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Cop 27: c’è qualcosa di nuovo nell’aria (e nel sottosuolo)

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COP 27

Rallenta l’impennata delle emissioni e si avvicina il picco nel consumo di idrocarburi: la 27esima edizione della Conferenza delle parti (COP 27) sul clima che si apre dopodomani 6 novembre a Sharm el-Sheikh è preceduta da alcune analisi meno catastrofiche del previsto. E questo alimenta la timida speranza di qualche passo avanti significativo sui tre dossier più caldi.

I tre capitoli caldi di COP 27

Sono: programmi più ambiziosi sulla mitigazione; attivazione del fondo da 100 miliardi di dollari per i piani di adattamento al cambiamento climatico; solidarietà internazionale per i paesi colpiti da catastrofi climatiche, il cosiddetto “Loss and Damage”. A dispetto del gran rifiuto dell’icona mondiale dell’ambientalismo Greta Thunberg, che non parteciperà, tra le delegazioni l’ottimismo non manca. L’Italia, per esempio, si presenta agguerrita e motivata. Il neo premier Giorgia Meloni parlerà il 7, giornata inaugurale, e sarà uno dei primi 100 leader e capi di governo mondiali a sfilare fra lunedì e martedi. Poi sarà la volta delle delegazioni tecniche e degli sherpa, 35 mila in tutto in rappresentanza di 197 Paesi, che negozieranno fino a venerdì 18 novembre.

Troppe crisi, dicono i pessimisti

Dalla parte dei pessimisti si sottolineano almeno tre novità intercorse fra questa COP 27 e la precedente COP di Glasgow (2021) finita con il bicchiere pieno a metà. La guerra in Ucraina e la crisi energetica; la sospensione dell’accordo di cooperazione Usa-Cina a seguito della crisi di Taiwan; l’accelerazione esponenziale dei disastri climatici, come si è visto con l’estate più calda di sempre nell’Emisfero Nord e le catastrofiche alluvioni in Pakistan.

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Un’immagine dal sito ufficiale di COP 27 in Egitto

Eppre il mondo reagisce, dicono gli ottimisti

Dalla parte degli ottimisti c’è l’approvazione di due ambiziosi piani di riduzione delle emissioni in Nord America e in Australia,  l’implementazione del pacchetto “Fit for 55” nell’Unione Europea, la vittoria di Lula in Brasile che ha promesso lotta dura alla deforestazione in Amazzonia. C’è poi l’altra faccia, quella buona, della crisi energetica che ha riacceso l’interesse alla transizione verso le fonti rinnovabili.

LEGGI ANCHE: Tutta rinnovabile la nuova energia del mondo

Poi  ci sono i dati. L’agenzia Onu per l’ambiente (UNep) lancia un allarme. Di questo passo, dice, la temperatura media del Pianeta a fine secolo non sarà di 1,5 gradi superiore al 1990, ma di 2,1-2,9 gradi, cioè a livello di catastrofe.

L’Iea: sarà uno schoc salutare?

Ma l’ultimo World Energy Outlook dell’Agenzia internazionale per l’energia (IEA), analizando gli effetti della “prima crisi energetica globale “, nota che potrebbe anche essere uno schoc salutare. Lo stress dell’offerta e i prezzi straordinariamente alti, infatti, stanno mettendo sotto pressione i consumatori di tutto il mondo per ridurre i consumi.

Il risultato è che quest’anno, anche con le politiche prevalenti, potrebbe rappresentare una svolta storica. La domanda di carbone raggiungerà il picco in questo decennio, il gas naturale entro la fine del decennio e il petrolio entro la metà degli anni ’30.

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Ma nella generazione di energia elettrica le emissioni di combustibili fossili hanno probabilmente già raggiunto il picco e si prevede che scendano dagli oltre 14 miliardi di tonnellate all’anno nel 2022 a meno di 10 miliardi di tonnellate entro il 2050. Infatti l’energia rinnovabile in aggregato soddisferà quasi tutta la crescita della domanda globale di energia fino al 2030 e successivamente comincerà anche a sostituirla. Le energie rinnovabili aggiungeranno circa 700 terawattora di nuova generazione di energia quest’anno, due terzi dei quali – circa 460 terawattora – da eolico e solare.

