Nell’autunno del 2021 Enel X e Gogoro annunciarono una collaborazione per integrare la piattaforma VPP di Enel X e quella di scambio batterie di Gogoro Network. A che scopo? Supportare la rete elettrica e smorzare i picchi di richiesta restituendo temporaneamente parte dell’energia accumulata nelle GoStation.
Un interscambio che, se portato a sistema, potrebbe contribuire sensibilmente al risparmio energetico razionalizzando l’utilizzo delle risorse disponibili. In questo modo si velocizzerebbe anche la transizione verso fonti rinnovabili, che in alcuni casi garantiscono fornitura energetica discontinua.
Ad oltre un anno di distanza Enel X e Gogoro hanno annunciato che la sperimentazione ha dato i risultati sperati e si può passare seconda fase.
Cos’è una VPP e a cosa serve?
Prima di procedere cerchiamo di capire cosa sono le VPP. Possiamo semplificare (non ce ne vogliano i più tecnici) immaginando una Virtual Power Plant, come una fonte energetica tradizionale. Ma invece che essere una centrale idroelettrica o un impianto nucleare è un insieme di piccoli impianti di produzione o di accumulo connessi tra loro e al network di distribuzione. Una fonte energetica che è in grado di supportare la rete cedendo elettricità quando la rete stessa è in affanno. Ci sono picchi di richiesta prevedibili, come succede in certe fasce orarie della giornata, oppure più inaspettati, per esempio nel caso di eventi climatici catastrofici o di guasti.
Le GoStation, le stazioni di scambio batterie del network Gogoro, sono già per natura degli accumulatori di energia. Grazie all’integrazione con Enel X potranno supportare la rete nei momenti di necessità. Gli utenti del servizio Gogoro non si accorgeranno nemmeno della novità: il sistema si gestirà in modo da garantire sempre il servizio di battery swap.
Una nuova risorsa energetica?
Mentre scriviamo la seconda fase è entrata nel vivo e a Taiwan in 1.300 GoStation viene installato l’hardware di Enel X. Questo è solo l’inizio, perché è già stato annunciato che entro l’estate altre 1.200 stazioni verranno connesse.
«Stiamo entrando in una nuova era di infrastrutture energetiche intelligenti – ha spiegato il fondatore e CEO di Gogoro, Horace Luke -. Integrando la rete Gogoro con l’Enel X Virtual Power Plant (VPP) a Taiwan, stiamo fornendo una nuova risorsa energetica. È la prima volta che questa tecnologia viene implementata in questo modo nel mondo.
Abbiamo sempre creduto che il time-shifting dell’energia fosse la chiave per consentire la trasformazione sostenibile dell’energia e dei trasporti. Gogoro continua a essere una parte fondamentale di questi progressi. Oggi, quando la rete energetica inizia a raggiungere il massimo, possiamo sospendere dinamicamente il nostro consumo di energia o fornire energia alla rete continuando a gestire il nostro servizio di sostituzione della batteria in modo indipendente, se necessario».
Batterie dei veicoli che assorbono o cedono energia alla rete a seconda del momento e delle necessità. Con uno sguardo anche alle quattro ruote, è questa una prospettiva per la gestione energetica futura?
No, no, no, no: non fate i furbetti. La redazione ha percul@to me e tanti altri utenti quando parlavano del battery swap e ora ve ne uscite così?
Marco ma Massimo l’ha “approvato” l’articolo? Perché qui il gregge attende di sapere cosa deve pensare, quindi decidete quando il battery swap vi piace e quando no (moto sì e auto no?) così che gli altri che non vogliono fare fatica imparano a memoria cos’è bene e cos’è male e iniziano a ripetere in coro il verbo.
Scherzo, eh, però davvero il battery swap ha i vantaggi descritti e la Cina sfrutta le battery swap station per stabilizzare la rete. Si può dire che ormai quasi la metà dei modelli in vendita in Cina supporta il battery swap (che poi è l’arma finale contro l’ansia da autonomia ma anche contro le maxi batterie costose e inquinanti).
