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Milano città chiusa anche alle Euro 5 e mega sconto EV: Dacia a 3200 euro

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Milano chiusa (una gran fetta della città) a tutte le auto sotto l’Euro 5 (compresa per i diesel) dal 1° ottobre. In cambio un mega incentivo che può superare i 15mila euro, quasi un regalo visto che sommando gli incentivi statali la Dacia Spring si porta a casa con poco più di 3mila euro. Operazione ambiziosa e lodevole, ma con 3 milioni di euro si accontentano veramente pochi milanesi. 

Dal 1 ottobre neanche i diesel euro 5 potranno entrare in centro. Anzi, a dire il vero nella fetta consistente di città cpntrassegnata dall’Area B. E tanti milanesi resteranno a piedi. L’incentivo molto vantaggioso, vale anche per l’alimentazione ibrida, a benzina ma sono completamente esclusi i diesel e i bi-fuel.

Sommando gli incentivi statali: Dacia a 3.200 euro, Twingo a 5.000, la 500e  9.800.

Vale quasi 13mila euro, 12.480 euro per la precisione, il contributo del Comune di Milano ai cittadini con reddito ISEE sotto i 12.000 euro per acquistare un’auto elettrica. Non va male anche ai “ricchi” che superano i 20.000 euro perché prendono 9.600 euro. Contributi anche per le due ruote: a fondo perduto fino al 60% del costo, ma massimo 3.000 euro.

Ma vediamo quanto spende  un cittadino in concreto. Abbiamo simulato l’applicazione degli sconti comunali con quelli statali, chensono cumulabili, con Isee e senza (inteso quelli oltre i 20mila euro) e si scopre che la Dacia Spring si può prendere a soli 3.200 euro e per i “ricchi” a 6.050 euro;  una Twingo  poco più 5.000 euro o 8.150.  La 500e 9.820 o 12.700 oppure la Renault Zoe a 16.220 e 19.100. Un modello più potente come la Hyundai Kona a  18.670 o 21.550. Insomma: nel peggiore dei casi il costo del passaggio all’elettrico si riduce di oltre un terzo, e più spesso si dimezza abbondantemente.

La simulazione del listino con gli incentivi comunali e statali

Il buon prezzo di Vw ID3, Peugeot 208e, Mini e VW e-Up

Il sindaco di Milano Beppe Sala.

Anche la VW ID3 con prezzo di listino da  34.850 si può prendere a buon prezzo: a 17.370  e 20.250. Ma vediamo anche le quotazioni di Peugeot 208e (da 34.650 a 17.170 e 20.050), Mini (da 34.90 a 17.420 e 20.300) e VW e-Up (da 25.850 a 8.370 e 11.250).

Con questi incentivi l’auto è quasi regalata. E  il prezzo scende al di sotto dell’equivalente termica. Aggiungendo gli altri vantaggi su bollo, tagliando, carburante (soprattutto se l’energia è prodotta in casa o al lavoro) ingressi nella ZTL e parcheggi un milanese non ha più alcun vantaggio economico a rinunciare alla transizione.

Incentivo solo se si rottama

assessore arianna censi
L’assessore comunale di Milano Arianna Censi

Grasso incentivo, ma solo per chi compra auto che costano meno di 45 mila euro e solo a una condizione: che si rottami un ‘auto inquinante. I contributi, ma con importi minori, sono destinati anche all’alimentazione ibrida o a benzina.

Attenzione: si può accedere al bando per l‘auto acquistata tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2022 e fino ad esaurimento dei fondi.

Contributo generoso anche alle ibride, 3.000 euro per moto o ciclomotore

Per alcune ibride o plug in (emissioni di CO2 tra i 21 e i 60 g/km) il contributo oscilla tra i 6.240 e i 4.800 euro, mentre per quelle fino a 135 grammi di emissioni di CO2 (ibride) tra i 4.680 e i 3.600 euro. Per l’acquisto di un motoveicolo o ciclomotore elettrico i contributi a fondo perduto sono pari al 60% del costo totale, fino a un massimo di 3.000 euro.

