Coraggio costruttori: una BEV da 25.000 euro spaccherebbe il mercato

bev 25.000 euro

Le case automobilistiche europee continuerebbero ad essere competitive e a realizzare profitti anche producendo BEV di piccole dimensioni “made in Europe” con un prezzo fissato a 25.000 euro. Ecco cosa emerge da un nuovo studio di Transport & Environment.

Secondo l’organizzazione ambientalista europea indipendente, il calo dei costi di produzione e dei prezzi delle batterie renderebbero possibile l’elettrificazione di massa con veicoli del segmento B entro il 2025. La disponibilità di veicoli elettrici più piccoli ed economici potrebbe essere decisiva per l’adozione di auto elettriche di produzione europea, un elemento cruciale rispetto alla sfida con le aziende cinesi che stanno penetrando in Europa. Lo studio di T&E è basato sull’analisi della società di consulenza Syndex.

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Profitti al 4% entro il 2025 con BEV da 25.000 euro

Secondo lo scenario rappresentato nella sezione “Condizioni di mercato favorevoli” del rapporto, entro il 2025 i produttori europei potrebbero ottenere un ragionevole margine di profitto, pari al 4%, su BEV di piccole dimensioni e dal costo di 25.000 euro prodotti in Europa.

In questo scenario, infatti, i costi delle batterie scenderebbero a 100 dollari per kWh, in linea con le previsioni di BloombergNEF di altri enti. Il rapporto tiene conto di altre riduzioni dei costi diretti, mantenendo allo stesso tempo le aspettative generali del settore sui costi indiretti e sui margini. Il veicolo di segmento B avrebbe una batteria LFP da 40 kWh e un’autonomia di 250-300 km.

twingo electric
La Twingo Eletric, oggi l’unica piccola BEV da 25.000 euro prodotta in Europa, tra Francia e Slovenia. Dacia Spring è importata dalla Cina

Il prezzo delle BEV è la prima barriera all’acquisto

Carlo Tritto, Policy Officer di T&E Italia, ha dichiarato: “Sondaggio dopo sondaggio è emerso che i prezzi sono una delle principali barriere che impediscono agli automobilisti di passare all’elettrico. Un veicolo BEV di piccole dimensioni da 25mila euro potrà cambiare le carte in tavola e favorire l’adozione delle auto elettriche da parte del grande pubblico. Portare questi modelli sul mercato rapidamente e in quantità sarà fondamentale per i produttori europei che vogliono competere con i rivali cinesi che stanno già percorrendo questa strada offrendo piccole auto elettriche a basso costo”.

Più 11% di acquirenti per elettriche da 25.000 euro

Secondo un nuovo sondaggio di YouGov per T&E, l’arrivo di auto elettriche più economiche e di piccole dimensioni accelererebbe la diffusione delle auto a zero emissioni in Europa. Oltre un quarto (27%) dei potenziali acquirenti di nuove auto in Italia intende già comprare un’auto elettrica il prossimo anno.

Ma quando viene offerta l’opzione di una piccola auto elettrica da 25mila euro, la percentuale di nuovi acquirenti disposti a passare a un modello elettrico a batteria sale al 38%. In questo scenario si arriverebbe a 136mila veicoli elettrici in più all’anno in Italia, sostituendo con i nuovi veicoli gli inquinanti equivalenti a combustione.

Profitti alle stelle grazie ai SUV (51% delle BEV)

Secondo una stima di Transport & Environment  le sei grandi case automobilistiche europee hanno ridimensionato la produzione di auto più economiche per privilegiare SUV e auto di grandi dimensioni. Questo ha permesso di aumentare i margini di profitto tra il 2019 e il 2022.

I profitti netti per veicolo sono passati da 510 a 8.940 euro, tenendo conto dell’inflazione. Le vendite di SUV e vetture più grandi e redditizie, che nel 2010 rappresentavano appena il 9%, oggi rappresentano oltre la metà (53%) in Europa. I SUV elettrici, che consumano più elettricità e richiedono un maggior uso di materie prime, hanno rappresentato il 51% delle vendite di auto elettriche nel 2022.

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Policy per incentivare la produzione di piccoli veicoli

Il report di T&E conclude quindi sollecitando i governi a varare politiche più incisive in favore delle piccole auto elettriche, ,eno impattanti sull’ambiente e più appetibili per la massa degli automobilisti europei.

