Confindustria Brescia ha annunciato la creazione di una Comunità energetica rinnovabile, in associazione con il Comune di Torbole Casaglia e cinque imprenditori locali. Produrranno 350 MWh di energia verde all’anno
Non c’è convegno di Confindustria, dove non si parli d nucleare. Secondo gli imprenditori italiani (supportati dal governo Meloni e parte delle opposizioni), il ritorno all’atomo è la soluzione per abbassare i costi della bolletta. E per garantire una “base” di energia costante che accompagni lo sviluppo delle rinnovabili, per loro natura intermittente.
Senza dilungarci sul fatto che lo stesso obiettivo può essere raggiunto con batterie e sistemi di accumulo, rimane un problema di costi da sostenere sui quali Confindustria (ma anche il governo) non si esprime. Oltre che di tecnologia da utilizzare e quanto tempo occorre per averla a disposizione.
Sono oltre 160 le comunità energetiche in Italia
Estremamente costoso il nucleare di terza e quarta generazione (come si è visto nella costruzione dell’ultima Centrale in Francia). Ancora lontano il primo prototipo industriale di Smr (small nucleare reactor), la tecnologia che pare avere una corsia preferenziale per governo e imprenditori.
Sarà anche per questi motivi, che Confindustria – in attesa di sviluppi atomici – è tornata a spingere per rendere più semplice l’iter burocratico che autorizza le nuove installazioni di impianti rinnovabili. Ma, soprattutto, si impegna direttamente nel loro sviluppo, non appena ne vede le ricadute positive.
E’ quanto accaduto in provincia di Brescia, dove è stata creata la Comunità Energetica Rinnovabile di Torbole Casaglia, grazie alla collaborazione tra Confindustria Brescia, il Comune e cinque aziende locali. Il progetto prevede l’installazione di 350 kW di impianti fotovoltaici: produrranno 350 MWh di energia all’anno. Evitando l’emissione di 140 tonnellate di CO2. Oltre al vantaggio ambientale, la Comunità rinnovabile riceverà 400mila euro di incentivi statali nel corso di 20 anni.
Non sarà l’unico caso nel bresciano. A breve, arriveranno le comunità energetiche rinnovabili del Garda (2,5 MW di rinnovabili per 40 comuni e 278.000 cittadini) e della Valtrompia (con una decina di comuni aderenti). Fino ad allora, la CER di Torbole Casaglia sarà la più grande del bresciano, nonché una delle 168 finora autorizzate in Italia.
Confindustria realizza una comunità energetica a Brescia, e chiede più rinnovabili per abbassare le bollette
Come riportato dal Giornale di Brescia, la provincia è seconda in Italia, dopo Roma, per numero di impianti fotovoltaici installati. Oltre 60.000 impianti alla fine del 2024, per 800 GWh. Rappresentano circa 7% dei consumi dell’intera provincia (13.000 GWh, un terzo dei quali utilizzati dal solo comparto siderurgico). Vanno ad aggiungersi al contributo dell’idroelettrico, che copre il 27% dell’energia elettrica consumata in provincia di Brescia.
Oltre al pragmatismo imprenditoriale, c’è anche il lavoro di lobby da parte di Confindustria. Lo dimostra l’iniziativa presa da Elettricità Futura, la principale associazione della filiera dell’energia elettrica: rappresenta il 70% del mercato elettrico italiano.
Elettricità Futura, nei giorni scorsi, ha comprato alcune pagine sui quotidiani nazionali, per ricordare come il mercato italiano elettrico sia uno dei più aperti d’Europa. E dove le bollette sono in media con il resto dei Paesi Ue. Ma soprattutto propone “una soluzione per abbassare le bollette: più contratti a lungo termine e maggiore indipendenza energetica”.
“Più rinnovabili contro il caro bollette in Italia”
Una proposta che sintetizza così a carattere cubitali nella locandina: “Aumentiamo le rinnovabili per abbassare le bollette”. Detto che il fatto di essere in media, non significa che le bollette italiane siano a buon mercato. Anzi, con l’aggiunta degli oneri di sistema (incentivi e sostegno alle infrastrutture), cittadini e imprese pagano uno dei costi più alti d’Europa.
Ma quello che conta, in questo caso, è la doppia via di Confindustria: spinge per il “prossimo nucleare”, ma dimostra di credere e non poco alle rinnovabili. E con la sua iniziativa sui giornali lo ha fatto sapere anche a Palazzo Chigi. Questo spiega anche perché il governo con gli ultimi provvedimenti), dopo una prima fase, stia cambiando marcia sulle nuove installazioni.
Confindustria vuole fare soldi, a costo di farli anche facendo cose inutili come le centrali nucleari.
meno male che almeno Elettricita’ futura, cioe’ almeno una parte di Confindustria, invece di dichiarazioni terrapiatiste, scrive l’ovvio
autorizzare piu’ rinnovabili e accumuli, e rapidamente passa il caro energia
GRAFICO costi fonti energia e accumuli prezzi in europa al 2024
https://www.ise.fraunhofer.de/en/publications/studies/cost-of-electricity/jcr:content/contentPar/sectioncomponent/sectionParsys/imagerow/imageComponent1/image.img.4col.large.png/1728050961342/Levelized-Cost-of-electricity-2024.png
Se qualche stabilimento italiano dell’indotto automotive venisse impegnato nel recupero massivo di batterie esaurite/guaste+RAEE (con la stessa determinazione di altre grandi aziende estere) si potrebbe creare un ciclo virtuoso di recupero materiali per produrre economici ed ecologici sistemi BESS (visto anche l’impegno di COMAU di creare appositi robot ) da implementare sul territorio nazionale per renderlo sia più resiliente in caso di guasti ma anche di creare l’opportunità di accumulo locale degli eccessi energetici da locali C.E.R.
Non dipendere troppo dalle importazioni di sistemi di accumulo è un fattore strategico altrettanto quanto la difesa militare.
Le partecipazioni di società ed enti di ricerca/università italiane allo studio di futuri e futuribili impianti nucleari non mancano già adesso, ma ancora non sono stati realizzati da nessuna nazione che ha decenni di esperienza in materia e anche gli ultimi impianti realizzati son costati troppo oltre le previsioni di spesa (soprattutto adesso che vi sono scontri tra importanti detentori di materiali e knowhow in materia e le forti oscillazioni dei mercati fanno imbizzarrire le quotazioni merci e tassi di finanziamento); partecipiamo pure… ma costruiamo solo su certezze. non sogni.