Credito di imposta per rinnovabili: pronte le regole per fruirne. Il provvedimento è stato firmato dal direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini.

Credito di imposta: l’Agenzia delle Imposte fissa termini e modalità
Il credito di imposta è riconosciuto per le spese di installazione di sistemi di accumulo dell’energia collegati a impianti alimentati da fonti rinnovabili. Come i pannelli fotovoltaici. Con un provvedimento firmato dal direttore dell’Agenzia, Ernesto Maria Ruffini, sono stabiliti termini e modalità per beneficiare dell’agevolazione prevista dalla legge di Bilancio 2022. Possono beneficiarne le persone fisiche che, dal primo gennaio al 31 dicembre 2022, sostengono spese documentate per l’installazione di sistemi di accumulo integrati in impianti di produzione elettrica alimentati da fonti rinnovabili. Anche se già esistenti e beneficiari degli incentivi per lo scambio sul posto. Con successivo provvedimento l’Agenzia, sulla base del rapporto tra ammontare delle risorse stanziate (3 milioni) e ammontare complessivo delle spese agevolabili indicate nelle istanze, rendera’ nota la percentuale del credito d’imposta spettante a ciascun soggetto.
Ecco come fare richiesta, entro marzo 2023
L’istanza va inviata dal 1° marzo al 30 marzo 2023 esclusivamente con modalità telematiche. Utilizzando il servizio web disponibile nell’area riservata del sito internet dell’Agenzia delle Entrate, direttamente dal contribuente o tramite un intermediario. Entro 5 giorni dall’invio viene rilasciata una ricevuta che attesta la presa in carico della domanda (o lo scarto, con le relative motivazioni). Il bonus è utilizzabile nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta 2022, in diminuzione delle imposte dovute e l’eventuale ammontare non utilizzato potrà essere fruito negli anni successivi.
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Io però non ho capito una cosa a monte, anzi più di una.
A me non risulta che esista un incentivo “per lo scambio sul posto”, sensi di usufruisce del bonus ristrutturazioni per ottenere il 50% di detrazione. In un altro sito leggo che questo “incentivo per lo scambio sul posto” fa riferimento al DL 91/2014. Cercando un po’ sembra che questo DL (che parla di cose più disparate) contenga indicazioni che però sembrerebbero, da quello che capisco, indirizzate ad impianti di potenza superiore ai 16,5 kW, che significa che non si parla di impianti residenziali.
La seconda cosa che puzza è che si parla di “credito d’imposta”, non di “detrazioni”, come di solito si fa per i privati.
Ergo: onestamente non capisco a chi sia rivolto questo provvedimento. Qualcuno ne sa qualcosa di più?
In ogni caso, se lo scopo è incentivare l’installazione di accumuli, con un credito che non sai neppure a quanto ammonterebbe non incentivi proprio nulla, fai solo un favore a chi il lavoro lo farebbe comunque…
Ho sbagliato a scrivere, 16,5 kW non è la potenza dell’impianto. In un sito che spiega il decreto 91/2014 trovo scritto, più precisamente:
I beneficiari delle misure di contenimento e risparmio sono utenti forniti in media e bassa tensione con potenza disponibile maggiore 16,5 kW. Restano però escluse le utenze residenziali e quelle di pubblica illuminazione e tutte le imprese iscritte all’elenco delle imprese energivore.
Quindi mi viene da pensare che i beneficiari (sia del DL 91/2014 che del provvedimento di cui si parla in questo articolo) siano le PMI…
Non si può sentire, 3 milioni stanziati per cosa? Il niente assoluto, come riempire il lago col secchiello. Secondo me potrebbe essere una buona idea costituire un fondo, chiamiamolo Fondo Bonus 110, o 80 come si parla ora, in cui i privati investono con rendimenti attraenti, e a cui attingere per chi vuole ristrutturare. Risolviamo il problema degli incentivi bloccati, ed apriamo ai nuovi. difficile?
Come dicevano i Trettre…
Amme, ma par ‘na strunzat!
E’ vero, pare una stronzata, ma forse è l’uovo di colombo.
Peccato che le modalità di questo tipo di incentivi continuino ad essere assurde.
E’ nei miei futuri programmi di fare l’upgrade del mio fotovoltaico con un sistema di accumulo, ma non a queste condizioni: è una lotteria in stile lascia o raddoppia.
E dovendo sostituire anche l’inverter esistente (anche se nuovo) con uno ibrido, il conto sarebbe molto elevato senza nessun tipo di garanzia di contributo e a queste condizioni, a mio parere, resta preferibile la cara vecchia detrazione al 50%.
Così come per il bonus 80% per la wallbox: prima devi effettuare la spesa poi domanda al Mise con click day e speriamo bene…
Mi dispiace ma anche no, grazie
Ma 3 Milioni di ammontare complessivo diviso il presumibile consto di una singola batteria di accumulo di 3000€, significa che sono agevolabili al 100% solo 1000 batterie per tutta l’Italia?
Altro che 3000€, se dovessi installare un accumulo con inverter ibrido dimensionato per i miei consumi, l’ordine di grandezza della spesa sarebbe attorno ai 15K€.
Con esigenze di questo tipo sarebbero 200 impianti aggiornati in Italia… Assurdo
Solo per spese di gestione da parte dello Stato e dei privati partecipanti i 3 Milioni sono già finiti.
Invece di questa fesseria, quando si decidono per lo Scambio sul Posto? Dicono che è è abolito, ma non si sa e non si sa come verrà sostituito e così non si riescono a programmare gli investimenti
Perseverare è diabolico.
Si acuisce ulteriormente il problema riscontrato con l’efficientamento energetico del 110%.
Se non si ha sufficiente capienza nella dichiarazione dei redditi non sarà possibile scomputare la spesa, tanto più in un solo anno.
Le banche già oberate dalla cessione dei crediti d’imposta del 110% chiuderanno nuovamente i battenti.
L’unica speranza, come già avvenuto nel Regno Unito, sono le ESCo (Energy Service Company) che dovranno assumersi la cessione del credito d’imposta per garantirsi fornitura ed esecuzione lavori con l’impegno contrattuale di iscrizione istanza, redazione progetto impianto, compito metrico estimativo con eventuale analisi costi, elenco prezzi, contabilità, stati avanzamento lavori, certificazione di corretta installazione il tutto eseguito, istruito e validato sulla piattaforma Deloitte.
Resta palese ed evidente il problema di incompatibilità.
Le ESCo redigono la documentazione tecnico economica ed amministrativa e prima di eseguire i lavori devono presentare offerta economica ribassando il loro stesso computo metrico estimativo ed elenco prezzi.
Peggio dell’A38 di Asterix.
Non resta che augurare una buona riuscita a tutti.
https://www.youtube.com/watch?v=aHKcncLiCCM