Crisi idrica in arrivo nel Nord Italia, avverte Iren, la multiutility basata nel Nord-Ovest del Paese, sul triangolo Torino-Genova-Reggio Emilia.
“La pianura padana subirà una serie di eventi siccitosi drammatici”

In questo sito parliamo spesso dei consumi di energia elettrica e di quanto si fa per aumentare l’auto-produzione. Ma c’è un altro allarme che è giusto registrare, su un fronte ancora più cruciale per la vita di tutti noi: “L’Italia è sull’orlo di una grande crisi idrica. Dove soffriremo di più non sarà al Sud, ma al Nord“, ha affermato il presidente di Iren, Luca Dal Fabbro. “Ricordo che noi siamo la seconda potenza agroalimentare d’Europa, dopo la Francia”, ha insistito Dal Fabbro. “Abbiamo bisogno di molta acqua per produrre amarone, parmigiano reggiano e tutte le nostre leccornie. Abbiamo un export importantissimo in questo settore. La pianura padana nei prossimi dieci anni subirà una serie di eventi siccitosi drammatici“, ha avvertito il top manager.
Crisi idrica in arrivo: “Necessario recuperare le acque reflue”

Del Fabbro ha sottolineato la necessità di recuperare le acque reflue per usi industriali e agricoli: “Queste acque possono essere recuperate per alcuni cicli produttivi, non per consumo umano, ma ad esempio per produrre ortaggi“. Un messaggio così netto e drammarico da parte di un uomo che ricopre un incarico importante non può essere lasciato cadere. Il governo si sta interessando da tempo al problema. La campagna “Ogni goccia conta” è stata voluta dal Commissario Nicola Dell’Acqua per informare i cittadini sui rischi di una possibile crisi idrica in Italia. Facendo riflettere sul valore invisibile e fondamentale nella vita quotidiana. Lo spot, si concentra sul valore strategico dell’acqua in diversi ambiti: dal tempo libero alla tecnologia e all’agricoltura, dalla salute alle città intelligenti.
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Mi sembra il dj che parla di vaccini. Mah…
Una volta c’era un idea ; deviare il fiume Po dirigendolo a sud, ora da sud devieranno il Tevere dirigendolo a nord. Non ricordo il motivo ma gli invasi già dallo scorso anno sono stati portati ad un maggiore livello di riempimento. La pianura Padana non è tutta uguale idrogeologicamente, Più che l’acqua della fogna per bagnare la verdura sarebbe meglio conservare l’acqua in eccesso che cade in autunno inverno. Buttare acqua inquinata sulla verdura è tutta salute.
A Bologna sui viali vicino porta Saragozza c’è una grossa perdita d’acqua da 2 settimane e l’unico intervento fatto fin’ora è stato transennare l’area. Certo le risorse sono impegnate tutte nella ricostruzione della linea tranviaria…
Sbagliano le previsioni meteo dall’oggi al domani e il presidente dell’iren ( non un climatologo), prevede che fra 10 anni al nord moriremo di sete Boh..? Intanto qui si vedono acquazzoni un giorno sì e l’altro pure…. poi..oh…avrà ragione lui…vedremo….
Sicuramente vanno sanate le perdite della rete….
Che l’acqua sarà l’emergenza del futuro (al sud è già al presente) non ci vuole nostradamus per capirlo.
Comincino a cambiare le tubazioni che perdono… vedrà che di acqua c’è ne sarà di più. E poi perché non usano i dissalatori? Se non sbaglio in Sicilia ad esempio c’è n’è uno inutilizzato.
Dissalatori? Ci sono altre priorità,le risorse servono per Cortina 2026 e altre amenità simili …
@Massimo
dissalatori?
ma hai una vaga idea, vaga vaga,
del costo energetico per produrre un litro di acqua?
non che non si possa fare,
ma visto che parli di tubazioni colabrodo
mettere un dissalatore in Italia, ora, è come fare una tubazione aggiuntiva e lasciare i colabrodi
Il costo dell’acqua desalinizzata si attesta generalmente tra i 2 e i 3 euro per metro cubo. Questo costo può variare a seconda di diversi fattori, tra cui il tipo di impianto utilizzato e il costo dell’energia, che è una componente significativa dei costi operativi. il costo dell’acqua desalinizzata è un fattore dinamico, influenzato da diversi elementi, ma che può rappresentare una soluzione valida per affrontare la carenza idrica e garantire l’approvvigionamento idrico.
