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Costo dell’energia, il governo “si sveglia”: ecco cosa ha promesso il ministro

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Anticipo delle aste prima del periodo estivo. Prezzi calmierati del gas per le imprese energivore. Contratti di lungo termine per le imprese e nuovi provvedimenti per accelerare la diffusione delle rinnovabili. Disaccoppiare il prezzo del gas da quello dell’energia. Sono i principali provvedimenti per fronteggiare il rincaro del costo dell’energia da parte del governo.

Il governo scopre che esiste un problema “costo dell’energia“. E che l’eccessiva dipendenza dal gas naturale per la produzione di elettricità è diventato un pesante fardello per la bolletta dei cittadini e per la competitività delle imprese. Dopo aver fatto finta di nulla dopo la proteste delle associazioni ambientaliste (che spingono per le rinnovabili) e delle associazioni dei consumatori (che chiedono interventi per risparmiare), la svolta è arrivata con l’allarme di Confindustria.

A spiegare come intende muoversi il governo ci ha pensato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin. Intervenendo in Parlamento ha anticipato una serie di interventi per fronteggiare la crescente volatilità dei prezzi. In parte già noti, in parte meglio dettagliati. Senza, però, indicare tempi o eventuali necessità di risorse. E lasciando la sensazione di un deja vu. Allo stesso tempo, il ministro ha almeno fatto capire che il problema non è più rinviabile.

Tra l’altro, tra la fine di gennaio e quella di febbraio, la Ue dovrebbe dare indicazioni più precise sugli interventi e le risorse che metterà in campo per la transizione energetica. Anche per fronteggiare i passi indietro “minacciati” dal presidente Trump negli Usa sulla decarbonizzazione dell’economia. Sarebbe un aiuto importante per l’Italia alle prese con la cronica mancanza di risorse pubbliche.

Il prezzo del gas naturale salito del 70% da marzo

La situazione è nota e non solo agli addetti ai lavori. Nel mese di dicembre, il prezzo del gas ha raggiunto i 45 euro a megawattora, con aspettative di ulteriore rialzo. Un livello lontanissimo dai 12-15 euro che per lungo tempo è stato il range in cui si sono mossi i contratti di fornitura. Con l’Europa che ha beneficiato dell’import dalla Russia: Mosca è arrivata a coprire fino al 45% del fabbisogno totale della Ue. Ma lontano anche dai 30 euro della primavera scorsa.

Il rialzo del gas incide sul costo dell’elettricità. Soprattutto in Paesi come l’Italia, dove metà della domanda è ancora coperta da fossili. Negli ultimi giorni, il prezzo ha toccato quota 50 euro per megawattora. Per quanto riguarda l’elettricità, le medie settimanali hanno superato i 130 euro per megawattora, arrivando a 145 euro in alcuni casi. Sebbene il prezzo medio annuo del 2024 sia sceso a 108,5 euro per megawattora, il contesto rimane critico per molte imprese, come evidenziato dai recenti allarmi lanciati da Confindustria.

Costo dell’energia, le misure del governo

Per affrontare questa situazione, il governo sta studiando diverse misure. Una proposta chiave è l’anticipo delle aste per il gas stoccato, solitamente programmate tra aprile e ottobre, per sfruttare i prezzi attuali più bassi rispetto a quelli previsti per l’estate. Inoltre, si lavora all’implementazione della “gas release“, un meccanismo che consentirà la fornitura di gas a prezzi calmierati per le imprese energivore.

A livello europeo, l’Italia sostiene lo sviluppo di meccanismi strutturali per prevenire speculazioni sul mercato del gas. In particolare presso il TTF di Amsterdam, il principale hub di riferimento per il settore. Si tratta di misure già annunciate in altre occasioni e di cui si attendono sempre ricadute concrete. Non più rinviabili.

