Costi di ricarica, l’Italia è la settima più cara in Europa

costi di ricarica

L’Italia è il settimo Paese più caro d’Europa per i costi di ricarica di veicoli elettrici. Una nuova conferma viene dall’analisi del sito di comparazione irlandese Switcher.ie che ha utilizzato i dati più recenti di Eurostat e ha analizzato i costi di ricarica domestica per le 25 auto elettriche a batteria più vendute.

Nel 2024, il costo medio della ricarica completa* in Europa era di 13,83 euro e un viaggio su strada di 100 km costa 3,79 euro. Rispetto all’anno precedente i costi sono cresciuti dello 0,5%, sempre nella media, anche se con significative differenze da Paese a Paese. In Italia una ricarica completa costa 20,30 euro e 100 km si percorrono mediamente con 5,57 euro.

Germania, Danimarca e Irlanda sono i Paesi più costosi in Europa con costi fino a 25,73 euro per ogni carica completa. I più economici sono invece Turchia, Georgia e Kosovo con un costo minimo di appena 4,05 euro.

I 10 paesi più costosi per ricaricare un’auto elettrica

I Paesi più costosi da ricaricare per i veicoli elettrici tendono ad avere una quota di mercato dei veicoli elettrici più elevata nelle vendite di auto nuove e un maggior numero di veicoli elettrici e ibridi in circolazione. Nonostante gli elevati prezzi dell’elettricità, i costi di ricarica sono inferiori in rapporto al reddito medio, ad eccezione della Repubblica Ceca, che ha recentemente registrato un’impennata nelle vendite di veicoli elettrici grazie alla introduzione di generosi incentivi all’acquisto.

Rango

Paese

Costo per kWh

Costo per carica completa

e costo per per 100 km

1

Germania

€0,394

€25,73

€7,06

2

Danimarca

€0,376

€24,56

€6,74

3

Irlanda

€0,370

€24,14

€6,62

4

Belgio

€0,331

€21,62

€5,93

5

Repubblica Ceca

€0,330

€21,55

€5,91

6

Cipro

€0,325

€21,21

€5,82

7

Italia

€0,311

€20,30

€5,57

8

Liechtenstein

€0,309

€20,15

€5,53

9

Francia

€0,293

€19,09

€5,24

10

Finlandia

€0,273

€17,81

€4,88

costi di ricarica

…e i 10 paesi più economici

Le zone d’Europa più economiche in cui guidare un veicolo elettrico si trovano principalmente nell’Europa centrale e sudorientale, dove possedere un veicolo elettrico è meno diffuso.

Questi Paesi tendono ad avere vendite inferiori e una quota di mercato dei veicoli elettrici inferiore a causa dei costi proibitivi di molti veicoli elettrici e ibridi. Sono anche meno convenienti da gestire se si confrontano i costi con i guadagni medi.

Rango

Paese

Costo per kWh

Costo per carica completa

e costo per 100 km

1

Turchia

€0,062

€4,05

€1,11

2

Georgia

€0,070

€4,59

€1,26

3

Kosovo

€0,075

€4,87

€1,34

4

Bosnia ed Erzegovina

€0,091

€5,91

€1,62

5

Montenegro

€0,100

€6,55

€1,80

6

Ungheria

€0,103

€6,73

€1,85

7

Serbia

€0,111

€7,23

€1,98

8

Albania

€0,115

€7,50

€2,06

9

Bulgaria

€0,122

€7,94

€2,18

10

Malta

€0,130

€8,49

€2,33

Eoin Clarke, Direttore Commerciale di Switcher.ie sottolinea che sebbene i prezzi dell’elettricità non siano tornati ai minimi pre-pandemici «il peggio della crisi energetica sembra essere passato e i costi di gestione dei veicoli elettrici sono ancora ben lontani dall’essere così onerosi dal punto di vista finanziario come quelli delle auto a benzina o diesel».

Il 2025 potrebbe essere l’anno della svolta

Forse anche per questo nei primi mesi del 2025 le vendite di auto elettriche hanno ricominciato a crescere. Le performances più spettacolari si registrano in  Spagna, Italia e Repubblica Ceca con aumenti fino al 140%. Belgio, Germania e paesi scandinavi sono in ripresa, mentre solo la Francia è in controtendenza rispetto all’inizio dello scorso anno, quando le vendite furono spinte dal boom dell’incentivo “leasing sociale”. Nel complesso la prima metà del 2025 dovrebbe chiudersi nell’Ue con

ng>vendite in crescita del 24%.