Ma si riesce con i tempi? “In considerazione del particolare momento in cui, per la mancanza di materie prime, si allungano i tempi di consegna la domanda di contributo potrà avvenire o in un’unica fase o in due momenti successivi: prima con la presentazione della fattura di anticipo e successivamente integrata con il saldo“.

Il link al bando

Deroghe per chi sostituisce un’auto diesel euro 5 con un mezzo sostenibile

milano centro
A Milano gli incentivi si alternano con le restrizioni per le auto più inquinanti

L’Amministrazione comunica che “chi ha deciso di sostituire il proprio veicolo inquinante (e quindi soggetto al divieto) con un mezzo a basso impatto ambientale, sottoscrivendo un contratto di acquisto, leasing o noleggio a lungo termine, potrà continuare ad accedere in Area B e Area C fino alla consegna del nuovo veicolo – e comunque non oltre il 30 settembre 2023 – compilando la richiesta di deroga”.

La concessione della deroga vale anche per i tassisti e i titolari di licenza d’esercizio di noleggio con conducente. Solo per Area B sono compresi gli autobus adibiti al servizio di trasporto pubblico locale.

La deroga ha l’obiettivo di compensare chi ha già avviato la pratica per sostituire un diesel Euro 5 ma non è ancora in possesso del mezzo non inquinante a causa dei lunghi tempi di consegna, dilatati dalla mancanza delle materie prime.

La richiesta di deroga va inoltrata entro il 19 settembre, i contratti devono essere sottoscritti non oltre il 14 settembre.

Divieti i dal 1° di ottobre per Area C e per Area B

Foto Claudio Furlan LaPresse

Il prossimo 1° ottobre è prevista l’entrata in vigore dei divieti di accesso in Area C per i veicoli trasporto persone Euro 2 benzina, Euro 3 e 4 diesel con FAP di serie, Euro 0, 1, 2, 3 e 4 diesel con FAP after-market installato entro il dicembre 2018 e con classe di adeguamento (riportata sulla carta di circolazione) per la massa di particolato pari almeno ad Euro 4 e gli Euro 5 diesel.

Per quanto riguarda invece Area B, dal prossimo 1° ottobre scatteranno i divieti di circolazione per auto Euro 2 a benzina, Euro 4 diesel senza FAP, Euro 3 e 4 diesel con FAP di serie, Euro 0, 1, 2, 3, 4 diesel con FAP after-market installato entro 31/12/2018 e con classe massa particolato pari almeno a Euro 4, Euro 4 e Euro 5 diesel.

I veicoli diesel Euro 4 e 5 e i veicoli alimentati a benzina Euro 2 potranno circolare in Area B aderendo al progetto integrato Move-in / Area B. In alternativa potranno usufruire della deroga dei 50 giorni di accesso, anche non consecutivi, nel periodo compreso tra la data del primo accesso avvenuto e la data del 30 settembre 2023.

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54 COMMENTI

  1. Che dire, la libertà di muoversi con il carburante non ha limiti e i 5 minuti faccio il pieno, ma mera realtà è che se le restrizioni partono in tutte le città e paesi, non si potrà uscire di casa, poi se lo estendono alle arterie più trafficate che passano nei paesini il gioco è fatto, ti resta la libertà dei 5 minuti per fare carburante se puoi arrivare al distributore senza fare percorsi alternativi per i blocchi 😉
    Ovviamente non è per polemizzare, ma è una constatazione.

