favoleggiare poi di e-fuels (che al momento han costi proibitivi , adatti a ricconi con le Ferrari o Lamborghini) o addirittura di bio-carburanti (prodotti in enormi quantità ? con cosa?? la raccolta differenziata?? gli scarti agricoli ?? che le alluvioni di questi periodi ci azzerano le produzioni nazionali … oltre ai prodotti alimentari ?? )

    comincio a pensare che i cambiamenti climatici e l’inquinamento stiano provocando seri problemi di ragionamento…

    • Cito “è veramente patetico leggere o sentire in TV che la “crisi dell’auto europea è colpa delle auto elettriche” e contemporaneamente “tanto non le vuole nessuno”: SE così fosse le vendite delle vetture termiche dovrebbero andare “alla grande” ed i responsabili delle case produttrici farebbero una semplice riconversione delle linee per BEV a ICE … così tanto ambite all’estero ed in patria….”
      In realtà non possono, anche volendo, dato che se vendono troppe ICE non raggiungono i limiti CO-2 e pagano multe miliardarie.
      Quindi dovranno provare o a vendere più BEV o a vendere meno termicheaumentando i prezzi.
      Sembra un paradosso ma è così.

      • Quella sarà la tragedia del 2025..nel mio commento (volutamente cattivello) volevo sinteticamente ricordare che han dormito sugli allori pensando che i loro clienti siano sempre facili da prendere in giro…
        investendo troppo poco nelle nuove motorizzazioni (perché non hanno inseguito i giapponesi sulle ibride?…e poi cinesi & Tesla sulle BEV?).

        Quando il mercato (mondiale) ha cominciato a richiedere NEV si sono affrettati a abbozzare vetture su piattaforme multi-energia poco efficienti e quindi per nulla interessanti sui mercati evoluti…le BEV native ovviamente poco evolute rispetto alle concorrenti cinesi..che oltre ai 15 anni di vantaggio hanno pure scale produttive enormi ..e quindi prezzi più bassi… oltretutto col gap dei costi energetici…visto che siamo in ritardo pure su F.E.R. (non a caso la Spagna sta attirando nuovi insediamenti)..in sostituzione del perduto metano russo e il costoso GNL via nave…

        Aggiungiamo il governo italiano e varie lobby che hanno fatto una comunicazione anti- elettrico che ha portato grande confusione ed avversione verso le vetture a batteria (facendone una questione di “fede politica”) ed altre politiche controproducenti che han portato al raddoppio prezzi di ricarica…

        Adesso @valentino… mi domando come faranno i nostri costruttori a sopravvivere…visto che giustamente tu ricordi delle normative sulle emissioni…
        Oramai pure una Panda 319 è troppo cara per molti connazionali…le BEV sub-C idem …

        Per me l’ ultima possibilità è fare una mega-aggregazione tra tutte le case europee (Stellantis+Renault+VW Audi & BMW) per unire le forze e “sfornare” modelli con migliori tecnologie assemblate negli stabilimenti più efficienti; purtroppo saranno veramente tanti i vecchi insediamenti da chiudere e riconvertire ad altre produzioni…che ovviamente aggraveranno la caduta delle vendite in Europa…

        Il vero paradosso è che i clienti hanno bisogno delle auto a prezzi cinesi.. perché a breve avremo stipendi e pensioni cinesi…

        • Damiano temo che la risposta sia tremendamente semplice, gli italiani compreranno auto usate e faranno riparare la propria in eterno (la famosa cubanizzazione), purtroppo la UE ci ha messo del suo imponendo date (2025, 2035) e aggiungendo il carico da 90 delle case da ristrutturare in ottica green con tempi ancor più stretti (2030 – 2033) che sono insostenibili per la maggioranza delle famiglie italiane oltre a essere di difficile realizzazione per le stesse infrastrutture energetiche e produttive.Temo che alla fine tutto ciò si tramuterà in un flop clamoroso (oltre a portare drammatici cambiamenti in ambito politico in molti governi europei come dimostrano le ultime elezioni del 2024) non per cattiva volontà delle persone o per ignoranza sui problemi ambientali ma solo per una assoluta impossibilità economica a realizzare questi cambiamenti.