Switcher.ie stima che il 2025 potrebbe essere un anno molto favorevole alla diffusione delle auto a batteria: i prezzi stanno scendendo, il mercato dell’usato sta prendendo piede, l’infrastruttura di ricarica sta migliorando. Inoltre in molti Paesi si stanno introducendo piani “intelligenti” di fornitura dell’elettricità e le compagnie di assicurazione presentano polizze su misura per i possessore di veicoli elettrici.

Visualizza commenti (26)
  1. Sarebbe bello , vedere i dati di Spagna e Portogallo
    dove mentre noi , facevano il 110 percento FUFFA votato andce dalle destre
    e le supercazzole per il iddroooggeno e il ritorno al nuculare ..
    loro , hanno fatto impianti di assoluto rilevo
    tanto da anticipare l’uscita dal fossile ,si legge gas e carbone , di almeno un decennio

    operazione che ha reso attrattivi questi paesi per gli investimenti esteri e hanno ridotto massicciamente il loro debito pil ..

    1. Spagna
      – bollette domestiche 0,24 €/KW-h
      – bollette non domestiche 0,12 €/KW-h

      =========
      per le bollette domestiche, credo abbiano usato i dati sel secondo semestre del 2024 di questa tabella tra le varie visualizzabili sul portale Eurostat

      PS: nel menu in alto a Dx selezionare:
      “All taxes and levies included”
      cioè tariffe “comprese tasse e oneri”

      https://ec.europa.eu/eurostat/databrowser/view/nrg_pc_204/default/table?lang=en&category=nrg.nrg_price.nrg_pc

        1. sono i contratti classici tipo mono o bi-orari

          poi e in Spagna sono già selezionabili anche i contratti con tariffe che variano di ora in ora e visionabili in anticipo via web per programmare l’uso dell’energia negli orari meno cari,
          con quelli la bolletta può scendere ancora parecchio

  2. Forse il tutto si potrebbe comparare con i redditi medi (depurati degli estremi).
    25 € in Germania non so se possono rapportarsi ai 20 Italiani.

  3. E cosi cade anche l’ultimo falso mito dei costi fantastigliardi per ricaricare che noi italiani avremmo in più rispetto a Germania e Francia, che è uno dei punti che tutti dicono sia cosi centrale nella quota 5 percento italiana di auto EV vendute.
    Invece è evidente che non è quello il problema.

    1. articolo parla dei prezzi (discreti anche in Italia) di ricarica da casa,
      non dei prezzi (dal 2023 dopati in Italia) da colonnine

      1. E risponde anche a chi continua a sostenere che grazie al nucleare l’energia costa meno.
        Finalmente è stato sfatato questo mito.

  4. Scusate ma da dove avete tirato fuori 0,31 cent al kwh in italia? Neanche tesla fa prezzi simili. Persino le Ac costano piu di cent kwh

      1. Se mi trovi nel titolo dove parla di ricarica domestica ti do ragione. Altrimenti è una cialtronata di chi ha fatto l articolo dove parlate di “costi di ricarica” ben sapendo la tragica situazione delle ricariche pubbliche .

          1. Si chiama clickbait, un lavoro onesto per carità stolto chi non legge…

    1. Io a casa, tutto, TUTTO, incluso pago 0,21.
      Ci hanno messo un rincaro di 0,10, ma ci sta, meglio calcolare in eccesso…

      1. hai un buon contratto, per altri è di più, anche in base a potenza impegnata

        0,31 è una media per le tariffe domestiche, incluse spese fisse, hanno preso i dati ufficiali per l’anno 2024 dal portale Eurostat

        1. Includere i costi fissi è sbagliato, li hai anche se non consumi.
          Il mio contatore è stato aumentato a 6kW già tempo prima dell’arrivo della prima EV grazie a PDC ed induzione.

