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Come vorrò la mia terza elettrica (dopo e-Golf e ID.3)

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Un'immagine vedo-non-vedo della Hyundai Ioniq 5, una della auto più attese in arrivo.
Training Academy Varta

Come vorrò la mia terza auto elettrica. Attualmente guido una VW ID.3, dopo avere posseduto una e-Golf: un’esperienza che mi porta a queste conclusioni.

Come vorrò…non certo che scimmiotti auto tradizionali

Chi non guida un’auto elettrica immagina un’evoluzione che porti i veicoli a batterie ad assomigliare sempre di più a un’auto tradizionale. Immagina (e pretende) che in futuro possa essere ricaricata in pochi minuti (esattamente come una termica). Immagina che in futuro possa percorrere 1000 km prima di dover essere ricaricata. Ma è davvero questa l’evoluzione alla quale dobbiamo puntare?

come vorrò
La BMW iX3, in arrivo anche in Italia in queste prime settimane del 2021.

Proviamo a ribaltare per un momento le prospettive. Immaginare che, per assurdo, scoprissimo che bruciare del carburante in un motore a scoppio è l’alternativa più ecologica ed economica. Se avessimo tutti guidato auto elettriche fino a oggi, probabilmente immagineremmo un futuro in cui poter rifornire di carburante le nostre auto a casa. Probabilmente in questo momento staremmo tutti guidando delle elettriche nell’attesa che l’infrastruttura migliori. Nell’attesa che le società petrolifere arrivino con il carburante nelle nostre abitazioni esattamente come avviene con l’acqua corrente. Ma sappiamo bene che non è questo il metodo più efficiente di distribuzione dei carburanti.

Come vorrò…parto dal software della mia ID.3

Perché allora ci ostiniamo a immaginare delle elettriche a somiglianza delle nostre termiche? Si tratta di tecnologie completamente diverse. E, visto che i produttori adattano i prodotti alle richieste del mercato, il rischio è quello di spingerli i nella direzione sbagliata. L’ultimo aggiornamento software di Volkswagen ID.3 (release 0783) ha introdotto due novità nel software di gestione che mi hanno fatto riflettere.

 

Nulla di incredibile in realtà: nello specifico l’introduzione nel sistema di navigazione dell’auto di una pianificazione non solo del percorso, ma anche delle tappe per la ricarica fast. Altra novità un sistema di programmazione delle ricariche associato al luogo di ricarica. Novità che possono sembrare non particolarmente sensazionali, certo. Ma sono stati per me motivo di riflessione rispetto a quanto il software possa migliorare l’utilizzo dell’auto elettrica. Senza che sia davvero necessaria un’evoluzione tecnica dei powertrain e della tecnologia delle batterie. O senza che questa evoluzione sia necessariamente così grande come possiamo immaginarci.

Elettriche usate come termiche: è così che le vogliamo?

come vorrò

Personalmente non sogno auto con pacco batteria da 200 kWh, ma piuttosto auto con batterie da 50 kWh che pesino la metà e occupino un terzo dello spazio. Non immagino un futuro in cui sarà possibile ricaricare l’auto in pochi minuti. Ma piuttosto uno in cui non dovrò occuparmi di farlo, perché un software intelligente e un’opportuna infrastruttura lo faranno per me. Un futuro in cui la ricarica sarà possibile in qualsiasi parcheggio o forse anche mentre ci spostiamo.

—-  E voi, come vedete il futuro delle elettriche? In che modo ne immaginate e auspicate le evoluzioni?  —-

 


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41 COMMENTI

  1. Forse hai ragione, ma può essere un brutto affare anche comprare endotermico se il sistema dell’elettrico si sviluppa, quanto può costare domani un endotermico anche con un buon euro code? Mi sono posto questa domanda prima di comprare una elettrica che ancora non avevo acquistato non per il costo, comunque incentivato, ma per il rischio tecnologico, lo stesso di cui dovranno soffrire, forse, chi compra oggi un’auto con motore endotermico.

