COVID-19, Tesla vuol riaprire Gigafactory NY per produrre ventilatori

L’epidemia da coronavirus dilaga nella Grande Mela e in altre aree degli Stati Uniti. E il fondatore di Tesla  Elon Musk annuncia che tenterà di riaprire al più presto la Gigafactory New York. Non più per produrre pannelli solari e caricatori per auto, bensì per fornire ventilatori polmonari ai pazienti COVID-19. Diversi ospedali negli Stati Uniti hanno infatti bisogno di ventilatori per ampliare i posti in terapia intensiva.

Musk in aiuto alla Grande Mela

Musk ha affermato più volte che gli Stati Uniti «potrebbero aver già superato il picco dei contagi» e che quindi non ci sarebbe stato bisogno di più ventilatori (leggi). Tuttavia l’america è sempre più spaventata per gli sviluppi dell’epidemia a New York. Tesla aveva chiuso la sua Gigafactory New York a Buffalo all’inizio di questa settimana, dopo che era stato imposto il “lock down” in diversi Stati dell’Unione. Così Musk ha cambiato idea: «Giga New York riaprirà per la produzione di ventilatori non appena umanamente possibile _ ha detto _. Faremo qualsiasi cosa in nostro potere per aiutare i cittadini di New York».

Tesla, mille ventilatori dalla Cina con amore

La notizia arriva dopo che il team cinese di Tesla e Musk sono riusciti a garantire una fornitura di 1.000 ventilatori dalla Cina e li hanno consegnati agli ospedali in California.

settimana flash (2)

Presso la Gigafactory New York Tesla produce le sue coperture solari e altri prodotti e accessori, come i componenti per il suo Supercharger V3. Avanza nel frattempo anche il progetto di convertire alla produzione di ventilatori polmonari la  fabbrica storica di Fremont. Tesla lo sviluppa in collaborazione con Medtronic, importante azienda di apparecchiature mediche. Nel frattempo Tesla utilizzerà il fermo dello stabilimento per eseguire aggiornamenti e miglioramenti alle linee di produzione delle autovetture.

Ci pensano anche General Motors e Ford 

Tesla non è la sola casa automobilistiche intenzionata a produrre ventilatori per fronteggiare l’emergenza coronavirus. Anche le “big three” di Detroit – General Motors, Ford e Fiat Chrysler_ ci stanno pensando, secondo quanto scrive la stampa specializzata.

 

Questa settimana tutte hanno chiuso i cancelli sia per i timori crescenti di contagio fra gli operai, sia per la caduta delle richieste.  Tuttavia la maggior parte dei lavoratori è probabilmente disponibile a tornare in linea, ha affermato il delegato sindacale della UAW D’Andre Jackson al Guardian, «se questo aiutasse il paese».

Dal canto loro le case auto hanno confermato di essere in trattative con il governo federale, che ha invocato il Defence Production Act, una legislazione che risale alla seconda guerra mondiale e conferisce al Presidente ampi poteri per dirigere la produzione industriale. «In questo momento, stiamo facendo uno studio interno per valutare questa opzione e stiamo cercando i modi in cui potremmo aiutare durante questa crisi, incluso il supporto potenziale alla produzione di attrezzature mediche come i ventilatori», ha detto una portavoce del GM. Ford, che sospenderà la produzione dopo i turni di giovedì sera e fino al 30 marzo, ha dichiarato che «è pronta ad aiutare l’amministrazione in ogni modo possibile, compresa la possibilità di produrre ventilatori e altre attrezzature»Resta da vedere come realizzare la conversione degli impianti in tempi così brevi. «Abbiamo avuto discussioni preliminari con il governo e stiamo esaminando la fattibilità»  ha affermato Ford.

 

 

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  1. Alberto Spriano

    Non stupisce che Musk si sia scelto un partner tecnologico, Medtronic, nato nel dopoguerra in un garage che ha saputo risolvere gravi problemi di salute inventando l’elettronica applicata all’uomo: il pacemaker, una miracolosa scatoletta di metallo in grado di salvare bambini affetti dalla sindrome blu e gli adulti, poi il generatore di coagulazione del sangue e i sensori, monitor di controllo del cuore. Una società che ha sempre creduto nella ricerca investendo somme spropositate che l’hanno messa più volte in difficoltà finanziarie. Un percorso che rivela molti elementi in comune con Tesla.

