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Crisi automotive colpa del Green Deal? I costruttori: NO

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La BYD Seagull, una delle citycar cinesi più vendute: costruttori di Pechino sempre più aggressivi.

Crisi automotive, la colpa è del Green Deal e delle politiche UE? No, dicono i costruttori, contraddicendo quanto affermato dalla premier Giorgia Meloni.

crisi dell'auto
Michele Crisci, presidente dell’Unione dei costruttori di auto, Unrae, e di Volvo Italia (foto: Unrae).

Crisi automotive: “È l’avanzata dei cinesi a cambiare il mondo”

 L’automotive è diventato da tempo un tema politico, ed è ormai vittima di narrazioni interessate che vorrebbero riscrivere il passato per cambiare il futuro. Con un capro espiatorio ricorrente: l’auto elettrica. Non lo diciamo noi: l’ha detto l’Unione dei costruttori Unrae nella conferenza stampa di fine anno, per “fare chiarezza e correggere una serie di spiegazioni totalmente fuorvianti“. Attribuire la crisi del settore automobilistico europeo al Green Deal è una narrazione fuorviante, dice Michele Crisci, presidente di Unrae e di Volvo Italia. I dati mostrano una realtà ben diversa. Tra il 2000 e il 2021, molto prima che il Green Deal potesse dispiegare i propri effetti, la produzione di auto nei 5 principali mercati europei è crollata da 15,4 a 9,2 milioni di unità. Mentre la Cina è passata da 2 a 26 milioni. Non solo: nel periodo 2005-2022 è calato di oltre il 14% il mercato nordamericano, che con il Green Deal non ha nulla a che fare.

Attacco al governo: “Sugli incentivi all’elettrico poltica ondivaga”

“L’Europa paga il prezzo di politiche incoerenti e dell’assenza di una visione strategica per accompagnare una transizione sostenibile, definita dagli obiettivi. Economicamente e socialmente responsabile”, ha proseguito Crisci. Criticando la politica ondivaga del Governo italiano: “A giugno i fondi del nuovo Ecobonus per le vetture elettriche sono andati esauriti in poche ore. Ad agosto il Ministro Urso ha celebrato i risultati ottenuti dall’Ecobonus, anticipando un piano triennale, a novembre ne ha annunciato la cessazione definitiva. Contestualmente, il Governo ha cancellato l’80% del Fondo Automotive, per poi promettere finanziamenti dedicati solo al sostegno all’offerta. Ma la filiera non può prosperare senza un mercato in salute, e questo non può esistere senza fornire certezze al settore”. In Italia l’Unrae stima per il 2024 vendite di auto a circa 1,570 milioni, in linea con il 2023, ma 350mila unità al di sotto del 2019.

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Andrea Cardinali, direttore generale Unrae (credit foto: Unrae).

Crisi automotive: le macchine costano troppo? “I gusti dei clienti sono cambiati. E le elettriche non si vendono per il costo abnorme delle ricariche”

Ma il nodo vero resta quello dei prezzi, che hanno allontanato intere fasce di clientela, facendoli ripiegare sull’usato. Un trend giustificato così dal Direttore Generale dell’Unrae, Andrea Cardinali“Se è vero che il prezzo medio di un’auto è aumentato del 58% dal 2011 a 2023, va detto innanzitutto che è molto cambiato il mix di segmenti. Con uno shift verso l’alto dovuto al cambiamento nei gusti della clientela. E i contenuti tecnologici del prodotto sempre più avanzati, per esempio in termini di sicurezza e di infotainment, ne hanno aumentato il valore. Al punto da renderli oggetti neanche lontanamente paragonabili a distanza di 10 anni. Inoltre, il costo industriale è aumentato drammaticamente per l’impennata di tutti i costi di produzione: energia, materie prime (soprattutto quelle critiche), logistica internazionale”. Quanto alle cause del ritardo dell’Italia nella diffusione dell’auto elettrica. Cardinali non ha dubbi nel mettere al primo posto il costo abnorme delle ricariche.

  • Le vostre auto usate in vendita raccontate sul nostro canale YouTube da Edoardo. Ma potete essere voi a illustrarle mandando un breve video a info@vaielettrico.it

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48 COMMENTI

  1. In Cina spuntano come i funghi case automobilistiche, forse perché come avvenuto con gli smartphone è più facile produrre motori elettrici che motori a combustione. Mi chiedo se distribuendosi le vendite di bev riusciranno a stare in piedi sul lungo termine vendendo solo poche centinaia di migliaia di auto ciascuno, come sta avvenendo nel gruppo stellantis.