  2. Disse la merla al tordo , sentirai la botta se non sei sordo . L’auto elettrica è entrata in commercio soprattutto per stimolare un mercato vicino alla stasi . Le auto elettriche sono in continua rapida evoluzione e quello che oggi sembra il meglio fra un anno è obsoleto e …a caro prezzo . Il tema CO2 , come dice musk , Eni etc , si risolve catturandola e trasformandola . Il tema risorse è fondamentale e l’elettrico sarà il futuro o forse l’idrogeno ? Il care sharing od il servizio trasporto ipotizzato ci spersonalizzerà completamente diventando sempre più polli da allevamento , cosa già in corso peraltro . È più facile pensare ad un grosso incremento dello Smart working che ad un utilizzo sempre maggiore di auto sempre più costose ! Chi compra elettrico ora , per me fa un brutto affare ..magari fra due o tre anni no !

    • Buon giorno Simone, sono andato sul sito dell’ENI e ho trovato questo documento https://www.youtube.com/watch?v=bekN9vwRRZ8&feature=emb_logo&ab_channel=enivideochannel, per quanto riguarda la cattura per il momento si parla del 0,05% del totale emesso, direi un pò poco, non metto in dubbio che ci siano grossi margini di miglioramento ma allo stato attuale è veramente poco efficace. Parlando invece del riutilizzo, si prevede di produrre policarbonati, che a fine vita potrebbero venir riciclati, e qui mi trova in pieno accordo, oppure impiegata nella produzione di metanolo per la produzione di combustibili. Questa seconda ipotesi, a mio parere, non sarebbe un buon affare perché vorrebbe dire reimmetterla di nuovo in atmosfera senza contare l’apporto di nuova CO2 per la sua conversione in carburante. Sul fatto che chi compra elettrico non fa un buon affare è tutto da vedere se lei intende economico o sanitario, ma mi sembra di aver capito da quello che ho letto in giro che in ambedue i casi non sia come la pensa lei. Se poi lei ritiene che sia tutto un complotto per farci acquistare auto sempre più costose o quant’altro, potrei dire la stessa cosa a riguardo delle minacce, neppure troppo velate, di quello che sostiene Toyota se gli stati continueranno a incentivare l’elettrificazione dei trasporti.

    • Le case automobilistiche non avevano alcun bisogno di cambiare la tecnologia; anzi, per tutte significa rinunciare a lauti guadagni sul termico (che non era affatto vicino alla stasi) investendo cifre spaventose nella conversione all’elettrico. Lei parla di cattura della CO2 ma chi se ne occoupa (senza interessi personali) sa bene che oggi è un miraggio e lo resterà per qualche decennio.https://www.vaielettrico.it/quanto-e-verde-leconomia-verde-armaroli-vs-mariutti/

  3. Una realtà che gia esiste con Tesla model3 ad esempio caricato ieri al supercharger da 35 a 70% in 13 minuti neppure il tempo di bere un caffè, che equivalgono a una guida come con una termica ad almeno 200 chilometri, considerando che l’auto dava una autonomia residua prima della carica di altri 180km, credo che per il 90% degli utenti sia più che sufficiente oggi. Non parliamo poi di prestazioni dove qualsiasi termica media oggi non si avvicina ad una auto elettrica tipo Tesla.

  4. Sarà più facile adattare le nuove auto alle nostre “esigenze” reali, o la nostra mentalità sul modo di intendere la mobilità?
    Abbiamo già una tecologia che permette di spostarsi in maniera più sostenibile, ma abbiamo ancora la mentalità legata al modo e uso del prodotto precedente.
    Una bella rivoluzione “culturale e tecnologica” ci aspetta.

