Come ricarico in autostrada? Con quali tessere?

Come ricarico in autostrada? Con quali tessere? Maria guida una Renault Zoe  e ha un problema che la assilla da un po’ di tempo, per i viaggi lunghi. Vaielettrico risponde. Ricordiamo che le vostre mail vanno inviate a info@vaielettrico.it

punto interrogativoCome ricarico in autostrada? Maria pensa a qualche viaggio lungo con la sua Zoe…

“Sono proprietaria di una Renault Zoe. Desideravo che qualcuno mi riuscisse a risolvere il problema che mi assilla da un po’ di tempo. Facciamo che io decidessi di affrontare un lungo viaggio in autostrada. 

Tramite le varie app in mio possesso, riesco a capire dove fermarmi per la ricarica, ma quali tessere devo avere per poter pagare e ricaricare? Io per adesso ho solo tessere Enel X e Eni on the road. Desidero con tutto il cuore che qualcuno riesca a risolvere questo problema. GrazieMaria Di Giorgio

come ricarico in autostrada
Una ricarica in A22, l’austrostrada Modena-Brennero.

E più facile di quel che si pensi: può farlo con le sue tessere o, in alcuni tratti, col bancomat o la carta

Risposta. Dipende da quale autostrada, ma in genere non ci sono particolari problemi. Nella rete di Autostrade per l’Italia (ASPI), che comprende i tratti maggiori (A1 Milano-Napoli, A-14 Bologna-Taranto, A4 Torino-Venezia…) le ricariche sono gestite da Free to X. E le tessere e app di Enel X e Eni Plenitude sono accettate, con le istruzioni nello  schermo della colonnina. Con la tessera è un attimo, basta strisciare e selezionare il numero della ricarica.

Nella A22 Modena-Brennero, invece, si può pagare anche con bancomat o carta di credito, in una piccola postazione accanto alla colonnina. E i prezzi sono molto competitivi: si va da 0,33 euro al kWh per le AC, 0,38 per le fast fino a 50 kW (l’ideale per la Zoe) e 0,43 per le ultra-rapide da 150 kW.

In genere, comunque, ogni gestore autostradale sul proprio sito indica in quali stazioni di servizio si può ricaricare e come attivare l’operazione.

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Visualizza commenti (8)
  1. Cara Maria, guido anch’io una Zoe da ormai tre anni, e mi permetto di darti qualche consiglio.

    1) Hai una Zoe dotata di caricatore DC, vero? Lo chiedo perché Renault vendeva anche modelli di Zoe sprovvisti di tale caricatore. Se sotto allo sportellino che copre la presa rotonda di ricarica in AC hai anche un ulteriore piccolo sportellino che copre una presa a forma di 8 sdraiato, puoi ricaricare alle colonnine HPC tipiche delle autostrade (marca FreeToX) e delle immediate vicinanze di moltissimi caselli (più marche: Tesla, Ionity, Electra, Electrip, e altre).

    2) Attenzione però che la ricarica in DC della Zoe è una sofferenza, nel senso che, contrariamente alle auto più recenti, avviene molto più lentamente, addirittura estremamente più lentamente se si prova a ricaricare in DC partendo con batteria sopra al 40-50%. Da qui quindi il consiglio di pianificare la ricarica in DC partendo da un livello di batteria sotto al 20% o addirittura sotto al 10%, e di ricaricare solo lo stretto necessario per completare il viaggio o comunque mai oltre il 70% di carica, perché da quel punto la ricarica procede a passo addirittura più lento che ad una colonnina AC — dove la Zoe, potendo ricaricare a 22 kW, ha un vantaggio enorme sulla stragrande maggioranza delle altre auto elettriche, che ricaricano al massimo a 11 kW.

    3) Questo vantaggio della Zoe di ricaricare in AC a 22 kW permette di impostare una seconda strategia per i viaggi, strategia che io ho sfruttato spesso: se la destinazione del viaggio è entro 250-300 km, potrebbe essere più conveniente viaggiare a “solo” 110-115 km/h (personalmente è la mia velocità di crociera da sempre, per inciso) e accettare di arrivare a destinazione anche molto scarichi per poi ricaricare l’auto ad una comune colonnina AC mentre si visita il posto, con un risparmio economico rispetto alle HPC di almeno il 30-40% (a seconda di dove ricarichi e con quale fornitore).
    Io, come detto, l’ho fatto spesso e l’ho fatto giusto anche a Pasquetta: partito con il 100% di batteria, sono arrivato a Riva del Garda con il 30% e, prima di andare a pranzo, ho messo l’auto in ricarica ad una colonnina AC, ritirando poi l’auto con tutta calma dopo un paio d’ore e avendo ricaricato 34,9 kWh per meno di 21 €. ☺️