    • Caro @Fabio M, la premessa dalla quale intavolare qualunque discussione sull’elettrico è sempre e solo una: il prezzo di partenza. Perché se io oggi posso ancora acquistare un’onesta auto da famiglia come una Fiat Tipo a poco più di 20mila euro, non potrò mai optare per una piccolissima 500 a 30mila, non sarà possibile, e continuerà a non esserlo per milioni di italiani, almeno fin quando non si raggiungerà parità di prezzo, e anche di scelta. E poco importa se l’elettrico è in grado di fa risparmiare dopo l’acquisto: per l’italiano medio vale la spesa iniziale, e questo concetto è anche alla base del motivo per cui vantiamo il parco auto più vecchio d’Europa.
      La gente comune preferisce spendere ogni tanto un tot per riparazioni e manutenzione, preferisce caricare 10 euro al giorno di carburante, piuttosto che sganciare di colpo 30mila e passa euro. Se non si abbasseranno i prezzi, le vendite dell’elettrico faranno registrare sempre lo 0,… , ed il motivo non è il preconcetto! Almeno credo che non lo sia per il 70% di noi automobilisti, perché molti passano indifferentemente dalla benzina al gasolio, piuttosto che al gpl, piuttosto che all’ibrido, perché la forbice dei prezzi tra queste diverse opzioni è abbastanza contenuta, non raggiunge le esagerazioni dell’elettrico. Quindi le autorità potranno inventarsi tutti i divieti che vorranno, ma verranno vissute soltanto come vere e proprie estorsioni, se non si mette mano alla radice del problema.

      • @ Luca: se è vero quello che dici, che si preferisce sganciare 10 euro al giorno per il carburante, allora la soluzione c’è: si prende una EV con zero anticipo e 300 eur di canone mensile. Se poi la tua ICE vale ancora qualcosa, il canone può dimezzarsi, oppure ti tieni il tesoretto per pagare le ricariche, es. con 6000 euro ci fai a spanne 45.000 km in elettrico. Com’è?

        • @Luigi: con una rata netta di 300 €/mese copri, coi tassi attuali, 12 mila euro di capitale in 4 anni; significa avere un’unica alternativa, la Dacia Spring. Le altre auto di seg A sono Smart e Fiat 500e, ai prezzi che conosciamo; nel seg B troviamo Opel Corsa e Peugeot 208, le quali vengono via, incentivi inclusi, a non meno di 25mila. Poi non parliamo delle altre categorie, dove, se volessi anche pretendere almeno 400 km di autonomia, non scendi sotto i 38-40mila euro. Il fatto è che milioni di italiani hanno optato negli anni per auto come la Panda, che veniva via a 10mila euro, e anche meno, per restare nella cat A, oppure a Corsa/Fiesta/Sandero, che prendevi anche a massimo 15 mila euro, oppure Fiat Tipo/Ford Focus sui 20mila euro. È innegabile che la base di partenza delle elettriche è molto superiore, oltre ad esserci ancora pochissima scelta. Quindi aspettiamo tempi migliori, ma o onestamente nutro sempre meno fiducia, perché osservo l’elettrico da alcuni anni, durante i quali la tecnologia è rimasta sempre quella da 10 anni a questa parte, mentre i prezzi hanno continuato solo a salire, a prescindere dagli ultimi avvenimenti geo-politici

          • Se il tuo obiettivo è guidare elettrico, la mia soluzione è giusta. Se vuoi fare un affare finanziario, beh, l’auto non lo è mai. Comunque sono convinto, possiamo vederci fra 2-4 anni max, che i prezzi di EV ed ICE convergeranno di molto.

          • Io con 236€ al mese mi sono preso la 500 Action senza anticipo e senza maxi rata, ho semplicemente spalmato i 30’000€ in 10 anni.
            Non inquino perché i 240€ di diesel che spendevo prima ora non li brucio più, e ho un contratto rinnovabili 100%
            Quindi se uno vuole fare qualcosa per l’ambiente il modo si può trovare. 🤷

      • Aggiungerei comunque che questo incentivo milanese serve solo a creare ingiustizie. Far pagare una macchina 3200€ è profondamente ingiusto per chi è stato, o sarà, costretto a prenderla a 12000€. Entrambi pagano le tasse allo stesso modo.