T&E auspica una strategia congiunta che incoraggi le case auto a concentrarsi su auto più piccole e le disincentivi a produrre SUV e altri veicoli grandi e costosi. Per esempio con norme sull’efficienza dei veicoli elettrici a livello europeo, tasse e sovvenzioni che penalizzino i veicoli più pesanti a livello nazionale e tariffe di parcheggio più elevate  per i SUV a livello locale.

Carlo Tritto conclude: «Sarebbe il caso che i legislatori intervengano con politiche coerenti capaci di favorire la diffusione di veicoli elettrici più piccoli, efficienti e accessibili a tutti».

Visualizza commenti (53)
  1. Luciano Lopes Lima

    L’auto elettrica in Italia sarà un flop finché l’autonomia sia scarsa, il tempo di ricarica in AC sia scarso e l’infrastruttura di ricarica nel Sud sia scarso.

    Purtroppo è così, ci vorrà un bel paio d’anni per cambiare la mentalità italiana.

  2. avviso ai guidatori italici …

    le Case automobilistiche sicuramente produrranno anche elettriche in segmenti B .. con cifre tendenzialmente decrescenti da 25k € … ma la visione è sul mercato globale (quantomeno europeo)

    con gli striminziti stipendi italiani (e pensioni ! ), credo che in futuro saranno solo sogni per la maggior parte di noi

    già abituati a vetusti parchi auto in città sempre sovraffollate .. senza servizi e parcheggi …
    ci potremo permettere solo di guardare ai modelli per il mercato africano o asiatico … o (se Stellantis vuole) importate dal mercato sud americano (con leggeri adattamenti per le normative europee)…

    quel che dovrà cambiare …. son gli investimenti sul lavoro ed i conseguenti stipendi … altrimenti si torna velocemente ad un autarchico “ciucciariello” per circolare…

  3. Pierluigi in Italia ci sono 42mln di patentati all’incirca e 40,8mln di auto.

    Io non so quale sia il “grande pubblico” a cui lei si riferisce ma in Italia c’è una macchina per patentato.
    Nel 2022 la spesa media per un’auto nuova IN ITALIA è stata 26000€ quindi 7000€ in più di quello che vorrei spedere io.
    Ripeto NON so quale è il grande pubblico a cui lei su riferisce ma di certo in Italia 19000€ per una macchina sono pochini se parliamo di nuovo. Basta dire che la Panda parte da 15600€.
    E per mantenerti la Panda ci vogliono 5l di benzina X 100 km ossia 9,6€. Mettiamo 17KWhX100Km una eC3 dovrebbe costarmi 3,6€X100 Km e questo senza nemmeno contare il contributo del FV.

    1. Pierluigi Mariotti

      Lasciando stare i numeri delle patenti e quelle del parco circolante attuale, io mi riferisco a chi puo’ spendere fino alla soglia dei 15.000 euro per una nuova auto ( il grande pubblico ).
      E’ chiaro che un conto e’ affrontare una spesa del genere un altro e’ quella di affrontare una spesa di 20.000 euro, le assicuro che difficilmente venga presa in considerazione, quindi se il mercato del nuovo bev non offre tali possibilita’ un potenziale acquirente ripiega su una vettura termica usata, possibilmente diesel, con qualche annetto e km sulle spalle e con discrete probabilita’ che sia stata privata del filtro antiparticolato con tutto cio che ne consegue.
      Per questo motivo penso che le case costruttrici generaliste debbano impegnarsi a proporre vetture che invoglino ad essere acquistate da chi non puo’ permettersi di sborsare cifre superiori altrimenti l’ elettrico rimarra’ ancora per un ristretto numero di utenti in proporzione.
      Credo che sia fattibile da parte delle case costruttrici proporre un’ auto bev del segmento B ad una cifra di listino a 20.000 che possono scendere a 15.000 o anche meno tra sconto ed incentivo dello stato.
      Per quanto riguarda la Panda, se ha da rottamare ( fino ad euro 3 ) e fa il finanziamento il prezzo e’ attorno agli 11.000 euro scontata su strada.
      Spero di averle chiarito il ” grande pubblico ” al quale mi riferisco.