L’ emergenza acqua al sud esiste da 40 anni, è tutto un magna magna per non risolvere nulla e continuare lo sperpero….
@Massimo
eccome un altro che non sa che “meteo” e “clima” son due parole diverse non per caso
@Massimo non è che fatica a fare previsioni, guarda i ghiacciai alpini che stanno scomparendo, la nostra riserva d’ acqua estiva.
Molta acqua per produrre amarone? Che la vigna non debba patire la siccità ok ma dire che ne serve molta è non sapere di cosa si parla
magari iniziamo a sistemare i colabrodi attuali, che se la memoria non mi inganna, perdono il 40% della portata trasportata?
poi magari vediamo di trovare anche altre fonti, ma iniziamo a ridurre gli sprechi magari prima.
Sagge parole le tue ma purtroppo cadranno nel vuoto a giudicare da come le cose non stiano migliorando: In più di un capoluogo su tre si registrano perdite totali in distribuzione superiori al 45%. Le condizioni
di massima criticità, con valori pari ad almeno il 65%, sono a Potenza (71,0%), Chieti (70,4%), L’Aquila
(68,9%), Latina (67,7%), Cosenza (66,5%), Campobasso (66,4%), Massa (65,3%), Siracusa (65,2%)
e Vibo Valentia (65,0%). Una situazione infrastrutturale più favorevole, con perdite inferiori al 25%, si
verifica in circa un capoluogo su quattro. Perdite inferiori al 15% si rilevano in sette città: Como (9,2%),
Pavia (9,4%), Monza (11,0%), Lecce (12,0%), Pordenone (12,1%), Milano (13,4%) e Macerata (13,9%).
Altro che buttare soldi del pnrr in progetti inutili, altro che cortina 2026 la lungimiranza di chi governa dovrebbe gestire le priorità , dovrebbe guardare al futuro. Come al solito dovremo sbattere contro il muro prima di capire l’importanza delle cose.
Il tema vero e sottaciuto è proprio questo. Lavoro in grossi progetti e mai come in questo momento c’è grosso squilibrio tra domanda e offerta di operai qualificati. Una delle cause è sicuramente il PNRR ma a tendere c’è una mancanza strutturale di manodopera per ragioni demografiche e per disaffezione delle nuove generazioni da questo tipo di lavori.
Il risultato sarà un aumento del costo dei progetti che già era avvenuto post Covid, servirà pertanto nei prossimi anni fare scelte chirurgiche e lungimiranti sui progetti da finanziare e portare avanti. Meno soldi su gas idrogeno e opere stradali e più impegno su acqua, rinnovabili e dissesto idrogeologico
“Meno soldi su gas idrogeno e opere stradali e più impegno su acqua, rinnovabili e dissesto idrogeologico” non sono le priorità di questo s-governo e in generale dei nostri amministratori purtoppo.
A livello macroscopico, l’acqua persa dagli acquedotti non sparisce nel nulla ma torna nelle falde.
In compenso, la coltura del riso consuma un quasi la metà dell’acqua in agricolture, quella del mais (spesso usato per l’alimentazione animale) un sesto, ed il resto del foraggio un ulteriore ottavo. Che la sostenibilità stia anche nelle scelte di cambiamento rispetto a ciò che diamo per scontato?
Per altro, negli ultimi 50 anni nel mio Piemonte il trend è stato di far dismettere tutti i piccoli bacini di raccolta, per evitare parassiti e rischi di annegamento.
“l trend è stato di far dismettere tutti i piccoli bacini di raccolta, per evitare parassiti e rischi di annegamento” fonte (mio cuggino)? perchè leggendo in giro non sembra:
La Regione ha anche elaborato un piano per la realizzazione di nuovi invasi che vale 1 miliardo di euro. In particolare sono previsti interventi in Valle di Lanzo (420 milioni) o in Val di Viù sul torrente Stura (35 milioni) nel Torinese, Serra degli ulivi sul lago Pianfei (209 milioni) e l’invaso Reboissimo in Valle Maira (95 milioni) nel Cuneese, e quello artificiale sul torrente Sessera (282 milioni) nel Biellese.
https://www.lineaitaliapiemonte.it/2023/04/22/leggi-notizia/argomenti/lineaitaliapiemonteit/articolo/acqua-il-piemonte-la-regione-che-sta-soffrendo-piu-di-tutte-la-siccita.html