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Compreremo EV cinesi? Sentiamo chi le importa

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La MG Marvel R, Suv elettrico cinese venduto in Italia a 35.250 euro, meno incentivi.

Compreremo EV cinesi? È uno dei temi chiave dell’incontro sul futuro dell’auto, organizzato dalla società di consulenza BIP, con 9 top manager del settore. 

compreremo EV cinesi
La Aiways U5, Suv cinese importato in Italia da Koelliker.

Compreremo EV cinesi? E saranno solo elettriche low-cost?

Quando si parla dell’obbligo di vendere solo auto elettriche in Europa dal 2035, spesso viene evocato il rischio che l’industria del settore cada in mani cinesi. Ma in realtà si sa poco dei piani dell’industria di Pechino e spesso si cade nel grossolano errore di pensare che dalla Cina arriveranno solo auto elettriche di basso prezzo. Mercoledì 15 a Milano ne parleranno due top manager che già da tempo vendono marche cinesi in Italia: Andrea Bartolomeo di MG Motor e Marco Saltalamacchia di Koelliker. Quest’ultimo gruppo importa ben sei brand dal Paese asiatico: Aiways, Wuzheng, Maxus, Seres, Weltmeister e Karma.  Il panel si terrà a Milano dalle 11 alle 13, e affronterà più in generale il processo di trasformazione del mondo dell’auto e della mobilità. Moderatore sarà Mauro Tedeschini di Vaielettrico.it

compreremo EV cinesi
LEADER NELLA RICARICA A CONFRONTO / Ci saranno anche Gianmaria Riccardi di Enel X Way e Paolo Martini di Be Charge (ENI Plenitude).

È uno dei temi del panel organizzato da BIP il 15

Tratteremo di digitalizzazione, connettività, elettrificazione, MaaS e sostenibilità. E lo faremo con importanti attori del mondo dell’auto e delle infrastrutture. Sarà possibile seguirci in diretta streaming previa registrazione a questo link. Ci saranno Andrea Bartolomeo, Country Manager e Vice President di MG Motor ItalyUgo Govigli, Investment Director di AtlantiaPaolo Martini, ad di Be Charge. Ana Paola Reginatto, Global Head e-Mobility di Maserati. Gianmaria Riccardi di Enel X Way. Marco Saltalamacchia, presidente esecutivo del Gruppo KoellikerMarco Santucci, ad di Jaguar Land Rover Italia. Stefano Sordelli, Future Mobility Director di Volkswagen Group Italia. Simone Zuccotti di ENI Plenitude.

— Leggi anche:  gran consulto sul futuro automotive organizzato da BIP.

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43 COMMENTI

  1. interessante questo dibattito, aggiungo che quando importiamo le batterie e queste avranno abbandonato la loro seconda vita come accumulatori di impianti rinnovabili saranno una risorsa, oggi per il 95% dei loro componenti, domani probabilmente al 100%. Il petrolio lo importiamo e si facciamo qualche maglione, ma per il rsto viene filtrato tutto dai nostri polmoni e non ci sono in prospettiva dei miglioramenti. Faccio una richiesta alla redazione: se si consuma il petrolio che viene usato in benzina e diesel per produrre energia elettrica quanto si risparmia in CO2? é chiaro che produrla implica risparmio visto che producono al miglior regime possibile. Questo lo chiedo perchè immagino la risposta al netto dei costi energetici di trasporto e da subito la conversione sembrerebbe più conveniente. Chiaramente non sarei d’accordo e produrrei maggiori rinnovabili arrivando all’esubero per la produzione di idrogeno, ma forse farebbe comprendere quanto i motori endotermici delle vetture siano poco efficienti.

  2. Sono più di quarant’anni che per pigrizia e per il dio denaro, mandiamo a produrre e a smaltire in Cina, e dopo tutto questo tempo ad un tratto ci si sveglia che la Cina sta producendo l’80% di tutti i prodotti a basso costo 🤦🤦
    Se le aziende vengono in Europa o anche in Italia , ben vengano nuovi posti di lavoro.
    E se i produttori europei temono per le vendite possono sempre allineare i prezzi con pari tecnologia 🤷

  3. Per chi è preoccupato delle batterie, varrebbe la pena leggersi l’articolo – non recente ma sufficientemente aggiornato – sugli sviluppi in questo settore molto verticale all’interno della UE+:

    https://www.pv-magazine.com/2022/02/17/europes-gigafactory-boom-in-full-swing-with-another-plant-announcement/

    O almeno studiarsi il cartello di sintesi dei progetti:

    https://16iwyl195vvfgoqu3136p2ly-wpengine.netdna-ssl.com/wp-content/uploads/2022/02/Screenshot-39.png

    Si nota facilmente come i maggiori marchi orientali (CN, SK, JP), tutti con grossi contratti già in essere con l’automotive europeo, si stiano affrettando ad aprire fabbriche dentro la UE per ridurre i tempi/costi/dazi dovuti, al momento, all’importazione dai Paesi di origine.

