Il presidente di Confindustria Emanuele Orsini ha dichiarato che le imprese si candidano a ospitare “mini reattori” per avere energia nucleare a basso costo. Un monito al governo, che non ha portato all’ultimo consiglio dei ministri la legge delega per il rilancio del nucleare in Italia?
Emanuele Orsini, presidente di Confindustria dall’aprile scorso, è stato molto perentorio. Pur di avere i mini-reattori di nuova generazione a disposizione delle imprese, è pronto anche a bypassare le amministrazioni locali. “Ci candidiamo a mettere” le mini centrali nucleari di nuova generazione “nelle nostre aziende, se avete problemi con i sindaci: noi facciamo comunità energetica, perché per noi l’energia è fondamentale per tenere in piedi le aziende“.

Confindustria vuole il mini nucleare anche in Italia : “Ma siamo consapevoli che ci vorranno ancora otto anni”
Orsini ha parlato in questo modo a Milano, partecipando a un incontro di Forza Italia sui temi economici. A parte i problemi di spazio e di sicurezza (che rimangono anche se la centrale venisse realizzata in uno spazio privato), per il “nuovo” nucleare c’è anche una questione di tempi. Lo ha ammesso lo stesso numero uno degli industriali: “Siamo consapevoli che serviranno circa otto anni per arrivare ad avere energia nucleare disponibile“, aggiunge il presidente di Confindustria.
Ed ha ragione, perché la tecnologia degli Small modular reactor è tutt’ora in fase sperimentale. E sebbene sia stata prenotata anche dai Big Tech negli Stati Uniti – per alimentare i data center che consumano sempre più energia – il primo impianto in servizio non vedrà la luce prima di 4 o cinque anni. In Italia i tempi potrebbero essere più lunghi perché l’iter è più complesso.
Meloniani dubbiosi: “Nucleare? Abbiamo altre priorità”
Il nodo, infatti, sta nelle questioni politico-legali, ancora prima dei tempi di realizzazione. L’intervento del presidente di Confindustria in difesa delle mini-centrali arriva all’indomani delle dichiarazioni del responsabile Energia di Fratelli d’Italia. Intercettato in Parlamento, Riccardo Zucconi è stato molto diretto: “E’ una prospettiva di anni, abbiamo altre impellenze. Per esempio, come abbassare il costo del gas”.
Una risposta evidente al ministro della Transizione energetica Gilberto Pichetto. L’esponente di Forza Italia, probabilmente per dare un segnale alla maggioranza, aveva fatto sapere pochi giorni fa di essere pronto a portare in consiglio dei ministri la legge delega sul nucleare. Un testo di quattro articoli che fissa la cornice giuridica per il ritorno del nucleare in Italia. E per superare i due referendum abrogativi con cui si era chiusa la prima stagione “atomica”, all’indomani degli incidenti di Chernobyl e Fukushima.
“Disaccoppiare le rinnovabili dalle centrali a gas”
Tutto pronto, ma evidentemente senza il via libera di tutta la maggioranza. Tanto è vero che il testo non è approdato all’ultimo consiglio dei ministri. Come ha spiegato Zucconi, l’urgenza è intervenire sul prezzo dell’energia ora, non fra 8-10 anni quando potrebbero entrare in servizio i primi mini-reattori.
Al di là delle visioni differenti, il problema per il governo non è di facile soluzione. Ma anche Confindustria non sembra proprio avere le idee chiare. Orsini ha rilanciato il mini-nucleare, pur ammettendo che i tempi di realizzazione sono di medio periodo. Ma meno di una settimana fa, il vice-presidente con delega all’energia Aurelio Regina aveva di fatto spezzato una lancia a favore delle rinnovabili.
Lanciando un allarme sui costi dell’energia per le imprese (“il gap con la Germania è superiore al 30%, è all’80% con la Spagna e al 78% con la Francia“), Regina aveva puntato il dito contro le centrali a gas. Per Regina, al momento “prevale il prezzo alla produzione di energia al marginale, che per noi significa il termoelettrico. Questo – ha concluso – penalizza lo sforzo in energie rinnovabili se non saremmo capaci di disaccoppiare le fonti rinnovabili dal prezzo del gas”.