    2. Salve signor Pierluigi

      legga bene sul sito Fiat, il finanziamento per Panda fa 16.219 euro, si è perso la rata finale, guardi le famigerate “note in piccolo”

      =====
      la pongo anche qualche spunto

      per fare “il grande pubblico” non bastano le vendite delle versioni primo prezzo del segmento A, bisogna accorpare almeno segmento A e B completi, allora si supera il 50% del venduto (in un altro articolo dicono 60%)

      aggiungo anche che le statistiche degli stipendi italiani sono falsate al ribasso da un fenomeno unico in europa, 1 su 4 è un forte evasore fiscale, e spesso cambia auto ogni 3 anni per sfizio, non è cosi “povero”

      inoltre le vetture A e B si comprano anche perché più adatte alle nostre strade e parcheggi piccoli, non solo per risparmiare

      in quel 50% di venduto ci sono anche auto A e B che non sono “primo prezzo”, ma anzi costicchiano discretamente sino a 28.000e

      detto questo, buone utilitarie BEV primo prezzo siamo tutti daccordo ad aspettarle con impazienza perdare più scelta, perchè la loro assenza secondo me è una farsa

      erano in vendita già nel 2020-2021, poi quelle con buone specifiche sono state ritirate dal mercato (nel trambusto del 2022, quando prezzi energia e materie prime erano alti, e ci sta anche, ma poi non sono state rimesse in vendita, almeno non in italia), a me pare proprio per spingere prima le vendite delle auto più grandi (o delle piccole ma ancora termiche)

      le utilitarie elettriche da 42.kwh e che scostano 20.000 full optional (15.000 con incentivi) o anche meno, in realtà ci sono già da lameno 3 anni, e ad oggi sarebbero fabbricabili con margine di guadagno anche da Stellantis, Renault, VW

      ad esempio “Leapmotor T03” è venduta in Francia a 20.000e, se cerca un video recensione vede che è una segmento A di livello superiore, meglio di una Panda; in Cina poi costa molto meno e si trovano tanti altri esempi che non aspettano altro che di essere importati

      come la Seagull di BYD lunghezza 3.8 metri e 1,7 m di larghezza, una segmento A un pò cresciuta verso il segmento B, comoda per 4 persone, stessa taglia delle prime Fiat Punto e Lancia Y, che penso da noi venderebbe forte anche come auto familiare unica tuttofare

      ma ce ne sono anche in Corea del Sud, Hiunday sta per vendere in europa la Casper (segmento A); anche costruttori Giapponesi e Vietnamiti fanno ottime segmento A a buon prezzo

      per me il ‘problema’, questo ritardo, è commerciale e non tecnico, da noi stanno rimandando il più possibile la commercializzazione di vetture BEV economiche

      Stellantis si è messa di traverso con un accordo con Leapmotor per venderla dopo averla ribrandizzata, ma intanto cosi ne ritarda la vendita non si sa di quanto, per non farsi guastare il mercato;

      ancora prima era annuciata la DR 1.0 a 20.000e, ma poi é stata sovraprezzata di 6000e per evitare guerre commerciali

      ma tempo 1-2-3 anni e la concorrenza filtra, i costruttori esteri entrano prima in punta di piedi, per non scatenare altre reazioni protezionistiche, poi un po’ alla volta, siccome esitono leggi sul commercio che limitano anche le azioni protezionistiche, prendono coraggio e portano pìù modelli e diminuiscono i prezzi

      per questo Stellantis ha annunciato la e-c3/panda elettrica per il 2024 a 23.900e, costretta dalla concorrenza (e per fortuna)

      nel 2025 credo sarà “costretta” anche ad offrire (o lei, oppure gli importatori) una BEV a 20.000e, e nel 2026 a scendere sotto questa soglia

      cosi pare a me, poi vedremo

      1. Pierluigi Mariotti

        Salve, guardi, parlare di evasione è cose simili non mi sembra coerente con l’ articolo in questione.
        Lei è d’ accordo con me che le case costruttrici possano offrire una vettura del segmento B Elettrica ad un prezzo di listino di 20.000 euro ?
        Per quanto riguarda la Panda…….. io sono un venditore plurimarche sia di nuovo che di usato, le leggo non bene ma benissimo le offerte mensili delle case automobilistiche per ovvi motivi.
        Non ci sono solo i finanziamenti con maxirata ma anche quelli classici.