Costo dell’energia: le strategie per il settore elettrico

Sul fronte dell’elettricità, il governo si concentra su due principali linee di intervento: l’accelerazione delle fonti rinnovabili e la riorganizzazione del mercato all’ingrosso. Una delle priorità è il lancio del meccanismo Fer X, che prevede incentivi per lo sviluppo delle tecnologie rinnovabili più mature. Parallelamente, sono in programma interventi normativi per semplificare e ottimizzare i processi autorizzativi legati alla realizzazione di nuovi impianti. In particolare, si punta a risolvere il problema della congestione virtuale della rete, con una proposta normativa che sarà presentata a breve.

Un altro pilastro della strategia è rappresentato dai contratti a lungo termine, come i PPA (Power Purchase Agreements) e i contratti per differenza. Questi strumenti permetteranno di acquistare energia rinnovabile a prezzi fissi, garantendo stabilità e prevedibilità ai consumatori e alle imprese. Il governo sta inoltre lavorando alla creazione di una piattaforma PPA gestita dal Gestore del Mercato Elettrico (GME) e con il Gestore dei Servizi Energetici (Gse) nel ruolo di garante di ultima istanza.

Come disaccoppiare il prezzo del gas da quello dell’energia elettrica? Il governo pensa a utilizzare le risorse idroelettriche

Per la prima volta, il governo ammette di lavorare a un provvedimento che imprese e associazioni chiedono da tempo sul costo dell’energia. Il ministro ha annunciato la valutazione di misure per disaccoppiare il prezzo dell’elettricità da quello del gas, un’operazione che potrebbe includere la valorizzazione di una parte delle risorse idroelettriche a beneficio della competitività industriale.

Inoltre, il governo sta studiando interventi per ridurre l’impatto degli oneri, come l’ETS (sistema di scambio di quote di emissione), che gravano sul prezzo del gas utilizzato per la produzione termoelettrica. Questi oneri potrebbero essere compensati per riflettersi in una riduzione diretta dei costi dell’elettricità per tutto il mercato.

In qualche modo, il governo ha fatto ammenda su alcuni ritardi e mancati interventi contro le storture del mercato energetico. Per esempio: accelerare l’adozione delle rinnovabili, garantire stabilità attraverso contratti a lungo termine e intervenire sui meccanismi di mercato. Tuttavia, l’efficacia di queste misure dipenderà dalla rapidità di attuazione. E dalla capacità di superare le complessità burocratiche.

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11 COMMENTI

  1. Se entro quest’anno disaccoppiano il prezzo del gas da quello dell’elettricità e fanno pagare ogni singola quota in base al proprio prezzo, nel 2026 quando entreranno in vigore i prezzi zonali sarà interessante chiedere ai sardi quanto sono contenti di pagare la corrente al prezzo della componente carbone invece che di EO e FV.

    Come si dice sarebbe oltre al danno (le emissioni del carbone) la beffa (il costo).

  2. Alleluja, sono mesi che si parla di disaccoppiare il prezzo energetico dal gas.
    Solo quando interviene confindustria si svegliano.
    E parlano di nucleare da mo, ma qua c’è da correre subito con le rinnovabili (autoproduzione) e l’uso dei pompaggio idroelettrici.
    Pure con le reti (vedesi Terna) devono correre.
    I PPA per le aziende dovrebbero diventare la regola poi. Speriamo si muovano con urgenza

    • Il metano ha un prezzo che non può prescindere dalla domanda e offerta della materia prima. Sull’energia elettrica il costo del metano incide sempre meno, via via che nel mix di generazione aumenta la quota di rinnovabili. Disaccoppiando il prezzo si rappresenterebbe più fedelmente il costo di produzione reale dell’elettricità. Poi va detto che giocano altri meccanismi troppo complessi da spiegare in poche righe.

    • si, rimarrebbe relativamente costoso solo il metano da riscaldamento, mentre scenderebbe il prezzo del KW-h elettrico dando un po’ di respiro alle industrie da subito

      per il riscaldamento, sul medio periodo diventerebbe più conveniente installare pompe di calore (ma ENI non gradisce); per gli appartamenti non ancora adatti, anche già solo aggiungere banali condizionatori con la doppia funzione raffrescamento + riscaldamento sufficienti nelle giornate non troppo fredde a non usare la caldaia a metano

      ora invece i prezzi all’ingrosso del kw-t termico del metano e del kw-h elettrico sono collegati in un rapporto circa 1 a 3