  2. E’ sempre bello sentir parlare i presidenti che poi vengono puntualmente smentiti da se stessi e da chi, oggettivamente sul pezzo ci sta.
    E così il buon Crisci ci racconta che la crisi dell’auto non è dovuta alle normative UE e ai tempi forzati sull’elettrico ma che è cominciata ben prima e non è che come metro di paragone prende un tempo ragionevolmente utile si prende addirittura 21 anni (2000-2021), ripeto 21 anni di finestra temporale per evidenziarlo.
    In pratica il paragone calza così a pennello che le auto di quel tempo adesso sono storiche. Ovvero ai tempi della golf V oggi siamo alla VIII ovvero 3 generazioni dopo.
    Ma è ben più interessante la chiosa dove afferma “L’Europa paga il prezzo di politiche incoerenti e dell’assenza di una visione strategica per accompagnare una transizione sostenibile, definita dagli obiettivi. Economicamente e socialmente responsabile” in parole spicciole batte cassa e vuole sovvenzioni ovvero come la stragrande maggioranza dei burocrati.
    Ma Crisci, come tanti, parla sempre di Cina, probabilmente va di moda adesso, ma non dice quello che è accaduto in Cina e che ha spinto il tasso di crescita dell’automotive a livelli vertiginosi ma ci dice solo quello che gli fa comodo.
    Un esempio, non ci dice che tra il 2000 e il 2010, la Cina ha registrato un tasso medio di crescita del PIL vicino al 10% annuo. Non ci dice dalla rapida urbanizzazione e dall’aumento del reddito medio pro capite. Non ci dice degli investimenti massicci nelle infrastrutture stradali e autostradali. Ma soprattutto non ci dice del progetto “863” dove l’industria automobilistica è stata posta al centro della sua strategia di sviluppo economico.
    Quindi il boom cinese non nasce per caso ma per specifica volontà del Governo cinese che ha pianificato lo sviluppo dell’intero settore puntando poi sull’elettrico, per questo si è passati da 2 a 26 milioni. Oltretutto vista la vastità e il numero di persone ad oggi i veicoli elettrici costituiscono ancora solo l’8% del parco auto totale del Paese.
    Quindi qui non c’entra Urso ma un’Europa che a parte legiferare e farsi paturnie ideologiche ha fatto ben poco.
    Di ben altro spessore Andrea Cardinali che spiega che tra un’auto di 21 anni fa ed una di oggi c’è un abisso, e che purtroppo da un lato un incremento di costi dall’altro normative sempre più stringenti ma poco lungimiranti e senza contrappesi hanno fatto si che le auto aumentassero sempre più di prezzo tanto che negli ultimi anni, pandemia a parte, il mercato dell’usato si è incredibilmente ravvivato.
    Quindi messo così questo articolo è più una velina pro elettrico che un’argomento valido per far comprendere i motivi della crisi dell’automotive e proprio perchè la Cina è l’attore principale di questo mercato legarsi univocamente a questa tecnologia è sbagliato, dobbiamo differenziare se vogliamo mantenere una indipendenza e non diventare dipendenti assoluti del mercato cinese.

    • Mai hai letto bene i numeri? Leggi bene questa parte è scritta chiaramente “Tra il 2000 e il 2021, molto prima che il Green Deal potesse dispiegare i propri effetti, la produzione di auto nei 5 principali mercati europei è crollata da 15,4 a 9,2 milioni di unità. Mentre la Cina è passata da 2 a 26 milioni. Non solo: nel periodo 2005-2022 è calato di oltre il 14% il mercato nordamericano, che con il Green Deal non ha nulla a che fare.”

      In pratica la Cina non compra più macchine in Europa perché ha imparato molto bene a costruirle ed a contenere i costi!