          • Antonio
            Secondo me l’ Europa ha agito estremamente in ritardo con le normative anti-inquinamento…e si è fatta guidare per mano dagli industriali che volevamo massimizzare i profitti.
            Se ci fosse stata più coscienza dei rischi cui vi esponevano (rischi politici, economici ed ambientali) avremmo dovuto perseguire politiche di incentivazione energie pulite ed autoctone per non restare legati a forniture dipendenti da stati esteri …spesso instabili.. o dittature..e comunque soggette ad aumento di costi importanti. Avrebbero dovuto spingere gli industriali ad investire molto molto di più su auto-produzione energetica (la crisi del 1973 non ha insegnato nulla!!??).. Adesso saremmo molto più resilienti ai conflitti vicine lontani dall’ Europa.
            Il guaio più grosso della Germania è che pur in presenza di costo del lavoro più elevato del nostro riusciva ad avere alta produttività ma sfruttava tanto la competitività del gas russo, di cui era scioccamente troppo dipendente: pochi anni fa (prima dell’ invasione in Ucraina) venivano perseguitati gli stati ad Est (Polonia, Ungheria etc) per il grande uso di consumo di carbone ; il motivo non era solo economico ma proprio per essere più autonomi e non dipendere dalla Russia.
            Gli scienziati che studiano il cambiamento climatico hanno nuovamente lanciato un serio allarme…
            La corrente del Golfo sta perdendo forza sempre più rapidamente..e potrebbe essere molto più vicino il punto di non ritorno: quando cesserà di lambire il nord ovest europeo avremo un drastico raffreddamento di tutto il nostro continente…ed a quel punto le normative green che richiedono i “cappotti termici” agli edifici saranno imposte da motivi di sopravvivenza.. visto che sperimenteremo estremi “stile newyorkese” con torride estati e inverno a -15gradi anche alle nostre latitudini (come la vedi Milano o Roma a quelle temperature?).

            Se si continua a pensare solo al “portafogli” (imprenditori voraci e persone che vedono solo la punta del naso) faremo una brutta fine.

        • Damiano, in parte ciò che dice è vero in parte credo di no, certo l’Europa si è seduta sugli allori ma solo 10 anni fa nessuno avrebbe pensato a un taglio delle forniture dalla Russia, che non era considerata uno stato “canaglia” ma un fornitore di materie prime e un ottimo mercato per l’export, poi a causa di errori strategici russi e di interessi delle altre superpotenze (USA e Cina) siamo alla attuale situazione. Il discorso dell’elettrico è stato visto in modo idealistico senza analizzare la realtà dei singoli paesi europei e senza una adeguata pianificazione e budget, pensando che con l’imposizione di date e divieti tutti i cittadini europei facessero debiti oltre le loro possibilità per acquistare auto elettriche, ristrutturare case e adottare stili di vita molto spesso incompatibili con la loro realtà quotidiana.
          La corrente del golfo rallenta ma non è certo un discorso di anni ma di decenni se non di secoli https://www.ilmeteo.net/notizie/attualita/la-corrente-del-golfo-rallenta-la-conferma-da-un-nuovo-studio-e-le-conseguenze-cambiamento-climatico.html#:~:text=Secondo%20alcuni%20scienziati%2C%20la%20Corrente,non%20collasser%C3%A0%20nel%20prossimo%20secolo.
          Alla fine torniamo sempre al solito discorso “chi paga”? Europa? Italia? pantalone? I primi 2 attori sono perlomeno latitanti e nel caso italiano pure senza un budget minimamente adeguato (altrimenti ci stangano in Europa col famoso 3%), pantalone oramai stenta ad arrivare a fine mese … figuriamoci a spendere soldi che non riuscirebbe a risparmiare in decenni, fintantochè non si trova il pagatore purtroppo ogni altro discorso pur importantissimo come il cambiamento climatico diventa una mera discussione sul sesso degli angeli.