  5. Ciao,
    il costo energia elettrica in Francia secondo tabelle Eurostat al momento è simile all’Italia, sulle utenze industriali anche leggermente superiore; perché stanno togliendo progressivamente dei sussidi nella quote tasse e oneri di sistema che avevano nelle bollette (e nell’anno orribile 2022 mi pare hanno sussidiato per 60 miliardi); un ultimo sconto in bolletta mi pare lo hanno tolto a inizio anno, allora vedremo i prossimi dati Eurostat del 1° semestre 2025, ma magari compensano con un aumento di quota di rinnovabili

    inoltre l’argomento è incasinato perché non solo le bollette, ma la stessa costruzione, smantellamento e filiera del carburante/scorie delle centrali nucleari è in parte sovvenzionata dallo Stato (con debito pubblico o/e altra tassazione), specie in paesi che hanno anche la filiera bellica come la Francia (Macron ha detto chiaramente che le alte spese civili nucleari supportano quelle militari e viceversa si giustificano una con l’altra); inoltre le centrali spostano nel tempo o rimandano i costi di costruzione e smantellamento e gestione scorie da un ventennio all’altro

    ultima annotazione rispetto alla pubblicità nuculare in corso sul web, ingannevole e di distrazione dai necessari e vantaggiosi progetti di impianti di rinnovabili e accumuli:

    se le centrali Francesi anni ’80 per quanto scritto sopra erano meno economiche di quanto si credeva all’epoca, quelle degli anni post 2000 in occidente hanno raggiunto costi astronomici e ampiamente fuori mercato, dovuti alla richiesta di aumento della sicurezza, es. con il doppio di cemento, acciaio, dispositivi, e aumento del nostro costo del lavoro

    negli ultimi e pochi progetti non cancellati e poi lentamente realizzati in Europa e America ( 7 reattori in tutto dal 2006 ad oggi) siamo a una media di 16 miliardi di euro (in valuta del 2024) per ogni GW di potenza nominale solo di costo costruzione

    nel frattempo sono scese di prezzo le rinnovabili, specie dopo il 2019, e dal 2024 anche gli accumuli, e il loro costo di sistema complessivo è quasi 1/3 delle centrali nuculari di ipotetica e masochistica nuova costruzione

    === Malta

    se scorri verso il basso questa pagina, sino al grafico del mix elettricità (e non “energia primaria”)
    https://www.iea.org/countries/malta/energy-mix

    vedi hanno mix elettricità:

    2,5% gasolio
    85% metano
    12,5% fotovoltaico (in crescita)

    per ora sono in balia del prezzo della centrale a turbina (o del generatore a pistoni) a gas (prezzi alti gas e soprattutto speculazione ulteriore delle centrali), che su un isola piccola magari è pure un unica centrale, senza concorrenza (immagino il cavo verso terra non basti) e di taglia piccola, con poche economie di scala.. vediamo se ci informa meglio qualcuno che ci vive

    1. Alexander Kozlov

      Lascia che ti dispensi un altro po’ di materiale che etichetterai automaticamente come “pubblicità nuculare”:

      In questo momento (3 giugno 2025, 13:26) il 93% dell’elettricità italiana proviene da fonti a basse emissioni, emettendo 74g CO2eq/kWh.
      Le centrali termoelettriche a metano forniscono meno del 3% della potenza elettrica, e il fotovoltaico sta andando a palla con un bellissimo 28,89%.
      Tuttavia quasi il 50% dell’energia proviene dall’estero, in particolare da Francia e Svizzera (entrambe nazioni con una importante quota nucleare).
      Anche la Germania sta andando forte: 53% da fotovoltaico e 19% da eolico. Probabilmente tra tre anni esatti a quest’ora emetteranno molto meno degli attuali 124g CO2eq/kWh … almeno fino a quando non tramonterà il sole.

      Hai parlato di costi astronomici per aumentare la sicurezza delle centrali nucleari.
      È vero, ci sono stati.
      Ma il motivo per cui si è dovuto farlo sfocia nella paranoia, legato alla risonanza mediatica di un singolo incidente nucleare assurdo.
      In un mondo razionale, sentendo “Fukushima” si dovrebbe pensare a “tsunami” prima che a “incidente nucleare”.
      Il nucleare resta una delle tecnologie più sicure in assoluto.
      https://ourworldindata.org/safest-sources-of-energy
      È vero che costa, ma i nuovi reattori sarebbero molto più rapidi ed economici di quelli che hanno subito modifiche progettuali in corso d’opera a seguito di Fukushima.
      Oltre al danno economico, i ritardi nella messa in esercizio hanno causato statisticamente parecchi morti in più (per inquinamento extra) rispetto a quelli prevenuti per ai criteri di sicurezza paranoici introdotti

        1. Alexander Kozlov

          Hai ragione!

          In quel lasso di tempo i gestori di centrali nucleari hanno presumibilmente perso denaro a causa dei prezzi leggermente 0.
          Hanno ampiamente recuperato le perdite al calar del sole al ravvivarsi delle centrali a gas.