        • Partiamo dal principio: la Costituzione parla di progressività. in questo modo pagano le tasse e accedono ai servizi in modo proporzionalmente diverso chi guadagna 1200 euro e chi 5000 o un milione di euro. Un esempio: una persona che prende 1000 euro al mese e lavora nelle aree interdette a certe categorie di auto, magari in orari non coperti dal servizio pubblico, deve perdere il lavoro? Oppure anche lui avrebbe diritto alla mobilità? Poi sotto 12.000 euro di ISEE ci sono anche gli evasori e con 3 milioni di euro accontenti pochi. In particolare c’è poca differenza tra alcune fasce ISEE quindi nella pratica può essere che accedano più “ricchi” che persone in difficoltà. Ma in teoria l’idea delle EV per i meno abbienti regalate (visto che poi i 3mila spesi li risparmi in 2/3 anni) ci può stare.

          • Fino ad esaurimento fondi, che sono ben pochi. Queste sono regalie destinate a pochi, per cui ha ragione chi lamenta l’iniquità di questi incentivi. Se ho un reddito che mi permette di accedere ai fondi ma i fondi sono finiti quanto pago? Chi e come gestisce questi fondi? Come mai i fondi per le BEV sono costantemente sottoutilizzati ma quando hanno dato la possibilità di autoimmatricolare le vetture ai concessionari sono spariti in 2 giorni? Queste modalità sono quanto di peggio si potesse immaginare e non c’entra nulla la progressività dell’imposta che è sancita dalla costituzione e vale sempre, non fino ad esaurimento fondi. Facciamo anche i diritti fino ad esaurimento fondi? (Fondi che evidentemente non si hanno)

          • Carlo grazie per il contributo, ma scriviamo tutto ovvero i fondi statali non mancano, basta vedere il contatore della piattaforma https://ecobonus.mise.gov.it/ con tanti milioni di euro a disposizione. Saranno adeguati (si spera presto) da 5 a 7500 euro che è un buon contributo. Sono pochi i 3 milioni di euro di Milano, l’ho scritto. Ma il Comune dovrebbe portare i libri in tribunale se dovesse dare un incentivo a tutti i milanesi. A lei non va bene questa gestione e lei cosa propone?

          • Grazie della domanda. Si apre un bando per le richieste dei cittadini ed una volta censite tutte le richieste e valutati i rispettivi requisiti, si distribuiscono i pochi fondi a tutti. Chiaramente se ho 3 milioni di euro fa più effetto dire che vengono elargiti fino a 15000 euro di agevolazioni(ma solanente a 200 automobilisti) piuttosto che dire dò 150 euro a 20000 richiedenti. Se la sua azienda proponesse un premio di risultato solamente ai primi 100 dipendenti che si iscrivono, perchè non ha abbastanza fondi, lei cosa direbbe? Queste operazioni sono vergognose, servono solo per i titoli sui giornali.

          • Massimo rispetto per la sua idea, ma se tutti lo chiedono non c’è più un incentivo reale per l’acquisto dell’auto elettrica. In particolare per i ceti meno abbienti che, per esempio, potrebbero trovare difficoltà anche ad andare al lavoro se devono recarsi nelle aree, per esempio Milano, con limiti alla circolazione.

          • La sua considerazione sarebbe corretta se l’iniziativa fosse ispirata ad incentivare l’acquisto di auto elettriche in un regime di libero mercato. Non è assolutamente così e le auto elettriche non hanno bisogno di essere incentivate visto che vengono imposte. Qui si parla di una imposizione alla rottamazione edulcorata da un finto incentivo. È chiaro cge se costringi le persone a rottamare auto marcianti poi è normale che tutti quelli a cui hai tolto a forza l’auto chiedono di accedere agli incentivi.

          • Comunque nulla vieta di ripartire glibincentivi sulla base dell’Isee. Come ho scritto chi ha i requisiti fa domanda(anche e soprattutto in base al reddito) , ma con il principio che se ho 10000 persone con reddito isee sotto i 12000 euro, destino una quota uguale per tutti e non che dò 15000 euro ai primi 100/200 che si prenotano e 0 agli altri.