          • Antonio, ho letto il tuo link e ti confermo che ne conosco queste problematiche da almeno 20 anni se non di più… e quindi dai tu stesso la dimostrazione di quanto sia drammaticamente urgente prendere provvedimenti in tutti i settori, costi quel che costi….
            Ti riporto qui un passaggio del tuo link:
            “Secondo alcuni scienziati, la Corrente del Golfo ha il 95% di possibilità di collassare tra il 2025 e il 2095, mentre gli esperti dell’IPCC ritengono che non collasserà nel prossimo secolo. In ogni caso, l’evoluzione di questa corrente oceanica continuerà a essere monitorata molto attentamente nei prossimi anni, poiché le conseguenze di un suo graduale rallentamento potrebbero rivelarsi disastrose per parte della popolazione mondiale.”
            Mi sembra molto chiaro che non ci possiamo più gingillare con “preferenze” sui 5 minuti a rifornire gas o benzina … Qui van prese drammatiche decisioni … Se non si potrà avere vetture ecologiche a basso costo… andrà obbligatoriamente richiesto un trasporto pubblico efficiente ed ecologico.
            Invece che spendere fantastiliardi in centrali SMR (che sono ancora in un limbo di fattibilità ) occorre spendere rapidamente le stesse cifre in trasformazione del patrimonio edilizio ed abbattere i consumi.
            Occorrono politiche “sociali”…pensando alla collettività, non all’interesse di pochi.

          • @Antonio Gobbo
            “… ma solo 10 anni fa nessuno avrebbe pensato a un taglio delle forniture dalla Russia, che non era considerata uno stato “canaglia” … 10 anni fa la Russia ha invaso la Crimea, cioè una regione di uno stato sovrano.

            non mi interessa sapere chi ha ragione, qui:
            conta che 10 anni fa la Russia ha invaso la Crimea.

            e il discorso dell’elettrico è solo un pezzetto, e nemmeno il più grosso, di un puzzle ben complesso che si chiama contenimento del cambiamento climatico: se ne parla da QUARANTA anni se non di più.

            e citare il sito “ilmeteo” come fonte per dire che c’è ancora tempo (“…La corrente del golfo rallenta ma non è certo un discorso di anni ma di decenni se non di secoli…”) mi lascia esterrefatto: ilmeteo non è certo un articolo scientifico, il post che indichi non cita le fonti, e inoltre ne hai pure travisato il senso.
            Che facciamo? da buoni italiani aspettiamo che si appalesi il danno e poi giù a darci la colpa l’un con l’altro? come in questi giorni per le alluvioni assortite?

            ma io dico: ma dei figli o dei nipoti li hai?
            e poi: ma siete proprio over 60?
            non temi anche per la tua vecchiaia di dover emigrare, lasciare terra – casa – affetti – proprietà – sicurezze
            e implorare asilo presso i Paesi del Nord Europa o chissà dove?
            troppo catastrofico? continua pure a pensare che non si hanno i soldi, intanto il clima cambia lo stesso e contribuisci a peggiorarlo con la cantilena dei soldi che mancano! è pragmatismo più pragmatico del tuo dire che è meglio un sacrificio importante oggi piuttosto che rinunciare a tutto domani. 10 anni fa tu immaginavi l’evoluzione climatica in atto?

            (io sì, ma studiavo il fenomeno già da altri 10 anni)

        • damiano ok alle politiche sociali ma qui ritorniamo al punto … chi le deve fare se non l’Europa che invece sta passando la palla ai singoli stati e loro a loro volta ai cittadini, l’Europa per ora sta mettendo in mezzo solo tagliole come pareggio di bilancio, 3%, limiti immediati (2025) da rispettare ecc ecc

          • Come fa a scrivere falsità del genere? L’Italia ha appena ricevuto 200 miliardi di euro dall’Europa per il Pnrr. La tagliola del pareggio di bilancio non esiste. I limiti del 3% al deficit e del 60% nel rapporto debito Pil l’Italia li sfora da un trentennio.

          • vero che ci sono ostacoli talvolta causati da politiche in contrasto tra loro… perché tante necessità contemporanee portano ad azioni da “soggetto bi-polare”:

            * il rischio “difesa della democrazia” impone aumento delle spese militari (se vince Trump.. sarà un guaio ! l’Europa non si è formata come “stato federale” e non si è mai dotata di autodifesa, dipendendo totalmente dalla NATO di cui poi fai il “docile cucciolo”)

            * il pareggio di bilancio tanto caro agli “stati virtuosi” è giusto (non si può continuare a far crescere a dismisura il deficit) salvo poi accordare deroghe in certi casi (così come durante il COVID, adesso occorre farlo per difendere l’Europa sia da azioni militari avverse ma anche economiche.. quindi aumentare la spesa per sostenere giusti investimenti – nb pure io sono un “keynesiano”, sin dai tempi degli studi…);
            il problema è scegliere i Giusti investimenti, sia in base al ROI che all’utilità sociale.