    Viene quasi da pensare ad un’acquisizione di Medtronic, se Musk non fosse impegnato con la ripresa della produzione, la Gigafactory di Berlino, il Cybertruck, il Semi, la Roadster, il progetto Roadrunner.

    Certo, il Nostro non ha problemi, due o tre telefonate agli amici ed ecco trovate le risorse per l’acquisizione di Medtronic, sempre più vicina all’altro trampolino di lancio di Musk: Neuralink l’emblema del trasumanesimo, oltre gli smart phone: la connessione istantanea ai big data con il sistema nervoso e cerebrale.

    Abile non solo nel comprendere il cambiamento delle abitudini dei consumatori, quanto di anticiparne i desideri, Musk già lo scorso anno aveva annunciato la disponibilità, in quasi tutta la gamma Tesla, di sistemi di controllo del microclima e di filtrazione Hepa di livello militare ed interni realizzati con materiali antibatterici.

    E noi, cos’abbiamo in Italia, tanta disperazione a parte?

    Abbiamo scoperto che c’è di più della Motor Valley emiliana, molto di più.

    Abbiamo scoperto in questo dramma che esiste un distretto elettromedicale, come quello di Mirandola, costituito da piccole e medie imprese di elevata capacità progettuale, di genialità italiana nell’affrontare i problemi e nel risolverli.

    Sono loro, adesso, che stanno cercando febbrilmente di risolvere i nostri problemi. Ed è a loro ed agli uomini e donne che lavorano negli ospedali che va tutta la nostra gratitudine.

    1. Medtronic si è comprata la Bellco di Mirandola, gioiello mondiale del biomedicale. E di piccole Bellco, li attorno, ce ne sono a migliaia. Per esempio la Siare. A noi manca un capitalista visionario come Musk che le faccia crescere

      1. Alberto Spriano

        Musk che è il vero punto debole di Tesla, ha sempre professato il credo: “Prendi il controllo del problema, non permettere al problema di controllare te.”

        Cosa vuol dire?

        Vuol dire che non è tanto l’essere dei visionari, essere capaci di convincere altri imprenditori per raccogliere soldi.

        La vera capacità che ha dimostrato è: saper risolvere problemi.

        Inutile fare la prima auto elettrica sei poi questa non è realmente utilizzabile perché manca di autonomia.

        A mio avviso l’abilità di Musk è nel trovare soluzioni ai problemi con il pensiero laterale.

        Problemi che apparentemente sembrano non riguardarti, ma che invece ti riguardano perché alla fine ricadono su di te, sul tuo business.

        Oggi vediamo gli Amministratori Delegati del mondo automotive che stanno lì affacciati alla finestra ad aspettare le mosse di Musk.

        Se lui non avesse rilanciato Tesla con i nuovi modelli di maggior autonomia, nessun altro costruttore, oggi, avrebbe intrapreso quella strada.

        La sua strada.

        E molto probabilmente, non ci sarebbero state oggi e nei prossimi anni, le restrizioni sulle emissioni inquinanti nelle vetture.

        Questo è avvenuto perché Musk ha dimostrato alla politica che l’auto elettrica era realmente concreta, diversamente da quello che supponevano gli altri costruttori e tutti noi.

        Ecco perché Musk è discusso e nella generalità scatena un odio inconsapevole, come le sue vetture. Costose berline di lusso per chi vuole apparire senza essere un ecologista.

        Musk ha dimostrato quello che gli altri non sono riusciti a fare e che non volevano fare perché troppo impegnativo, troppo dirompente, troppo rischioso per gli investimenti economici e difficile nel reperire il capitale umano: l’intelligenza.

        Ed ora tutti gli altri sono nell’angolo: sono costretti a farle, queste vetture elettriche.

        Complimenti a tutti i piccoli e indispensabili visionari del biomedicale di Mirandola.

        Spero per tutti noi che trovino presto un capitalista visionario che creda nelle loro idee e le faccia crescere, perché la loro capacità ora è ben nota ed è indiscutibile, come la dedizione e la passione che stanno dimostrando al mondo.

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