      • Ricordiamo gli incentivi (speriamo presto aggiornati) che permettono di poter acquistare dignitose utilitarie elettriche tra 15 e 20 mila euro

      • Luca D.M. 3 Settembre 2022 at 22:47
        Caro @Luca c’è anche la Dacia a 20’000€ o altre marche o usati, se uno vuole veramente fare qualcosa per la transazione.
        Poi si può sempre tenere la Tipo vecchia per le percorrenze lunghe o le emergenze, intanto per l’uso quotidiano risparmia tonnellate di CO2, PM 10 PM 5 PM 2.5 e Nox, mica male.

        • Ma il passo verso la transizione dobbiamo farlo tutti, a iniziare dai costruttori. Non è immaginabile pensare che una nuova Fiat Tipo ed una Dacia Speing costino uguale. Il problema qual è, il costo della batteria? No, perché leggo che l’elettrico è il dogma della semplicità: no motore, no cambio, no tutta la complessa parte meccanica delle vecchie auto, no costi per aggiornare le normative Euro 5, 6 eccetera. Quindi? Paghiamo 20mila euro il pacco batteria? Una tecnologia oramai vecchia più di dieci anni? Oppure la decisione europea in vista del 2035 ha fatto annusare il facile guadagno, visto che, in un modo o nell’altro, si è comunque obbligati? Personalmente, propendo per la seconda. Quindi aspettiamo tempi migliori, l’elettrico, a queste condizioni, continuerà a registrare lo 0,. Ed è un peccato

          • Concordo che un elettrica dovrebbe costare un 20% in meno della sorella termica, ma devi tenere presente che investimento c’è prima di partire con la produzione, quindi al inizio ( e per tutti i prodotti) il prezzo è maggiore inevitabilmente, poi ad un certo punto si adegua al mercato, di fatti la maggior parte dei produttori punta ad auto di fascia alta perché il prezzo incide meno e la pianificazione degli investimenti rientra con modalità più rapide, come si è visto per le termiche la tecnologia innovativa prima è sempre stata per le ammiraglie e poi man mano ai segmenti più bassi, ovviamente un pronostico noi non lo possiamo fare e se non ci sono vendite neanche i produttori 🤷

  2. Piccolo dettaglio: per la mobilità quotidiana Milano su Milano si usano i mezzi pubblici. Era meglio estendere il contributo a quella colonna interminabile di mezzi che entrano dall’ hinterland, che devono usare l’auto per sopperire al discutibile servizio extraurbano (vedi Trenord ecc.). Così si generano solamente titoli di giornale senza risolvere il problema dell’ inquinamento. Magari diminuire il contributo ma estenderlo. Termino qui altrimenti parte la polemica.

    • Concordo. Almeno l’80% del problema risiede proprio nella sua considerazione. Per quello che può essere la mia analisi il “cortocircuito” della questione nasce dal fatto che sala è il sindaco di Milano perché prende i voti dai milanesi. I quali, come giustamente evidenziato, all’interno della città si spostano molto spesso con i mezzi pubblici e in ogni caso, diciamocelo, anche gli capitasse di andare in giro con una macchina che non potrebbe entrare in area B ( presidiata dalle telecamere lungo il perimetro, ma non all’interno della città) è statisticamente tendente all’improbabile che in assenza di incidenti o multe per sosta vietata qualcuno li fermi per un qualsivoglia controllo. Di conseguenza i milanesi, anche se probabilmente non lo ammetteranno mai nemmeno sotto tortura, tutto sommato sono ben contenti di liberarsi quantomeno in qualche misura dalle “giargiamobili” dei pendolari che quotidianamente invadono la città. Peccato che il sindaco di Milano, ipso facto, sia anche il presidente della provincia. E in questa veste, se davvero vuole essere credibile nel porre tutti questi limiti all’accesso al perimetro urbano, avrebbe tutto il diritto e il dovere di fare la voce grossa con il governo centrale affinché vengano migliorati e non di poco i servizi pubblici per il trasporto da e verso la città e per l’interscambio ai confini della città stessa. E in questo, perlomeno dal mio punto di vista, Sala si è dimostrato veramente troppo al di sotto delle aspettative.

