Con Idra l’Italia rivoluziona il modo di fare auto. Dopo Tesla (leggi), anche Volvo firmato un contratto per installare due GigaPress nel nuovo stabilimento slovacco.
Con Idra produci quasi tutto in un solo blocco
La filosofia è nota: ridurre i passaggi di produzione in fabbrica facendo uscire da una pressa che le dimensioni di una casetta un’auto quasi ultimata. Tutto in un solo blocco, con enormi risparmi in termini di ore lavorate e anche di spazi occupati. Secondo il sito americano Electrek, le due Giga Press utilizzate da Volvo sono una versione riconfigurata della 9000, quella costruita per il Cybertruck, il nuovo pick-up Tesla. La Casa svedese, di proprietà della cinese Geely, utilizzerà il grande macchinario Idra nella fabbrica di Košice, che dal 2026 produrrà ogni anno 250.000 EV di nuova generazione. Anche Idra è di proprietà cinese, ma il management e la tecnologia sono tutti italiani, con base a Travagliato, nel bresciano. Sul sito si definisce “la prima azienda al mondo a disporre di soluzioni Giga Press che già oggi producono componenti nel settore automobilistico del body in white”.
All’inizio fu Tesla, ora arrivano anche Volvo, Ford e Hyundai
“Questa innovazione rivoluziona la realizzazione della struttura del veicolo, riducendo notevolmente tempi e costi di assemblaggio”, spiega Idra. E in effetti Tesla a suo tempo ha rivelato di avere ridotto i costi di produzione del 30%, dopo aver adottato il gigacasting nel 2020. Questo spiega perché la Casa di Elon Musk si può permettere prezzi finali decisamente più competitivi rispetto ai concorrenti. Anche se i principali competitor stanno correndo ai ripari: pure Ford e Hyundai hanno deciso di acquistare le Giga Press. La tecnologia giga-casting, con lo stampaggio di un grande componente unico del telaio invece dell’assemblaggio e la saldatura di parti più piccole, consente di compensare l’extra costo delle batterie. IDRA ha reso noto di avere ordini per 25 Giga Press, di cui 21 già inviate ai clienti (Tesla ne ha ricevute 14). Una tecnologia che, secondo i critici, ha un rovescio della medaglia: in caso di incidente, anche non grave, la riparazione può essere problematica. E rendere più conveniente l’acquisto di una vettura nuova piuttosto che mettere mano alla struttura mono-blocco.
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“E in effetti Tesla a suo tempo ha rivelato di avere ridotto i costi di produzione del 30%, dopo aver adottato il gigacasting nel 2020”. Probabilmente questa percentuale si riferisce al costo di produzione della sola scocca metallica, altrimenti il dato sarebbe irrealistico
Che bravi siamo noi italiani a progettare e creare nuove soluzioni tecnologiche che poi fanno arricchire gli altri
Dubito fortemente che tutto il telaio costituisca il 30% del valore di costruzione dell’intero veicolo, quindi che agendo su una parte di esso possa produrre un risparmio del genere lo trovo onirico. Per il resto è una tecnologia che rende più economica la costruzione e notevolmente piàù problematica la riparazione, come dire che è un vantaggio per chi produce ma non per chi acquista.
Ni. se il danno è strutturale al punto da deformare il telaio richiedendone la sostituzione di un pezzo, si tratta di un danno talmente grave da avere sicuramente coinvolto il resto dei pezzi del telaio. Dissaldare un pezzo, sostituirlo risaldandolo, quante volte si fa, oggi? Se non è richiesto la sostituzione ma solo la rimessa in dima, farlo con un monopezzo, sicuramente complesso, o con l’equivalente ma fatto di tanti pezzi, rende più complesso qualcosa di già complicato (e costoso).
Sicuramente chi dei due guadagna, è Tesla, il cliente ci guadagna in solidità: sui vari forum si trovano testimonianze (e foto) di Model Y tamponate da camion ad alta velocità, con il baule completamente scomparso, il muso ridotto a 20 cm ma la cellula abitativa intatta e il suo occupante totalmente incolume a raccontare l’incidente (ripreso dalla retrocamera, impressionante).
Guido, permettimi di darti del tu, sei troppo preparato per non sapere che non si può valutare una scocca da un incidente casuale senza sapere le velocità e i pesi dei veicoli coinvolti. Non si può sapere, con i dati che abbiamo, come avrebbe reagito allo stesso urto un’auto diversa. Per il resto rispetto la tua analisi, ma credo sia pacifico che, in ogni caso, questa soluzione rende molto più difficoltosa la riparabilità. Quante volte poi questo possa diventare un problema è un fatto su cui non posseggo statistiche.
c’è l’euroncap apposta
dome le Tesla primeggiano
Mercedes si è “divertita” a fare scontrare frontalmente due ev a 50 km/h
che equivale a un frotale a 100 Km/h contro un veicolo fermo o un albero
le auto moderne si rompono ma salvano la vita,è così da decenni oramai
Quindi:
-Tesla continua ad essere avanti 5 anni rispetto agli altri costruttori.
-Non capisco: se l’incidente non è grave non interessa certamente il telaio (gigacast) dell’auto.
Infine:
Se l’incidente è grave il maggior costo di riparazione è dovuto al gigacast o alla necessità di sostituire airbag, pretensionatori, sensori, fanali, cerchioni, portiere, parabrezza, lunotto e magari tetto in vetro? meditate gente
Direi che in caso di incidente grave è necessario sostituire airbag e altri componenti coinvolti sia con telaio “gigacast” che tradizionale.. Ma se la tecnologia gigacast permette di rinforzare la struttura al punto giusto (compromesso fra rigiditá torsionale e assorbimento degli urti) forse altri componenti come parabrezza e lunotto sarebbero piú al sicuro..
Interessante vedere che usano le gigapress e poi i prezzi rimangono assurdi ad esempio Astra a 39k id3 altrettanto etc… Riducono i costi ma i prezzi sono senza senso… L’unica davvero che merita gli applausi è tesla (nonostante tutto perché nessuno è perfetto), ed ora vedremo se volvo andrà sulla stessa scia, contando però che la ex30 già ha un prezzo molto interessante…!
Hai citato tutte auto che non sono costruire con le giganpress.
Attualmente solo Tesla le usa ed infatti i prezzi di una model Y sono più bassi delle concorrenti.
Prima di sparare a zero bisogna essere documentati.
Ps: ho detto Model Y perché per quello che ne so la Model 3 non credo sia costruita con le gigapress.