Per chi segue la crisi dell’auto europea c’è una data da segnare sul calendario. Il prossimo 5 marzo è stato convocato il tavolo di lavoro a Bruxelles. Dovrà indicare soluzioni e risorse disponibili. Ma soprattutto dovrà individuare la “strada” per una nuova “competitività” delle case automobilistiche Ue. Strette tra i dazi minacciato da Trump e l’invasione dei modelli low cost cinesi.
Come risolvere la crisi dell’auto europea? La data è stata fissata ufficialmente nel calendario di Bruxelles. Ed è già un passo avanti. Come è stato fatto notare, le case automobilistiche cinesi sfornano quasi un nuovo modello al giorno. L’Europa, invece, non ha ancora deciso come intende rispondere all’invasione di modelli asiatici a basso costo, mentre incombono i possibili dazi sulle importazioni minacciate dal populismo economico del presidente Usa Donald Trump.
La Ue conferma lo stop alle auto ICE dal 2035
Ecco perché, è stata accolta come positiva la convocazione del tavolo europeo dell’auto da parte della presidente della Commissione Ursula von dr Leyen. Eppur si muove, verrebbe da dire. Ma in che direzione? L’esponente del Ppe non l’ha detto, anche se ha fatto capire che – sulla spinta delle case tedesche- vorrebbe andare incontro a chi chiede più tempo per affrontare i nodi della transizione energetica.
E se proprio la Commissione non transige sulla data del 2035 per lo stop definitivo alla produzione di auto con motori endotermici, almeno ci sia un nuovo aiuto finanziario. Per esempio, limitando l’effetto delle multe che dall’anno prossimo dovrebbero colpire le case che non saranno in grado di limitare le emissioni complessive dei loro modelli. Detto in altro modo, se non saranno un grado di produrre più auto elettriche o ibride plug in.
Crisi dell’auto: le case automobilistiche chiedono più tempo per affrontare i nodi della transizione verso l’elettrico
Secondo le indiscrezioni dei giorni precedenti all’annuncio di Von der Leyen la soluzione potrebbe essere proprio questa: il 2035 no si tocca, su tutto il resto parliamone. La presidente appena riconfermata a Bruxelles non si è sbilanciata. Ma ha fatto capire: «L’industria automobilistica europea – ha spiegato – si trova in un momento cruciale e riconosciamo le sfide che deve affrontare. Ecco perché stiamo agendo rapidamente per affrontarle. La domanda fondamentale a cui dobbiamo rispondere insieme è cosa ci manca ancora per liberare il potere innovativo delle nostre aziende e garantire un settore automobilistico solido e sostenibile”.
Oltre non è andata, è la risposta concreta al momento è una data sul calendario. “Il risultato di questo dialogo sarà un piano d’azione globale, che presenteremo il 5 marzo. Questo piano d’azione traccerà un percorso chiaro per garantire che la nostra industria possa prosperare in Europa e competere con successo sulla scena globale».
Qualcosa in più è arrivato da una nota ufficiale della Commissione al termine della riunione e Bruxelles. Dove si «riconosce l’urgente necessità di adottare misure che proteggano l’industria automobilistica europea e ne garantiscano la continua prosperità all’interno dell’Ue». Il piano, precisa Palazzo Berlaymont, affronterà «un’ampia gamma di questioni rilevanti per il settore, come garantire l’accesso ai talenti e alle risorse, promuovere l’innovazione tecnologica e lo sviluppo di veicoli di nuova generazione e stabilire un quadro normativo pragmatico e prevedibile».
L’incontro anticipato da quattro tavoli di lavoro tematici
Il solito “macchinoso” iter delle decisioni europee, che faticano a tenere il passo di fronte al pragmatismo cinese e le minacce americane? Difficile dire che non sia così, ma la governance europea si basa su equilibri e discussioni che per forza di cose devono tenere conto di tanti attori in campo.