  4. Ancora non avete capito una cosa. L’auto elettrica va bene solo a due particolari categorie di persone:
    1) Chi ha la villetta con il fotovoltaico e allora la ricarica a gratis.
    2) Chi ha una sensibilità ecologica molto spiccata per cui è disposto a fare dei sacrifici pur di rispettare l’ambiente.
    Ma questo tipo di persone potranno rappresentare, proprio a voler esser generosi, il 5% degli automobilisti italiani. Il restante 95% continuerà a scegliere le auto con motore tradizionali in quanto non devono complicarsi la vita con le ricariche e hanno macchine con prestazioni molto migliori e che si svalutano meno nel tempo.
    E per questo l’auto elettrica sarà un flop gigantesco, almeno in Italia e le case automobilistiche che si butteranno adesso su listini full electric rischieranno di fallire.

    1. Alessandro D.

      Amico mio, ancora con sta storia del fotovoltaico e la villetta?
      E basta dai! 😉
      Se le cose vogliamo dirle allora diciamole almeno giuste.
      Sicuramente più realistico dire “l’elettrico va bene solo per chi può ricaricare a casa e ha un buon contratto di fornitura”.
      Peraltro il mio caso.
      Affermazione che di certo non copre la totalità degli italiani (anzi…), ma sicuramente molta più gente rispetto alla categoria “villetta col fotovoltaico”.

      1. Peraltro, per quanto riguarda il “buon contratto di fornitura”, col libero mercato con siamo a circa di 30 centesimi al kwh includendo iva imposte cazzi e mazzi. Il pieno della macchina viene 15 euro in questa maniera.

    2. Certo Massimo: tutto il mondo viaggerà in elettrico, i grandi costruttori produrranno solo auto elettriche, ma l’orgogliosa l’Italia sovranista, dopo averne certificato il “flop”, continuerà a viaggiare su autarchiche vetturette diesel in duralluminio (come i tank del Ventennio). Provi ad alzarsi da divano e a guardare più in là del suo ombelico

      1. Sarebbe una cosa da ridere se non fosse da piangere.
        Vedrete nei prossimi anni quante case costruttrici automobilistiche europee falliranno perché non vendono questo tipo di auto. Mi dispiace soprattutto per la gente che perderà il posto di lavoro.
        E tutto questo per colpa dell’Europa.

        1. Eugenio Davolio

          Sarà stata solo ed esclusivamente colpa delle nostre gloriose, antiche, elefantiache, ingorde ed avide case automobilistiche europee, Massimo.
          Sono almeno 20 anni che si parla di decarbonizzazione, di transizione energetica, di mobilità elettrica, ecc.: e cosa hanno fatto le grandi e gloriose case europee, tutte ma in particolare proprio quelle che da sempre hanno fatto fortuna nei segmenti A, B e C? Hanno snobbato, resistito, piagnucolato, minacciato, mosso lobby ed interessi, alzato muri e poi fatto “greenwashing” proponendo pochi e sparuti modelli elettrici al doppio (e oltre) del prezzo dell’equivalente termica, fatti continuando a lavorare nel solito vecchio modo, innovando giusto il minimo indispensabile per piluccare qualche fondo EU tanto per gradire.
          In Cina, invece, che vent’anni fa stata soffocando nei suoi stessi gas, il governo – che, ricordo, non è democratico – ha semplicemente detto: adesso basta, facciamo la transizione energetica e introduciamo la mobilità elettrica, punto.
          E quasi contemporaneamente dall’altra parte del mondo salta fuori un genialoide che non solo ci crede nella mobilità elettrica, ma decide di rivoluzionare il modo di “fare auto” inventando un ecosistema basato su auto elettriche costruite secondo nuove modalità costruttive — tali da permettergli di fare delle segmento D (come Alfa Romeo Stelvio e Giulia, BMW X3, Audi A4 e A5, VW Passat, Mercedes Classe C, ecc.) che costano 20% in meno delle pari segmento e lo stesso gli consentono margini di guadagno del 30-40% superiori — e la rete di stazioni di ricarica, efficientissima e semplice da usare (ed addirittura inizialmente gratuita…).
          Queste storie parallele sono quelle che spiegheranno perché in Europa una volta c’erano delle gloriose case che costruivano puzzolenti auto di una volta…

    3. In effetti in italia ci attestiamo attorno al 5% di market share.
      A livello globale invece si ha un dato medio de 16%
      Non esattamente un successo

      1. effettivamente ha senso confrontare una tecnologia che è sul mercato da 100 e passa anni (termico) con una che è sul mercato seriamente da 15/20.
        una volpe praticamente.