      — se il metano da riscaldamento costa 30e al MW-h termico,
      l’elettricità prezzo all’ingrosso si assesta a circa 90e al MW-h elettrico

      — in questi mesi il metano risente di tensioni internazionali (Ucraina e dichiarazioni Trump) e sta a 45e, allora il kw-h elettrico tende a 135e

      == va disaccoppiato quel rapporto tra i prezzi 1 a 3

      osservando le contrattazioni che formano il prezzo dell’elettricità all’ingrosso,
      nei giorni o nelle ore in cui sono presenti più rinnovabili (e/o in futuro anche accumuli), il rapporto scende in modo naturale a 1 a 2 o anche meno, perchè in presenza di concorrenza dalle rinnovabili le centrali gas non possono fare cartello e ricattare sui prezzi alzandoli più del dovuto

      e potrebbe scendere anche di più modificando le regole che formano il prezzo all’ingrosso nelle contrattazioni, questo in teoria si può fare anche rapidamente, ma in pratica vai a toccare gli interessi di ENI e ENEL e servirebbe un governo con spina dorsale, non banderuole che in mancaza di talento e competenze, per restare sull’onda del potere non hanno altre risorse che svenderci sottobanco

  3. un “contentino” che poco potrà diminuire i costi dell’energia in Italia.. ma almeno “sembra” che al governo ed in confindustria si rendano conto (solo adesso) della gravità della situazione… Spero che un giorno si rendano pure conto che non è cambiando fornitori esteri il problema si risolve… se poi le quotazioni internazionali salgono…
    L’economia mondiale è depressa.. le prospettive ancora non sono buone viste le tensioni internazionali ed i conflitti in corso non fanno sperare in un periodo di crescita a breve-medio termine…. ma cosa succederebbe Se invece ripartisse magicamente l’economia? e USA+Cina+India cominciassero a contendersi tutti gli idrocarburi liquidi, gassosi e le alternative disponibili ??

    La via d’uscita è solo una.. l’indipendenza energetica dell’Italia e dell’Europa..
    Purtroppo siamo in ritardo per arrivare almeno al 70/80% di autosufficienza..
    Leggevo stamattina (sulle cronache della Liguria) a che punto sono gli sviluppi del progetto Hypergrid di Terna: ANCORA devono discutere.. far confronti tra enti.. con la popolazione residente nelle zone interessate… e poi passare alla fase operativa..forse..
    In ballo ci sono 11 miliardi di euro da investire in 5 nuove dorsali elettriche per raddoppiare la capacità di scambio energia da sud verso nord in particolare le nuove produzioni F.E.R.
    Il guaio è che siamo ancora ben lontani da realizzare le 5 dorsali…e gli impianti…

    Ce la farà la nostra economia a resistere altri 5 anni ??

  4. Tecnicamente è un argomento complesso su cui non ho competenze ma un paio di domande posso pormele lo stesso.
    Conosciamo l’ideologia di questo governo:
    – quali costi maggiori ha comportato?
    – chi ne ha avuto vantaggio?
    – erano solo errate valutazioni oppure premeditate e ben orchestrate volontà?

    • Nelle quasi-democrazie come l’Italia, i governi sono solo un distillato della volontà popolare maggioritaria, come ci ricordano tutti i partiti, quando fa loro comodo.

      Al netto dei pastrocchi, porcate e trucchi delle leggi elettorali (citofonare Calderoli, Renzi, Rosato).

      Se riempi un bel bicchiere di cristallo con l’acqua di una pozza, nel bicchiere – incredibilmente! – troverai non champagne, ma acqua marcia di pozza.

      Quindi il colpevole sono banalmente gli italiani, che pensano che quello dell’energia sia un problema ideologico, “di partito”, che cambi a seconda di come “vedi la cosa”. Poveri ragazzi!

      • Magari fosse solo l’energia.

        “quando fa loro comodo”… mi pare il fulcro del tuo pensiero.

        “banalmente gli italiani” un comodo eterogeneo capro espiatorio composto da chi non ha gli strumenti per comprendere o mezzi per cambiare le cose.

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