Crescono le rinnovabili: più vicino il picco dei fossili

 

Il balzo previsto per quest’anno nella generazione eolica e solare è maggiore di qualsiasi anno per la produzione di energia elettrica a gas e sarebbe il quinto più grande in assoluto anche per la generazione a carbone.

Queste tecnologie sono reattive a diversi fattori: il loro prezzo del carburante, il loro prezzo dell’energia rispetto ad altre risorse e l’attività economica (il che spiega come il carbone abbia avuto un calo record nel 2020 e un guadagno record nel 2021).

La nuova energia eolica e solare di quest’anno è pari a circa l’1,6% del consumo totale di elettricità nel 2021. La nuova generazione prevista per il prossimo anno è più vicina al 2,3% del consumo globale di elettricità nel 2021. La crescita eolica e solare da sola ora non è lontana dai tassi annuali di crescita della domanda di energia dal 2015 al 2019 e vicina al tasso composto quinquennale livellato prima del Covid-19.

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Problemi: nucleare francese, siccità, trasporti

In queste condizioni, perchè non si è ancora raggiunto il picco nei consumi di energia da idrocarburi? Il rapporto IEA lo spiega in tre modi. Primo: le centrali termoelettriche a carbone e a gas hanno dovuto sostiuire la quota del nuclearfe francese in manutenzione (30% del fabbisogn). Due: la siccità generalizzata nell’emisfero Nord ha ridotto drasticamente la produzione idroelettrica, anch’essa rimpiazzata con centrali  termoelettriche. Terzo: procede a rilento la conversione del settore trasporti che oggi rappresenta quello di maggior utilizzo del carburante fossile.

Più energia rinnovabile e più trasporto elettrico, insomma, non solo appiattiscono la crescita dei combustibili fossili. Erodono attivamente il loro dominio. Questo il messaggio consegnato ai lavori di Cop 27.

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23 COMMENTI

  1. Chissà se Cina e India parteciperanno? Ovviamente sono ironico, non ci pensano minimamente a partecipare…e dunque continueremo a teorizzare il nulla cosmico

  2. Per posta mi è arrivata la notifica di una risposta di Massimo Degli Esposti ad Alberto Spirano, commento che condivido in toto, però non compare. Che Massimo si sia autocensurato????🤣🤣🤣
    Forse è un baco del sistema 🤦‍♂️

  3. Sono impaziente di ascoltare che cosa di rivoluzionario a salvaguardia dell’ambiente avrà da dire il presidente del consiglio italiano, la donna e mamma, Giorgia Meloni alla cop 27. Che si metterà a bucare l’adriatico per estrarre gas autarchico? E che intende rendere ancora più complicati gli incentivi? Purtroppo penso che Gret abbia visto bene tanti bla bla bla bla.

  4. Noi in famiglia cerchiamo nel nostro piccolo di essere positivi…ci crediamo,dobbiamo crederci…abbiamo investito su fotovoltaico,anche se la burocrazia non è snella e accedere a sgravi fiscali ti fa’ perdere giornate al PC e dal fiscalista…crediamo nella mobilità elettrica ,e ringrazio il precedente governo per gli incentivi che nel mio caso ha pareggiato prezzo auto elettrica con pari termica…ora ci stiamo attivando per creare un totale recupero acque grigie e piovane per destinarle all’irrigazione verde giardino… …e come ho detto altre volte,ogni cittadino che ne ha la possibilità ha il dovere di contribuire per abbassare la sua impronta energetica,la direzione dei governi la diamo noi con le nostre azioni,🖖