        1. Secondo lei le aziende quanto tempo attendono per valutare un prodotto? Giusto per capire che competenze lei sta mettendo in campo

          1. Non ho letto la sua risposta, secondo lei in quanto tempo valutano il successo o meno di un prodotto le case automobilistiche?

    4. Eugenio Davolio

      Ciaone dal mio condominio – sono un “no villetta” e “no fotovoltaico” – e dalla mia Renault Zoe, Massimo!
      Ho certamente una sensibilità ecologica, ma ho soprattutto una sensibilità economica, visto che sono un lavoratore dipendente.
      Ho così scoperto che, oltre a far bene all’ambiente, pur ricaricando a casa a circa 0,30€/kWh (almeno il garage ce l’ho…), al momento la Zoe (pagata 26.000€ grazie a incentivi e offerta pronta consegna) ha un consumo medio di 12,5 kWh/100 km, che equivalgono a circa 1,25 l/100 km. Mia moglie, invece, che ha una Ford EcoSport 1.0 acquistata nel 2018 per 20.000€ e che non è ancora il momento di cambiare, ha un consumo medio di 7,8 l/100 km.
      Oltre che alla differenza di emissioni di CO2, ti lascio anche il brivido di scoprire la differenza di costo per 100 km… 😉

      1. In Italia esistono alternative come il GPL.
        Una Captur ha qualità superiore, costo d’acquisto inferiore e costi d’esercizio comparabili rispetto ad una Zoe. Secondo me l’elettrico è ottimo a partire da Tesla o al limite da MG4

        1. Eugenio Davolio

          Caro signor G, innanzitutto noi non avevamo i soldi per permetterci una Tesla.
          Poi, considerate le nostre necessità, non ci serviva un transatlantico di quasi 5 m di lunghezza.
          Infine, per la nostra età non era più tempo di auto basse e sportive.
          Semplice, no?
          Poi una Captur a GPL non costa tanto meno, dato che il modello base a benzina parte da oltre 22.000€ e non ha niente di innovativo…

    5. Abito in condominio, ho un garage nel corsello box dove ho installato una wallbox con impianto elettrico che arriva dal mio contatore ovviamente, quindi niente villetta.
      Sul punto 2 hai azzeccato nel senso che avrei anche speso di più per avere una bev e la possibilità di girare a emissioni zero.
      Ho comperato 3 anni fa una BEV, la skoda citigo eiv a 16.000 euro, autonomia tra i 230 e i 310 km (inverno – estate) , percorsi 50.000 km con un consumo medio di 11kW/h 100 km, manutenzioni irrisorie, costo medio corrente sui 3 anni circa 0,25 Euro al Kw,comperata come seconda auto è diventata la prima per chilometri percorsi ormai.
      Piacere di guida spettacolare sia in città che soprattutto in montagna dove la uso spesso.
      Piccolo esempio di utilizzo :l’altro giorno per fare i 50 km circa da casa mia (250 mt slm) ai Piani dei Resinelli (1300 mt slm) con temperatura di arrivo sui 2 gradi e guida “allegra” sui tornanti ho consumato 20,2 kWh/100 km, nel ritorno ho consumato 1,4kWh/100 km, quindi speso circa 3 euro andata (0,30 al kw) e 0,20 euro circa il ritorno …
      Se Volkswagen avesse continuato a fare le tre gemelline ne avrebbe vendute a decine di migliaia senza problemi anche in Italia, ma dicono che fosse una produzione in perdita…

    6. Boh, abito in condominio (12 appartamenti) ed ho 6 KW di fotovoltaico.
      Nessuno con le villette ad est ed ovest ha un impianto FV.
      Mi sa che è soprattutto una questione di volontà e di farsi delle domande sul futuro.

    7. Peccato che a LIVELLO PLANETARIO le BEV a Settembre 2023 sono state il 12% del venduto.
      Noi ci avviciniamo alle percentuali dell’India… perfino gli USA hanno un 7% del venduto e loro producono 16mln di barili di petrolio al dì.

      Giusto per capirci, come siamo messi.