    4) Per le colonnine di FreeToX è vero che vanno benissimo le app o card di Enel X o Plenitude, ma il costo di 0,90 €/kWh è un insulto all’intelligenza. Per un uso molto saltuario può essere sopportabile, ma volendo ci sono alternative per spendere meno.
    Ad esempio, fino al 31 maggio va benissimo Plenitude, che offre una tariffa promozionale di 0,65 €/kWh. Dopo il 31 maggio, qualora Plenitude non rinnovasse l’offerta, potrai cercare qualche fornitore alternativo consultando l’app TariffEV (gratuita per questo servizio) e scegliendo uno di quelli elencati.

    Sperando di esserti stato utile, non mi resta che augurarti buoni viaggi!

  2. Raffaele Di Donato

    Il problema, secondo me, è che nessuna di queste app (nemmeno ABRP) riesce a pianificare un viaggio con ricariche solo autostradali. Ogni app che ho utilizzato calcola sempre delle colonnine al di fuori dell’autostrada mentre nella maggior parte dei casi è comodo non uscire (anche se si paga un po’ di più). Che ci vuole a mettere nelle app la preferenza:” ricarica in autogrill” ove possibile naturalmente?!

  3. Capisco molto bene lo smarrimento di Maria. Ma questo dipende dalla STUPIDITA’ dei gestiori delle colonnine che non vogliono capire che la distribuzione dell’energia elettrica per le auto BEV va fatta alla stessa maniera di come avviene la distribuzione dei carburanti da molti anni.
    Certamente nessun automobilista di un’auto termica non ha nessun problema a viaggiare (tutti i giorni o anche molto saltuariamente); essi non programmano il rifornimanto, si avviano tranguilli anche con il sebatoio semivuoto e si fermano al primo distributore che incontrano ; e senza abbonamenti, senza tessere, senza APP e perfino senza bancomat o carta di credito si riforniscono finanche inserendo banconote in un lettore.
    Quelli delle BEV invece devono avere un abbonamento (a meno di non pagare il
    kW il doppio degli altri) e se ricaricano normalmente a casa e quindi fanno solo saltuaraiamente un viaggio lungo in autostrada, devono scaricarsi una o più app, imparare ad usarle, oppure procurarsi una o più tessere cercando anche di capire quelle che sono accettate da più fornitori, poi deveono verificare prima del viaggio dove si rifornranno e se le tessere disponibili sono adatte; e solo eccezionalmente potrebbero travare un qualche colonnina che accetta almeno Bancomat eocarta di credito.
    Cara Maria, questo portroppo sono riusciti ad inventare i fornitori di kW che insistono in un sistema di distribuzione che colpisce fortemente loro stessi e che serve solo a sconsigliare a chiunque il passaggio all’elettrico.
    Ho scritto ai principali fornitori di kW per spiegar loro cosa vorrebbero i clienti e come potrembbere ottenere una rapida crescita delle BEV, e ho scritto anche a MOTUS-E (l’associazione a cui i fornitori appartengono) e NESSUNO mi ha risposto.
    Tanti anni fa ricordo che si usava dire in questi casi: CIUCCI E PRESUNTUOSI!

    1. Daniele Sacilotto

      Dimentichi una cosa Franco. Che noi possessori di BEV prima ancora di scaricare un’app dobbiamo avere una carta di credito. Perché mica tutti ce l’hanno.

      1. Non dico che hai torto.
        Ma ti rendi conto che ai distributori di carburanti TUTTI, anche quelli che NON HANNO una carta di credito, possono rifornirsi utilizzando delle normali banconote?
        Quando quei testoni dei gestori di colonnine lo capiranno? Quando si renderanno conto che se facilitassero (e ho spiegato come) il rifornimento farebbero crescere enormemente la vendita dellle BEV? Possibile che non capiscono che sono il maggiior freno alla crescita dell’elettrificazione colpendo quindi anche loro stessi?
        A che servono 66mila colonnine se non sono accessibili FACILMENTE a TUTTI?
        Se i meccanismi pazzeschi e complicati che hanno inventato i fornitori di kW fossero LOGICI, dovremmo vedere che quel modo di vendere kW si propagasse anche ai distributori di carburante.
        Ma questo ovviaamente per la fortuna dei NOBEV non avviene, e se avvenisse sono sicuro che ci sarebbe una RIVOLUZIONE.
        Ti prego Daniele, sii logico e non cercare un modo per scusare il comportamento dei fornitori di kW.
        Si danno solo la zappa sui piedi facendosi una stupida concorrenza ma fondamentalmente frenando il mercato!

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