  3. Ma invece perchè non chiudere alla viabilità privata e dare tutto in navette/bus pubbliche gratuite o quasi? Un’altra possibilità sarebbe eliminare i parcheggi dalle zone interessate , lasciando solo alcune zone di carico /scarico. Tu sai che in queste zone non puoi parcheggiare, ecco fatto che elimini il problema.
    Immagino poi che dal divieto siano esclusi anche i mezzi di trasporto per disabili…

    • Vedi discussione qui sotto.. Non mi esprimo su eventuali provvedimenti come la chiusura al traffico di alcune parti della cittá (o addirittura tutta la cittá) e/o l’abolizione dei parcheggi, fino a qualche anno fa sarebbero state misure molto impopolari se non irrealistiche, ma vista la situazione attuale chissá..

  4. Mi unisco ad Alessandro D. : precisate che per Euro 5 si intende DIESEL, i benzina Euro 5 possono continuare a circolare, nella prima parte dell’articolo non è chiara, lo è solo nella seconda.

    Iniziativa ottima ma realizzata pessimamente. I fondi sono troppo pochi, 3 milioni diviso 12.500€ fanno 240 veicoli… di cosa stiamo parlando…?
    La butto lì: investirli nei minibus elettrici per trasformarli in navette GRATUITE dai parcheggi scambiatori privi di accesso metro?

  5. Provvedimento migliorabile, ma almeno qualcosa si muove. Io avrei gradito un incentivo al NLT sull’esempio francese del Leasing Sociale, per portare il canone mensile a 100-150 euro, alla portata di tutti, e soddisfare un maggior numero di utenti. Poi il vero problema di Milano EV a quanto leggo è la mancanza di stalli di ricarica auto, poichè i possessori di box auto sono pochi.

  6. /// con 3 milioni di euro si accontentano veramente pochi milanesi \\\ In effetti mi sembra un altro punto migliorabile, abbassando gli importi concessi ai singoli cittadini si aumenterebbe il numero di beneficiari che possono usufruire degli aiuti.

  7. Per fortuna non devo andare mai a Milano. Ho una euro2 benzina e una euro4 diesel… sono un cattivo inquinatore.
    Se fossi di Milano sarei in crisi… con due mutui, con mia moglie che non lavora dallo scorso anno, con una ristrutturazione da finire… sto guardando ormai non gli euro, ma i centesimi. Non potrei permettermi nemmeno la Dacia con incentivi in questo momento.
    Immagino che comunque qualcuno sarà obbligato ad andare coi mezzi. L’auto d’altra parte non è un diritto.

    • Spero sua moglie trovi lavoro e risolva i suoi problemi. Ma se uno riesce ad avere i 3200 euro c’è da considerare che li recupera in due anni tra bollo, carburante, tagliando (io l’ultimo della termica mi è costato 590 euro) senza dimenticate la spesa per il parcheggio. Insomma sembra un regalo ma se tutto funzionasse bene sarebbe la concessione del diritto alla mobilità per i più indigenti.

      • È una ingiustizia sociale, in quanti hanno fatto sacrifici per pagare la Dacia 10k euro o più?

        Possono mettere navette gratuite, magari elettriche…

  8. Prima che qualcuno voglia fare l’appunto magari in maniera più appuntita 🤭 si dovrebbe far capire nel titolo o quantomeno nel sommario che il provvedimento che entrerà in vigore dal primo ottobre prossimo per quanto riguarda la categoria euro 5 andrà a colpire solamente le vetture alimentate a gasolio e cioè diesel. Per quello che ci è dato di sapere oggi come oggi, le euro 5 a benzina a Milano ci entreranno in scioltezza anche dopo il 2030, anno che ad oggi è il limite ultimo di tutti i divieti previsti. 😉 poi chiaramente chi vivrà vedrà.