..e chi ci governa ha ancora il 30% di fiducia. Ma il 70% no…
Fuffa… niente altro che fuffa.
Avete presente i miliardi spesi per il progetto del ponte di Messina che non si farà mai per ovvi problemi di sicurezza, costi, infattibilità?
Ecco che qui abbiamo la stessa situazione, staranno a discutere per un altro decennio se è fattibile bruciando centinaia di milioni di euro pubblici e alla fine non faranno un bel niente.
Ovviamente perderemo la corsa vera per le rinnovabili, pagando bollette astronomiche e ci troveremo a dover correre in ultima posizione quando gli altri saranno avanti.
Vogliono l’energia controllata da multinazionali e non l’autoproduzione.
Tutto come da copione.
Certa politica becera, in Italia porta a questo.
Domanda , quelli del governo come etichetteranno Vaielettrico ed i vari seguaci ? SU 4r io sono stato echitettato “comunista” , dimenticando che i comunisti il nucleare l’ hanno imposto. Il nucleare è solo dimostrazione di potenza , comunisti socialisti e tutti gli altri Italiani che hanno ancora una testa non interessa sta cosa potente da mettere nel giardino del vicino . Altra domanda , quanti sono i lettori di Vaielettrico? Secondo me è un sito “noioso e disinteressante” per molti, sbaglio?
????
quoto soprattutto sulla noiosita del sito, ma bisogna leggere un pò di tutto.. anche qua gli articoli spesso mi fanno innervosire
Ho posso in cantina, può essere utile?
A quando la raccolta firma per smontare la legge pro-nucleare?
E non sarò il primo a firmare, sarò sicuramente tra coloro che lo faranno e confermerò il tutto al successivo referendum.
Faranno di tutto al governo per impedire che vengano posti referendum popolari…e nel caso di tutto per ostacolarne lo svolgimento ..
ci sono…sarà il mio terzo no.
Non posso dire dove penso che dovrebbero metterselo il nuculare ..
gli Homer Simpson de noiantri ;
Confindustria e la politica escort a seguito
imho hanno il terrore di un po di aria liberale (diversa da liberista) in questo paese ,
e che gli sfugga anche solo parzialmente la loro gallina dalle uova d’oro in questo disgraziato paese l’energia in poche pochissime mani
my 2 cent per la libera concorrenza energetica autentica
Se non ricordo male in italia ci sono stati due referendum contro il nucleare.
Se questi prepotenti, arroganti ed irrispettosi del prossimo di confindustria le vogliono fare, vadano a farle fuori dall’italia.
Il guaio è che sarà il Governo (non il Parlamento) a fare un “golpe” con la scusa dell’ emergenza nazionale (frutto dei propri errori strategici) per trovare la scusa per qualche procedura urgente e fuori dai normali schemi (un po’ come le vaccinazioni obbligatorie durante il COVID)
Ma non vogliono mica farli veramente!
È una truffa: vogliono solo i nostri soldi, i nostri gioielli, i nostri figli.
Noi siamo le vecchine disorientate.
Anch’io la vedo così.
Tanti tanti soldi che spariranno per non avere nulla.
Con addirittura la possibilità che possa essere la cosa migliore che ci capita.
Ma Confindustria invece di parlare a vanvera perché non copre i tetti delle sue associate con i pannelli fotovoltaici ?
Avrebbe sicuramente un guadagno immediato invece di attendere anni o decenni il SMR, se mai arriverà.
Il guadagno lo avrebbero subito e consistente anche con il nucleare (solo loro però) mentre pagherebbero tutti gli italiani.
D’altra parte è su questo che tanti di loro vivono, sul nulla.
Vivono di mille sussidi e leggi che li mettono al riparo da tutti (ora anche dimettesi sarà molto rischioso).
Non possono avere un risparmio da subito, considerato gli anni che ci vorranno per arrivare ad un reattore funzionante; ricordo che non esiste un smr funzionante in utto il pianeta.
Invece, ricoprendo i tetti di FV avrebbero un risparmio da subito.
Chissà perché non lo fanno.
Sarà mica perché gli smr li pagherà pantalone, mentre il FV se lo devono pagare loro?
