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Colonnine inaccessibili: altri casi, da Genova a Caorle

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La colonnina Enel X di piazza Matteotti, a Genova. Foto: ChargeMap.

Colonnine inaccessibili, perché piazzate in zone a traffico limitato, se non addirittura chiuse al traffico: altre due segnalazioni. Vaielettrico risponde. 

Webinar Vaielettrico

Colonnine inaccessibiliColonnine inaccessibili (1): la ricarica per la mia 500e c’era, ma dentro la ZTL…

“Sono un soddisfatto possessore di una 500 full eletric. Scrivo per segnalare un episodio a mio avviso sconcertante e, con l’occasione per avere chiarimenti circa l’uso di in veicolo elettrico nelle zone ZTL. In visita a Genova, e avendo necessità di effettuare una ricarica, ho utilizzato la colonnina di ricarica situata in piazza Matteotti, zona ZTL. Non essendo residente a Genova e quindi non conoscendo le regole vigenti, la logica mi faceva pensare che dove c’è una colonnina di ricarica deve essere possibile accedervi. Senza incorrere in sanzioni. Evidentemente la logica del comune di Genova è diversa poichè mi è stata comminata una sanzione di € 73,60 per violazione divieto di circolazione in zona ZTL- Per evitare aggravi della sanzione ho pagato la multa con molto amaro in bocca“. Luigi Barbieri

colonnine inaccessibiliColonnine inaccessibili (2) Nell’area di ricarica avevano piazzato uno stand gastronomico…

Seguo le vostre rubriche, come “Vaielettrico risponde“, e questa volta sono io ad avere un quesito per un evento di qualche sera fa. Sono arrivato a Caorle (VE) verso ora di cena, portandomi verso l’unica colonnina Enel X disponibile in zona, all’interno di un parcheggio. Secondo l’app Way-JuicePass, era tutta disponibile. Arrivato sul posto, scopro che il parcheggio è interdetto ai veicoli: si sta svolgendo una manifestazione culinaria di alcuni giorni e l’area è stata resa solo pedonale. In uno dei due posti dedicati alla ricarica era addirittura posizionato uno degli stand gastronomici della manifestazione. Ho segnalato la cosa ad EnelX e al Comune di Caorle. Quali altre possibilità di tutela ci sono in questi casi? Ero sul posto con una Model 3 LR, batteria al 26%: per rientrare mi era sufficiente un 15%, ma avrei preferito ricaricare sul posto e non arrivare “in riserva”. Enrico

colonnine inaccessibiliPoco rispetto per chi ha l’auto elettrica

Risposta. Non basta installare migliaia di colonnine, se poi per buona parte sono non funzionanti o di fatto inaccessibili. I Comuni più virtuosi garantiscono alle auto elettriche l’accesso alle ZTL, ma ognuno lo fa secondo procedure diverse, con complicati meccanismi di registrazione. Sarebbe così difficile creare una banca-dati con le targhe delle EV italiane, in modo che le telecamere poste in entrata alle Zone Traffico Limitato le “riconoscano”? Quanto al caso di Caorle segnalato da Enrico, succede molto spesso che le piazzole di ricarica vengano adibite ad altri usi, con la benedizione dei Comuni. Avete mai visto qualcosa del genere nelle aree dei distributori di carburante? No, purtroppo l’auto elettrica viene ancora considerata un bene superfluo, un capriccio da non tutelare. E le aree di ricarica spesso sono usate da mezzi a benzina come parcheggio, senza che nessuno intervenga.

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16 COMMENTI

  1. Sarà perche sono genovese, ma la critica fatta mi sembra del tutto pretestuosa, a poche centinaia di metri di distanza delle colonnine incriminate se ne trovano molte altre in zone accessibili: Carignano, Piccapietra, porto Antico, Sottoripa…. Tutte alla distanza max di 5 minuti a piedi dalla ZTL dove è stata presa la multa, la proposta di creare un database condiviso delle targhe di macchine elettriche sarebbe bello ma come la mettiamo con Privacy e GDPR?
    Ciao
    Filippo

  2. 1. quella delle ZTL è una mancanza di volontà delle amministrazioni. Non tutte vogliono l’accesso di ulteriori auto nella loro ZTL, elettriche o non. Il costo di interrogazione alla banca dati sarebbe irrisorio, una sola multa è sufficiente a ripagare il costo delle interrogazioni di un intero anno

    2. certo che ho visto distributori d’auto chiusi al traffico. Quando chiudono una via per una manifestazione, i distributori che sono su quella via non sono accessibili e restano chiusi. L’osservazione da fare è un’altra: i distributori di carburante in città si trovano solo su vie molto trafficate e larghe che raramente sono coinvolte in chiusure dovute a manifestazioni. Diversamente le colonnine si trovano dappertutto e quando sono nel centro possono essere coinvolte nella chiusura. Dopotutto mi sembrerebbe abbastanza irragionevole di questi tempi rinunciare a fare eventi in piazza perché un automobilista non può permettersi di andare alla colonnina successiva: abbiamo o non abbiamo in Italia 11.333 location che ospitano 14.311 infrastrutture per un totale di 27.857 punti di ricarica? E allora, via con un’altra location.

