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Countdown dell’estinzione a Bologna: e se l’ora fosse sbagliata?

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Il Climate Clock che segna i minuti che ci separano dalla catastrofe

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A Bologna sarà possibile “ammirare” su mega schermo il “Countdown dell’estinzione” o  più propriamente il “Climate Clock”. E’ un timer che scandisce il tempo che ci separa dalla catastrofe climatica: 7 anni, 29 giorni e una manciata di ore in questo momento. Ma segna l’ora giusta? Alcuni ricercatori sono più ottimisti e pensano che le ultime misure prese dai principali Paesi possano ridurre le emissioni clima alteranti e contenere il surriscaldamento globale entro più”tollerabili” 2 gradi.

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Come se non bastasse il Covid

Vaielettrico è nato per sostenere la mobilità a basso impatto ambientale. Quindi non può che apprezzare tutto ciò che riesce a sensibilizzare l’opinione pubblica sulle ragioni della sostenibilità. Nonostante ciò ci pare intempestiva e stucchevole, oltre che leggermente jettatoria, la decisione della Regione Emilia-Romagna di installare a Bologna, sulla facciata della sua sede, il cosiddetto “Countdown dell’estinzione”.

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Lo scostamento delle temperature medie rispetto al 1990

Per chi non ne avesse mai visto uno, è un gigantesco cronometro digitale che indica il tempo che ci separa dall’inizio della fine della nostra vita sulla Terra. L’idea è stata lanciata  da 5 stelle e Verdi e recepita dalla presidente dell’assemblea, Emma Petitti. L’intenzione dichiarata è «dare ancora più importanza al messaggio di salvaguardia e tutela del nostro ambiente».

Memento mori, come nel Medioevo

Secondo noi, invece, darà un’ulteriore botta all’umore degli emiliano-romagnoli, già provati da dieci mesi di pandemia e della prospettiva del più triste Natale dal Dopoguerra. Come dire: «Pensate di cavarvela dal Covid? Non illudetevi, tanto non vi salverete dal surriscaldamento globale». «Memento mori» (ricordati che devi morire) scrivevano i tetri chierici medioevali all’ingresso dei loro oratori. Memorabile quello di Evora, la “Capela dos ossos”, completamente ricoperta dagli scheletri dei frati.

Il “countdown dell’estinzione”, o “Climate Clock” è nato da una collaborazione fra artisti e scienziati di tutto il mondo. Ha già fatto la sua comparsa in alcune capitali tra cui New York, Parigi, Berlino. Si compone di due quadranti: uno a luci rosse, con il timer che segna a ritroso il tempo che ci separa dalla data del “non ritorno”; uno, con luci verdi, che contabilizza la quantità di energia prodotta sul Pianeta da fonti rinnovabili.

Sette anni e 39 giorni all’inizio della fine?

Ma il countdown segnerà l’ora esatta? Al momento indica che ci restano 7 anni, 39 giorni e qualche ora alla data ultima entro cui l’umanità dovrà cominciare a ridurre le sue emissioni globali di CO2 per sperare di poterle azzerarle entro il 2050. Solo così  conterrà il riscaldamento globale entro 1,5 gradi (e tassativamente sotto i due gradi) entro il 2100. Questo è il limite invalicabile per evitare l’estinzione.

Anche se scientificamente corretta, questa elaborazione è tutt’altro che certa. Proprio in questi giorni, per esempio, il mondo scientifico sta correggendo, in positivo, le sue stime. E’ vero che da un lato  la World Meteorological Organization (WMO), l’Organizzazione meteorologica mondiale delle Nazioni unite, nel suo bollettino annuale, certifica che il Covid ha avuto pochi effetti sul trend delle emissioni, che continuano a crescere. Dall’altro, però, Climate Action Tracker, un’organizzazione scientifica ambientalista, ha riesaminato i piani di decarbonizzazione dei principali Paesi industrializzati, arrivando alla conclusione che, sì, forse riusciremio a chiudere il secolo con un aumento delle temperatura medie di 2,1 gradi. Tre mesi prima la stima era di arrivare a 2,7 gradi. Altre organizzazioni erano state ancor più pessimiste, indicando un aumento inevitabile fra 3 e 4 gradi.