Noooooo, ma a pensar male…. come diceva quel detto?
Guarda che già gli Italiani stanno causando un calo di produzione continuo CAUSA mancanza di manodopera!!! Parole sentite al tg mediaset ieri sera, ora tu vuoi anche privarli nel loro privato del nucleare che ci faranno pagare?
Una domanda più che altro per ignoranza mia: ma i reattori montati da decenni sui sottomarini e portaerei dovrebbero essere abbastanza piccoli e , credo, sicuri. Che controindicazioni avrebbero a montarli in grandi aziende? Non è una provocazione, è semplice curiosità
Costano cifre improbabili. Come tutto il materiale bellico del resto.
Intanto beneficiano di raffreddamento illimitato, dato che sono in acqua, perchè non dimentichiamo che non costruisci un reattore dove ti pare: serve acqua, tanta.
Poi c’è l’insormontabile questione dei costi per MW di potenza: una portaerei o incrociatore di classe Nimitz monta reattori da 200MW circa, in grado di funzionare per circa un ventennio, non si sanno i costi precisi ma basta dire che sono una esigua minoranza e qualcosa vorrà pur dire… dato che nemmeno nell’esercito dove il budget è generoso rappresentano la normalità, sono piuttosto l’eccezione. I sottomarini è un discorso diverso e mi pare anche ovvio, in immersione un sottomarino può usare esclusivamente propulsione elettrica e quindi quelli nucleari permettono velocità incredibili per tempi prolungati (il limite è la scorta di ossigeno per l’equipaggio), quelli a batteria la esauriscono piuttosto rapidamente.
E ci si continua tranquillamente a dimenticare il “dettaglio” delle scorie.
Ok, grazie. In effetti in campo militare non ci sono compromessi a cui sottostare, va sempre tutto bene
reattori di taglia piccola di tante tipologie sono stati i primi ad essere studiati, usati, e scartati per l’ambito civile; semplificando, più sono piccoli e più hanno intrinsecamente un rapporto superficie/volume sfavorevole
— per unità di energia producibile costano di più (costi sia Capex che Opex) di quelli grandi; produrre in serie una parte dei componenti non recupera la forte diseconomia di scala
— per unità di energia producono molte più scorie
— per unità di energia hai anche più costi per misure antiterrorismo
==== qui c’è un studio del 2023 sui costi calcolabili degli SMR di varie tipologie
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0360544223015980
in figura 1 si vede l’inghippo, i costi Capex pubblicizzati dai costruttori e vari Fratin, sono sottostimati di un fattore tra 5 e 10 (e barano anche su Opex)
https://ars.els-cdn.com/content/image/1-s2.0-S0360544223015980-gr1_lrg.jpg
in tabella 4 e più in sintesi in figura 5, sono mostrati i costi al KW-h:
https://ars.els-cdn.com/content/image/1-s2.0-S0360544223015980-gr6_lrg.jpg
gli SMR con costi meno mostuosi, paiono (però dati cinesi da prendere con le pinze) quelli ad alta temperatura (HTR) e raffreddati a gas, e sono lo stesso stimati fuori mercato in ambito civile, oltre che tipologia poco sicura
==== qui articolo divulgativo con link a studio sull’aumento delle scorie
https://www.wired.it/article/le-mini-centrali-nucleari-in-realta-saranno-super-inquinanti/
ripescarli dopo 50 anni e spacciarli come un miglioramento di quelli grandi (già questi andati fuori mercato) o come una novità, è una gioppinata pubblicitaria
una discussione seria al limite potrebbe dire che i costruttori sperano che reattori piccoli possano essere valutati in contesti di autoproduzione in luoghi dove non ci sono ne facili collegamenti alla rete nazionale (in USA capita), ne rinnovabili; situazioni estreme dove 20-30 centesimi a kw-h di costo componente energia, in autoproduzione cioè senza aggiungere ricarichi di rete o tasse, magari anzi con prestiti a perdere e sussidi statali, verrebbero valutati; e anche così rimarrebbe la questione dei costi di smaltimento e la gestione scorie