      • La Cina non ha mai comprato auto in Europa, se non in piccole quantità, perchè ha sempre obbligato i costruttori ad impiantare fabbriche in loco associandosi a costruttori locali. Ad esempio SAIC, che utilizza ora il marcho MG per le proprie vetture, è un partner storico di VW e GM. In questo modo i produttori cinesi hanno potuto compiere un epocale balzo in avanti, acquisendo metodiche e tecnologie di cui non erano in possesso. Avremmo dovuto comprendere che esternalizzare la produzione di auto e componentistica in Cina non era saggio, perché avremmo regalato a un regime autoritario con un’antica vocazione imperialistica delle tecnologie strategiche. Ma ci si guadagnavano così tanti soldi che nessuno è riuscito ad arginare le ambizioni e la sete di guadagno di manager ed azionisti, assicurando a Pechino un balzo tecnologico di almeno vent’anni. Ma stavolta il tessuto produttivo in Europa ribolle.

  3. Adotta un ubriacone del bar; pardon, un politico ,anche tu ..
    FALLO SMETTERE !!

    battuta ironica e satirica su una classe dirigente troppo sopravvalutata ,in soprannumero e di conseguenza eccessivamente pagata dalla collettività da almeno 30 anni

    2.981,3 miliardi di debito pubblico

  4. Gli ultrapagati CEO delle case automobilistiche hanno scoperto che a fare SUV da 40K si guadagnava di più che a vendere utilitarie, e così hanno abbandonato un intero settore di mercato.

    • Credo che sia un po’ piu’ di questo. Le vetture piccole prodotte in Europa erano possibili perche’ i vari governi locali incentivavano i produttori (vedi sovvenzioni, non tanto diversamente che in Cina) con agevolazioni di ogni tipo in cambio di lavoro e vetture economiche. Quelle vetture facevano volumi ma profitti marginali se non nulli. Quel tipo di politica industriale non era piu’ sostenibile, e i produttori si sono spostati su vetture che fanno margini e volumi ridotti.

      Il problema della sovracapacita’ produttiva, ma anche dell’ingegneria, e’ adesso enorme, le vetture economiche sono sparite, le nuove (poche) piccole devono fare margini. Senza aiuti e con i costi dell’energia e del lavoro, in Europa si produrra’ poco e solo in alcuni paesi.

      In Italia il destino dell’automotive era chiaro gia’ 10 anni fa, quando nel gruppo Fiat inizio’ un flusso di dimissioni nell’ingegneria senza precedenti. Parlo anche del Sud, dove lasciare un lavoro del genere era fino a poco prima una follia.

    • vero … ed è un processo cominciato oltre 20 anni fa, all’apparizione delle prime auto SUV europee (Qashqai 2006) e la progressiva eliminazione delle seg. A da parte dei costruttori esattamente perché poco redditizie…giusto! alcuni han provato a farne una assieme: Citroen C1, Peugeot 107, Toyota Aygo in una fabbrica polacca…ma è stato un unicum.

      Nessun costruttore ha provato ad inseguire Toyota sulle motorizzazioni ibride (quando ero in Peugeot stavano lavorando su un prototipo di 306 -col telaio lungo della cabrio- dotata di motore HDi e batterie… poi non ci han fatto sapere più nulla, causa forse tipologie di batterie adottate, troppo pese ed inefficaci all’epoca; una decina d’anni dopo han provato pure prototipi -mi pare della 207- con accumulo ad aria compressa con bombola sotto il pianale, anche quella terminata nel silenzio).

      Solo Renault provò già nel 2009 a commercializzare vetture full-electric; mi ricordo la Fluence Z.E. con Potenza Omologata: 50kW (70 picco), quasi 17 q.li per una autonomia di circa 180km… all’epoca i turbodiesel imperavano ed io risi tanto! A Renault il coraggio non è mai mancato: fecero la prima coupé turbodiesel (la Fuego ! nell’82 mi pare ..tutti dissero “un trattore da corsa! “), poi ebbero successo 2 anni dopo inventando i monovolume Espace e poi lo Scenic..
      (ed anni dopo Peugeot immaginò un mondo di tutte monovolume… tutte scatole di crescenti dimensioni dalla 1007 alla 807… nei primi anni 2000…previsione disattesa!).

      Il mondo automotive è fatto di tanti tentativi (tra studi, prototipi e veri e propri modelli da lanciare sul mercato) e soprattutto tanti errori, perdite miliardarie in progetti sbagliati, non capiti, arrivati troppo tardi (FIAT 130 benz 2.5 allo scoppio della crisi petrolifera del 1973) o troppo presto (voglio ricordare la versione della Multipla, prodotta con successo in Cina .. pure a batterie ! realizzata da Zotye, nome M300 con autonomia di circa 180km.. una 6 posti di successo sul mercato ! Trovatela OGGI cinese a solo 8600 euro ! una 4 metri che vi porta in giro tutta la famiglia in città tutta la settimana con una sola ricarica !).