Non fa eccezione il tavolo del “cantiere automotive” che von der Leyen ha avviato articolandolo su quattro filoni di lavoro tematici. Ognuno dei quali affidati a un commissario: transizione pulita del settore auto (responsabile il commissario per il Clima, Wopke Hoekstra); catena del valore industriale per il settore (responsabile il commissario per la Strategia industria, Stephane Séjourné); innovazione e tecnologia digitale (filone affidato alla commissaria per la Sovranità tecnologica, Henna Virkkunen; competenze e questioni sociali (alla commissaria per Diritti sociali e competenze, Roxana Mînzatu).
- Elettrospiegone/Guarda anche il VIDEO di Luca Palestini: Volvo assume grazie all’auto elettrica: tre motivi per cui mi dispiace
Oggi sono usciti i dati dj immatricolazione di gennaio, siamo al 5,9% in meno del 2024, sesto mese consecutivo in decrescita, l’unica alimentazione che non decresce è quella elettrica che però aumenta di poco passando dal 4,2% del 2024 al 5% ( inoltre potrebbe essere che molte case abbiano ritardato le consegne previste per fine 2024 per mitigare le possibili multe di quest’anno) … la spring è la c3 sono quelle più vendute con 961 e 428 unità, tesla è terza con 265. Le auto più vendute restano la panda 13300 macchine e la sandero con 5500.
Insomma anche quest’anno nulla di nuovo (e dj positivo) sotto il sole.
Credo che per avviare il vero cambiamento, l’Unione Europea debba confermare la data del 2035. Imponendo, eventualmente degli incentivi, ma solo per auto europee, senza imporre dazi per altri marchi, provenienti fuori dal vecchio continente. Il fattore importante, le case automobilistiche Europea, dal loro canto dovranno costruire macchine con tecnologi
e all’avanguardia e qualificare la rete di ricarica.
Vedremo cosa ne uscirà, sicuramente le certezze di molti “early adopters” sono polverizzate 😂
Non ho più letto commenti in merito al “vento che non si può fermare con le dita”
Siamo nell’occhio del ciclone, se sa cosa vuol dire…
Il vento di Levante…
Lei mi pare, insieme al preparatissimo Baccarini, eravate della tribù del “vento che non si può fermare con le mani”, maestri del TCO, ecc…
Nella vita non si smette mai di imparare, suggerisco più cautela al prossimo trend dem 😉
Buona lezione
Sfortunatamente per lei il mio lavoro implica anche “indovinare” (*) i trend futuri, ma non nel settore automotive, questo per dire che tendo ad avere l’occhio ben allenato. So peraltro che “la storia non si ripete ma spesso fa la rima”. Intanto la crisi dei motori termici e già iniziata, quella dei combustibili fossili sta per fare capolino.
(*) Non ci si indovina mai, ovviamente, ma si studiano attentamente i trend e si mettono in campo tutte le azioni necessarie a minimizzare i rischi. E vedo già che i produttori che stanno accusando i colpi peggiori sono quelli che hanno fatto piani senza gestire accuratamente i rischi. L’arte del management è più difficile di quel che sembri, l’ho scoperto personalmente sulla mia pelle.
@Donato
eccone un altro con la sindrome da “don’t look up”
Come se le politiche green non avessero una causa e una origine ben precisa di origine climatica:
a questo punto tanto vale dire che Trump è un genio,
che contemporamente
vuole la Groenlandia per via dello scioglimento dei ghiacci causa global warming e le risorse minerarie che esso libera,
e
fa cancellare ogni riferimento al cambiamento climatico d a tutti i siti delle agenzie governative.
se il livello è questo, caro Donato,
cosa mai potrà andare storto?
e se qualcosa andrà storto
secondo te i propinatori di balle contro il cambiamento climatico verranno a salvarti?
Sono sinceramente confuso, perché dice se qualcosa andrà storto?
Noi siamo sicuri che qualcosa andrà storto o sbaglio?
Siamo alla catastrofe economica propio perché siamo sicuri che se non impoveriamo un intero conveniente qualcosa andrà storto corretto?
mario, Leonardo
non alimentiamolo, non gli siamo utili, anzi, acuiamo la dipendenza, e perdiamo tempo.