            * siamo noi cittadini a dover Pretendere dai nostri stati delle politiche sensate che rimedino ai guasti del passato ma anche a migliorare le prospettive future; perseguire obiettivi populisti a breve termine fa molto “panem et circenses”…
            ma certe scelte devono essere sensate… il nucleare ad es. è una costosissima follia… perché non saremo vivi quando sarà operativa la prima SMR italiana.. tutta l’economia morirà molto prima…

            * occorre prendere Definitivamente coscienza che (parafrasando il Manzoni) non possiamo continuare ad essere “vasi di coccio tra vasi di ferro”. Dobbiamo forzatamente diventare uno Stato Federale coeso (basta nazionalismi.. son tutti “amici tra di loro”, ma difendendo ognuno i propri interessi egoistici…); anche la “regionalizzazione” interna delle competenze è un disastro annunciato, aumentando la sperequazione tra regioni (e mi sembra che il presidente Mattarella l’abbia fortemente indicato come fonte di aggravamento dei problemi in Italia).

            in sintesi … dobbiamo pretendere politiche sensate e che tutelino Tutti … Nessuno si salva da solo (cit.)

  4. VW deve spicciarsi a buttare via MEB e utilizzare PPE a 800v anche sulle auto più piccole.
    Poi magari se la finissero di buttare miliardi in software inutile… Dopo i 10 buttati al vento per Cariad, non si sa a che sono serviti i 5 dati a Rivian.

  5. Il calo delle vendite è sicuramente legato all’incremento dei prezzi delle auto. Ma quanto incidono in termini percentuali sui costi gli adas diventati obbligatori? Senza contare poi i costi di riparazione degli stessi in caso di problemi (Come ad esempio le spese di ricalibrazione sensori, non riconosciute dalle assicurazioni, in caso di sostituzione parabrezza…)

    • I maggiori costi di riparazione però nulla c’entrano con la crisi VW.
      Magari c’entra che il primo mercato al mondo che assorbe un terzo di tutte le auto compra per il 50% elettrico e dato che VW non brilla in questo, significa perdere il 15% del mercato automaticamente.
      Poi ci aggiungiamo la concorrenza….
      Perché, diciamocelo, le VW sono delle gran macchine ma se posso averne una sicuramente inferiore ma non poi così tanto, a metà del prezzo, ok essere affezionato al marchio, ma i soldi son soldi…

    • Tiziano, già 30 anni fa mi son trovato a fare preventivi ripristino di piccoli incidenti urbani a costi notevoli (in rapporto agli stipendi in lire dell’epoca); è legato alla crescente complessità delle vetture, qualunque alimentazione abbiano: una “Panda 741” aveva lamierati e vetri dritti e chiari, fari economici e nessun componente di climatizzatore dietro il paraurti… adesso su una Panda ci trovi fari LED, radiatore del climatizzatore e ultimamente pure la sensoristica ADAS: è ovvio che ripararla costa molto di più e che aumenta i costi assicurativi.
      A proposito di costi assicurativi…. ci sentiamo tutti “piloti in gara” quando entriamo in auto, che tra l’altro son diventate più ingannevoli con la tanta elettronica di controllo ad “aiutarci silenziosamente” nella guida; 30 o 40 anni fa dovevi sapere il limite tuo e dell’auto/pneumatici… Adesso vai molto, troppo più veloce e finché ABS/ESP/ASR riescono a contenere gli errori di sottovalutazione va tutto bene e torni a casa senza neppure sapere cos’hai rischiato (visto che adesso le segnalazioni non si accendono più come agli esordi del controllo elettronico), così che quando superi troppo i limiti gli schianti son tremendi e si raccontano solo grazie agli altrettanto grandi progressi nella realizzazione delle celle di sopravvivenza dell’abitacolo, a “spese” della riparabilità delle strutture.

      Io sarei per tener molto più bassi Non solo i limiti di velocità nel CdS ma a regolare elettronicamente la velocità/accelerazione massima dei veicoli perché le strade Non sono piste (neppure le autostrade ! ) ed il volume di traffico attuale non è più sostenibile vista la densità di veicoli .

      Se fossimo più corretti al volante, le assicurazioni costerebbero pochissimo e non ci preoccuperemmo troppo di quanto costa riparare la vettura che guidiamo (e quelle attorno a noi).