Però ora la “linea editoriale 2023” sul battery swap dovete dircela perché qui altrimenti non riusciamo a dormire la notte. Stanotte anziché contare le pecorelle comincerò a contare le batterie swappate. Beeeee…
Verrebbe voglia di mandarti ancora una volta a quel paese. Qui si parla di batterie per scooter (7-8 kg di peso, 2 kWh di capacità, meno di un migliaio di euro di valore). Quella del mio Niu, la stacco ogni sera e la ricarico nell’ingresso di casa. Quando tu riscirai a fare altrettanto con la mini batteria di una Dacia Spring faccelo sapere. Il supporto alla rete? Che bisogno c’è del battery swap? Ogni auto connessa da una colonnina pubblica o dalla wallbox di casa può farlo. E lo farà quando saranno risolti i problemi tecnico-regolamentari del V2G.
Traduco per il gregge, così li teniamo allineati: se il battery swap è per batterie piccole e relativamente leggere allora vanno bene, se invece le batterie pesano troppo no, questo è male (e potrebbe produrre un’inversione protonica totale, questo lo aggiungo io).
Qualcuno potrebbe obiettare che il peso non è una componente rilevante di una stazione di battery swap se la sostituzione è automatizzata e che anzi le stazioni di battery swap automatizzate sono più cool di quelle dove si fa tutto a mano ma queste sono obiezioni da nerd, evitiamo di incrociare i flussi.
Allora gente, a “noi” ci piacciono le stazioni di battery swap solo se le batterie sono piccole e leggere: capito?!? Troppo grandi no, non ci piacciono. Daje che ce la facciamo.
😀 😀 😀
Garda Enzo che l’unico del gregge a non capire la differenza sei tu.
/// la Cina sfrutta le battery swap station per stabilizzare la rete. Si può dire che ormai quasi la metà dei modelli in vendita in Cina supporta il battery swap \\\ Non si puó paragonare la situazione cinese a quella europea per esigenze di autonomia dei BEV e altri fattori.. VE ha scritto piú di una volta per spiegare che – escludendo la Cina – il battery swap nel settore automotive rimarrá una soluzione di nicchia (https://www.vaielettrico.it/battery-swapping-e-se-fosse-la-soluzione-secondo-noi/ – https://www.vaielettrico.it/sostituzione-rapida-delle-batterie/)
Trovo più pulita e logica la VPP di Tesla che usa i powerwall delle abitazioni
della speranza che i supercharger siano abbinati a tettoie fotovoltaiche e MegaPack con la stessa filosofia
Scaricare le batterie delle auto aveva un senso 10 anni fa quando erano molto costose
ma con l’arrivo delle batterie al sodio , le batterie stazionarie saranno più abbordabili
e più semplicemente gestibili
oggi sulle auto ha senso ,secondo me, solo il Vehicle To Load
utilissimo per le grigliate senza carbone
e per ricare un’auto di un amico rimasto a “secco”
my 2 cent di infrastrutture logiche
La risposta è affermativa. Siamo agli albori di un nuovo sistema energetico, gestito dalla AI, in cui i possessori di BEV guadagneranno dal prestito di energia della propria vettura. I sistemi di accumulo? Roba vecchia, quando ci saranno milioni di BEV in rete. Faccio due conti: il fabbisogno istantaneo italiano va da 25 a 55 gigawatt. Basterebbero un milione di BEV connesse alla rete per fare da powerbank a tutta l’Italia. Ho fatto bene i conti?
Cosa significa BEV connesse?
Cerca su google vehicle to grid.
/// le GoStation, le stazioni di scambio batterie del network Gogoro, sono già per natura degli accumulatori di energia. Grazie all’integrazione con Enel X potranno supportare la rete nei momenti di necessità. Gli utenti del servizio Gogoro non si accorgeranno nemmeno della novità: il sistema si gestirà in modo da garantire sempre il servizio di battery swap \\\ Mi sembra un aspetto da approfondire.. Se in caso di necessitá le GoStation immettono in rete la corrente prelevata dalle batterie “ospitate” in quel momento, con quale criterio conciliano il fabbisogno della rete elettrica con il livello di carica da garantire alle batterie ?
La suddivisione dell’elettrcità viene calcolata in modo da non penalizzare il servizio. Il corretto bilanciamento si troverà proprio grazie a sperimentazioni come queste che permettono di raccogliere dati e soprattutto di portare esperienze concrete.