  5. Alessandro D.

    Ma non ci penso neanche, tutte cose che abbiamo già detto e ridetto mille volte fra di noi.
    Mi divertiva molto il fatto che T&E dichiari di aver dovuto fare sondaggi su sondaggi per capire ciò che è ovvio e lampante agli occhi di tutti.

  6. Eugenio Davolio

    //Il veicolo di segmento B avrebbe una batteria LFP da 40 kWh e un’autonomia di 250-300 km//

    Non sono d’accordo: caratteristiche del genere personalmente le vedo adeguate per una segmento A.
    Sarà che mi sono abituato bene con la mia Renault Zoe, che è una segmento B, ma personalmente una segmento B dovrebbe avere una batteria attorno a 50 kWh e un’autonomia di 350-400 km.

    1. Eugenio Davolio

      Dimenticavo.
      Da giovane nella mia compagnia di amici avevamo a disposizione solo delle Panda e Renault 4, ma ciò non ci ha mai impedito di girare tutta Italia: se si vuole che l’auto elettrica in Italia abbia successo anche nel segmento A (dove i dati di vendita ricordano che la Panda è l’auto più venduta in assoluto), le future segmento A, oltre a costare poco, dovranno permettere la stessa libertà.
      E, dato che l’unica limitazione sarà l’autonomia, che anche nelle segmento A termiche è comunque limitata, occorrerà che il “rifornimento” di elettroni possa avvenire ad una velocità non troppo superiore a quella del rifornimento di carburante.
      Quindi, anche una EV di segmento A dovrà essere dotata di batteria e caricatore DC in grado di permettere la ormai standardizzata ricarica 10-80% in max 20 minuti.

  7. Interessante lo studio, anche il modo in cui separano i costi di un’auto

    raggruppano a parte i costi dei componenti, non solo dell batteria solo non si vede la stima del costo della catena di stampaggio/montaggo separato dagli altri costi aziendali

    E sembra che sono stati pure un po’ conservativi nelle stime

    Come raffronto diretto tra teoria e pratica, si può partire da:

    – Citroen e-C3 44.kwh in uscita – segmento B da 4 metri – allestimento base 23.900e

    – Twingo Equilibre 22.kwh – 23.300e – va calcolato aumento taglia batteria

    – VW E-up 32.kwh – 27.000e – va calcolato un modesto aumento taglia batteria

    – Leapmotor T03 41 kwh – prezzo francia (20.000e) o prezzo Cina

  8. Io non sono tanto sicuro che alle case interessi incentivare la diffusione dell’elettrico. Si vantano senza pudore dei profitti fatti mentre presentavano BEV da 45k euro di listino e gonfiavano contestualmente i prezzi delle solite termiche. Mai fatto così tanti soldi come oggi e dovrebbero rinunciare per cosa? L’ambiente? La qualità dell’aria delle metropoli? Fino a che non saranno costretti non lanceranno mai le elettriche popolari e personalmente non credo nemmeno ai millemila annunci su Renault 5, ID.all e varie visto che sto ancora aspettando la ID.3 a 30k euro.
    La e-C3 a 23.900? Con gli incentivi forse altrimenti come spiegheranno il listino della 500e con la stessa batteria a 12k euro in più? O la e-C4?

    1. Mi sa che ti sei perso l’ultima offerta Fiat per 500e con batteria a 40kWh, in pratica te la però a casa con 25 k€ tra promozioni e incentivi

  9. Una volta raggiunta l’economia di scala e convertite tutte le linee di produzione delle auto a combustione interna (ci vorranno ancora diversi anni), le auto elettriche dovrebbero costare nettamente meno delle auto tradizionali. A “regime” non c’è ragione perché una panda elettrica non possa costare (almeno) il 20% meno della versione a benzina.

    1. Soprattutto se conti che le auto a combustione negli ultimi 3 anni han avuto una impennata assurda di prezzo, iniziando con la scusa degli approvvigionamenti ma continuata senza pudore anche a problemi risolti per far percepire meno il gap con le bev nella fascia non premium

    2. Carlo Petrucci

      Sei sicuro? Perchè una 600 elettrica è proposta a 35950 euro su pianale ecmp sul quale producon n modelli termici. Non hanno già realizzato economie di scala visto che usano la stessa piattaforma delle auto endotetmiche? È stato dato in mano ai costruttori questo bellissimo gioco della teansizione elettrica. Un gioco in cui vincono sempre loro a danno dei consumatori. Poi c’è ancora chi si chiede se i problemi sociali li ha generati la teansizione elettrica.