    • Lo dico a tutti per evitare fenomeni imitativi pericolosi per la salute e l’igiene pubblica legati al ciclo integrato delle acque.
      Dev’essere rispettato il Codice dell’Ambiente D.Lgs. n. 152/06 che prevede all’articolo 74, lettera r, il Gestore del Servizio Idrico Integrato (S.I.I.), ovvero il soggetto che gestisce il Servizio Idrico Integrato in un Ambito Territoriale Ottimale.
      Tutte le ATO d’Italia hanno deliberato Il REGOLAMENTO DEL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO che dispone sul trattamento e riciclo delle acque, oltre al solito Regolamento locale di Igiene e Sanità Pubblica.
      Prima di intraprendere ogni iniziativa di recupero e ricircolo delle acque, particolarmente quelle già utilizzate come le acque grigie ogni cittadino ha il dovere di verificare la normativa.
      Il minimo buon senso comune sconsiglia inoltre di impiegare le acque grigie per irrigare terreni, campi ed orti.
      Le acque meteoriche raccolte in cisterne non sono un’azione virtuosa come i più suppongono in quanto interrompe il ciclo rigenerativo delle falde acquifere.
      Azione virtuosa è deimpermeabilizzare i suoli per renderli filtranti e consentire così a partire dalle precipitazioni il ciclo di rigenerazione delle falde acquifere sottostanti in quanto anche l’acqua delle precipitazioni meteoriche è un bene primario pubblico e le falde devono rigenerasi e rialimentarsi.

      • Abito in campagna e non ho accesso a fognatura pubblica e ad acquedotto…il mio geometra sta’ mettendo a progetto la variante e comunicando lavori al comune ed ente bonifica in quanto scarico a fosso dopo trattamento con degrassatore,fossa imhof e vasca di depurazione…. istallerò vasca trattamento acque grigie di 2° passaggio che con batterie aerobici degraderanno ulteriormente le particelle di scarico ..poi assieme alle acque pluviali le stocchero in accumulo penso da 10.000lt con pompa di pescaggio ed autoclave da 500watt…. userò per giardino(piante e siepi…no prato no orto) 40 piante e siepe di 300metri lineari…non userò più acqua falda sotterranea (che impiega molto più tempo a ristabilirsi che quella superficiale ma purtroppo più inquinata da pesticidi agricoli e scarichi vari)..con un risparmio anche di corrente 500watt contro il 1,5kw pompa sommersa pozzo…purtroppo 25anni fa’ con ristrutturazione non abbiamo pensato a recupero pluviali direttamente in abitazione…fossi nelle istituzioni spingerei molto questo tipo di intervento

  5. Vediamo cosa racconterà la nuova premier.
    Io comunque sono 6 mesi che attendo un parere favorevole per installare fotovoltaico in casa, e l’ultimo diniego perché non bello da vedere, e in paese se ne vedono di tutti i colori 😠🤬
    l’Italia è in ritardo ci stanno dissanguando e non stanno facendo nulla di buono 🤦

    • Se risiedi in una città d’arte, in un centro storico, in un nucleo di antica formazione, in un ambito territoriale assoggettato a tutela paesaggistica per decreto o per legge e l’immobile su cui è collocato il fotovoltaico (anche se integrato a tetto e colorato) è visivamente percepito nel contesto edificato a diverse distanze ed inquadrato nelle visuali principali che si stagliano dagli spazi pubblici, la Commissione Locale per il Paesaggio e la Soprintendenza stanno facendo correttamente il loro lavoro.
      L”evidenza è il diffuso malcostume da parte di molti tecnici ma soprattutto dei cittadini che li incaricano che non sono in grado di percepire, tantomeno valutare i valori del paesaggio, la loro tutela e gli impatti paesaggistici ed ambientali.
      Valgano per tutti il rispetto degli articoli 9 e 41 della Costituzione italiana e la Corte Costituzionale, Sentenza n. 179 del 2019 che ha attribuito alla tutela paesaggistica definendo il suolo come “risorsa naturale ecosistemica non rinnovabile ed essenziale ai fini dell’equilibrio ambientale”.
      Va ricordato che il paesaggio e di tutti e che tutti concorrono nel bene e nel male ad essere responsabili della sua tutela.
      Per i miopi, per coloro che sono sprovvisti di sensibilità e di formazioni culturali basilari vale la lezione di Pasolini.