          Non si può dire lo stesso per il fotovoltaico, che sempre più frequentemente vende tanta energia quando i prezzi diventano leggermente negativi e non ne ha più da offrire quando tornano alti.
          Per fortuna alcune nazioni incentivano il fotovoltaico remunerando comunque quell’energia secondo una tariffa fissa, trasferendo così le perdite al bilancio pubblico (che è poi il motivo per cui il prezzo può diventare negativo invece che fermarsi a zero).
          Questo incentivo è un buon compromesso fintanto che non si stabilisca un metodo equo e funzionale in sostituzione o integrazione al meccanismo del prezzo marginale, tuttavia va tenuto sotto controllo per evitare investimenti inutili a spese dei contribuenti.

          Comunque non fraintendetemi: sono convinto che nemmeno la Germania sia ancora arrivata al punto di sprecare risorse installando nuovo fotovoltaico.
          I prezzi nulli stimolano l’elettrificazione, semplificando la conquista di quella fetta di energia primaria ottenuta con i combustibili fossili.
          Solo stiamo all’erta da mix energetici fortemente sbilanciati (cosa che peraltro sarebbe anche quello francese, se non fosse per le esportazioni)

          1. secondo me ci sono segnali di sofferenza economica anche delle centrali nucelari francesi, in maggio alcune le hanno spente o abbassate di potenza, e di recente hanno ottenuto di alzare la tariffa minima per PPA e sola gestione ordinaria (senza contare gli alti costi di costruzione, che ci sarebbero in caso di nuove centrali, e quelli futuri di smantellamento) a circa 65 euro al MW-h (anni fa pre-inflazione la soglia era 44 euro, più simile alle stime dell opex degli impianti americani) e pagheranno eventuali tasse sugli utili solo per la quota superiore a questa soglia

            in Spagna i gestori delle centrali nucleari hanno direttamente avvisato il governo che le dismetteranno a partire dal 2027 per non andare in perdita

            in Francia non possono farlo, non cosi in fretta, ma immagino andranno a ridurre il parco centrali nel tempo, come sta facendo Inghilterra dove ne rifanno di nuove il minimo indispensabile a tenere attiva la filiera (2 reattori in costruzione decisi nel 2006, e discutono se farne o meno altri 2, che erano all’epoca in progetto) mentre più reattori vecchi vengono dismessi senza sostituzione

            le ore negative sono in quantità auto-limitante, più che altro sono un segnale che anche i prezzi MEDI scendono; con bassi prezzi medi vanno in sofferenza le fonti energetiche più care, nel caso del nuculare con l’aggravante di avere alti costi fissi, e allora meno ora vanno e più aumenta ulteriormente il loro costo e quindi la sofferenza economica

            invece il prezzo di media a cui viene pagato il FTV secondo me rimane invitante perché gli impianti costano così poco che rimangono in attivo anche a prezzi MEDI stracciati di 30-40 euro al MW-h (o un poco di più in italia per le spese legali e burocratiche dei vari ostacoli messi dai decreti)

            provo a quantificare:

            — se il gestore del FTV decide di farsi pagare in regime di libero mercato ( prezzi orari variabili): questi sono i dati di quanto ha percepito nel 2024, si chiama “PREZZO DI CATTURA (medio su un anno o su un mese)”,

            https://www.pv-magazine.it/wp-content/uploads/sites/14/2024/08/GVU9KN5WMAAPkS4.png

            è sempre inferiore rispetto al Pun proprio perché il FTV inondando di energia la rete causa un abbassamento dei prezzi nell ore di funzionamento (ore diurne nel caso del FTV, ma h-24 nel caso dell’ eolico, idroelettrico, biomasse, e ci aggiungo le pompe di calore che cresceranno, sono una fonte di energia anche loro, e perfettamente programmabile)

            — se il FTV è pagato con contratti a prezzo fisso PPA, siamo sui 50 euro al MWh, sia in italia che in Europa; conferma che gli impianti pagati con solo i soldi degli investitori privati non ci rimettono, cioè costano meno di così