Il lock down non eviterà l’estinzione

WMO scrive che “la riduzione delle emissioni correlata al lockdown c’è stata, ma è solo una piccola deviazione sul grafico a lungo termine” mentre avremmo bisogno di “un sostenuto appiattimento della curva”.

In sostanza il livello di concentrazione di CO2 nell’atmosfera, attualmente di 417 parti per milione, supera il livello di sicurezza (400 parti, soglia oltrepassata nel 2015) e non si è significamente ridotto nell’anno del lock down. E’ un livello di CO2 che il Pianeta raggiunse  3-5 milioni di anni fa. E allora le temperature erano di 2-3 gradi superiori e il livello dei mari superava di 10-20 metri l’attuale.

Ma c’è chi dice: ce la possiamo fare

Secondo Climate Action Tracker, invece, le misure prese ultimamente dai maggiori Paesi, quelli che emettono la gran parte della CO2 totale, rendono plausibile un sostanziale rispetto dell’Accordo di Parigi sul clima. E quindi il raggiungimento dell’obiettivo minimo dei 2 gradi d’aumento nel 2100.

Gli scienziati citano il presidente cinese Xi Jinping, che si è impegnato a decarbonizzare l’economia cinese entro il 2060, Giappone e Corea del Sud che l’hanno seguito anticipando la data della neutralità del carbonio al 2050, così come Canada, Sud Africa e Ue (con in Green Deal e ora con il Next generation plan). E ora gli occhi sono puntati sull’America della nuova amministrazione Biden.

Concludendo: giusto tenere sotto tiro i governi perchè rispettino gli impegni presi a Parigi e respingano l’assalto di negazionisti, più o meno interessati. Alimentare l’angoscia collettiva rappresentando la catastrofe quasi come inevitabile rischia invece di produrre l’effetto opposto: perchè fare tanti sacrifici se sono inutili?

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5 COMMENTI

  1. Io sono un misero verme di terra.
    Posso solo affermare che, da anni ci sono tutte le tecnologie per poter arrestare questo delirio di chi si sta divertendo alle spalle dell’ intera umanita
    Il punto di non ritorno fu comunicato a tutte le nazioni della terra , a partire dagli anni 60.

  2. io invece parlando da italiano ad altri italiani, credo che qualsiasi comunicazione che alimenta la “parte rossa” sia giusta. Gli italiani sono costituzionalmente “negazionisti”, per la loro natura. Le difese psichiche più usate sono la negazione e la rimozione. E “ricordati che devi morire” dovrebbe essere scritto a caratteri cubitali in ogni dove, specialmente nei luoghi decisionali della politica!

  3. Buongiorno gentilissimo, si ricordi che alle 18.00 inizia Giudizio Universale, ed io sono più fortunato di lei in quanto si va in ordine alfabetico.

    Al di la della citazione del mitico film io rispetto la sua riflessione, ma vedendo i comportamenti del popolino forse un remind costante ha la sua utilità magari non in una forma da “clessidra”.
    Sul tabellone io avrei messo dei dati o delle spiegazioni per far capire alla gente comportamenti errati e corretti.
    Detto questo io non se l’ora sul tabellone è quella corretta, ma so per certo che la strada che stiamo percorrendo è quella sbagliata.
    La tanto presa per i fondelli Greta purtroppo non ha torto, ma neanche un pò, basta pensare a come era l’estate e l’inverno nella nostra infanzia, basta recarsi periodicamente in montagna di anno in anno.

    • Concordo, però credo che questo non sia il momento di spargere ancoscia, ma indicare una prospettiva. Insomma, del “Climate Clock” salverei il riquadro verde.

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