  5. delle colonnine onestamente non ne sento la necessità. E’ vero come ha detto qualcuno, oggi l’auto elettrica non è per tutti, ma se hai un garage e la tua percorrenza è quella media giornaliera degli italiani, basta una presa shuco e la ricarichi di notte.
    Per me poi la soluzione per i viaggi lunghi è il cambio della batteria e mi sorprende che questo blog non ne parli a sufficienza. Teorizzato ed ingegnerizzata dall’israeliana Better Place e, a quanto mi pare, in via di sperimentazione in Cina, il cambio della batteria in viaggio e del suo noleggio già oggi permetterebbe una nuova ricarica in meno di tre minuti. Minor peso a bordo e kmm per kilowattora più vantaggiosi oltre a non far sopportare al consumatore i costi del progresso tecnologico che promette la obsolescenza dei veicoli elettrici in poco tempo. Questo è stato il motivo per il quale ho atteso fino ad ottobre scorso a comprare una Peugeot e208.

    • Ne abbiamo parlato moltissime volte. Il battery swap è una soluzione oggi impraticabile, non per motivi tecmologici, ma economici e progettuali. Infatti Better Place è fallita e Nio in Cina l’adotta solo per le proprie vetture con una piccola rete semi sperimentale di un centinaio di punti di sostituzione legati alle auto con batterie in affitto.

      • Se ne avete parlato non ne ho letto è solo da ottobre che vi seguo. Comunque non credo che sia per motivi tecnologici a me sembra industrialmente più improduttivo portare la corrente random in giro per la città che non approntare un sistema del genere. E’ fallito perchè occorreva che lo adottassero più marche automobilistiche e perchè doveva essere adottato come standard. L’Europa e lo dico da europeista convinto dovrebbe fare qualcosa di più per promuovere tecnologie vantaggiose. Personalmente in un mercato che avesse previsto quella tecnologia ci sarei entrato molto prima. Il rischio tecnologico è quello che mi ha tenuto lontano e che ancor oggi rappresenta il rischi più concreto per chi acquista una elettrica. Infatti ho scelto una Peugeot proprio perchè mi garantisce il valore dell’auto in uscita dal finanziamento. Ma sto constatando che la stessa Peugeot è molto indietro nell’assistenza e nella conoscenza dei venditori.

        • Mi spiego meglio Roberto. La sostituzione rapida delle batterie è tecnicamente possibile. Però implica che le batterie e i sistemi di aggancio, connessione e gestione siano standardizzati. A quel punto i margini per diversificare il prodotto auto, sia come prestazioni sia come carrozzeria, sarebbero quasi nulli. Avemmo auto tutte uguali. In secondo luogo le stazioni di sostituzione sarebbero impianti colossali, dovendo anche stoccare centinaia di batterie da 400-500 kg ciascuna, tutte da mettere contemporaneamente in ricarica. E quanti capitali andrebbero immoilizzati in un magazzino con centinaia di pezzi del valore di molte migliaia di euro ciascuno. Quante se ne dovrebbero creare per disporre di una rete di ricarica sufficientemente capillare? Qusti sono i motivi per i quali è fallito il progetto Better Place e nessuno più pensa di riesumarlo.

          • chiaro che devono essere standardizzati, ma le dimensioni della batteria non inficiano il disegno della carrozzeria, chiaro che se immagino di montare batteria da 100 kwh sarei d’accordo con te, ma se l’obiettivo è quello di fare 250/300 km e poi spendere 3 minuti per cambiare la batteria posso permettermi fare viaggi lunghissimi. Le stazioni non dovrebbero avere una distribuzione capillare perchè comunque nel domicilio o nel posto di lavoro è possibile ricaricare l’auto, dovrebbero invece essere disseminate nei caselli autostradali e forse un paio in centri presso centri commerciali nelle citta. Il grande vantaggio era ed è quello di non essere proprietario della batteria, che stanno avendo grossi sviluppi. Se solo l’Europa 10 anni fa lo avesse adottato come standard oggi ci sarebbe più elettrico circolante, ne sono certo.

