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Colonnine inattive a Torino e Roma, che succede?

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colonnine delirio
Torino, via Correggio: ricarica Be Charge installata da almeno un anno, ma mai attivata.
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Colonnine inattive a Torino e Roma, che cosa  succede? I lettori continuano a segnalare guasti mai riparati o mancate attivazioni da un anno e più. Vaielettrico risponde. Ricordiamo che i vostri questi vanno inviati a info@vaielettrico.it

punto interrogativo

Colonnine inattive a Torino e Roma: mai accese o spente e non ripristinate…

“Volevo segnalare l’ennesima colonnina Be Charge presente da un anno ed ancora non attivata…..È inutile poi parlare di ritardi, di crisi dell’elettrico, quando le case fornitrici (ad alto prezzo) non attivano nemmeno le loro colonnine….La ricarica in questione è in via Correggio, a Torino. E le strisce gialle al suolo riservate per la ricarica si stanno già decolorando. Federico Fava

“Faccio presente che a Roma la colonnina di ricarica Be Charge sita a piazza del Tempio di Diana, prima attiva, da alcuni mesi è stata disattivata. Per quello che dicono essere un problema amministrativo. Per caso voi avete notizie più precise?. Mario Pagnoni

Colonnine inattive a Torino e Roma
Un’altra immagine della ricarica di via Correggio, a Torino.

Le ricariche spente, un male tutto italiano

Risposta. Siamo alle solite. Tra problemi amministrativi, ritardi di attivazione e guasti che non vengono tempestivamente riparati, il numero delle colonnine inservibili resta inspiegabilmente alto.
Una situazione tutta italiana, dato che dai siti dei principali Paesi europei, che teniamo costantemente monitorati, non traspare nulla che faccia pensare a problemi del genere. Torino e Roma, poi, sono due città con le segnalazioni più numerose: non possiamo trarne un dato statistico, ma di certo qualche problema c’è.
Qualche giorno fa abbiamo accolto con soddisfazione il report di Motus-E con la notizia che i punti di ricarica  pubblici in Italia hanno superato quota 50 mila. Di questi 932 sono in autostrada. Non male, per un Paese con una flotta di auto elettriche ancora modesta.
Ma se poi il 18% di tutte le stazioni risulta inattivo (per ragioni varie), come certifica il report, la soddisfazione si trasforma in avvilimento. Per chi vorrebbe servirsene e anche, immaginiamo, per chi ha speso soldi per installarle e non può avere ritorni dall’investimento.
– Il terribile equivoco dietro alla variabilità dei costi di ricarica: guarda il NUOVO VIDEO di Paolo Mariano

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20 COMMENTI

  1. Personalmente non utilizzo quasi mai le colonnine, per ovvi motivi di convenienza economica oltre che per i frequenti guasti, se avessi dovuto affidarmi a loro per circolare avrei venduto l’auto al 100%, quindi non capisco chi va avanti con la ricarica pubblica, anche con gli abbonamenti paga il rifornimento come un normale diesel. Tra l’altro ho notato che se non si segnala il guasto gli operatori non la riparano, ciò mi sembra assurdo che non abbiano un modo per monitorarle da remoto. Una colonnina Quick EnelX è stata fuori uso per 6 mesi, un giorno mi sono deciso di segnalarlo tramite app. Dopo 2 giorni era di nuovo attiva…

    • Eccomi, io utilizzo solo ricariche pubbliche, vivo in centro città e ne ho quante ne voglio di vari gestori per cui con un po’ di flessibilità utilizzo quelle del gestore che costa meno, così come farei con i distributori (se ho fretta uso quello più comodo, se non ho fretta uso quello più conveniente). Perché dovrei comprare una diesel, anche a parità di costi di rifornimenti? Non mi viene in mente una buona ragione visto che avrei una tecnologia più complessa e che necessita di maggiore manutenzione, assolutamente sprecata per l’ uso in città e pochi viaggi a lungo raggio, che necessita di controlli sulle emissioni e potenzialmente bannabile nei prossimi anni se i livelli di inquinamento non scenderanno, e viste le scelte scellerate di molti non scenderanno velocemente come dovrebbero.
      Inoltre sulle ricariche ci sono abbonamenti, offerte e opportunità che sui carburanti non è possibile neppure lontanamente avere (ad l’ offerta A2A prevede sostanziosi sconti se fai contratto domestico con loro) e in futuro potrei anche trovare un box o posto auto con wallbox, mai troverò un box con la pompa del diesel…