      • Sante parole, altra sprangata dietro alla schiena delle auto tradizionali arriverà dalla guida autonoma. Certo, per un po’ le lobby lavoreranno dietro le quinte per rallentarne la regolamentazione in Europa, e sarà un altro grave errore strategico nei confronti di Paesi che riusciranno ad abbassare i costi della mobilità più velocemente di noi.

        • La guida autonoma (purtroppo o per fortuna) è ancora ben lungi da essere disponibile in ambito “traffico ordinario”; potrebbe funzionare in autostrada Se tutto il circolante fosse egualmente controllabile: entri in autostrada Solo sotto guida del sistema centrale…un po’ come nelle ferrovie (dove infatti gli incidenti accadono solo per fattore umano o eventi avversi imprevedibili).

          Alla fine le vetture a guida autonoma altro non saranno che UBER Senza pilota.. faranno parte del TPL a disposizione di chi non potrà permettersi un’ auto propria (nuova o usata).

          Purtroppo in Italia abbiamo ancora la mentalità della prevalenza del trasporto privato; se avessimo tanto TPL e percorsi protetti per pedoni e ciclisti toglieremmo il 60-70% degli spostamenti dalle strade…e magari la vettura la noleggeremmo solo per fare le ferie o i weekend…

          • Ho la vaga sensazione che sulla guida autonoma ci saranno interessanti sorprese nei prossimi (pochi) anni: alla fine ci sarà una gara tra Cina e USA a chi ci arriverà prima. l’Europa secondo me è fuori dai giochi e alla fine si adatterà a cosa faranno cinesi e americani che arriveranno prima con prodotti certificabili/certificati.

          • Noi siamo tagliati fuori sin dall’ inizio…visto che non abbiamo ancora sviluppato neppure i sistemi di accumulo e propulsione elettrica in autonomia…
            Sceglieremo per forza di associarsi ai sistemi USA (visti i probabili scontri con la Cina su AI e sistemi di guida/controllo) per coerenza di visione politica e strategica.
            Già in mia BEV ho il Grande Fratello americano.. visto che è Android Automotive… prima o poi Foxxcon ( https://www.foxconn.com/en-us/press-center/press-releases/latest-news/1127) magari darà vita pure alla AppleCar 🍎…ma sarà sempre molto spostata sulla Cina ..salvo che pure loro non riescano a sottrarsi -grazie agli insediamenti in India – all’ eccesso di controllo centrale cinese).
            Al momento pure TSMC ha fatto partire gli stabilimenti USA (grazie a IRA) per microprocessori 4nm.. -anche per automotive- ma si tiene stretta la tecnologia 2-3nm perché Senza avere più il top tecnologico perderebbe la protezione americana).

  6. Ho piacere a leggere auesta notizia; ho acquistato una golf elettrica da una concessionaria Volkswagen, garantita e controllata in tutte le parti. Ho provato ad accendere il riscaldamento in inverno e poi l’aria condizionata in estate ma niente da fare. Ho fatto visionare l’auto dalla concessionaria del mio paese e mi sono sentito dire che non funaziona niente. Ho provato a fare sostituire il compressore da un mezzanico esterno ma servono le autorizzazioni ed il software della Volkswagen. Rinuncio a fare 280 km per farla aggiustare alla concessionaria di acquisto per pagare altri mille euro. Le garanzie sono uguali a quelle di un privato. DOpo lo scandalo sugli scarichi delle auto diesel continuano con lo stesso comportamento. Mai più un’auto del gruppo Volkswagen, non sono credibili.

  7. Già sento in lontananza l’arrivo degli “opinionisti” che al grido di “diesel for ever” strumentalizzeranno la notizia dicendo che è tutta colpa dell’auto elettrica.

    • Io aspetto l’editoriale di quel mensile di auto che scrive sempre male delle auto elettriche. Ho anche chiesto alla signora delle pulizie di non lesinare con le pulizie del bagno, così potrò leggerlo con la giusta calma e attenzione. Sarà più polemico o più gongolante da “ve l’avevo detto”?

  8. VW paga forse quell’all in sulla piattaforma elettrica, spinto dal desiderio di levarsi di dosso il dieselgate. Poi si sono trovati un costo dell’energia che in Europa è il doppio degli USA e 3 volte quello della Cina.
    Le previsioni di vendite delle BEV con crescite esponenziali, sono state ridimensionate dalle oggettive difficoltà economiche che, nonostante l’inflazione in rallentamento, ci vorranno anni a recuperare. Il prodotto poi, non è stato all’altezza.
    Una tempesta perfetta, però il pezzotto sulle emissioni diesel è tutta colpa loro.

