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Comunità energetiche, l’Emilia-Romagna parte in quarta

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vincenzo colla

L’Emilia-Romagna spinge l’acceleratore sulle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) mettendo attorno a un tavolo Iren, Hera, CNA e Confartigianato. L’obiettivo è «definire strumenti di ausilio utili alla Regione per promuovere la diffusione di CER e realizzare interventi “pilota” replicabili sul territorio»

Il futuro non è più delle grandi centrali, ma in un impegno comune e diffuso in tutto il territorio. Ciò consentirà di fruire di energia – pulita e rinnovabile – sempre più di prossimità, autoprodotta e condivisa.

Così l’ Emilia-Romagna punta a mettere in rete le piccole e medie imprese con le multiutilities, in modo tale che abbiano tutti gli strumenti utili per poter avviare gli investimenti green.

È l’orizzonte in cui si colloca il Protocollo d’intesa sottoscritto dalla Regione con Gruppo HeraIren Smart Solutions SpaCNA ER Confartigianato Imprese E-R per promuovere lo sviluppo delle Comunità energetiche rinnovabili (Cer) in Emilia-Romagna. I riferimenti sono: il Patto per il Lavoro e per il Clima, il Piano energetico regionale 2030 e il Piano attuativo triennale 2022-2024.

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Vincenzo Colla, assessore allo sviluppo economico, green economy, lavoro, formazione, della Regione Emilia-Romagna

Alla sigla, in Regione, erano presenti Vincenzo Colla, assessore allo Sviluppo economico e Green economy, Orazio Iacono, amministratore delegato del Gruppo Hera, Roberto Conte, amministratore delegato di Iren Smart Solutions e I.Blu S.r.l., Paolo Cavini, presidente CNA Emilia-Romagna, e Davide Servadei, presidente Confartigianato Emilia-Romagna.

«È fondamentale – ha sottolineato l’assessore-  che le imprese siano messe in rete con le nostre multiutilities, affinché abbiano tutti gli strumenti utili per poter avviare gli investimenti green. Dobbiamo accelerare la transizione energetica dell’intero ecosistema regionale. Per farlo, dobbiamo coinvolgere tutti i soggetti territoriali, a partire dalle nostre imprese artigiane».

Il Protocollo avrà durata triennale. Si partirà definendo strumenti di ausilio per la Regione e realizzando interventi “pilota” replicabili sul territorio.

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2 COMMENTI

  1. Le CER, possono essere una risposta a tante esigenze. In Italia ancora sono poche ma per esempio in Germania sono già un migliaio.

    Nella promozione, nella nascita e costituzione di uan CER gli attori istituzionali possono fare tanto. Nel gruppo WA del DV del mio condominio ho cominciato a parlarne tre mesi fa.
    Spero pian piano di riuscire a far parte di una come pro-sumer.

    • E quando mai in Italia ci si è mossi con celerità, senza sperperare i soldi dei contribuenti ? La Repubblica Italiana ha la capacità di comprendere le novità con la velocità di un bradipo, per cui pensare che possa comportarsi come le altre democrazie europee nel cogliere i progressi tecnologici con la struttura dello stato che si ritrova è pura fantascienza . Poi in ogni caso state certi che tutti possono ricorrere, dato che qui la democrazioa è intesa come impedimento comunque delle scelte della maggioranza , utilizzando tutte le leve campanilistiche disponibili, Regioni, provincie comuni comunità e tutti i poltronifici per i politi in cerca di voti

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