      Speriamo che alle soglie del 2025 le case automobilistiche capiscano in quale direzione andare.. se restare nel passato coi motori termici, investire nel futuro presente degli elettrici .. o perdersi definitivamente in qualche sogno tecnologico troppo complesso e costoso (per gli acquirenti rimasti nel mondo).

      • ” Citroen C1, Peugeot 107, Toyota Aygo in una fabbrica polacca…”: la fabbrica che lei cita non era in Polonia, bensì nelle Repubblica Ceca. Oggi è di proprietà della sola Toyota e vi vengono prodotte Aygo X e Yaris.

  5. Ma ci rendiamo conto che il governo italiano si accinge a regalare 1 miliardo agli Elkann per rilanciare i loro affari in Italia? Non dovevamo chiederglieli indietro? (parola di Salvini). Queste elite alla fine si ritrovano sempre per spartirsi i nostri soldi.

  6. La posizione del governo italiano è oramai palesemente insostenibile. Una posizione veramente ideologica, accecata dal dover assolutamente contraddire un argomento, quello della transizione e del green deal, visto come un capriccio dei verdi e quindi della sinistra. Ma la crisi climatica non è ne di destra ne di sinistra. Dovrebbero iniziare a ragionare sopra questo livello, con senso di responsabilità.

    • tanto a primavera le prossime tempeste alluvioni spazzeranno via tetti ed allagheranno case ed aziende a quelli di destra e di sinistra, democraticamente…

      però i più ricchi riusciranno a ricostruire tutto prima….

      per i ricchissimi, cambiare zona è solo un disturbo da “danni collaterali” a certi affari (idrocarburi & co)

  7. Penso che molti credano ciecamente alla narrazione fatta dei media, per cui la colpa è tutta delle elettriche e dell’Europa brutta e cattiva.
    In Italia la narrazione è talmente uniforme (in negativo), che bisogna andare a cercare Vaielettrico.it come voce fuori dal coro, per avere una visione anche un po’ più imparziale. onore alla redazione che con grande pazienza continua a pubblicare anche le voci contrarie alle ev.
    Ma questo la dice davvero lunga sul sistema creato in Italia, tv-giornali-governo sempre sempre sempre contro.
    Anche la narrazione sul nucleare segue lo stesso filone (arma di distrazione di massa dalle rinnovabili).

    • Colpa della narrazione? E io che credevo fosse un problema di stipendi/pensioni che come dice l’UNIRAE ha fatto dirottare sull’usato (4 macchine su 5 vendute bel 2024) sia BEV che ICE gli acquisti degli italiani (oltre al già citato problema delle ricariche alle colonnine con prezzi da gioielleria) Ora che me lo hai detto ci penserò un po su….

      • Infatti è esclusivamente problema di stipendi e pensioni…frutto di tanti decenni di politiche e politiche industriali sbagliate… apparentemente populiste e difatto volute da lobbies.

        Per decenni abbiamo cercato Competitività abbassando =svalutando la Lira italiana.. causando la perdita di valore dei salari/stipendi italiani (ma favorendo moltissimo il “popolo delle P.IVA”…che decide quanto e quando pagare le -poche- tasse .. generalmente in occasione dei condoni ricorrenti).

        Entrati sotto lo Scudo dell’ Euro valuta (protetti dal caro dollaro) abbiamo delocalizzato tutto o quasi…in Italia sono rimastie le produzioni non delocalizzabili come quelle agricole, coi loro lavoratori sottopagati o sotto “caporali” (e guai a regolarizzare gli immigrati…che se hanno diritti poi ..votano anche loro e soprattutto non si può più riscattare gli italiani con stipendi da fame..e la paura di essere sostituiti da uno ancora più affamato).

        Stiamo sempre attenti alle “narrazioni” che i soliti “pifferai della politica” ci fanno sui media… 😉👋

      • OK, e usate siano. Ma allora, se la narrazione non c’entra nulla, perchè non usate elettriche che hanno prezzi molto convenienti?

        • Credo che la termica usata incontri una clientela piu’ attenta all’investimento iniziale e meno prona ai cambiamenti. Niente ricariche, niente installazioni a casa (dove possibili), manutenzione nelle stesse officine: sostituisce uno ad uno la vecchia auto.

