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Conta la velocità di ricarica o l’autonomia? Secondo l’Audi…

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Conta la velocità di ricarica o l’autonomia? L’Audi continua a enfatizzare il primo aspetto, ovvero la durata della sosta alla colonnina (brevissima per le sue auto).

Conta la velocità di ricarica, assicurano i tedeschi

Ognuno valorizza la sua merce ed è legittimo che anche l’Audi lo faccia con i suoi modelli. Due in particolare ricaricano in corrente continua (DC) fino a 150 kW, la e-tron 55 quattro e la e-tron Sportback 55 quattro. E in una nuova nota stampa la Casa di Ingolstadt ricorda che a queste potenze si rifornisce “dal 5% all’80% dell’energia in 30 minuti”. E che per avere 110 km di autonomia bastano 10 minuti.Nessun competitor eguaglia la velocità dei SUV elettrici Audi“, enfatizza la Casa tedesca, che poi parla di “ricarica completa in 45 minuti”.

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La curva di ricarica dell’Audi e-tron 55: la potenza resta a lungo su livelli elevati (fonte: Audi AG)

Questo in forza del “rifornimento rapido alle colonnine HPC grazie al raffinato sistema di gestione termica: la regolarità della curva di ricarica è il riferimento della categoria“. Non è da oggi che la marca premium del Gruppo Volkswagen insiste su questo aspetto: già in passato aveva pubblicato un altro report in cui si concludeva che “la velocità di ricarica è il criterio più importante per valutare le prestazioni di ricarica della batteria, perché garantisce una breve durata del processo“.

Un confronto con i competitor (e una riflessione)

Sono affermazioni condivisibili? I modelli dell’Audi in effetti sono all’avanguardia per quel che riguarda la velocità di ricarica, grazie alle alte potenze che riescono a sostenere per tempi più lunghi. Pochi mesi fa riportammo i risultati di uno studio realizzato da una società tedesca, che aveva compilato una vera e propria classifica, il il P3 Charging Index. La e-tron si era piazzata al quarto posto, alle spalle di altre due aziende di famiglia, la Porsche Taycan e la VW ID.3, e della Tesla Model 3. Davanti quindi a tutti i Suv concorrenti.

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Un confronto sulla curva di ricarica dell’Audi e-tron e dei concorrenti (fonte: Audi AG).

A nostro parere, però, la velocità di ricarica è solo uno dei parametri da osservare, mentre l’efficienza complessiva della vettura (intesa su quanti km si fanno con un kWh) resta il parametro principale. Anche per un’ovvia questione di spesa. Certo, se si viaggia molto (soprattutto per lavoro) e si ha l’esigenza di ricaricare spesso, è chiaro che la durata delle soste è un dato fondamentale. Ma per chi affronta chilometraggi normali una differenza di pochi minuti nella fermata alla colonnina non è poi così decisivo.

Ma ricaricare “forte” alla lunga fa bene alle batterie?

Resta un interrogativo sullo stress che le batterie possono subire ricaricando a potenze così alte. L’Audi assicura che il problema non esiste, grazie a “un raffinato sistema di gestione termica” che protegge le celle mantenendole a un range di temperatura costante. Solo il tempo e l’esperienza ci diranno se effettivamente le cose stanno così.

conta la velocità di ricaricaUn anno fa, in un’intervista pubblicata sulla Volkswagen Newsroom, Frank Blome, l’uomo delle batterie VW del Gruppo VW disse che “chi guida l’auto può influenzare la durata della vita delle sue batterie: la ricarica normale è meglio della ricarica rapida”. Ovviamente si riferiva ad auto “normali”, non a Suv di dimensioni della e-tron, con batterie che arrivano a 95 kWh di capacità. Ma il tema resta aperto. E chi compra un’auto elettrica dovrebbe sapere qual è la “dieta di ricarica” ideale della sua auto, per dare lunga vita alle sue batterie.

 

 

 

 

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6 COMMENTI

  1. È il solito discorso della coperta corta, qualcosa rimane scoperto… La mia idea è che occorre “spingere” automobili leggere che quindi hanno consumi più ridotti e possono avere autonomia maggiore senza portarsi dietro un sacco di batterie. Così facendo si può rifornire in tempi abbastanza rapidi anche senza avere potenze di carica elevatissime. Certo che questo non va molto d’accordo con il fatto che fino ad ora si è mosso molto il mondo delle auto premium perché è quello dove si riescono ad avere margini di guadagno interessanti.

    Un’automobile che ha l’autonomia sufficiente per viaggiare in autostrada per tre ore e caricare nel tempo di sgranchirsi le gambe ed il caffè sarebbe buona per la maggior parte degli utilizzatori. Diciamo che 400 km di autonomia effettiva e 20 minuti per rabboccare non sarebbero male.

  2. Però una delle ragioni per acquistare un’auto elettrica (per me lo è stato!) è quella di poter anche ricaricare a casa con l’energia del FV; che senso ha ricaricare sempre a 150+ kW? A quali costi? 50 cent/kW o più? E se non ci sono colonnine adatte? Che sia proprio una casa tedesca a incentivare un sistema così ben sapendo che la Germania produce ancora energia elettrica dal carbone……

  3. Contano sia autonomia che velocità di ricarica e anche i punti di rifornimento. Altrimenti non si andrà mai oltre l’ibrido.

  4. “per avere 110 km di autonomia bastano 10 minuti”

    Cioè praticamente come un’auto normale che carica ad un terzo della velocità? Maledetti SUV!

    (Si lo ammetto sto semplificando, a memoria direi che a me servono quasi 15 minuti per caricare più di 100km ma concedetemi lo sfogo)

  5. Secondo me sono entrambi importanti e credo che la tecnologia stia andando avanti di pari passo. Ho intenzione di acquistare una Opel Corsa E, non ha tantissima autonomia per il long range, ma può ricaricare 80% in mezz’ora… Quindi il problema non si pone.

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