Cresce la voglia di aria pulita: è il lascito della pandemia

aria pulita, inquinamento, transport & environment

C’è voglia di aria pulita, in Europa. E’ questo il lascito, forse l’unico positivo, della pandemia. Nei due mesi di lock down, con il traffico crollato del 65-70% in tutto il Vecchio Continente, i cittadini europei hanno potuto apprezzare almeno il beneficio di un cielo limpido e senza smog anche nelle metropoli più affollate. E oggi nessuno vuole più tornare indietro.

Lo dicono i sondaggi realizzati “a caldo” nelle settimane della faticosa ripresa e lo confermano alcuni indicatori come le vendite di veicoli a zero emissioni. Le auto elettriche sono le uniche ad aver “tenuto” o addirittura migliorato le performances di vendita nel dopo Coronavirus. Per non parlare dello spettacolare boom della mobilità elettrica “leggera”, e-bike, monopattini ed e-scooter in testa.

Tutti abbiamo potuto ammirare le spettacolari immagini dal satellite  che immortalavano la progressiva diminuzione dell’inquinamento via via che si stringevano le maglie del lockdown in Italia, Spagna, Francia. Le misurazioni a posteriori hanno poi confermato quelle impressioni visive. In Pianura Padana, per esempio, gli ossidi di azoto (Nox) sono diminuiti del 44% rispetto alla media pre-Covid; le polveri sottili Pm10 del 20%; la Co2, responsabile dell’effetto serra, del 32%.

emissioni coronavirus

Miracolo in Val Padana: rivedere le Alpi

E se questi sono i dati medi, nelle città il miglioramento è stato ancor più netto. A Milano si è arrivati addirittura a -60% per gli ossidi di azoto e -40% per le polveri sottili. Il che ha permesso a migliaia di milanesi  di rivedere in lontananza il Monte Rosa, il Monviso, le Alpi Bernesi e il manzoniano profilo del Monte Resegone. Numerosi studi scientifici, come quello di Harvard  che ha certificato una relazione fra inquinamento e letalità del coronavirus, hanno poi fatto il resto, cambiando radicalmente la percezione dell’opinione pubblica sui temi ambientali.

aria pulita, inquinamento, transport & environment
Il Monte Rosa visto da Milano

La maggioranza vuole misure più severe

Un sondaggio realizzato da YouGov per conto di Transport & Environment (T&E) e Alleanza europea per la salute pubblica (EPHA) su un campione di 7.545 abitanti residenti in 21 città europee di sei Paesi, tra cui Milano e Roma, ha confermato che una chiara maggioranza dei residenti urbani in tutta Europa non vuole vedere l’inquinamento atmosferico tornare ai livelli pre-Covid-19 e sostiene profondi cambiamenti nei trasporti per proteggere l’aria pulita. Poco meno di due persone su tre (64%) condividono questo obiettivo e il 74% pensa che le città debbano adottare misure più efficaci per proteggere i cittadini, anche se ciò significa  impedire  l’ingresso in centro alle auto inquinanti (fra questi anche il 63% degli automobilisti). Quasi il 90% è favorevole ad aumentare gli spazi pubblici riservati  a pedoni, biciclette, veicoli leggeri e trasporti pubblici.

Basta inquinamento nella nostre città

Nel dettaglio l’84% dei residenti nelle città italiane chiede misure anti inquinamento, anche garantendo più spazio a chi cammina, alle bici, al trasporto pubblico e ai veicoli a emissioni zero. A Roma il 76% degli intervistati e a Milano il 79% sono a favore didivieti di ingresso in città alle auto inquinanti e all’introduzione di aree a zero emissioni così da migliorare la qualità dell’aria.

Interessante anche la valutazione sulla mobilità attiva; prima dell’emergenza Covid, a Milano erano il 17% le persone a voler utilizzare la bicicletta per andare al lavoro, e a Roma solo l’8%. Dopo il lockdown, il sondaggio mostra il raddoppio, con un 33% a Milano e un 16% a Roma. Inoltre il 74% dei residenti della Capitale e il 78% di Milano auspica che venga dedicato più spazio pubblico alla circolazione delle bici.

“Ora il killer è diventato visibile”

Ora il killer invisibile è visibile. La gente ha respirato aria pulita e vuole continuare a poterlo fare” ha commentato Sascha Marschang, segretario generale dell’EPHA. Ma come? Molti sindaci europei hanno già preso atto di quel che chiede l’opinione pubblica e hanno affrontato con decisione le sfide della ripresa post covid.  Da Berlino a Parigi, da Cracovia a Dublino, da Londra a Milano e Roma  sono arrivati sostanziosi piani di potenziamento delle piste ciclabili, l’ampliamento delle aree pedonali o a traffico limitato ai veicoli  zero emissioni, l’allargamento dei marciapiedi.