          • Insomma, nel mondo che viaggia a mille, evviva la pigrizia mentale. Poi ci chiediamo perchè in Italia gli stipendi calano, mentre aumentano nel resto del mondo.

          • Massimo scusa ma da giornalista economico qyale sei avrei creduto che il non aumento degli stipendi lo attribuissi alla scarsa produttività iraliana data da molti fattori, scarso R&D, nanismo aziendale, rigidità del lavoro, burocrazia, aumento dell’età media e calo demografico, fuga dei cervelli ecc ecc sinceramente pensare che il non aumento degli stipendi sia dovuto al fatto che gli italiani, avendo scarse risorse non economiche disponibili non “vanno a mille” e prediligono auto che all’acquisto siano meno.impegnative sia come costo iniziale che come gestione (se la ricarica casalinga non fosse possibili) … bhe sinceramente la definirei un o una forzatura … o no?

        • Convenienti se hai i soldi di acquistare un modello di d’acciaio D fai tanti km e ricarichi da casa … altrimenti … bhe parliamone, ma mj ripeterei e come al solito tu diresti che faccio esempi ripetuti che non interessano a nessuno e se proprio voglio posso tranquillamente accomodarmi altrove … giusto?

          • E allora parliamone, Io una macchina elettrica ce l’ho e la ricarico solo alle colonnine perché non ho ricarica domestica, ho speso meno di una Yaris cross per acquistarla e spendo meno di 7€ per fare 100 Km. Lei che elettrica ha ? Come la ricarica ? Quanto spende ? Se no sono solo “chiacchere e distintivo” …

          • Franz parliamone, io non so che auto elettrica tu abbia )vista la cifra escluderei una tesla) so però che la yaris cross viene sui 27 – 28000 euro, io ho ora una spostage a GPL ma ho intenzione di acquistare a breve una MG HS che si trova a km 0 sui 22 – 23000 euro e con un impianto a GPL fanno circa 24000, con quello faccio 100km con 7 euro (a 120 – 130 anche in inverno) ricarico in 3 minuti per 450 km REALI., Io non ho ricarica a casa e non ho AC vicine e per ricaricare la notte, tutte le DC più prossime sono sui 0.68 0.7 cent a Kw… secondo te credi che nella mia situazione (come in quella di moltissimi altri italiani) sia lontanamente conveniente, comodo e “rilassante” l’acquisto di un auto elettrica, e se si per favore spiegami il perchè … ciao

        • Massimo sarà ma sinceramente io resto fermamente convinto che la risoluzione di quanto ho elencato sia alla vase di tutto, se si risolvesse quei problemi avremmo risolto il 90% degli ostacoli, se quei problemi resteranno non ci saranno né diktat europei né “ragionamenti di convenienze economiche a lunga scadenza” a far cambiare idee e acquisti agli italiani.

          • Tranquillo Antonio, basterà il diktat del clima a imporre le sue condizioni, senza possibilità di rinvii, concessioni o condizioni contattate.

          • Ma non è soltanto il clima, i ricchi sono impegnati a diventare sempre più ricchi a scapito dei poveri (è sempre stato così) e lo fanno andando in giro in Model 3 e facendo servizi contro le auto elettriche.
            E il popolo bue si beve anche la storiella…
            …come quella che il problema sarebbe il green deal, non che stiamo per affrontare sfide sempre più impegnative sul clima e sulla disponibilità del petrolio, chiaro no? No, cianciamo di neutralità tecnologica senza aver fatto un’ analisi tecnologica! 🤷

          • Luca scusa tu sei uno di quelli che crede hevil sangue sibottenga dalle rape perchè l’ha ordinatonil dottore? Finora viste le immatricolazioni direi che gran parte degli europei, italiani e spagnoli in primis, se ne siano fregati delle prescrizioni del “medico” e vadano su usati endotermici.
            Credi che questo trend cambierà? Può darsi ..oggi vado a giocare 2 euro al suoerenalotto hai mai visto che il tuo ostinato ottimismo porti fortuna 🙂

          • Antonio, ancora con questa solfa… certo che il trend cambierà.
            Quando!? Quando italiani e spagnoli si accorgeranno che il passato è passato.