  6. Futuro prossimo (3-5 anni): colonnine in tutti i distributori, batterie da 500 km, ricariche in 15 minuti e rabocchi in 5 minuti, prezzi di poco superiore alle ICE di pari prestazioni ma compensato dai minori costi di gestione.
    Verrà tutto così spontaneamente, come si fa a non rendersene conto?

      • Più che sfera magica è semplice deduzione analizzando la situazione attuale ed i trend attuali già in atto. Concordo al 100%, solo mi sembra troppo ottimistico i 3 anni e molto più realistico i 5 anni ma spero di sbagliarmi.

  7. A rischio di andare controcorrente dico la mia. Domanda: come vorro’ la mia PRIMA elettrica? Risposta: con tanti km di autonomia e, se pesa di piu’, meglio, cosi’ e’ piu’ stabile e confortevole sullo sconnesso (provate le Range Rover di una volta con quei catorci di adesso e capirete cosa intendo). Mi baso sulla voglia pressoche’ assente di dover fare attenzione alla carica residua (cosa tanto comune da meritarsi un termine ad hoc, checche’ se ne dica) e il fastidio mai sopito dell’essere passato dai vecchi telfonini che duravano una settimana agli smartphone che mai raggiungono la giornata e se ti scordi di caricarli la notte, il giorno dopo sei spacciato. La tecnologia e’ tante cose, fra le quali la comodita’. Dopo aver seguito il viaggio in Model 3 del redattore di autolettrica101 in Nord Europa (col freddo e’ arrivato a meno di 200km di autonomia col ‘pieno’ di elettroni!) mi sono ancor piu’ convinto di questa mia visione. Se poi ci sono persone che per natura o abitudine non soffrono il panico da autonomia e trovano naturale doversi arrabattare a trovare una colonnina vicina, funzionante e di potenza adeguata, sono felice per loro. La penso in modo diametralmente opposto. Non pretendo assolutamente di avere ragione ne’ di convincere nessuno, anche perche’ la quasi totalita’ dei potenziali consumatori gia’ la pensa piu’ o meno in questo modo: e’ la tecnologia che deve stare al serivizio dell’uomo, non l’uomo a dover servire le macchine. Magari qualche lettura di Gunther Anders, qualora Emanuele Severino fosse eccessivamente complesso, puo’ aiutare a chiarire il punto da una prospettiva piu’ ampia.

    • Proviamo ad accantonare la filosofia. Mi dica invece una sola tecnologia che non presupponga anche un adeguamento dei comportamenti umani. E’ solo questione di rapporto fra vantaggi e svantaggi.

    • Paul Brown, mi sorge il dubbio che lei non abbia letto il mio articolo né visto il mio video, prima di commentare, visto che dico esattamente la stessa cosa: la tecnologia deve essere al servizio della persona. Uso addirittura il termine “schiava” della persona.
      Ma non sarà un’auto pesante e con autonomia superiore alle nostre necessità che ci aiuterà in questo, a mio avviso. Se con l’auto elettrica cerchiamo l’efficienza, non è questa la strada giusta.

      Le faccio un parallelo auto – smartphone visto che lei stesso ha utilizzato questo esempio.
      E’ vero, uno smartphone ha un’autonomia inferiore a quella che era l’autonomia di un vecchio cellulare non smart. Ma, nonostante sia ancora possibile acquistare un telefono non smart, quasi nessuno lo fa. Riconosciamo tutti evidentemente un vantaggio nel possedere e utilizzare uno smartphone. Ora, se di fatto abbiamo la possibilità di ricaricarlo appoggiandolo a una basetta appena in ufficio, a casa o in auto, compiendo esattamente la stessa azione che compieremmo se non lo ricaricassimo (appoggiarlo su una superficie), l’attività di ricaricare il telefono di fatto sparisce. Sparisce anche la durata della ricarica. Diventa per noi ininfluente. Diventa più conveniente avere un telefono con una batteria più piccola, e quindi più leggero.