==== reattori semi-recenti da 1 GW (una taglia di compromesso) europei o orientali erano già di concezione “modulare”, con parte dei componenti prefabbricati “in serie” presso una fabbrica, e sono lo stesso costati come gli altri; e con le norme sicurezza occidentali sono stati comunque montati in 12-15 anni
(o abbandonati a metà costruzione per manifesta non redditività, i reattori n°2 e n°3 di Virgil C. Summer in USA nel 2017, gemelli modulari di quelli n°3 e n°4 di Vogtle in USA poi costati una barbarità tanto quelli europei)
== aggiungi che il nuclerare ha dimostrato decennio dopo decennio una “curva di apprendimento” negativa, più passa il tempo e più aumentano i costi (più dell’inflazione) man mano che le richieste di sicurezza e di considerare anche le esternalità vengono aumentate
== e che nelle reti moderne come quelle europee, le ore di funzionamento annuo delle centrali sono sempre più cannibalizzate dalla presenza delle economiche rinnovabili, aumentando ulteriormente i costi del loro kw-h
–> per cui se consideri gli alti costi della generazione recente di centrali (che hanno praticamente chiuso l’era nucleare per i paesi che non hanno necessità di sinergia con il nucleare bellico) c’è il rischio o un’alta probabilità che siano persino una sottostima dei costi dell’energia da ipotetici nuovi impianti
–> mentre con le rinnovabili e gli accumuli, hai una documentata “curva di apprendimento” positiva e rapida, sappiamo che i costi di oggi, già convenienti, sono una sovrastima dei costi futuri
in questo caso si dovrebbe trattare di mini reattori standardizzai e prodotti (in serie) limitando drasticamente i costi di produzione (ma non quelli di esercizio, le scorie e lo smaltimento).
in italia dove una azienda chiude e chi s’e visto s’e visto vogliamo veramente permettergli di installarsi un mini reattore nucleare in cantina?
quando azienda chiuderà battenti chi paghera lo smaltimento?
se fai un reattori “mini”, es 30 MW, costerebbe di costruzione (e di gestione) circa (ordine di grandezza) anche 10 volte di più a parità di energia producibile; sono oggetti per l’esplorazione lunare;
avevo visto gli studi sulle economie di scala; e un po’ di numeri si vedono anche nello studio citato sopra
la produzione in serie, per poter avere una “learning curve” e tagliare il costo del 40% (non più di tanto perché molti costi sono incomprimibili), dovrebbe farne migliaia, non basta farne decine
questo per dire come prevale la diseconomia di scala;
mettiamo poi anche il tuo esempio, lo smaltimento, e i costi di gestione sicurezza, antiterrorismo, trasporto rifornimenti.. quanto impennano per in proporzione per siti piccoli, e si capisce come siamo nel mondo delle fiabe dei pubblicitari
allora parlano di 400 MW chiamandoli SMR; a questa taglia sarebbero “solo un po’” più costosi dei reattori da 1000-1500 MW, ma sono reattori classici, qui non regge lo slogan dei tempi rapidi di costruzione, oltre ai costi
Ieri scrivevo “costruisci il tuo SMR” e ovviamente pensavo di scherzare.
Invece in Gonfiaindustria mi hanno preso sul serio. 🤣🤣🤣🤣
Io sono sempre più sbigottito della scarsa capacità dei nostri industriali a capire i tempi che corrono… troppo presi a seguire i sogni artificiali del marketing…le onde della politica..
Non si rendono conto della follia a dipendere totalmente dall’ estero per le forniture di idrocarburi..energia..materie prime e componentistica ..
Non si rendono conto che in altri stati stati investono cifre importanti e crescenti i nuove tecnologie..auto elettriche… pannelli fotovoltaici… turbine eoliche.. batterie di accumulo… intelligenza artificiale…
L’ intelligenza naturale dei nostri capitani coraggiosi di Confindustria li porta a pensare che i loro “regni” siano territori sotto il loro completo controllo..ove è possibile installare impianti pericolosi (e magari nucleari) in barba ai referendum abrogativi…alle norme vigenti (di cui chiedono la modifica per decreto? senza discussioni in Parlamento??) come se le loro aziende non fossero sul territorio di qualche Comune…con cittadini …non sudditi !
