Sulle Comunità energetiche cittadini, enti locali, imprese vanno veloci. Sono già centinaia i progetti di costituzione pronti al via. Peccato che manchi il solito decreto attuativo. Restano così al palo gli investimenti che potrebbero far installare dispositivi per circa sette gigawatt in cinque anni.
Manca solo “l’ultimo miglio”
Le comunità energetiche rinnovabili sono gruppi di consumatori-produttori – formati da imprese ad associazioni del terzo settore – che puntano a massimizzare l’auto consumo dell’energia prodotta, scambiata e condivisa.
Ci sono i progetti e le sperimentazioni pratiche – come nel comune emiliano di Scandiano dove è stato avviato il test sul condominio che produce energia con cui si può anche ricaricare l’auto (leggi qui) -, c’è anche la legge quadro, le norme e i bandi regionali che hanno selezionato e individuato i beneficiari. A fine 2023 ha dato il via libera anche la Commissione europea.

Il 5 dicembre 2023 il decreto è stato inviato alla Corte dei Conti, qui il comunicato del ministro Gilberto Pichetto, per l’ultima autorizzazione per poi elaborare le ultime disposizioni. Ci sono in ballo anche le risorse del Pnrr per incentivare le comunità energetiche. La misura sarà poi gestita dal Gse come si legge in un comunicato del Ministero: “Valuterà i requisiti di accesso ai benefici ed erogherà gli incentivi e che, su istanza dei soggetti interessati, potrà eventualmente verificare l’ammissibilità in via preliminare”.
SOS dall’Emilia Romagna. La Regione preme sul Governo
Oltre gli incentivi del Pnrr la Regione Emilia Romagna ha pubblicato un bando, selezionato e promosso 124 progetti di comunità energetiche. A disposizione quasi 5 milioni, si tratta di risorse europee del Programma Fesr 2021-2027, per sostenere il loro avvio.

Da Bologna si preme su Roma. “Ci attendiamo che il Governo emani, nel più breve tempo possibile, i necessari decreti attuativi sulle Comunità energetiche rinnovabili. Questo non solo per dare finalmente una risposta ai tanti soggetti pubblici e privati che già da mesi sono pronti a partire con investimenti, ma anche per rilanciare l’economia, peraltro proprio quella ambientalmente sostenibile”. Parole dell’assessore regionale allo Sviluppo economico Vincenzo Colla.
Investimenti verdi fermi al palo
Il rappresentante emiliano romagnolo sottolinea inoltre: “Di fronte alla previsione di un calo del Pil, abbiamo un settore che garantirebbe la certezza di investimenti verdi e di prossimità ma che è fermo al palo in attesa dei decreti del Governo“.
“Abbiamo già compiuto un bando con cui si è finanziato l’avvio e la costituzione delle Cer, con relativi studi di fattibilità. Ci sono oltre 124 progetti in attesa e potrebbero innescare da subito decine di milioni di investimenti, con un rilancio di tante piccole imprese che operano nel settore. Noi siamo pronti a realizzare un nuovo bando per finanziare le infrastrutture: per questo ci auguriamo arrivino presto risposte da Roma”.
Oltre l’Emilia Romagna le comunità di auto consumo sono presenti in tutta Italia e come ha sottolineato Simone Franzò – responsabile scientifico dell’Osservatorio Energy&Strategy – in un recente articolo del Sole24Ore grazie a incentivi e fondi del Pnrr si potrebbero “installare circa sette gigawatt in cinque anni“.
PS: qualcuno ha pazienza di spiegarmi come funziona il meccanismo di incentivazione delle comunità energetiche?
ho cercato ma capito poco, si fa cenno a 11 centesimi a kwh ma ripartiti a metà ( 5,5 + 5,5) tra chi li cede (glieli detraggono in bolletta?) e chi li usa (glieli scontano in bolletta?)
no, è una condivisione virtuale tra coloro che hanno utenze sotto la stessa cabina primaria:
in maniera istantanea l’energia elettrica immessa in rete e consumata concorre ad accumulare un bonus da ripartire secondo le regole della CER (che possono essere più complicate della mera suddivisione 50-50).
Cosa possiamo pretendere da un paese che per sistemare una scala mobile in centro a Roma ha impiegato quasi due anni .
non è solo colpa dell’italia, ma anche della commissione europea che ha messo mesi per restituire la bozza e poi proporre una modifica che ha lasciato basiti in molti