      • Onestamente non ho capito. Ricapitoliamo: dal primo ottobre in area B non potranno entrare più le vetture diesel fino alla categoria euro 5. Su questo siamo tutti d’accordo e non credo ci sia nulla da dire. Facevano notare semplicemente come né il titolo né il sommario facciano capire con chiarezza che il provvedimento riguarda solo le vetture diesel di quella categoria. Le vetture a benzina di categoria euro 5 infatti potranno entrare e circolare a Milano ben oltre il primo ottobre 2022 e virgola per quanto è dato di sapere oggi, anche ben oltre il 2030. Immaginando che qualcuno prima o dopo avrebbe tirato fuori la cosa magari accusandoli di essere in malafede, mi sono premurato di farlo io per primo nella maniera più amichevole possibile. Tutto qui.

        • Grazie per i tuoi commenti, riflessioni e suggerimenti Alessandro; io ti dico che non si possono fare titoli troppo lunghi, L’importante e che ci sia scritto tutto e ho messo pari pari tutte le categorie di motori a cui è vietata la circolazione. A volte c’è chi legge il titolo e critica, ma a volte non legge l’articolo. In ogni caso nel somamrio abbiamo specificato diesel

          • -non si possono fare titoli troppo lunghi-

            E ci mancherebbe! Però vanno fatti giusti.

            ” Milano: stop diesel euro 5 dal 1 ottobre. Mega sconto EV: Dacia a 3200 euro”.

            Scommettiamo che ci sta? 😉

          • -In ogni caso nel somamrio abbiamo specificato diesel-

            Letto, e perdonami ma è ancora sbagliato. 🙄🌹

            Per farla molto breve la risposta giusta è che dal primo ottobre 2022 a Milano non potranno entrare più le automobili diesel fino alla classe euro 5 compresa e le automobili a benzina fino alla classe Euro 2 compresa.

            https://www.comune.milano.it/aree-tematiche/mobilita/area-b/area-b-veicoli-che-non-possono-entrare

            Cercare alla sezione autoveicoli per trasporto persone

          • Perdonami Alessandro ma ora non esageriamo. Titolo e sommario hanno una funzione di sintesi e non esplicativa nella sua interessa. Quello che hai scritto tu non ci sta in un sommario dove si devono dare anche altre diverse informazioni. E’ importante e che ci sia scritto tutto nell’articolo e tutto è scritto. Capisco, non è il tuo caso, che in diversi si limitano a leggere distrattamente e non scorrere tutto l’articolo e iniziano a scrivere il commento prima ancora di finire la lettura. E questo non è giusto.

    • Caro amico, non abito più a Milano da in pezzo. ma nel caso giova aver presente che alle ultime elezioni l’alternativa al de cuius era sostanzialmente imbarazzante. E ti prego di credere, nel sacrosanto e dovuto rispetto delle opinioni altrui, che io proprio non sono una persona di simpatie più o meno “sinistre”. L’alternativa a sto giro era imbarazzante.

        • Certo. Quella che va di moda adesso. 🤣
          E che ha consegnato gran parte dei suoi elettori “storici” a sciacquetta nera e al ruspa.

          (Spoiler prima che partano gli strali: per me oggi il più pulito c’ha la rogna. Sono seriamente in imbarazzo su cosa “fare” il 25 settembre. Ma sono anche fermamente convinto che abbiamo la classe politica che ci meritiamo e che abbiamo sapuro esprimere🤦‍♂️)

  9. Ho letto il bando e tecnicamente è scritto malissimo: ci saranno le fila di nonnini con Isee basso e vecchie carrette, le quali magari circolano di rado, che fruiranno dell’incentivo pieno e faranno guidare l’auto da altri. Se avessimo persone capaci, avrebbero vincolato la guida al solo intestatario del veicolo. Vuoi un contributo a carico della collettività? Meritatelo.