In Italia spicca quello lanciato dal capoluogo lombardo, non a caso il più colpito dalla pandemia. Milano ha aggiunto al ridisegno della mobilità, generosi incentivi all’acquisto di ogni mezzo di trasporto elettrico. Tanto che una recente analisi di Autoscout dimostra che un milanese, unendo incentivi nazionali e locali, potrebbe rottamare la vecchia auto termica e sostituirla con una elettrica beneficiando di uno sconto complessivo del 67%. Chiunque sia stato a Milano nelle ultime settimane, del resto, avrà notato il boom di monopattini, e-bike e scooter elettrici nelle vie della città.

La sfida _ sostiene William Todts, direttore esecutivo di Transport & Environment _ è ora rendere permanenti queste misure temporanee: sostituire le auto inquinanti con veicoli elettrici, preferibilmente condivisi  e far sì che tutte le città seguano l’esempio di quelle più virtuose”.

Riusciremo a cambiare abitudini?

Molto dipenderà dall’ atteggiamento dei cittadini nei prossimi mesi, quando inevitabilmente si allenterà la tensione ambientalista nell’opinione pubblica. Quanto peserà sulle nostre abitudini questa nuova voglia di aria pulita? Si adatteranno le persone al nuovo scenario, adottando comportamenti così diversi da quelli precedenti?   Lo sapremo presto, quando saranno diffusi i risultati di un questionario on line lanciato a metà giugno da Trasporto e Territorio (TRT) con l’appoggio di una ventina di organismi tra cui Kyoto Club, Legambiente, ISFORT e ITL. L’intento è capire come far riprendere la mobilità a fine pandemia, ma anche individuare le nuove opportunità che si aprono per il  futuro.

Deloitte: “Mai più la mobilità come prima”

La società multinazionale di consulenza Deloitte, intanto, è partita dai dati dell’Osservatorio Nazionale sulla sharing mobility per ipotizzare un futuro basato su sicurezza e flessibilità. Nel recente rapporto “From Now On: Mobility Boost, si apre una nuova fase” sostiene che il modo di spostarsi cambierà irreversibilmente.  Gli italiani non torneranno mai più alle abitudini del passato. La priorità dei pendolari e dei viaggiatori urbani diventa la sicurezza, ragion per cui il trasporto pubblico è visto in forte calo. Nel contempo scende la propensione all’utilizzo del veicolo di proprietà, mentre cresce l’interesse per formule nuove come lo sharing e il noleggio “pay as you go”. Soprattutto se riferite a veicoli leggeri e alla cosiddetta mobilità dolce (e-bike, monopattini elettrici e e-scooter) e all’intermodalità.  Per la loro messa in atto, conclude lo studio, “è sempre più necessaria l’integrazione sistematica di competenze private e pubbliche, che garantiscano il rilancio dei diversi modelli di mobilità e la tutela dell’interesse pubblico”.

Altri due studi pubblicati l’altroieri confermano analisi e trend. Continental, per esempio, ha calcolato che le emissioni di CO2 relative al trasporto sono diminuite in Europa del 26,1% nei primi sei mesi del 2020. Le emissioni derivanti dal cosumo di benzina sono calate del 30,6%, quella da gasolio del 24,7%.

La voglia di aria pulita spinge gli EV

Secondo uno studio realizzato dalla società di consulenza Areté su come cambia la mobilità degli italiani dopo la pandemia, infine,  7 italiani su 10, complice ancora il timore di contagi, indicano l’auto come il mezzo di trasporto preferito per i propri spostamenti. Ma 6 automobilisti su 10 sono propensi ad acquistare auto elettriche o ibride. Di questi il 55% è attratto dai vantaggi economici, mentre il 43% ha voglia soprattutto di aria pulita e mobilità sostenibile.  Crolla poi la propensione all’utilizzo del diesel (solo il 9%). Il 12% si affida alle due  ruote (equamente ripartito tra bici e scooter), il 2% a monopattini e car sharing.

LEGGI ANCHE: Bufala da coronavirus: non è il traffico che inquina

 

Scrivi un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

 

Articolo Precedente

Da Green Vehicles trapianto di batterie su un vecchio Vectrix

Articolo Successivo

500 Ñ Edition, solo per il mercato spagnolo

Iscriviti alla nostra Newsletter

Abbonati alla nostra newsletter e resta aggiornato.
Seleziona i tuoi interessi:
No spam e zero emissioni garantiti!

Iscriviti alla nostra Newsletter

Abbonati alla nostra newsletter e resta aggiornato.
Seleziona i tuoi interessi:
No spam e zero emissioni garantiti!