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Comunità energetiche: l’ultimo metro prima del traguardo

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ue fotovoltaico
Il mercato ortofrutticolo Caab e Fico Eataly World a Bologna. Il complesso ospita il più grande impianto fotovoltaico su tetto d'Europa

Comunità energetiche in dirittura finale.  È online dal 28 novembre, infatti,  la consultazione pubblica del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica sullo schema di decreto che le disciplina. Entro il 12 dicembre cittadini, imprese, consumatori e  tutti gli attori istituzionali e gli interlocutori di riferimento in campo ambientale potranno inviare le loro osservazioni, propedeutiche al varo definitivo del provvedimento.

Si sbloccheranno e potranno iniziare ad operare, a quel punto, le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) già formate (16 in Italia) e le molte altre in pista che hanno aspettato di poter contare su norme certe. Legambiente ne ha mappare circa 100, a diversi livelli di avanzamento. Qui il vademecum di Enea sulla disciplina delle CER.

Caab Fotovoltaico
L’impianto fotovoltaico a tetto più grande d’Europa al mercato ortofrutticolo di Bologna-Fico. Costituirà il fulcro della più grande comunità energetica rinnovabile in Italia assieme a migliaia di utenti del vicino insediamento del Pilastro.

Il documento individua criteri e modalità per la concessione di incentivi volti a promuovere la realizzazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili inseriti in comunità energetiche, sistemi di autoconsumo collettivo e individuale a distanza.

Il decreto prevede tre “configurazioni” base:

a) Sistemi di autoconsumo individuale di energia rinnovabile a distanza: sistemi
che prevedono l’autoconsumo a distanza di energia elettrica rinnovabile da parte di
un singolo cliente finale, senza ricorrere a una linea diretta, ovvero utilizzando la rete
di distribuzione esistente per collegare i siti di produzione e i siti di consumo,

b) Sistemi di autoconsumo collettivo da fonti rinnovabili: sistemi realizzati da
gruppi di autoconsumatori che agiscono collettivamente (essenzialmente condomini)

c) Comunità energetiche rinnovabili: sistemi realizzati da clienti finali

Il DM introduce alcune novità rilevanti. Amplia per esempio la potenza nominale massima del singolo impianto ammesso all’incentivazione da 200 kW a 1 MW. Prevede che gli impianti di produzione e i punti di prelievo facenti parte delle configurazioni di autoconsumo condiviso debbano essere connessi alla rete di distribuzione tramite punti di connessione facenti parte dell’area sottesa alla medesima cabina primaria.

Secondo le stime del Ministero nel periodo 2023-2027 saranno messe a contingente aggregazioni per 5 GW complessivi. Raggiunto questo obiettivo il decreto non sar più applicabile salvo approvazione di un nuovo provvedimento. Si prevede inoltre che «considerato il carattere innovativo del provvedimento,  il referente della configurazione possa richiedere al GSE – su base volontaria – una verifica preliminare di ammissibilità dei progetti alle disposizioni del decreto». Il GSE  avrebbe dunque 90 giorni di tempo per rilasciare un parere preliminare, suggerendo eventuali prescrizioni da seguire per garantire l’ammissibilità alle tariffe incentivanti.

La tariffa premio pagata sulla quota di energia elettrica prodotta con fonti rinnovabili e condivisa sarà in vigore per una durata ventennale.Questi gli importi proposti:

100 euro/MWh per i sistemi di autoconsumo collettivo da fonti rinnovabili e per i sistemi di autoconsumo individuale di energia rinnovabile a distanza senza linea diretta-

110 euro/MWh per le Comunità energetiche rinnovabili

Per gli impianti fotovoltaici l’incentivo è differenziato per zone geografiche, per compensare la differente insolazione, secondo la tabella seguente:

-Regioni del Centro (Lazio, Marche, Toscana, Umbria, Abruzzo): + 4 €/MWh

-Regioni del Nord (Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Trentino-Alto Adige, Valle d’Aosta, Veneto) + 10 €/MWh

Nei casi in cui la quota di energia condivisa risulti inferiore al 70%, il prezzo dell’energia
”eccedentaria” potrà essere venduta ad un prezzo massimo di 80 €/MWh. Non sono previsti limiti di prezzo quando la quota di energia condivisa è superiore al 70%.

comunità egergetiche

Durante il periodo di consultazione pubblica tutti i soggetti interessati potranno inviare osservazioni e proposte all’indirizzo dgaece.div03@pec.mise.gov.it, utilizzando il Modulo di adesione alla consultazione scaricabile a questo link e indicando come oggetto della mail “Consultazione DM energia condivisa”.

Sulle procedure amministrative più importanti, che richiedono processi partecipativi dei territori, chiediamo la voce dei cittadini, delle imprese, delle associazioni e di tutti gli interlocutori di riferimento al fine di acquisire in modo trasparente le osservazioni. Serve uno contributo corale“, ha affermato il ministro Pichetto. “Il Governo punta fortemente sulla crescita delle energie rinnovabili: sono una nostra priorità soprattutto in questo momento emergenziale in cui stiamo vivendo un problema con il caro energia“.

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6 COMMENTI

  1. Non si capisce bene cos’è la tariffa “premio” di 100 euro/MWh = 10 cent/kWh. Un incentivo che lo Stato paga alle comunità energetiche che vendono la loro energia all’esterno, da sommare al prezzo di vendita, o cosa?

    • E’ la tariffa incentivata per l’energia prodotta in eccesso e non autoconsumata ma ceduta alla rete.

  2. Resterò connesso con questo argomento.
    É due mesi che ne parlo nel gruppo FV del condominio.

    Se semplificano le cose e fondare una comunità energetica diventa una cosa semplice (come dovrebbe essere) allora si che diventa facile avere piano induzione, macchina elettrica.

    Quando puoi contare su diecine di KWp di FV acquistabile a basso costo essere “elettrici” é molto piú facile.

  3. Io no la vedo come un’opportunità di rientro economico: per quel che mi riguarda è il principio di immettere davvero nella rete energia da fonti rinnovabili, e lasciare un paese più accogliente ai miei figli. Seguo con attenzione, mi piacerebbe essere un precursore di una comunità energetica locale, nell’area in cui vivo. Sono disposto a profondo “sbattimento” pur di realizzarne una. Seguo perché sono un semplice cittadino, non sono un burocrate, né un imprenditore, né un tecnico.

  4. Data la direttiva RED II, questo discorso mi interessa approfondirlo.
    Non è chiaro cosa succederà al 31/12/24 ma piuttosto che il RID al posto dello SSP, il CER potrebbe più interessante.
    La remunerazione diretta è comunque esigua ma così facendo si dovrebbe contribuire ad una generale riduzione di co2 e di costi, se ho capito bene.
    Adesso mi studio il vademecum di Enea

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