    • Anche Tesla ha fatto all-in sull’elettrico, anzi è l’unica ad averlo fatto e vale in borsa quanto tutte le altre case automobilistiche del mondo messe assieme. Anche per Tesla il costo dell’energia è alto ma è l’auto più venduta al mondo. Quindi queste non sembrano argomentazioni così solide

      • Tesla ha un retaggio diverso e non ha accordi sindacali come quelli di VW in Germania. Forse dovrebbe fare un ripasso su come VW ha trattato i dipendenti e come fa Tesla. Tesla produce e vende principalmente in Cina e Usa, dove produce quasi tutto, fatto salvo le Model Y di Berlino.
        Infine sul valore, be quello lo lascio agli esperti di finanza.

  9. dagli arcobaleni e unicorni elettrici all’inferno di crisi e desolazioni quanto è passato, 2 anni? Complimenti a Diess, Blum e a tutti i semplici che stanno in Commissione Europea a legiferare sulle fantasie bagnate di idealisti infantili che porteranno questo continente alla fame.

    • O forse che BYD è passata in 5 anni da nessuno a vendere la metà delle auto del gruppo stellantis, un terzo di VW nel 2023 e quest’anno cresce a doppia cifra.
      Le auto vendute annualmente nel mondo sono più o meno le stesse, se aumentano le vendite di tesla, BYD e le cinesi allora qualcuno deve per forza scendere.
      Oppure che nel 2022 e 2023 VW si è divisa miliardi e miliardi di euro in dividendi invece di investire in ricerca e sviluppo.

  10. Faccio solo presente una cosa in tutta sta crisi dell’auto:
    – Listino Polo 02.01.2018
    – Modello Base 1.0 MPI Trendline BMT Prezzo chiavi in mano euro 13.600

    – Listino Polo 04.07.2024
    – Modello Base 1.0 Life Prezzo chiavi in mano euro 23.350

    In 6 anni circa 10.000 euro in più.

    FINE del discorso.
    Saluti

    • È così un po’ per tutti. Io la Niro Style con metallizzato, tutti gli adas e ruota di scorta nel 2018 la pagai 28800 € adesso stesso allestimento costa 35450€. Sono 6650 € in più senza reali giustificazioni , anzi pare che con questa versione a parte un display più grande e giocattoloso sono andati al risparmio e hanno portato il motore da 141 CV a 129 CV.

  11. Da un possessore di 2 Touran comprati nuovi a distanza di 5 anni l’uno dall’altro. Ultimo dei due acquistato modello base diesel a partire da € 26500 nel 2013. Oggi modello base a partire da €43000. Quando decidi di applicare un prezzo del genere vuol dire che scegli di non venderne più. Quindi è giusto che tu chiuda le fabbriche. È normale spalmare spese per nuovi investimenti ma a tutto c’è un limite

    • Ormai, dovendo raggiungere i target CO2 attualmente irrangiungibili (la media deve essere 95g, e nessun veicolo VW è al di sotto, se non le “elettriche”) diventa conveniente vendere meno vetture “tradizionali”, magari quelle poche con prezzi molto più alti per compensare i volumi di vendita inferiori.
      Ma da alcuni anni tutti stanno facendo così.

  12. Quando capiranno che l’auto media non può costare ” a partire da 40000€ ” sarà troppo tardi, anzi è già troppo tardi. Tante belle idee, tante parole ma poi alla fine la realtà è quella, la maggior parte delle persone NON PUÒ spendere tutti quei soldi per un auto.

    • è esattamente il disegno che hanno in mente. E’ sempre stato così e la UE non ha fatto altro che legiferare in tal senso, contribuendo ad aumentare a dismisura i prezzi delle auto prima con le normative euro e poi , non contenti , con gli adas obbligatori che aumentano il prezzo di listino e rendono la manutenzione insostenibile per la classe media. L’obiettivo finale è far diventare l’auto un bene di lusso.
      Alle case automobilistiche non frega niente di impianti e personale sono solo costi, se riescono a guadagnare il doppio vendendo la metà e marginando il quadruplo su ogni macchina venduta sono contenti e noi siamo complici di questo schifo ogni volta che compriamo un’auto nuova.