  10. A me rottamare le euro 5,auto con meno di 10 anni, non sembra affatto un’ iniziativa lodevole ma un esplicito invito allo spreco e al consumismo. Rinnovi troppo frequenti causano anche un aumento dell’emissione di co2

    • Beavo, finalmente un comnento sensato. Senza contare poi il discutibilissimo effetto a livello sociale ed economico di iniziative come questa. Infine, l’attuale congiuntura evonomica avrebbe dovuto suggerire di posticipare tali iniziative a tempi migliori; ma, tant’è non mi sarei aspettato di meno dalla bella intelligenza dei nostri amministratori.

      • In tutta onestà, io ritengo che queste iniziative siano puro green-washing e penso che gl urbanisti del comune di Milano abbiano le idee poco chiare anche su come si genera l’inquinamento da parte dei mezzi termici, altrimenti eviterebbero la profusione di corsie preferenziali ed il restringimento delle carreggiate con piste ciclabili messe lì alla cavolo (ed io uso la bicicletta) che aumentano solamente gli ingorghi e le emissioni, oltre al pericolo di essere arrotati dalle auto che si affiancano ed invadono la ciclabile.

        E’ un concetto fisico piuttosto ovvio che le auto in coda inquinino per più tempo e, con gli stop and go, esse sono in una curva di minore efficienza rispetto a quando circolano senza intoppi. Sarebbe perciò naturale, in un mondo senza pregiudizi irrazionali contro le automobiii, rimuovere tutti gli elementi che rallentano il traffico, piuttosto che introdurne di nuovi ad ogni pie’ sospinto.

        Altra cosa sono le aree pedonali, come suggeriscono altri, ma pensare di introdurne di ampie in una città piccola come Milano (perché si tratta oggettivamente di un comune piccolo rispetto alle altre città europee di pari importanza) è piuttosto velleitario ed i primi a tuonare non sarebbero i milanesi, ma i pendolari, la cui quota di veicoli elettrici ed ibridi in ingresso a Milano era, stando a dati del 2021, intorno all’1% e parliamo di circa 400.000 vetture con poco più di una persona di media alla guida.

        Non è con i divieti che si cambieranno le cose, va migliorato e favorito il car sharing di auto elettriche / quadricicili elettrici realizzando parcheggi di corrispondenza nelle stazioni ferroviarie e cose del genere. Certo, è meno costoso e di maggior impatto buttare via 3 milioni di euro in incentivi e finire comunque nelle agenzie di stampa.

    • Lorenzo concordo. Per la qualità dell’aria è giusto sostituire l’euro 5, ma questa va esportata non rottamata.

      In alcuni paesi poveri girano con le euro zero, un euro 5 sarebbe un netto miglioramento a livello di Co2.

    • Lorenzo, lo standard Euro 6 è entrato in vigore il 1 settembre 2015.

      Chi aveva un diesel a quell’epoca (e io lo avevo, Fiat Qubo) già a quell’epoca subodorava che presto o tardi Milano…

      Detto questo, una vettura diesel Euro 5 nella migliore delle ipotesi il 1 ottobre avrà compiuto 7 anni. Nè tanti nè pochi, senza dubbio. Però acquistare un diesel, se non è l’unica opzione disponibile come nel caso di molti furgoni, ha senso (e ha SEMPRE avuto senso) solamente se si percorrono minimo minimo 15k km l’anno. Meglio dire 20k almeno.

      Quindi ipotizzando un utilizzo “sensato” del mezzo, possiamo seriamente ipotizzare che il nostro Euro 5 immatricolato il 31 agosto del 2015 oggi come oggi viaggi serenamente attorno ai 150.000 km. Ma non sarebbe bizzarro constatare che ne avesse fatti anche (tanti) più di 200.000.

      Se una persona che sa di dover andare a Milano con una certa frequenza oggi come oggi si trova in mano un diesel euro 5 con meno di 100.000 km sul groppone, semplicemente a suo tempo ha comprato la macchina sbagliata.

      Di qui a dire che “ben gli sta” o che sia doveroso rottamare un mezzo ancora fresco ce ne passa, ma nemmeno si può far finta che quanto sopra non sia una parte reale del discorso.

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