      Bene, nel momento in cui utilizziamo un’auto elettrica, affinché possiamo dire di aver fatto la scelta giusta, nella stragrande maggioranza delle situazioni d’uso, dobbiamo avere un’auto la cui autonomia raggiunga ma non superi eccessivamente le nostre necessità di mobilità. Dobbiamo aver generato un ecosistema in cui ad esempio per noi i tempi di ricarica sono ininfluenti.
      Personalmente, ante Covid, ho percorso 100.000 km in due anni a bordo di una e-Golf, ricaricando presso le colonnine pubbliche solo una manciata di volte in due anni. Per tanto, nel mio caso, ma che potrebbe essere quello di molti altri (non tutti, ma molti) i tempi di ricarica sono molto molto relativi. Così come la stessa necessità di preoccuparsi di trovare una colonnina pubblica. So perfettamente che in condizioni di temperature estreme l’autonomia di un’elettrica possa anche dimezzarsi. Ma poco importa questo se l’autonomia residua è comunque superiore a quella delle mie necessità. No?

      • Cari Massimo e Paolo, vi ringrazio per i vostri commenti. Condivido appieno il vostro punto di vista. Dico solo che allo stato attuale (dove le ricariche sono un problema per tutti, eccetto, forse, il caso Tesla, che sin dall’inizio ha dato rilevanza a questo aspetto, predisponendo un servizio completo) l’auto elettrica, che a me piace moltissimo (con cognizione di causa) e vorrei comperarla, non fa per me. E manca pochissimo, a occhio 1 o 2 al massimo. Come ho scritto in altro post, devo poter 1) fare 900 km fermandomi al massimo un paio di volte per non piu’ di mezzora l’una; 2) andare sotto zero d’inverno, idealmente 4×4, senza timori; 3) avere una Model 3 internamente paragonabile ad una BMW o Mercedes o spendere la meta’ per una seconda auto. La Model 3 ora e’ l’unica che si avvicina alle caratteristiche di autonomia e integrazione col sistema di rifornimento che richiedo, ma, come indicato in un post precedente (=analisi dettagliata dei difetti interni di quell’auto, mai riportati in nessun’altra prova che abbia mai letto su Tesla.) e’ ancora lontana dal valere quanto costa, anche al netto dell’incentivo statale. La Peugeot 2008 potrebbe andar bene come seconda auto – cosi’ mi tengo quel polmone dell’Audi Q5 (che non sopporto!) per le trasferte a lungo raggio – ma 1) E’ appena uscita e presenta vari problemi ancora da risolvere, 2) Ha autonomia reale di 250 km, che col freddo diventano 150, se va bene, il che, a me, non va bene.

        Tagliando con l’accetta: l’auto dovrebbe avere range >= 300 km nelle condizioni climatiche peggiori possibili, quindi 500 WLTP, grosso modo. Rappresento lo 0% del mercato? Forse, ma non mi pare da quanto leggo. Un sondaggio internazionale recente mi pare sottolinei che l’autonomia sia l’esigenza percepita numero 1 per la maggior parte di chi tentenna. Le considerazioni di Paolo sono condivisibili. La nuova release software di VW va nella giusta direzione (che e’ quella di Tesla). Rilancio: in futuro magari avremo la ricarica mentre viaggiamo e il problema non si porra’. Buon pomeriggio a tutti.