            — se il FTV è pagato con aste pubbliche a prezzo fisso Cdf, in europa a secodna del paese siamo tra 30 e 60 euro al MW-h ;

            in Italia le aste del GSE sono appesantite e falsate, e costano di più, al momento 70-80 euro al MW-h, ma è comunque conveniente rispetto alle centrali a metano anche in orario diurno; e durante i prezzi nulli nei nuovo contratti ci sono abbastanza spesso clausole per cui non vengono pagati, e già non venivano pagati in caso in caso di disconnessione forzata da parte del gestiore di rete; questo abbassa leggermente ( 5-7% ? ) il loro prezzo di cattura medio rispetto al valore nominale dell’asta

            — se il FTV è di taglia medio-piccola (es aziendale) mi pare sino 200 KW, è pensato per autoconsumo, mentre l’eccedenza che va in rete viene pagata 46 euro al MW-h con il “ritiro dedicato”, come per gli impiantini domestici; è una tariffa di nuovo conveniente per noi che poi consumiamo questa corrente, e che tutto sommato fa gioco anche al proprietario dell’impianto se ancora non vuole dotarsi di accumulo per arrivare a consumare il 100% di quello che produce

            == banalmente, quando il FTV aumenta al punto da saturare più spesso del 5-7% delle ore diurne, diventa sempre più conveniente passare a installare ( FTV + accumuli BESS), e i preventivi on-line dei kit industriali oramai sono spesso direttamente (BESS + FTV ); questo auto-limita le ore negative e sposta l’energia raccolta di giorno ad altre fascie orarie

            in California, taglia simile all’Italia, iniziano già ad avere giorni in cui all’ora di cena come fonte di energia più grande nel mix hanno le batterie (caricate nelle ore solari precedenti), qui si vede all’ora di cena una erogazione di 10 GW di potenza da BESS

            https://www.ess-news.com/wp-content/uploads/2025/05/California-battery-record-1024×647.jpg

            al momento hanno 15 GW di potenza BESS, in crescita rapida
            https://www.energy.ca.gov/data-reports/energy-almanac/california-electricity-data/california-energy-storage-system-survey

            =====
            in buona parte dell’Europa si sta correndo ad intallare BESS, FTV ed Eolico per trovarsi pronti alla prossima crisi dei prezzi sul gas

            Germania installa circa +20 GW ogni anno tra FTV ed Eolico, con precisione rispetto ai suoi programmi (decarbonizzazione al 2045), equivalgono a più di 5 GW di centrali termiche all’anno

            fatte le proporzioni, come se in Italia installassimo 14 GW annui di FTV ed Eolico, mentre con il freno politico tirato stiamo sui 7 GW annui

      1. Giusto per chiarire, la Svizzera NON ha importanti quote da nucleare, bensì da idroelettrico.
        E le piogge che stanno sferzando il paese, fanno sì che abbia grande produzione e quindi può permettersi di esportare.

        La Francia sta esportando tanto nucleare perché ha bassa domanda ed il nucleare non modula molto bene.
        Quindi deve produrre e scendere.
        E noi, ben contenti, acquistiamo a prezzi molto bassi.

        Tutto qua.

    2. vediamo cosa mi non torna nella reclame patinata di Alexander, nostalgico inguaribile delle tecnologie obsolescenti anni ’80 come il nuculare

      – invece di scegliere un orario e minuto particolare nei dati dei mix energetici, trovo più indicativi i dati MEDI, e ancora più i dati previsti per i prossimi anni; perché le installazioni di rinnovabili crescono velocemente anno su anno, sono le uniche con la velocità di installazione cui abbiamo bisogno per decarbonizzare in tempi ragionevoli, vedi grafici:

      https://re100.eng.anu.edu.au/2025/01/13/fastest-energy-change-history-continues-pv-magazine/

      – GERMANIA
      nella MEDIA di Maggio 2025 sono a 72% rinnovabili, comprese le NOTTI
      https://energy-charts.info/charts/energy_pie/chart.htm?l=it&c=DE&interval=month&month=05

      Maggio è un mese migliore della media annua, ma anticipa le tendenze future degli altri mesi

      – SPAGNA:
      con già alcune settimane al 100% rinnovsbili, e al 60% su media annua, con obiettivo 100%, e costo dell’energia crollato, sono una probabile anteprima di quello che succederà tra 5 anni in Italia, e hanno programmato di DISMETTERE i loro ultimi reattori nuculari, decisione presa dai gestori stessi delle centrali per motivi economici, il governo ha poi ratificato e concordato un piano per sovvenzionare i depositi di superficie provvisori delle scorie