      • teorie del complotto? no grazie !

        le norme europee han fatto progredire le vetture verso motorizzazioni meno tossiche (con le varie omologazioni Euro0>7) ed aumentato la sicurezza delle strutture passive (crashtest) e dispositivi attivi (ADAS) per salvar la vita degli occupanti; a maggior ragione utili se si comincia a vedere quanti vanno in giro con potenti “carriarmati” chiamati SUV … che hanno energie devastanti negli impatti pure a basse velocità (se stai dentro una Panda o una Fiesta… ti devi fortemente preoccupare delle velocità di questi veicoli…ovviamente.. anche se sono elettriche.. ma forse la preservazione della carica delle batterie induce più spesso comportamenti non scellerati).

        nb. la “classe media” italiana è veramente molto più bassa rispetto alla clientela europea o nord americana; certe politiche VOTATE negli ultimi 30 anni in particolare hanno contribuito a peggiorare la situazione già poco rosea:

        https://www.borsaitaliana.it/borsa/notizie/radiocor/economia/dettaglio/ue-eurostat-rischio-contagio-poverta–italia-terza-dietro-bulgaria-e-romania-nRC_27102024_1218_217612954.html

  13. Be’, penso che questa notizia farà piacere al vostro blog di SFASCIACARROZZE che, nel suo piccolo, ha contribuito a buttare a mare 150 anni di industria automobilistica europea, maestranze, operai ed indotto compresi.
    Bravi! Siate orgogliosi!

    • Abbiamo buttato a mare anche la grande professionalità nella realizzazione carrozze per cavalli, la produzione di ferri di cavallo, generazioni di allevatori di cavalli.
      Avevamo in Europa il più potente e illustre marchio di cellulari, morto in 3 anni.

      • Ma non è assolutamente vero.
        Dato che il passaggio dai cavalli alle autovetture è avvenuto “dal basso” (io consumatore, mi sono accorto che usare l’auto è meglio, senza aver bisogno di alcun incentivo), nessun produttore di carrozze è fallito nè ha avuto difficoltà. Si sono semplicemente evoluti insieme alle richieste del libero mercato.
        Se invece si impone qualcosa che le gente non vuole, accade quello che accadrà.
        Se poi si prende come esempio un paese dove vige il partito unico, beh…tutto torna.

          • Mi riferisco alla Cina.
            Se poi vuole prendere ad esempio un paese scandinavo con con una dimensione simile all’Italia e con una popolazione pari alla Regione Lazio, e una densità demografica di 12 abitanti/km contro i 196 dell’Italia, ha ragione.
            Il paragone regge senza dubbio.

          • Ma il problema non erano i cavi lunghi lunghi? Poi immagino che il solare in Norvegia “pompi” più che in Sicilia. 😎

        • Ma ford produceva carrozze? Autobianchi produceva carrozze? Fiat produceva carrozze? Renault produceva carrozze? Alfa Romeo produceva carrozze?
          No, sono tutti semplicemente estinti sopraffatti dall’arrivo di una tecnologia migliore.

          E ancora con questa storia che si impone, al momento non ci sono ban tranne a Milano. E’ che proprio vi piace questo vittimismo… Mancano 11 anni al blocco delle vendite, praticamente una vita tecnologica. Il ban serve a spronare l’industria a investire in ricerca e sviluppo invece di dividersi lauti guadagni.

          Poi quella del partito unico, misà che non ha capito di chi sto parlando… E questo la dice parecchio lunga

          • Lei fa paragoni che non sussistono.
            L’automobile non si è imposta per legge.
            Il libero mercato e la volontà dei cittadini ha decretato la “morte” del cavallo come mezzo di trasporto.
            Poi, onestamente, chi se ne frega del BAN 2035.
            Le sembrerà strano ma in famiglia già oggi abbiamo una vettura elettrica che guidiamo praticamente ogni weekend, avendo disponibilità di un garage privato, pertanto per il 2035 sarò più che pronto se anche decidessero che le vetture termiche andassero rottamate.
            Dicevo solo che il paragone che lei portava ad esempio, a mio parere, non esiste. Tutto qua.
            Non è che guidando (anche) una vettura elettrica, devo essere sempre e comunque “dalla parte” di chi sostiene l’elettrico.
            Posso continuare a dire che a mio parere se una tecnologia è buona almeno per la maggior parte della popolazione (come credo sarà l’eletrico anche prima del 2035) non c’è bisogno di porre vincoli di legge, che generano solo una “avversione” come qualsiasi cosa che venga percepita, a ragione o a torno, come imposta dall’alto.
            Saluti.