Chi ha sensibilità si rende conto del personaggio e quindi le nostre risposte sono superflue, chi non ce l’ha non capirebbe ugualmente. Invito al pragmatismo e all’efficienza interlocutoria per non disperdere l’unica cosa che non si può comprare.
@guido baccarini
non avevo colto subito il personaggio.
poi, rileggendo,
arrivato al “propio”
mi è sovvenuto l’eterno, la stagione presente e viva e il suon di lei…
e mi son goduto la Zoe un altro po’, a 3,5 centesimi a km….🙂
Guido, le ho già dimostrato più e più volte l’ovvio, ora basta che lei legga anche solo il titolo dell’articolo per convertire la sua sensibilità in realismo.
La abbraccio e le auguro buona giornata.
Wow Mario, fenomenale, la Zoe, che invidia! 😅
Il tempo è galantuomo e la risposta arriverà, volente o nolente. Sappiamo che ai bambini piccoli non piace la “medicina cattiva” ma gli adulti sanno che in certi casi è necessaria per guarire dalle malattie, ecco il “popolo” di oggi sono i bambini piccoli.
Politico: “Buy American to avoid a trade war with Trump, Italy says” (pensiero di Tajani). Io invece penso che negli USA si siano arricchiti alle spalle di noi europei è sia giunto il momento di essere meno accondiscendenti. Solo mostrando i denti non ci faremo schiacciare.
Ursula e compagni hanno deciso il fallimento dell’europa.
Piuttosto di ammettere gli errori, manderanno i rovina parecchi cittadini europei.
In rovina li mandano i pifferai che suonano la melodia che piace al “popolo”, “popolo” che si sveglierà con una craniata contro il muro del domani, la storia insegna.
Diciamo che pifferai è sognatori si sono alleati per mandare al tappeto un continente mentre USA e Cina stanno ridendo della nostra stupidità, speriamo che qualcuno molli velocemente i flauto e qualcun altro si svegli perchè a costruire ci vuole un sacco di tempo ma a distruggere ce ne vuole pochissimo.
Mi auguro mettano ordine anche ai problemi dell’infrastruttura di ricarica pubblica altrimenti puoi anche regalarle le BEV ma a questi prezzi dell’energia e in questo ginepraio di applicazioni, le continueranno a comprare solo coloro che hanno possibilità di ricaricare a casa
fiat il problema lo ha già risolto.. compra le auto in cina..
il problema di fondo è che come sempre i costruttori han riempito la pancia negli anni di vacche grasse ed ora che ci son le vacche magre vengono a mungere al capezzolo dell’ue.
Non si fa cosi.
Credo che l’UE dovrebbe svegliarsi e cercare un modo per rendere possibili gli investimenti in tecnologia. Non abbiamo microchip, non abbiamo batterie, non abbiamo aziende tech di rilievo… Mettere solo divieti migliora la qualità dell’aria ma non farà crescere il PIL. Forse è già tardi, ma sarebbe ora di promuovere per davvero degli investimenti importanti nei settori strategici come fanno da tempo Cina e US.
Infatti questo è il nostro problema principale, e abbiamo anche peccato di supponenza pensando di essere così forti nel settore automotive al punto che non sarebbe mai stato interessato dall’ evoluzione tecnologica in corso in tutti i settori. E insieme c’è anche il settore oil&gas, dove si spendono ancora più soldi per mantenere il business piuttosto che nelle tecnologie che saranno utilizzate d’ora in avanti…
Basta diventare una federazione, così si può fare un piano industriale a livello di tutta l’Unione. Adesso siamo 27 nani.
Peccato che Ursula ormai sia un po’ vecchiotta per fare Biancaneve. 🤷♂️
Al pensiero mi è venuto un conato….
Villanzone. 😂😇🤭
E comunque lei mi fa venire in mente quella vecchia battuta sul PD. 🤣
Convocatao per il 5 Marzo
ne parleranno fino a fine Giugno
poi 3 mesi di ferie non si negano a nessuno
a Settembre ci sarà pure qualche altra crisi…
Ne riparliamo l’anno prossimo in vista del 2030.