Se vogliono tanto il LORO nucleare devono “frugarsi” in tasca ed acquistare quote di controllo in società che già le hanno realizzate o stanno terminando la costruzione in tempi brevissimi.. così disporranno della loro quota di energia.
Vabbè che il popolo italiano è trattato sempre come in gregge di capre 🐐🐐🐐🐐 che si possono manipolare facilmente e condurre ove si vuole… Ma c’è un limite a tutto..anche alla pazienza!
Piuttosto che fare spendere allo Stato italiano per costruire questi sogni.. si facciano totalmente detassare da subito i loro costi energetici…
Ci costerà meno e faremo prima… (E pazienza se la Commissione europea avrà qualcosa da obiettare)
Semplice: per i nostri “industriali”, complici i governi, è sempre carnevale.
Non sono industriali. Sono travestiti da industriali.
Perchè NO? Basta che la legge tratti gli SMR come un cogeneratore a biogas o come un impianto FV.
Alias, TU te lo paghi, TU te lo monti, TU ti occupi della manutenzione e della sicurezza.
Ovviamente assicurazione per danni terzi OBBLIGATORIA.
Se c’è surplus notturno, lo cedi al GSE come un impianto FV cede il surplus diurno.
E vediamo quante aziende ne acquistano e montano uno.
Facile! Faranno la legge così come la vuoi. Bellissima! Equa! In conferenza stampa un figurone di re Giorgio e dei vassali.
Poi – non c’è fretta, tanto prima che vada qualche elettrone in rete passano decenni! – al primo “milleproroghe” approvato la notte tra il 29 e il 30 dicembre, tra la modifica del comma sulle dimensioni delle reti per i polli e quello quello sugli assorbenti igienici, inseriscono un convoluto “tutti i generatori sono uguali, ma alcuni generatori sono più uguali degli altri”.
Ma perchè far da cassa di risonanza agli ignoranti? Gli SMR, quelli che immagino vogliano usare, sono fermi per costi troppo elevati rispetto al solare e anche le centrali, Francia insegna, le hanno cassate a causa dei costi troppo elevati che avrebbero fatto aumentare il costo dell’energia prodotto diverse volte di più delle rinnovabili. Poi ci si mettono i sistemi di accumulo che stanno facendo passi da gigante.
Ieri ho sentito il ministro degli esteri (!!!!) dichiarare che il nucleare è una decisione presa. Non facciamo cassa di risonanza, ma nemmeno finta di nulla. Intraprendere questa strada ha conseguenze enormi sul futuro.
Flamanville appena messo in parallelo in Francia sarà redditivo con energia sopra i 122 euro al MWh…
..e se vai a spulciare il documento originario della Corte dei Conti,
usando un Capacity Factor reale per la Francia ( 70%),
e aggiornando le cifre in euri del 2025, hanno stimato
tra 138 e 199 euro al MW-h
cioè le stesse cifre di altri analisti (Lazard, Bloomberg, Fraunhofer-Institute)
Asta pubblica in India
prezzi più bassi che in Italia, ma simili al Texas
per installazione di 1,2 GW di FTV + 1,2 GW-h di accumuli,
chiusa a 3,3 centesimi di euro (3,6 centesimi di dollaro) per kw-h:
https://www-pv–magazine-com.translate.goog/2025/01/24/indias-nhpc-awards-1-2-gw-of-solar-with-storage-at-0-036-kwh/?_x_tr_sl=auto&_x_tr_tl=it&_x_tr_hl=it
Batterie da storage industriale sono già scese a 30 euro kw-h,
con 10 anni di anticipo sulle previsioni di 3 anni fa:
https://www.alibaba.com/product-detail/2025-New-LF560K-lifepo4-EVE-560Ah_1600916994432.html?spm=a2700.galleryofferlist.normal_offer.d_title.309e13a0YqTyum
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i datacenter (o le acciaierie) necessitano di energia, non necessitano di nuculare; fa strano anche leggere che tra 5 anni ci sarebbero reattori di nuovo tipo, quando ad oggi non sono stati neanché disegnati, testati e verificati sulla sostenibilità economica;
perchè le stime attuali dicono che sarebbero ampiamente fuori mercato per i costi
a me sembra un tormentone creato della campagna pubblicitaria, che ripete decine di volte un paio dei sempre soliti progetti, ipotetici e marginali, creando l’impressione che invece siano molti e certi.. è un metodo dei pubblicitari che piazzano una “sola”, proiettare pubblicamente una finta immagine di successo e intanto far parlare di sè