          • Certo che credo che il trend cambierà, sta già cambiando, più lentamente di quello che servirebbe ma sta cambiando. Sottotraccia, tra mille intoppi e bastoni tra le ruote di chi vuol mantenere lo status quo, ma sta cambiando.
            Certo, poi c’è sempre chi si lamenta e basta (come te), e chi se ne frega. Perchè chi circola con un’auto da almeno 30.000€, e ce ne sono tantissimi, se l’ha presa termica l’ha fatto per scelta, per mantenere il suo personalissimo status quo. Ma i danni climatici arriveranno addosso anche a loro.

            Io i 2€ li investirei in modo più produttivo, ma se sei convinto che la soluzione sia la lotteria, siamo in democrazia quindi fai pure.

          • Leonardo ok allora se vado a acquistare una tesla o anche una nuova r5 raccontando che il passato è passato e poi gli dico che ho al massimo 15 – 20000 euro dj budget me la scontano perchè anche loro leggono vaielettrico … k teressante quasi quasi ci provo e poi ti dico cosa mi hanno risposto 🙂

          • Questo è un altro discorso e, come ho già avuto modo di ribadire, si può sapere se queste elettriche usate non valgono più niente oppure se vanno oltre un budget di 15-20 mila? 🤷

  8. Non sono d’accordo. Perdere la produzione di veicoli significa rinunciare ad una grossa fetta di industrializzazione. L’obiettivo del 2035 a me sembra del tutto realizzabile e molti costruttori non trovano nulla di complicato, ma bisogna essere più determinati, esattamente come la Volvo, se Stellantis continua a fare macchine elettrificate e non BEV sta solo perdendo capitali per il mantenimento di impianti la loro manutenzione e il loro aggiornamento. Hanno 10 anni per ammortizzare gli investimenti, ne avevano 16 nel 2019, continuare a sostenere le ibride significa perdere tempo esattamente come lo è costruire nuovi gasdotti o sognare il nucleare, ma è difficile che questo governo lo capisca, sono schiavi di una ideologia conservativa non suffragata da nulla, né dai dati scientifici né dall’industria, dovrebbero farsi delle domande.

    • C’è solo un piccolo problema … se prepari un nuovo veicolo elettrico/termico…. I costi che l’azienda deve sostenere sono nell’ordine di G€…. E se il veicolo non lo vendi a nessuno per mille motivi…. Sei in pericolo. Vedi 500e che finiti gli incentivi ha semplicemente smesso di vendere. Grecale Ev… Granturismo… ora Ds8. 600e ….. forse una così alta differenziazione gioca a sfavore dei costruttori stessi.

      • Pero’ l’incentivo dovrebbe servire a far partire la produzione che per forza di cose, inizialmente e’ costoso.
        I prezzi della 500 elettrica, con i prezzi dei componenti in calo, dovrebbero scendere.

        Tesla ha abbassato i prezzi quando le condizioni lohanno permesso (e li ha alzati, come tutti, quando c’erano problemi di approvvigionamento).
        I produttori europei si sono ben guardati dal farlo.
        Ora saranno costretti, se le regole permangono, ad alzare i prezzi delle auto a combustibile per abbassare quelli delle elettriche.

        Semplificando, se si deve vendere un’auto elettrica ogni 5 per non incorrere in multe, i prezzi delle auto a carburante potrebbero essere alzati di 1000 euro per dare un’incentivo di 4000 per ogni macchina elettrica.

        Non hanno voluto farlo e hanno preferito le campagne mediatiche, ma ora dovranno adeguarsi. Se no, dazi o non dazi, i marchi cinesi e Tesla si prenderanno tutto. Dubito che si trovera’ un accordo per evitare le multe.

        • Quello che intendevo dire, era riferito alla frase : “Perdere la produzione di veicoli significa rinunciare ad una grossa fetta di industrializzazione” cioè, produrre per produrre… è molto rischioso, vedi disastri piattaforme elettriche, che hanno venduto 1/10 del previsto… e innumerevoli altri prodotti.
          I produttori, sono molto conservatori, perché sanno i rischi che corrono.
          Servono Dirigenti,che con lungimiranza sappiano convincere i grandi azionisti, che sappiano prendere le scelte giuste, per essere competitivi sul mercato, non burocrati, che non pensano al futuro, ma tirano a campà…
          Es. diversificare i top-hat e le finizioni interne di una stessa piattaforma innalza sicuramente i costi, ma permette al cliente di avere più prodotti molto simili (cugini stretti), e quindi di orientarsi sul suo marchio preferito…
          Io magari sbagliandomi sono più per una razionalizzazione del mercato con una diminuzione dei marchi, permetterebbe di abbassare i costi e proporre veicoli a minor prezzo…che è la sfida per portare i prezzi delle piccole elettriche non oltre i 15K

          Vedremo nei prossimi mesi… si parla che dal 2026 i prezzi dei BEV anche per i modelli di segmento minore raggiungeranno gli ICE ( o viceversa….)