  4. Non vedo l’ora che in Italia arrivi Xpeng, che produce concentrati di tecnologia a un prezzo accessibile. Speriamo che rimanga tale.

      • Però non ti fa schifo il petrolio Saudita che schiavizza i lavoratori esteri, perseguita i dissidenti e dove non c’è libertà religiosa e di pensiero. Aspetto risposta.

        • Nelle piattaforme petrolifere e nei campi sauditi lavorano migliaia di tecnici occidentali pagati in media 8mila euro al mese. La manodopera di “basso livello prende minimo 2500 euro al mese con contratti internazionali perché altrimenti non li troveresti e non esiste manodopera locale da sfruttare. Informati meglio. Le fake news sono quelle sulle batterie cinesi

          • Pensi un po’ cosa possono permettersi i petrolieri con i miliardi che gli diamo noi

      • Il lavoro forzato esiste tranquillamente anche nel sistema carcerario (privatizzato) statunitense, è gli USA, guardacaso, hanno il tasso di detenzione più alto del mondo.
        Strano che in occidente non se parli eh?

      • I cinesi sono l’ultima speranza affinche’ l’automobile continui ad essere un bene di massa, ben vengano i loro modelli low cost,. I ricchi potranno ancora comprare i modelli europei e americani, deridendo i pezzenti che viaggiano con macchine cinesi dalle stesse prestaziini che costano la meta.

      • Ma secondo lei la concorrenza si fa continuando a produrre e evendere auto termiche solo in Italia, mentre nel resto del mondo stanno passando alle Bev?

  5. Le batterie arrivano dalla Cina. Ma il petrolio? A voi risulta sia italiano? La batteria la compro una volta poi l’energia me la auto produco in Italia (già oggi il 40% e il 100% se mi sveglio e non mi piango addosso) invece il petrolio lo compro lo comprerò sempre e solo all’estero. L’elettrica è la vera difesa dell’economia Italiana. Chi ci vuole lasciare al termico ci vuole schiavo di interessi stranieri.

    • La batteria la butti dopo 4 anni. Inquina e non sai dove e come riciclarla. Per caricarla usi gas, carbone, nucleare ed idroelettrico per il 90% ammesso che trovi la colonnina libera e che ti puoi permettere il costo elevato. Oppure spendi anche 36 mila euro per un impianto fotovoltaico che ti ricarica l’auto in 6 ore. Certo il tuo mondo dei sogni è bello.

      • Tutte le auto elettriche hanno una garanzia di 8 anni sulle batterie. I motori termici di solito 3. Quale buttiamo via prima? Tutto il resto del suo commento ha più o meno la stessa attendibilità.

        • fiat uno di 35 anni con 150k km e ancora va alla grande. Inoltre nella sua vita, oltre a fare un grandioso servizio, ha inquinato meno di una tesla che ancora deve uscire dalla fabbrica.
          Meditate Degli Esposti, meditate!

          • Quindi la sua Punto ha bruciato otto tonnellate di gasolio, quasi dieci volte il suo peso. E in 35 anni di grandioso servizio, ha emesso in atmosfera circa 30 tonnellate di CO2. Una Tesla esce dalla fabbrica avendo emesso 7,6 tonnellate (Fonte: International Council on Clean Transportation https://theicct.org/)

      • Lei non ha capito nulla del mondo elettrico. La colonnina ê un’opzione, non un obbligo. Le auto elettriche si ricaricano anche alla spina di casa, con la 220 Volt monofase che mamma Enel dá a tutti gli italiani. Ed in Italia abbiamo il 40% di produzione di energia rinnovabile. Le batterie del Vostro cellulare durano 4 anni, quelle delle automobili elettriche minimo ne durano oltre 8, che é il minimo garantito. Le ricordoo che le attuali batterie sono al LITIO e non al piombo, che sono da buttare dopo 4 anni. Se desidera fare il troll vada a scrivere sul canale di Greg Garage, lí sarà in buona compagnia.

    • peccato che gran parte dell’ energia elettrica provenga dalla Francia appena dopo il confine ci sono tre centrali nucleari sicuramente molto ecologiche che mandano l’energia elettrica in Italia

      • Circa il 5% dell’energia elettrica è importata dalla Francia. E non perchè a noi manchi. Solo perchè i francesi la vendono in saldo quando le loro centrali nucleari, che non si possono fermare, ne producono in eccesso.

  6. Ben vengano auto cinesi come le NIO o le xPeng, assicuro che dopo esserci saliti e averle guidate per un po’ si cambia completamente parere al riguardo. Le NIO sono semplicemente eccezionali.