    • anche io uso solo colonnine. spendo in media 0.35 € a kwH quini la metà del diesel, e per il momento problemi non ne ho mai avuti, organizzandomi un minimo. Una infrastruttura di ricarica pubblica capillare ed efficiente è fondamentale per la diffusione delle BEV perchè il box non ce l’hanno tutti e purtroppo in non tutti i box si può caricare

  2. BeCharge, che brutta inversione di tendenza, da innovatori a strozzagente, io ancora non riesco a capire quanto mi costerebbe un kW alle loro prese. per quello che mi riguarda possono anche fallire, se mai avrò bisogno di qualcosa di più grande della mia Twingo che ora carico solo a casa, andrò sicuramente su una Tesla usata, almeno li sono sicuro che i SuperCharger hanno un prezzo competitivo.

  3. Sei colonnine FreetoX tre a Villoresi Ovest tre a Est. Autostrada A8. Installate da luglio ancora inattive. Diverse mail inviate zero risposte a parte una in cui mi annunciavano l attivazione ad agosto.

    • Non mi ricordo se a Villoresi Ovest o Est (direzione Varese) l’unica colonnina funzionante è la vecchia Enel-X da 50 KW. E’ stata disattivata la ricarica gratuita vicino all’autogrill da un anno circa.

  4. Una colonnina in controtendenza inceve qui a Roma. Di fronte al municipio IX tre anni fa anno installato una colonnina becharge 22kW, ha funzionato per due anni poi a metà 2022 è andata fuori servizio ed addirittura tolta dalla app. Un mese fa è tornata attiva ed è riapparsa sulla app. Misteri dell’Italia elettrica!

  5. vanno installate, penso con fondi PNRR,
    tocca installarle, tanto sono fondi europei…

    poi…metti che non vengono attivate,
    metti che la mobilità elettrica non si diffonde,
    potrai sempre dire
    “eh, vedi, io installo le colonnine ma gli italiani non vogliono la mobilità elettrica, e siccome ne installo tante e in pochi le usano allora devo alzare i prezzi della ricarica…”

    quanti piccioni con una fava? 3, 4, 5?

    perdonate il sottile complottismo

    • Mi vengono in mente i piccioni che, sul lampione, in una pubblicità…assistono ad una retromarcia un po’ maldestra…e…se la ridono…

  6. Anche questa , la possiamo mettere nelle guerre perse.

    È un anno che mi sono accanito con una colonnina da 22Kw ( L’unica !! ) nel paese nativo di mio padre, di proprietà di Becharge .

    Ho inviato numerose mail e telefonate al Call center di Becharge, almeno per avere una previsione di attivazione, non sanno neanche di che cosa parli, lasciamo perdere !!!

    • Come ha risposto la redazione riprendendo il rapporto di Motus-E, risultano non funzionanti circa il 18% delle 50.000 colonnine installate, quindi circa 9.000.
      Utilizzabili sono quindi circa 41.000.

  7. Lo sappiamo che gli unici ad avere una affidabilità al massimo sono i Supercharger Tesla. Mai visto, in 5 anni di giri, uno fuori uso. Poi si sa tutto dal computer di bordo che dà l’occupazione da remoto e anche eventuali tempi di attesa.

    l’Italia ha un record di colonnine per ogni EV. Ma vedo soprattutto una buona notizia per i turisti stranieri quando vengono qua. Almeno loro traendo un vantaggio della struttura se gli italiani non lo fanno. Dunque un bel vantaggio per promuovere il turismo straniero.

      • l’impressione è quella che abbiano fatto cartello per una delirante politica pro ICE… a pensar male si fa peccato ma….

    • Credo, più semplicemente, che si tratti di semplice lassismo da mancati controlli. Se manchi il risultato nel tuo lavoro e a seguito di questo arriva il tuo superiore con il forcone e te lo pianta nel deretano, la volta successiva ti dai da fare per completare il tuo lavoro, vale per le Pubbliche Amministrazioni come per le società private elettriche. Ricordatevi (per i più vecchi di noi) come FUNZIONAVA ALLA GRANDE LA MACCHINA BUROCRATICA durante il periodo di Mani Pulite.
      Qualche volta rimpiango quei tempi…

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