        • Ha centrato il punto, Paul! I sondaggi sottolineano che l’autonomia è l’esigenza p-e-r-c-e-p-i-t-a (e spesso non reale, spesso non sempre) nr. 1 per la maggior parte di chi tentenna, appunto. Non è mai l’esigenza percepita da chi un’elettrica la guida già.
          Lo diciamo sempre, ma vale la pena ribadirlo: un’elettrica a oggi non è per tutti. Ma è per molte più persone di quante oggi la acquistano. Magari non è per lei, se ha queste esigenze di mobilità, mi permetta di dirlo, un po’ estreme. Anche se, laddove c’è il supporto della rete di ricarica fast, un’ID.3 77 kW (550 km WLTP), già oggi, può tranquillamente coprire oltre 900 km con due soste da mezzora o meno. E le alternative premium stanno per arrivare.
          A breve sul mercato VW ID.4 (520 km WLTP), Skoda Enyaq (536 km WLTP). Anche Audi Q4 e-tron e Mercedes EQA avranno probabilmente percorrenze paragonabili. Attenzione sempre anche al rapporto autonomia/ velocità di ricarica. Se in un lungo viaggio (superiore all’autonomia dell’auto) posso caricare molto velocemente, questo vale di più rispetto a poter fare più km.

  8. La vera rivoluzione arriverà nel momento in cui verrà inventato il teletrasporto. Spostamenti istantanei e strade libere.
    Fantascienza? Mah, ultimamente sembra che la tecnologia viaggi più veloce della fantasia. Chissà…..

  9. Io sono d’accordo con voi però a me piace guidare in tutti i sensi. Nel mio paese quando non voglio guidare prendo la bici o esco a piedi. Io voglio sgasare voglio scalare le marce voglio sentire il rombo del motore già la macchina automatica mi sa sui nervi figuriamoci una elettrica acceleri e cammini nenche ai videogiochi ci giocavo se non era in manuale. Per il momento diffido e resto con la mia auto GPL poi si vedrà 😊

  10. Ognuno ha le sue esigenze quindi ci saranno offerte diversificate per me che lavoro a casa basta una macchina con autonomia limitata da caricare nel box di giorno col fotovoltaico che ho sul tetto di casa. della guida autonoma non ne voglio neanche sentir parlare la macchina la guido io perché mi piace e non mi fido di altri figurati di un mucchio di processori che possono sbagliare rompersi e costano. Mi piace la batteria modulare meglio ancora visto il progresso che possa cambiarla come fa NIO

  11. Come vediamo il futuro.
    Be dipende fra quanti anni.
    Sicuramente all’inizio batterie che si caricano più velocemente ma non eccessivamente grandi.
    Altrimenti la zavorra te la porti a presso sempre.
    Almeno che non fai come la Mio e sostituisci le batterie al bisogno.
    Più avanti, x le tratte lunghe treni iperveloci e x lo spostamento in città robot taxi
    A quel punto l’auto privata non sarà più necessaria…

  12. E perchè dovresti cambiare l’auto se ce l’hai gia elettrica? Fattela durare altri vent’anni e ne frattempo pensa ad altro.

    • Esattamente. Renault combatte… o perlomeno annuncia di voler combattere l’obsolescenza e noi, niente, andiamo avanti con bisogni infiniti in un mondo sempre più finito… La id3 è appena stata acquistata e già si pensa alla prossima…

      • Io posso anche non cambiarla a breve la mia auto, ma le persone acquistano nuove auto tutti i giorni. Il mio non è un discorso personale, legato alla mia situazione, ma un discorso più generico, che riguarda quelle che potrebbero essere le evoluzioni dell’auto elettrica.

  13. Io sogno di non possedere più auto. Bici, tricicli, quadricicli leggeri per la quotidianità e per gli spostamenti a medio-lungo raggio, treni. Le nostre città sono piene di auto, non sappiamo più dove metterle… basta!

    • Anche questo è vero, ma difficile da realizzare. Sono un libero professionista ed è difficile immaginare come dovrò muovermi nella giornata. Immagino però che in futuro avremo più mezzi di locomozione e che quello grande posso essere chiamato se necessario. Più che la guida autonoma credo che questa funzione sarebbe l’elemento più interessante, guidare una elettrica è puro godimento e non si comprende perchè privarsene; si libererebbe di molto le strade e sarebbe stupendo per le nostre città.