    Piuttosto, giusto pretendere che una location non più accessibile sia segnalata: il comune deve prontamente informare il gestore della colonnina che a sua volta deve aggiornare la mappa online per renderla non disponibile. Ma questo è uno step che io renderei obbligatorio per comuni e regioni insieme con l’obbligo di segnalare almeno su openstreetmap chiusure, incidenti e tutte le modifiche alla viabilità.

    • Obbligo di segnalare ? su Openstreetmap ? I comuni ?
      L’impiegato con lo sguardo perso ti domanda che stai a dì. è già tanto se parte un pc la dentro.

    • Un paese civile NON LASCIA la regolamentazione alla mercè dei comuni.
      Ma siccome il nostro paese è molto più vicino al Rinascimanto dove tutti erano contro tutti piuttosto che all’impero romano , la legislazione è plasmata opportunamento. In questo paese tutti sono autorizzati a creare normative, avulse dalla convergenza per il bene dei cittadini (che è quello che unaùo stato dovrebbe perseguire ). Invece siamo presi in mezzo a continui continui conflitti di competenza e magari pareri inutili. Sfortunatamente questo è una caratteristica non solo di questo specifico problema ma generalizzata , siccome suppongo che la maggioranza dei lettori viva in Italia da anni, possibile che non se ne renda conto. E’ tempo perso credere che questi problemi vengano risolti e che non ne spuntino di nuovi 🙁

  3. Io penso che il comune potrebbe mettere un numero di telefono ( anche dei vigili ) solo x chi arriva da fuori comune telefona dando il numero di targa , la marca e l’intestatario e dicendo che è elettrica così può entrare in ZTL subito e sarà poi cura dei dipendenti comunali/ vigili ( dato che non è un grande stress ) controllare se l’auto è veramente elettrica o no e poi faranno la multa successivamente , ma purtroppo manca la voglia di far funzionare bene la COSA pubblica e questo è il problema dell’ITALIA.

    • Ma esiste un Pubblico registro automobilisti in Italia , mi pare di si e allora perchè bisogna sempre rompere le scatole ai cittadini , (meglio definirli sudditi ). A già qui abbiamo il vanto che da pochi mesi le anagrafe fanno capo ad unico database nazionale , ma per il resto non ci resta che piangere ..

  4. ZTL: il problema essenzialmente è questo: l’interrogazione della banca dati della protezione civile ha un costo, per cui i varchi ZTL credo interroghino solo un database del Comune dove vengono inseriti tutti quelli che hanno inoltrato la richiesta di permesso.
    Basterebbe che la motorizzazione civile non applicasse un costo ad ogni interrogazione (per verificare se il mezzo è elettrico) oppure venisse realizzata una banca dati con tutti quelli che hanno richiesto il permesso ZTL in almeno un comune d’Italia. Chissà che prima o poi…

    • I siti che comparano le assicurazioni auto scoprono “vita, morte e miracoli” di ogni auto semplicemente inserendo il numero di targa, a quale database accedono? O pagano la motorizzazione per questi accessi?
      Oltretutto, comuni come Milano non richiedono la registrazione, si accolllano loro i costi per accedere ai dati?

      Io ingenuamente pensavo fossero già pubblicamente accessibili.

  5. Caro ENRICO, purtroppo noi possessori di auto elettriche siamo lasciati al nostro destino senza nessuna appoggio dalle autorità locali che spesso sono poco propensi ad applicare sanzioni e/o rimozioni dove previsto.
    Sarebbe bello organizzare una pacifica protesta parcheggiando una decina di macchine EV attorno ad un distributore di benzina rendendolo di fatto inaccessibile ai proprietari di macchine termiche per il rifornimento. Che intervengano pure le forze dell’ordine e che intervengano anche i vigli urbani o rappresentanti del comune e ci spiegano quale sia la differenza tra un distributore di benzina e una colonnina di ricarica elettrica. Secondo me ci vuole qualcosa di forte per sensibilizzare le autorità e portarle ad un controllo maggiore e a un rispetto verso i possessori di auto elettriche.

    Mi piacerebbe sapere se il comune di Caorle ha preso provvedimenti in merito e ti abbia risposto. Io abito a Portogruaro e spesso vado a Caorle. Appena ne ho la possibilità vado a vedere questa colonnina e spero di trovarla occupata in modo inappropriato caro Enrico. E allora ne vedremo delle belle.
    Un caro saluto

    • Buongiorno Salvatore, sono l’Enrico dell’articolo. Il comune di Caorle non ha mai risposto alla mia segnalazione, come già temevo quando l’ho inviata. Purtroppo arrivato sul posto avevo poco tempo da dedicare al problema, altrimenti avrei chiesto lumi alla polizia locale, oltre all’autorizzazione ad accedere all’area.
      La manifestazione si chiudeva il giorno 27/06 quindi mi auguro che sia tornata regolarmente accessibile.

    • Un po’ di tempo fa ho letto che in Slovenia, o Croazia, i proprietari di auto elettriche hanno manifestato bloccando i distributori di carburanti.

    • I rappresentanti dell’ordine non devono spiegare nulla si rifanno alle Leggi che devono essere note a tutti, se sono incomprensibili rivolgersi ai legislatori. Quindi l’unica cosa certa con una manifestazione del genere sarebbe la multa, ma si sa qui ti avvisano anche se hai infranto la Legge invece di sanzionati e questo spiega perché i punti di ricarica possono essere bloccati senza che facciano multe.

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