          • se non adegui gli stipendi / pensioni e non fai scendere i costi energetici puoi fare tutti i ban di questo mondo ma non sproneranno un bel nulla (anche perchè nel frattempi dovrai ristrutturare la casa in ottica green, cambiare caldaia vonnuna pompa di calore e pagare bollette sempre più salate) e 10 anni sono pochissimi per far tutto questo ma più che sufficenti per desertificare l’automotive europea

          • @Antonio Gobbo
            quel che chiedi è il CONTRARIO di quel che produce il governo attuale: a parole delle cose, ma gli atti sono la legge di bilancio in essere, e quelle precedenti.
            quel che chiedi è inoltre il CONTRARIO di quel che auspica Confindustria: nucleare nucleare nucleare, che ormai lo sanno anche i sassi che costa di più e richiede tanto tempo, mentre con le rinnovabili in poco tempo abbatti i prezzi e distribuisci i vantaggi, vedasi caso Portogallo nell’ultimo quinquennio.

            quindi: sei consapevole che quel che richiedi, per lo più condivisibile, è il CONTRARIO di quello che vuole il gruppo di potere legittimamente eletto e nominato al comando del Paese?

    • Ho soggiornato in Cina, per lunghi periodi dal 1995 al 2008 per motivi di lavoro, ed immancabilmente gli ingorghi stradali erano di auto tedesche di grossa cilindrata. Le statistiche dicono che nel 2017 i costruttori occidentali di auto controllavano il 57% del mercato cinese, nel 2024 questo valore si attesterà su valori inferiori al 25%, e che è da tempo il più grande del mondo (25,8 milioni di auto contro i 12,85 milioni Europa 1).
      Sempre nel 2023, in Cina, sono state immatricolate circa 5,3 milioni di auto elettriche e 2,7 milioni di plug-in 2). Nel giro di pochi anni il mercato cinese di BEV e PHEV sarà equivalente all’intero mercato delle auto vendute in Europa.

      Intanto la BYD (costruttore cinese di BEV e PHEV) ha registrato negli ultimi 10 anni circa 20.000 brevetti riguardanti la tecnologia delle batterie e delle auto elettriche, Tesla il costruttore di riferimento “occidentale” ne ha sfornati circa un decimo.

      Siamo sicuri che la colpa della crisi dei costruttori auto europei è “dell’Europa” e non di chi ha investito poco nell’elettrificazione dei modelli, precludendosi l’accesso al più grande mercato mondiale?

      P.S 1
      Le auto attuali hanno un contenuto di software sempre maggiore, sono sempre più SDV (Software defined Vehicle). Un esempio: la mia BEV europea, acquistata 3 anni fa, deve essere portata in concessionaria per gli aggiornamenti firmware, perchè utilizza decine di “centraline” indipendenti, come si faceva 20 anni fa. Tesla, invia gli aggiornamenti da remoto, perchè utilizza un numero ridottissimo di “centraline” (CPU).

      P.S. 2
      I costruttori europei hanno immesso sul mercato i loro modelli elettrici (vedi ID3 e C3) con molto ritardo, rispetto a quanto ipotizzato, dimostrando, di fatto, che hanno grandi difficoltà a trasformarsi da aziende essenzialmente metalmeccaniche ad aziende multi tecnologiche.
      Ulteriore dimostrazione del ritardo dell’industria europea è lampante quando si scorre l’ elenco delle 10 più grandi aziende mondiali di tecnologia avanzata: nessuna è europea.

      1) https://adamtooze.substack.com/p/chartbook-309-can-western-carmakers

    • Signor Coyote aspettavo un commento come il suo.. dare la colpa alle ev .. mi spieghi allora perché non stanno vendendo neanche le termiche? Secondo il suo intelligente commento i costruttori che hanno a listino anche termiche dovrebbero stravendere almeno le termiche visto che le ev non le vuole nessuno (secondo lei)
      Ci illumini e ci spieghi perché é in crisi chi potrebbe almeno vendere le termiche..mentre chi vende solo ev (tesla) invece stravende

    • caro Vil_Coyote … 150 anni di “carrozze a carburante” ..per altro con 150 cavalli (e tutte le altre industrie assetate di idrocarburi liquidi e gassosi) han buttato all’aria l’intero pianeta…. e lo si sapeva da 70 anni…

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