          • Neppure uno che abbia visto lungo e abbia “salvato” Tesla quando si trovava in cattive acque. Anzi, Toyota se n’è scappata a gambe levate. Se avessero avuto un minimo di idee chiare da queste parti mi sarebbe piaciuto vedere magari una Maserati su powertrain Tesla, sarebbe stato il meglio dei due mondi. Non posso essere certo che avrebbe avuto successo commerciale, ma sarebbe stato un tentativo che secondo me valeva la pena di essere fatto.

          • Ci aveva provato Diess in Volkswagen quando hanno lanciato le prime id.
            Peccato che gli azionisti volevano l’uovo oggi, spalleggiati dai furbissimi sindacati che pensavano di mantenere lo status quo per sempre, mentre si è visto quest’anno quanto poco lungimiranti siano stati.

  9. Ohhh diciamolo finalmente che siamo governati da una manica di incompetenti in materia. Ad ognimodo l’avanzata cinese a mio avviso si chiama SELEZIONE NATURALE e se l’Italia e l’Europa sono destinate a soccombere in questo campo pace, ce la saremo cercata!

    • e ce la siamo cercata, conoscendo da decenni perfettamente il “percoso”, basta vedere quello delle produzioni di elettrodomestici “bianchi”, poi TV, PC e Cellulari… a forza di delocalizzare in Asia tutte le produzioni (anche quelle “scomode ed inquinanti”)… questo è il risultato…

      • Un tempo c’era tv philipps, televisori mivar… radio grundig, poi pian piano arriva Samsung.. che costava meno e ti dava anche di più.. ed eccoci qui a raccontarla… un tempo c’era la fiat uno, la tipo, la croma, la lancia Thema.. oggi abbiamo i cinesi; invece che mettere muri al cambiamento sarebbe il caso di aprire le vele e correre..

        • Per la “scossa” che dici tu servirebbe una classe dirigente e politica meno attempata .
          Magari dare il voto ai sedicenni , meglio ai quindicenni visto lo squilibrio demografico , per avere una visione realistica del futuro anche solo a medio termine mi sa che conta più il parere di un quindicenne che di un sessantenne

          raccolta firme digitale per leggi di iniziativa popolare ,
          con obbligo di votazione in parlamento o addirittura referendum propositivi ..

          è solo un parere di un vecchiaccio che ha dedicato più delle metà della sua vita al digitale e al problem solving

          • Peraltro chi trova soluzioni facili del “avremmo dovuto farlo anche noi” si scorda che la Cina non è esattamente una democrazia e quanto decide Xi nessuno può metterlo in discussione, si dimentica che la il costo del lavoro è assai diverso che da noi, la produttività è “imposta per legge” sia a imprenditori che ai lavoratori, che il discorso ambientale e l’inquinamento prodotto incomincia solo ora a esser “un problema” prima era ignorato e i costi per una produzione meno inquinante erano nei sogni.
            Poi che i cinesi siano stati bravi a recuperare il gap tecnologico e produttivo è indubbio ma per decenni abbiamo avuto una corsa in cui gli europei correvano con la palla di piombo alla caviglia … e questi sono ora i risultati.

        • Occhio che samsung è coreana. E rispetto a Philips, Mivar e Grundig si è imposta per prodotti molto superiori. E non è una marca cheap.

          Sulle BEV avviene lo stesso. Al posto di samsung c’è Hyundai/Kia.
          E poi ci sono le cinesi.

          (giappone? non pervenuto per loro scelta)

          La storia si ripete. Ma non si impara dalla storia.
          (del resto.. non si impara da sempre nonostante si dia il contrario. Siamo ancora qui a lamentarci di avere cialtroni al governo da millenni)

          • La Storia sarebbe stata diversa solo se l’Unità d’Italia invece di farla i Savoia ..
            l’avessero fatta gli Svizzeri IMHO

            😀

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