      1. Sì, sono sicuro che le auto elettriche costeranno molto meno delle equivalenti a benzina, come sono sicuro che un prodotto fatto di meno parti costa meno di un prodotto fatto di più parti. E le auto elettriche non solo costeranno ma peseranno anche meno di quelle a benzina perché quando la ricarica veloce, ad esempio 100 km in 5 minuti, sarà diffusa (sia come modelli di auto che come punti di ricarica ad alta potenza — l’UE ha già posto il limite di 60 km di distanza massima tra punti di ricarica veloce) il 90% della gente capirà che un’autonomia di 200 km gli basta e avanza e scieglierà auto con batterie piccole (quindi leggere ed economiche).

  10. Pierluigi Mariotti

    Salve, sinceramente non sono molto d’ accordo sul fatto che una BEV di piccole dimensioni da 25.000 euro possa incentivare di molto l’ acquisto da parte del grande pubblico, di fatto da chi e’ composto il grande pubblico ? Questa e’ la domanda che si deve fare chi costruisce auto !
    Se fino a pochissimi anni fa il grande pubblico aveva la possibilita’ di acquistare un’ auto nuova come la Fiat Panda o Lancia Y sotto i 9.000 euro ( tra sconto, rottamazione e sconto con finanziamento ), una Renault Clio Gpl allestimento Zen a 13.700, sempre con le medesime agevolazioni oppure una Nissan Qashqai 1.5 Dci accessoriata a 24.000 e’ chiaro che spendere 25.000 per un’ autovettura Bev di piccole dimensioni sara’ sempre visto come qualcosa di eccessivo economicamente.
    Quello che io mi chiedo e’ come mai non ci sia una casa automobilistica che produca una vettura di piccole dimensioni ad un prezzo reale attorno ai 17/18.000 euro al cliente, senza tanti fronzoli, semplice, con quanto serva realmente e adeguatamente spaziosa.
    Sicuramente sembrera’ una follia una cosa del genere ma se Tesla ha intenzione di offrire la Model 2 a 25.000 euro ……….
    I margini sarebbero troppo bassi ? Sicuramente ma si venderebbero molto e quindi la quantita’ porterebbe profitto.
    In piu’ bisognerebbe dare la possibilta’ di offrire formule di finanziamento o leasing al GIUSTO prezzo.
    Penso anche che l’ incentivo da parte dello stato debba essere dato solo a chi ha da rottamare un mezzo datato, ma per un importo non superiore al valore dell’ iva del prezzo di acquisto, lo stato non incasserebbe ma neanche dovrebbe stare a scervellirsi per trovare le risorse, sarebbe solamente un mancato introito ma farebbe girare l’ economia e l’ indotto.
    Proprio oggi pomeriggio un mio amico mi ha chiesto : perche’ la Fiat ( Stellantis ) non rifa’ la Panda in chiave moderna come quella originale ? Squadrata, semplice e spartana ma con gli accessori necessari, economica, pero’ 5 porte ?

    1. L’idea dello sconto solo sulliva non è male, se non altro non permetterebbe ai produttori di alzare i prezzi appena esce l’incentivo per le auto nuovo finendo per papparsi loro un buon 70% di quello che dovrebbe essere un aiuto al cittadino… Peccato però che discriminerebbe un filo le fasce basse con sconti inferiori a quelle più alte, ma sicuramente innescherebbe un circolo di reale concorrenza su prezzi e qualità

    2. Una abolizione dell’IVA sul veicolo da applicare come sconto avrebbe un valore BEN SUPERIORE agli incentivi fin qui applicati, e soprattutto favorirebbe le auto pià grandi che pagano più IVA.
      A me starebbe anche bene, ma allo Stato?

      1. Pierluigi Mariotti

        Buongiorno, ho dato per scontato che l’ importo dell’ iva si riferisse al prezzo delle auto Bev attorno ai 25.000 euro come l’ articolo in questione.
        Basta mettere un tetto massimo per l’ incentivo da parte dello stato ed il problema si risolve.