      – SVIZZERA: importiamo soprattutto idroelettrico e rinnovabili, e sarà sempre di più così perché hanno deliberato che il loro nucleare lo vanno a DISMETTERE per arrivare a mix 100% rinnovabili

      – FRANCIA: importiamo soprattutto nucleare, ma più in orari non pregiati (es. esportano di meno all’orario di cena), perchè la Francia ci usa per bilanciare la sua rete, evitando di dover modulare eccessivamente i reattori, così tengono a fatica un fattore di utilizzo del 70% circa, ma che scenderà ancora in futuro; intanto a noi tocca modulare a metano il doppio, per noi e anche per la Francia, chiamando anche centrali a metano a ciclo semplice (quelle più speculative sui prezzi)

      il gioco funzionerà sempre meno con l’aumento delle rinnovabili nel mix a saturae pi spesso la rete, cioè ci sono già troppi reattori nel mix europeo ( 23% del mix elettricità, in calo negli anni) senza che ne aggiungiamo altri, e che iniziano ad andare in sofferenza economica, nonostante siano quelli “vecchi” cioè meno costosi, perchè se fossero nuovi il bilancio economico sarebbe ancora peggiore; la previsione più naturale è che alla dismissione solo pochi verranno sostituiti, magari in Francia e Inghilterra per motivi strategici militari, e per il resto si volta pagina, ci sono rinnovabili e accumuli che continuano ad aumentare l’efficenza e scendere di prezzo

      ====== prezzi centrali

      – i prezzi delle centrali nuculari sono aumentati con regolarità nei decenni, e non solo a ridosso di Fukushima; tanto da guadagnarsi l’appellativo di “tecnologia con curva di apprendimento negativa”, anche se ogni volta promettevano che invece sarebbero costate meno per questa o quella “novità tecnica”

      – una costante del gioco speculativo a prendere per il naso l’opinione pubblica, è dichiarare a progetto costi inferiori, per poi vederli lievitare minimo 2x, ma anche 4x, durante i lavori (“overrun” dei costi e dei tempi di costruzione); anche i (pochi) nuovi impianti ipotizzati in Francia prevedono costo in crescita, considerando un prudente 2x rispetto al nominale a progetto

      – è un segnale che copme tecnologia ha delle inefficenze e problematiche intrinseche, non solo per la sicurezza, che la riporteranno ad un (costoso) uso di nicchia; senza spammare troppi dettagli, ma provando a riassumere:

      — produce un rifiuto incommensurabilmente “sporco” e indistruttibile, anche se in passato faceva gioco per generare scorte di plutonio per usi bellici; maneggiare questa filiera sporca in modo accettabile per l’ambiente abitato da umani, maneggiare i materiali ad alta e altissima intensità radioattiva prima, durante, e dopo l’uso, ha per forza una serie di complessità e costi economici, lavorativi, organizzativi, energetici elevati e in crescita, che in passato erano in buona parte trascurati

      — la caldaia nucleare è accoppiata ad una “antica” turbina a vapore, con bassa efficenza circa 33%, è un “bollitore”, in modo analogo alle prime caldaie a legna, gasolio o carbone (quelle più antiche, perchè quelle a carbone recenti si sono evolute usando regimi di funzionamento più efficenti chiamati supercritici);

      e con molto calore di scarto, difficile da smaltire in estate, con riduzione della potenza; le centrali a metano invece lavorano un principio più moderno ed efficente, oltre che rapidamente modulabile, ed oggi che vogliamo anche basse emissione di Co2 e bassi costi, passano la palla ai sistemi di accumulo energia e fonti rinnovabili

  6. Cosa hanno in comune Malta, Francia e Italia? Apparentemente tra Francia e Italia per la produzione d’energia elettrica non hanno in comune nulla. L’energia prodotta dal nucleare francese, se no fosse per l’IVA al 5,5% costerebbe come in Italia dove si applica il 10%. Ma tutti invocano il nucleare pure in Italia perché permetterebbe di abbassare i prezzi, seriamente io ho dei dubbi.
    Ora facciamo il confronto tra Italia e Malta. Malta è interconnessa elettricamente con l’Italia e le sue centrali termoelettriche funzionano a gas. Sembra la sorella piccola dell’Italia, ma come mai l’energia elettrica costa il 42% rispetto all’Italia, vogliamo aggiungere il 5% per compensare la differenza di IVA tra i due paesi, ma siamo ancora ben lontani da poter eguagliare i prezzi. Qualcuno è in grado di darmi qualche spiegazione?

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