All’inizio del 2023 l’Antitrust francese aveva avviato un’indagine sul “funzionamento concorrenziale delle infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici“. Il parere è arrivato ora, come leggiamo sul sito specializzato d’Oltralpe  Automobile Propre. Per molti versi le raccomandazioni che ha rivolto allo Stato e alle aziende del settore francesi potrebbero essere riproposte tali e quali in Italia.

Tariffe semplici, chiare e comparabili

La ricarica in Francia

In gran parte riguardano i prezzi: tariffazione poco trasparente; poche informazione sui costi della ricarica; troppi e diversi i metodi di pagamento; offerte tariffarie complesse, difficili da confrontare tra loro.

Per semplificare,  l’Antitrust francese chiede  tariffe basate esclusivamente sul prezzo per kWh e che tale prezzo sia evidenziato con chiarezza sul sito di ogni fornitore. In autostrada, che sia anche esposto in totem prima dell’ingresso in ogni stazione di servizio. I prezzi di tutti i fornitori dovrebbero poi essere monitorati e inseriti in un comparatore. Al termine di ogni ricarica il costo totale del rifornimento dovrebbe comparire sul display della colonnina.

Come in Italia, anche in Francia, sottolinea l’Autorità, non tutte le zone sono egualmente coperte da impianti di ricarica. La sua raccomandazione è di creare un organismo di coordinamento dedicato a coprire le aree non servite o mal servite.

Ovunque colonnine di più operatori

Riconoscendo che quello della ricarica dei veicoli elettrici è un mercato nascente e ancora immaturo l’Antitrust sollecita i decisori politici a garantire la massima concorrenza. Ogni bando di concessione di nuove installazioni, per esempio, dovrebbe prevedere più lotti. Questo consentirebbe di avere più operatori presenti in ogni territorio.

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Una colonnina installata da Electra, giovane star up della ricarica francese

Il panorama degli operatori è variegato. Molti sono piccoli o molto giovani e potrebbero presto passare di proprietà, in un processo di consolidamento. Perciò l’Autorità sollecita un’attenta vigilanza per evitare che pochi grandi network conquistino  posizioni dominanti sul mercato, ostacolando la concorrenza.

Sante parole, quanto mai adeguate a fotografare la situazione italiana.

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