      2. Pierluigi Mariotti

        Buongiorno, basta applicare un tetto massimo di incentivo da parte dello stato, io mi riferivo al prezzo descritto nell’ articolo che e’ in linea con quanto gia’ offerto oggi.

  11. Hanno presentato la eC3… poi arriverà Panda e anche Opel dovrebbe fare una “piccola” BEV su piattaforma Smart/44KWh.

    La eC3 parte da 23900… quindi siamo già SOTTO I 25000 e nel 2024, senza aspettare il 2025.
    Poi ci sarà Reanult R5, ID2, Tesla Model 2… insomma da qui in avanti in tanti proveranno a scendere sotto i 30K€.

    1. Pierluigi Mariotti

      Buonasera, e’ vero che usciranno le auto da lei elencate, ma sono per il grande pubblico economicamente ?

      1. Una Tesla Model 2 a 25-30 k€ dovrebbe essere una segmento C che poi è il prezzo delle segmento C ICE che si trovano attualmente in commercio.
        Se venderanno delle segmento B a 15-25 k€ ci troviamo ai prezzi attuali di una segmento B ICE attualmente in commercio (yaris, clio, corsa, …).
        Tra i 10 e i 18 k€ attualmente si trovano a listino le segmento A come la Panda.
        Quindi se riusciranno a mettere in commercio BEV che rispecchiano queste fasce di prezzo entro il 2025 allora credo proprio che in molti acquisteranno una BEV.

      2. SI Pierluigi. Io ho un vecchio diesel E4 di 16 anni. Da Lunedì ho una wallbox sul muro di fronte al parcheggio.

        Non sono il “grande pubblico” IO? E chi sarei allora? Condominio, senza BOX né parcheggio assegnato appartengo a quel 40% che non ha garage ne posto di proprietà EPPURE elettrificherò lo stesso (oggi posso dirlo) a 18900€ posso prendere una eC3, come seconda macchina, caricarla a casa sfruttando il FV e spendere 1/4 di una ICE.
        E non sarei il grande pubblico? Cosa prendi oggi con 19000€? Un benzina base, 1.0, cambio manuale da 90CV? CIAONE

        1. Pierluigi Mariotti

          Buongiorno, lei una persona che puo’ permettersi una seconda auto a 19.000/20.000 euro.
          Il grande pubblico al quale mi riferisco io e’ la persona monoreddito con stipendio medio che paga affitto/mutuo magari con famiglia, quindi che non puo’ acquistare un’ auto su quella fascia di prezzo che invece puo’ permettersi lei.
          Mi riferisco a vetture bev che con l’ incentivo possano arrivare a costare 14/15.000 euro su strada.
          Saluti.

          1. se puo permettersi di pagare una piccola ICE nuova e soprattutto la benzina per farla andare, allora può permettersi di pagare un finanziamento per una BEV e risparmiare

            se non può neppure questo, rimane la scelta di un’auto usata, opzione più che valida valida

            giusto una ICE nuova potrebbe non essere un buon aquisto da adesso in avanti, ognuno farà i suoi conti

        2. Direi proprio che ne spari tante, e si capisce che menti spudoratamente, ma quello che non si capisce perchè stai a scrivere queste cose insensate.
          Scrivi di non avere nemmeno un parcheggio dove mettere l’auto e pensi di tenerne due???
          Chissà poi se sarà vera anche quella del fotovoltaico…
          Un cittadino comune di certo non può permettersi due auto, gli costa già troppo mantenerne una, figuriamoci!

  12. Alessandro D.

    -Sondaggio dopo sondaggio è emerso che i prezzi sono una delle principali barriere –

    Sondaggio dopo sondaggio? Ma se anche un deficiente come me lo aveva capito subito! 🤣🤣🤣

    -I profitti netti per veicolo sono passati da 510 a 8.940

    T&E auspica una strategia congiunta che incoraggi le case auto a concentrarsi su auto più piccole-

    Incoraggi? Dopo che hanno fatto margini per mettere a posto tutti i nipoti fino alla sesta generazione vanno incoraggiati? Io direi che vanno obbligati.

    1. Pensa… Anche se solo il profitto fosse raddoppiato… Auto da 7k euro in meno… Il problema prezzo sarebbe sostanzialmente risolto o quasi già adesso…
      Con un nuovo da 13/18k…mercato dell’usato da 6/10k entry level… Domani avremmo i fiumi di bev in coda alle colonnine

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