  7. Cinesi o meno (e le batterie di byd sembrano molto interessanti) sarebbe ora che arrivassero modelli sui 25000 euro invece che suv o modelli di lusso.
    Spero nella Dolphin o in una versione della Ora Funky Cat più economica della ‘Prima Generazione ‘ (che, se non sbaglio è l’allestimento top, batteria a parte).

  8. Le batterie sono la voce di costo maggiore di una BEV, quindi tutto il mondo acquista batterie cinesi, che risparmiano sui costi di produzione bruciando il carbone, la fonte di energia più inquinante in assoluto. Ogni pacco batterie prodotto in Cina ha già in dote svariate tonnellate di CO2 rilasciate in fase di produzione. L’energia cinese è talmente legata al carbone che una BEV circolante in Cina rilascia tranquillamente 150 g/CO2 per km, un valore superiore alle vetture termiche. Finché il mondo nasconderà la polvere sotto al tappeto lasciando che cinesi e indiani brucino il carbone, nessuna riduzione palpabile di CO2 verrà mai realizzata a livello mondiale

    • Non si tratta di nascondere la polvere sotto il tappeto ma di conoscere il problema a fondo e non in maniera superficiale. Leggi l’estratto di questa ricerca (link alla fine):

      “(figura pag. 5) La produzione di veicoli elettrici richiede più energia e ne produce di più emissioni rispetto alla produzione di un’auto convenzionale a causa delle batterie. ……..D’altra parte, i veicoli elettrici viaggiano più lontano con una determinata quantità di energia e hanno un minor numero di emissioni durante le fasi di produzione del carburante e di utilizzo del veicolo. Nel complesso, i veicoli elettrici in genere nel ciclo di vita hanno emissioni di gas serra molto più basso rispetto a un’auto tipica in Europa, anche assumendo una batteria relativamente alta emissioni di produzione. Un veicolo elettrico medio in Europa produce il 50% in meno gas serra del ciclo di vita durante i primi 150.000 chilometri di guida, sebbene il il beneficio relativo varia dal 28% al 72%, a seconda della produzione locale di energia elettrica.
      Le maggiori emissioni della fase di produzione di un’auto elettrica verrebbero recuperate in 2 anni di guida con l’elettricità di rete rispetto a un veicolo tipico. Questo
      il periodo di recupero delle emissioni non supera i 3 anni anche nei paesi con più alte emissioni di carbonio come in Germania. Quando si confronta con il più efficiente veicolo a combustione interna, una tipica auto elettrica in Europa ne produce il 29% minori emissioni di gas serra.”

      https://theicct.org/sites/default/files/publications/EV-life-cycle-GHG_ICCT-Briefing_09022018_vF.pdf

      • lei che lavoro fa? Ho redatto personalmente degli LCA per l’industria automotive, prima di scrivere a qualcuno che non si conosce che “conosce un argomento in maniera superficiale” bisognerebbe leggere più attentamente il commento, soprattutto se la sua conoscenza dell’argomento è limitata ad incollare link sui forum e nella vita fa tutt’altro. Il problema del carbone cinese è reale, il mio intervento, per chi lo ha compreso, non è contro l’elettrico ma puntualizza sulla questione delle produzioni cinesi. Proprio chi promuove l’elettrico dovrebbe avere a cuore la questione del carbone cinese. La Cina ha appena aumentato la produzione di carbone di oltre 1 MILIONE di tonnellate al giorno per sostenere la sua produzione industriale, e con questi dati tutti i buoni propositi per la riduzione delle emissioni di gas serra vengono vanificati a monte. Tradotto in CO2 emessa, questo aumento di produzione di carbone comporta OGNI GIORNO l’emissione di CO2 pari all’INTERO CICLO VITA di 100 mila veicoli termici – una quota che SI AGGIUNGE a quanto già emesso dalla Cina in precedenza. Per farla breve, serve a poco ridurre le emissioni di un parco veicoli se poi un paese al contempo spinge sempre più le produzioni col carbone e tutto il resto del mondo acquista da loro per abbattere i costi, e questo E’ ESATTAMENTE nascondere la polvere sotto al tappeto e vanifica gran parte del beneficio ambientale della tecnologia BEV. Realtà come Northvolt in Svezia lasciano speranza per il futuro, ma al momento CATL e BYD fanno la parte del leone, e lo fanno grazie ad un apparato interamente sostenuto dal carbone, questo è innegabile

        • Panasonic, Samsung e LG non sono cinesi. E anche Europa e Stati Uniti avrebbero le capacità tecnologiche per riportare in Occidente la peoduzione di batterie. Personalmente credo che lo strumento dei dazi europei sul carbonio potrebbe fare la differenza, non solo per stimolare la produzione europea, ma anche e soprattutto per costringere la Cina ad adottare misure di decarbonizzazione più stringenti. Non crede?