Forse il 7% del PIL europeo e il 6% del totale lavoratori nel settore (diretti ed indiretti) avrebbero meritato un tavolo almeno 5 anni fa.
Capisco che non tutte le case sia siano mosse allo stesso modo ma il problema di PIL e lavoratori avrebbe dovuto essere considerato e monitorato dalla commissione.
L’industria auto europea andava verso l’iceberg ma si continuava a ballare sperando che qualcuno facesse qualcosa. Sembra una storia gia’ vista.
Ogni volta che si è provato a far cambiare direzione al Titanic industria qualcuno saliva sul palco per dire che l’auto elettrica non valeva la pena di farla… ora il bagno di realtà è dietro l’angolo.
Dici? Occhio che dietro l’angolo potrebbe trovarsi l’iceberg e la nave cargo Europa rischia dj affondare con tutto il suo carico di auto al seguito
Occhio che l’Unione Europea non può essere usata come capro espiatorio per tutti i problemi del mondo.
https://www.statista.com/topics/5516/breturn/#topicOverview
Hai ragione l’Europa non può essere utilizzata come capro espiatorio!!!
Ma come impositore di qualunque cosa gli passa per la testa sì !!!
Come ad esempio la farina di grillo che hai mangiato o mangerai nel futuro…la pizza cotta nel forno a legna…il lardo di colonnata…la carne di laboratorio e mi fermo lì per decenza….
L’Europa è un continente e non impone niente…
@Mario delirare è gratis.
Non impone niente? Si da solo “consigli per gli acquisti” OBBLIGATORI sia che tu possa permetterti di seguirli piuttosto che no !!
Direi che questa per Ursula è l’ultima spiaggia, se l’economia europea non ripartirà in modo deciso e anche coi bonus europei nei prossimi 2 – 3 anni le %di immatricolazione delle BEV non aumenteranno significativamente (e con esse il numero di colonni e installate) sj ritroverà una Europa divisa in 2 da una parte nordics e forse, anche se con % minori Francia e Germania, e dall’altra Italia Spagna e tutti i paesi dell’est con le case automobilistiche europee in profonda crisi e con Trump dall’altra parte dell’Atlantico con il 2035 sempre più vicino e con i suoi obiettivi sempre più difficili da realizzare.
In Spagna ci sono fortissimi investimenti sulla mobilità elettrica. E anche in molti paesi dell’est.
Roger E allora come spieghi le % simili alle nostre? In Spagna oltretutto l’elettricità costa il 30% o più meno che da noi? Tutti analfabeti funzionali anche loro?
@antonio gobbo
https://www.ansa.it/canale_motori/notizie/mobilita_sostenibile/2025/01/31/seat-in-prima-linea-per-mobilita-elettrica-in-spagna-ed-ue_3523e431-1bec-4f15-9bcf-3e6a7fb665fe.html
la Spagna mi sa che ha ottime motivazioni per aumentare la diffusione dell’elettrico: come scrivi anche tu, hanno PUN molto inferiore, ma sono in ritardo rispetto alla diffusione sul territorio dei punti di ricarica pubblica (poco omogenei, come in Italia) e questo può aver frenato le vendite fino ad ora…
Però se il governo spagnolo e le istituzioni locali supportano adeguatamente lo sviluppo delle reti.. le tante nuove auto in arrivo (alcune delle quali proprio in costruzione in Spagna aiuteranno il PIL e quindi anche gli stipendi .. adeguati anche alle BEV) penso porteranno ad un raddoppio della quota NEV ed entro pochi anni a raggiungere la quota delle nazioni ove sono più diffuse.
Da noi, se le situazioni lavorative restano queste (e tutto quanto aiuta le famiglie ) mi sa che vedremo ulteriormente calare il valore medio delle auto vendute (al di la della motorizzazione)..
I provvedimenti della commissione potranno anche aumentare la liberalizzazione delle produzioni (spostando nel tempo i limiti di emissione o addolcendoli, implementando anche i biocarburanti..) ma nei paesi in cui la crescita economica e bassa e frenata da un forte differenziale di costi energetici…. dubito che avranno un grande effetto.