      • Buona sera Roberto, proprio perché sei un libero professionista (a meno che il tuo mezzo di trasporto non sia un furgone) in un futuro, non so quanto lontano, tramite un’App gestita dal tuo smartphone faresti in modo che un’auto a guida autonoma ti venga a prendere sotto casa e ti porti dove necessario, durante il tragitto potresti continuare a lavorare comodamente senza dover far attenzione alla strada e una volta raggiunto il cliente, la stazione dei treni o l’aeroporto l’auto, in modo del tutto autonomo, vada e cercarsi una colonnina per ricaricarsi e successivamente ti verrà a riprendere una volta finito con il cliente. Visto che ami guidare, per il tempo libero acquisterai o noleggerai l’auto dei tuoi sogni solo per quello. Questo è il mio concetto di mobilità per l’ultimo miglio del futuro.

  14. Il problema è che chi ragiona a benzina non riesce a capirlo e continuano a dire che non si puo usare una macchina che ha bisogno piu di un’ora per ricaricarsi ogni 300km. Non riescono a distingure il dato tecnico dall’utilizzo reale. Come lo si fa capire ad una persona che da 50 anni è abituata a fermarsi ad un distributore che nella realtà dei fatti con una elettrica non perdi nemmeno piu i 5 minuti per fermarti a fare rifornimento? … certo vero … per ora parliamo di chi ha un box o un parcheggio privato … anche se ormai lo sviluppo è esponenziale e i problemi si riducono di anno in anno

    • Molti non distingueranno dato tecnico dall’utilizzo reale; il problema è che però il reale tuo (o mio) potrebbe non essere assolutamente lo stesso reale di altri utenti. A volte pare che ce ne dimentichiamo tutti e ci limitiamo a ragionare per noi. Ci sta chi deve fare in tempi ridotti 4/500km in un’unica soluzione e al momento non ha un’elettrica a prezzi umani da prendere. Sarà un caso limite, ma c’è.
      Fortuna comunque che qui la premessa del “valutate l’auto in base ai vostri usi” viene fatta sempre

    • Il futuro dell’auto secondo me sarà legato al non possesso, ma all’acquisto di un servizio. Oggi si spinge sul noleggio a lungo termine, ma sarebbe molto meglio noleggiare un servizio personalizzato anziché un prodotto. Io ho bisogno di spostarmi, ma non ho necessariamente bisogno di un automobile. Se continuo a pensare all’auto come ad un bene esclusivo i costi continueranno ad essere alti.

  15. Giusto per curiosità, il cambio di auto è fatto per? Kilometraggio elevatissimo delle precedenti? O semplice voglia?

  16. batteria che dura 3 milioni di km ,400 km di autonomia reali e 10 minuti di ricarica ..
    sembra che la batteria è stata già inventata

    a parte gli scherzi
    io spero in batterie standard prodotte anche in aftermarket

    upgradare la batteria ,
    4 ammortizzatori non deve essere costoso come oggi
    in pratica la strategia renault

    riguardo l’infotainement , meglio che stia nel mio smartphone
    spero in un evoluzione di android auto Bluetooth 4.0

    • Sono assolutamente d’accordo deve esserci una maggior integrazione con lo smartphone e le auto dovrebbero essere vendute senza batterie e creare una infrastruttura che le modifichi in poco tempo come teorizzato ed ingegnerizzato da “Better Place” e che questo divenisse standard in Europa per cominciare.
      Anche dal punto di vista del design potranno cambiare parecchio con la riduzione dei motori si riuscirebbe ad aggiungere confort e stoccaggio rimanendo nella stessa classe d’auto

  17. Infatti il futuro doveva essere idrogeno, Michael Mayer con 5 litri di acqua percorreva 250km, produceva idrogeno all’istante senza accumulo, quindi sicurissimo, purtroppo il denaro rovina tutto…

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