      • D’accordo su tutto ma non scherziamo, se ho fame me ne frego se le posate sono sporche, mangio con le mani. E se l’uovo all’occhio di bue si è rotto ed è brutto…lo mangio eccome. Se siamo in emergenza energetica ma chi se ne frega se un tetto anzichè essere rosso-cotto è nero-pannello. E’ brutto (forse) che ci sia una casa, ma se dall’origine le case fossero state tutte col tetto di ardesia? Non scherziamo, a me interruppero il permesso di costruire per chiedere la ragione dell’ sporto di gronda suggerendo (sì, suggerendo) al geometra di rispondere: “per ragioni estetiche e funzionali” …grazie al piffero. Anche per il paesaggio ognuno vuole mettere la sua “bandierina”.

        • Io non scherzo e neppure le leggi che tutelano il paesaggio e che come la Costituzione non ammettano deroghe.
          In questi giorni ricorre il centenario della legge di Croce, che tutela il paesaggio e l’arte italiana insieme all’art. 9 della Costituzione.
          Non sono due moduli fotovoltaici sul tetto e pochi kW di batterie stazionate in un garage e una vettura elettrica a risolvere i problemi energetici di una nazione. Attenuano semplicemente il fabbisogno energetico di una famiglia, stante la disponibilità di una casa in proprietà e di una falda di tetto a sud che pochi hanno.
          Quello che constato e che né l’abruzzese Croce Benedetto né la tutela del paesaggio siano esempi da perseguire.

          “Il paesaggio è la rappresentazione materiale e visibile della Patria”
          Benedetto Croce

          https://www.rainews.it/video/2022/10/benedetto-croce-compie-100-anni-la-sua-profetica-legge-sulla-protezione-del-paesaggio-583afbea-c2b3-4ad7-8d9d-cefd4ac33249.html

          • Mi spiace, Alberto, ma Vaielettrico, Francesco Starace (Enel), Nicola Armaroli, l’Unione Europea e molti altri sono convinti che fotovoltaico, eolico, accumulo nella sua varie forme e vetture elettriche siano tasselli indispensabili per raggiungere la neutralità del carbonio.

        • Il fotovoltaico domestico che tutti non possono permettersi è un apporto famigliare.
          Scordatevi una volta per tutte che il fotovoltaico installato sui tetti delle case esposti a sud, una pompa di calore e le batterie al litio in cantina possano risolvere il problema energetico italiano.
          Le industrie e i trasporti pesanti hanno bisogno di un vettore energetico come l’idrogeno verde, fino a quando non ci sarà disponibile la fissione nucleare con reattori veloci.
          È così difficile capire ed ammettere che per l’UE come per il Giappone l’idrogeno rappresenta una strategia a lungo termine sopratutto se non disponi delle materie prime per realizzare batterie e se nei momenti di picco della richiesta dell’energia elettrica non hai immagazzinato la quantità sufficiente alla richiesta in ipotetiche batterie stazionarie sufficientemente capienti e sopratutto potenti da fornire elevate quantità di energia elettrica ad alta tensione necessaria ai processi industriali.
          La strategia energetica dell’idrogeno è l’unica al momento perseguibile in attesa della fissione nucleare di IV generazione. Il fotovoltaico è un palliativo domestico non è un modello applicabile ad un sistema industriale h24.

          • Dalle mie scarse conoscenze ritengo che l’idrogeno (verde, non prodotto da metano) possa essere un valido sistema di accumulo energia. Difficile per la mobilità diffusa ma interessante anche per la mobilità commerciale (tratte definite).
            Riguardo l’utilizzo come sistema di accumulo, cosa intendiamo accumulare? Energia fotovoltaica? Eolica? Accidenti, ma se non mettiamo i pannelli e tantomento brutte, ingombranti e rumorose eliche, che energia accumuliamo?
            Per quanto riguarda il lato economico, come ho sempre ripetuto ai miei, non è il grosso risparmio ma tanti piccoli risparmi che servono alla tua economia.
            Il mio piccolo fotovoltaico è una goccia nell’oceano per l’energia nazionale ma centinaia di migliaia di piccoli fotovoltaici (che autoconsumano il 43,5% come il mio) possono fare la differenza.
            Per quanto riguarda la fattibilità, se prova a fare qualche simulazione di produzione sul sito https://re.jrc.ec.europa.eu/pvg_tools/en/ con orientameno a nord e azimut svantaggioso, vedrà che il rendimento non è poi così da buttar via.

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