i data center usano qualunque energia purchè gli costi poco, centrali termoelettriche o rinnovabili; in america del sud e del nord moltissima energia idroelettrica, e ora anche sole, vento e batterie
stanno anche opzionando quantità marginali di progetti di geotermia e nuculare
ma lo fanno basandosi sulle promesse di basso prezzo delle startup e dei consorzi, spesso menzoniere per attrarre investimenti; se i dati di costo sventolati non si concretizzeranno (e con il nuculare si sa già che è molto improbabile, mentre il geotermico sta dimostrando che può farcela a ridurre i costi e sta già alimentando un datacenter di Google) banalmente non andranno in porto
La mia azienda è energivora, facciamo forgiati in acciaio e superleghe per areospace. Hanno installato 2,5MWh di fotovoltaico sul tetto dei capannoni poi quando hanno realizzato il risparmio effettivo hanno progettato l’ampliamento. Servirà acquistare un terreno dismesso confinante, ma l’obiettivo è raddoppiare la capacità produttiva. Coi prezzi dell’energia elevati i tempi di rientro degli investimenti in impianti fotovoltaici sono inferiori rispetto al passato infatti noto che praticamente tutte le aziende della mia zona se possono lo fanno.
Considerando che tutti gli uffici lavorano a giornata e il 60% della produzione si svolge in orari diurni (non tutti i reparti fanno 3 turni) l’autoconsumo è ottimizzato al massimo
e tempo 2-3 anni, penso anche da noi in Italia gli accumuli industriali scendono di prezzo quanto visto all’estero, per estendere l’orario di utilizzo dell’energia solare autoprodotta
e le scorie ? anche quelle se le tengono in fabbrica o è un problema nostro ?
nostro nostro, e anche il debito pubblico con cui pagare quello che spererebbero di incassare loro:
– appalti
– prestito pubblico a fondo perduto
– incentivo trentennale a 18 centesimi al KW-h (con pure rivalutazione con inflazione) come in Inghilterra per Hicley Point-C
Così piccolo si può mettere sottoterra, così smontabile trasportabile su di un furgoncino? Lo caricheranno e funzionerà in eterno calore o elettricità modulabile fino a che presenterà il conto al cliente finale – Il resto lo conosciamo molto bene , ogni gente dotata di un solo neurone sta aspettando il modo in cui ci sarà la scusa per aumentare il costo delle bollette :
Piccolo ..sta su un furgoncino… magari su un aereo … Si chiamava “Fat Boy”… e l’ hanno visto in azione sulle zone industriali (e non solo) di Fukushima e Nagasaki
Orsini geniale!
non dice (almeno non mo risulta che abbia detto) chi dovrebbe pagare: lo Stato, vero?
quindi: lo Stato si fa carico dell’installazione con annessi e connessi, e gli industriali pagano il carburante oppure l’elettricità prodotta che, nella sua ottica, costerebbe meno: geniale!
caro Orsini, facciamo così:
siccome se un industria ha bisogno di un tornio, se lo compra, se lo installa, e paga l’assicurazione per l’uso,
facciamo uguale per il nucleare, inclusa l”assicurazione per danni a terzi, ok?
a me sembra estremamente ragionevole,
nessuno che riesca a porla in questi termini all’esilio fenomeno, classico esempio di industriale socialista?
e poi: ho visitato 2 mesi fa una azienda metalmeccanica della mia zona, GAI di Ceresole, che nel corso di qualche anno hanno raggiunto una significativa indipendenza dalla rete solo con il fotovoltaico sul tetto, e ora
progettano il sistema di accumulo a batteria, quello di emergenza c’è già ed è a volano.
cercate le informazioni su di loro: è la dimostrazione che si può fare industria (macchine per imbottigliare vino) e non aver bisogno di porcate nucleari,
vado a memoria, 80mila euro di spesa per elettricità annua, fatturato da 11 milioni, fate voi le proporzioni.
e impianti realizzati in meno di 10 anni. TUTTI