          • si, i dazi per riequilibrare la concorrenza sui prodotti potrebbero essere uno strumento valido anche a mio parere. Va precisato che i cinesi sono stati a dir poco lungimiranti sul business delle batterie, perché si sono portati avanti di decenni su tutta la filiera, mentre l’Europa ha fatto la parte del dinosauro su questa produzione che sarà strategica – probabilmente LA PIU’ strategica a livello mondiale – nei prossimi decenni. Ma, ripeto, sarebbe impensabile basare produzioni così energivore sul carbone da noi, per quello ho parlato di “nascondere la polvere sotto al tappeto”. Saluti!

    • E poi in Cina ci sono gli impianti rinnovabili più grandi al mondo. Ma voi continuate pure a credere che vadano in bicicletta e non possano fare due figli. Così potete bearvi della vostra ignoranza al bar con gli amici ridacchiando alle spella del gestore (gestrice di solito) cinese.
      Avete mai meso il naso fuori dai confini nazionali? No.. la risposta è chiara anche senza rispondere.
      E aggiungo.. CHE NOIA.

      • Il fatto che abbiano gli impianti rinnovabili più grandi del mondo in un paese che comunque è il più inquinante del mondo non li pone certo nella condizione di essere presi a riferimento specialmente da paesi in cui la libertà è la democrazia sebbene imperfetti sono anni luce più avanti.
        Qui si tratta di bilanciare l’ndubbia potenza economica cinese rendendoci conto, come hanno fatto gli USA, che la partita è molto più complessa di quella coi russi. Poi quando molti non comprendono che se non agiamo, ache soffrendo un po, questo potrebbe cambiare le nostre nazioni e farle entrare nei paesi satelli, ma con molta meno libertà. C’è da dire che fino ad ora le democrazie sono sempre state rapide quando i loro elettori lo hanno compreso a cambiare rapidamente l’approccio ai problemi (questo non vale per l’Italia che ha una struttura dello stato al massimo adatta al novecento)

        • Per chiarire: le emissioni pro capite dei cinesi sono le stesse degli europei (circa un terzo degli americani). Qundi non sono più sporchi e più cattivi: sono solo un miliardo e 300 milioni.

          • Più tra i 150 e i 200 milioni di cosiddetti “clandestini interni”, cioè cinesi intenzionalmente non registrati all’anagrafe dai loro stessi genitori, per vari motivi culturali e/o economici (tipicamente nelle province interne meno sviluppate e più agricole, non a ShenZhen, BeiJin, o ShangHai, per capirsi).

            N.B. Quella è una stima fatta dai demografi non-cinesi. Tutti quelli cinesi sostengono al contratio che siano zero.

          • “Più tra i 150 e i 200 milioni di cosiddetti “clandestini interni”, cioè cinesi intenzionalmente non registrati all’anagrafe dai loro stessi genitori, per vari motivi culturali e/o economici”

            Se questa affermazione fosse vera le emissioni pro capite dei cinesi sarebbero quindi ancora più basse dell’europa.

      • Come darti torto. Del resto è più facile mettersi davanti ad una tastiera e proclamare al mondo la propria ignoranza piuttosto che documentarsi su fonti imparziali (se proprio non si vuole, o si può, viaggiare).

  9. Con la pandemia abbiamo “scoperto” che tutto quello che ci serviva con urgenza era prodotto in Cina.
    In 30 anni abbiamo fatto produrre in Cina qualsiasi cosa. Adesso si grida al colonialismo economico nell’unico settore che è bene si sviluppi a livello mondiale con più concorrenza possibile.
    Se non fosse tragico, sarebbe comico.

    • E’ l’effetto Giorgetti: se ti serve subito e ci guadagni anche tu che mi dai l’appalto per camici e mascherine (usa e getta) anche se ci giochiamo la pensione degli italiani va benissimo, soprattutto se gli danno delle stecche da milioni di euro.

      Se invece, mentre l’industria europea si organizza per fare/ricilare batterie di un parco auto già presente importiamo quelle che fra minimo 10-15 anni saranno da riciclare per dipendere sempre meno da gas e carbone installando fotovoltaico e eolico a più non posso: allora diamo il via alla dipendenza dalla Cina.

      Cioè caro Giorgetti svegliati, dalla Cina dipendiamo già per tutto grazie alla vostra politica che di fatto ha convinto l’industria nazionale a continuare a venderci dei dinosauri quando il resto del mondo sta andando verso l’elettrificazione.

      La colpa non è dei cinesi, come non è dei Sauditi dai quali dipendiamo per il petrolio. La colpa la rifilerei ai nostri politici che ancora una volta non hanno saputo trovare una soluzione per gradualmente scollegarci da questi due mondi, il modo c’era ma evidentemente non ingrassava abbastanza qualcuno.

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