Damiano non posso che darti ragione, anche se qualche dubbio sulla Spagna mi resta non fosse altro perchè i loro stipendi sono a oggi inferiori aj nostri, peggio mi sento se guardo la situazione a est dove salari e pensioni sono ancora inferiori e dubito che la loro rete elettrica (ancor prima di parlare dj colonnine) sia sufficientemente attrezzata per un aumento esponenziale (come pensa la commissione UE) della mobilità elettrica, se a questo aggiungi che l’Europa al momento non se la passa poi così bene… bhe è difficile essere ottimisti.
Per raddoppiare rapidamente la % BEV in Spagna non occorrono grandi miracoli… basta che siano sufficientemente rapidi ad attrezzare le grandi città ed i centri turistici… Loro non hanno un governo che rema contro le NEV…anzi !
L’ opinione pubblica può essere poco informata…ma non è così polarizzata come da noi .. che ne viene fatto un’ atto di fede… quasi calcistica.
In Spagna basta che le famiglie mediamente benestanti prendano in considerazione anche le BEV (magari invogliate da qualche piccolo beneficio in tema “parcheggi” o accessi in aree urbane con problemi di inquinamento (molto gravi pure là..specie le città portuali) che potrebbero aumentare di molto le vendite, anche perché il loro PUN è molto basso ed in prospettiva potrebbe calare ulteriormente vista che negli investimenti F.E.R. loro ci credono…ed hanno pure aziende leader (Iberdrola ) …
Come ben sai…noi italiani siamo frenati dal costo ricarica pubblica e finisce che le auto BEV sono appannaggio di chi ha posto auto con WB… (e magari la comprano per sfruttare meglio la produzione dell’ impianto fotovoltaico a casa o in azienda).
A prescindere dalle prossime decisioni della Commissione in tema automotive… in Spagna già hanno fabbriche di auto e batterie (e forse ne attireranno altre cinesi)..
Sono messi meglio di noi ..
Bho … per la Spagna vedremo anche se dubito che le %di immatricolazione possano raggiungere in tempi brevi standard europei, come dicevi anche tu parliamo di fasce “abbienti” , mentre per il resto d’Europa a EST temo come dicevo che si resterà sul “non pervenuto”
Mi riferivo alla frase:
“si ritroverà una Europa divisa in 2 da una parte nordics e forse, anche se con % minori Francia e Germania, e dall’altra Italia Spagna e tutti i paesi dell’est con le case automobilistiche europee in profonda crisi”
Ecco, in Spagna e in molti paesi dell’est si stanno costruendo fabbriche di case cinesi e di case europee, sia di automobili che di batterie, quindi no, in quei paesi non si lamenteranno affatto della mobilità elettrica, perché in quei paesi (Spagna sia per VW che per Stellantis è fondamentale) hanno solo da guadagnarci.
Roger Il fatto di avere una fabbrica nel paese, non è che cambi poi di molto le scelte se il portafoglio o le infrastrutture non lo permettono, lo permetterebbe avere delle auto a prezzj cinesi ma se una volta che vai dal concessionario e i costi sono simili a quelli di Berlino o Parigi, ma il portafoglio è la metà, resti a guardare la vetrina.
Spagna non credo proprio, è l’Italia con il nostro sgoverno che ci farà affondare, come ci meritiamo dopotutto.
Quelli che piangono sempre: Stellantis & Renault, quelli che ridono sempre Eni & company. Anni fa le varie normative antinquinamento 1,2,3,4,5, vennero rispettate da alcuni in anticipo da altri alla data di scadenza e vendendo oltre data. La storia è sempre quella, anzi peggiorata. Alcune case costruttrici hanno investito più di altre negli obbiettivi, alcune hanno investito in disinformazione, non puoi restare a “vedere” dovresti pensare a chi ha fatto e chi no.
Non so se ridere….
o se piangere…..
Aspetterò a vedere cosa succede…