Si fa e si può fare; ma installare le colonnine in porto non è semplicissimo: serve il pieno di burocrazia, più zero incentivi. Criticità emerse durante la tavola rotonda organizzata da Vaielettrico a Electric Boat Show, all’Idroscalo di Milano.
La lunga catena delle autorizzazioni

Cresce l’ infrastruttura di ricarica elettrica nei porti, ma anche nei laghi, come ha sottolineato nella tavola rotonda Alberto Scagliola, Network Development Enel X Way, che ha ricordato l’installazione delle colonnine in location prestigiose come Portofino (leggi) e Cernobbio e numerosi altri i progetti a cui si sta lavorando: dai laghi alla costa. Il rappresentante di Enel X Way ha mostrato la mappa italiana coperta dalle installazioni. Si è iniziato dalla strada, ma si sta lavorando anche sulla nautica.

Un impulso all’infrastrutturazione di porti e marine arriva da Aqua Superpower come ha spiegato il country manager Italia Michele Bolpagni che punta sulla logica dei corridoi come quello realizzato in Costa Azzurra che mette in comunicazione i più importanti approdi come Saint Tropez, Cannes, Monaco. E la rete si sta estendendo anche in Italia.
Bene, ma l’espansione del servizio non è facile. Bisogna fare i conti con la burocrazia: “Si sommano e aumentano i livelli di governo“. Più passaggi che rallentano i tempi. Inoltre, tema che nel breve periodo riguarda soprattutto i porti minori, c’è da fare i conti con “la scadenza delle concessioni“. Un dato che non aiuta la programmazione degli investimenti.

Barche elettriche e colonnine in porto: serve più energia
I porti da sempre offrono energia tramite le colonnine tradizionali che possono risolvere i problemi delle imbarcazioni più piccole (leggi) e garantire l’energia per i servizi di bordo degli yacht, ma questo non basta più. Soprattutto quando si elettrificano anche le barche più grandi. Come quelle che utilizzano i motori, anzi i jet Deepspeed, di William Gobbo. Il Ceo di Sealence all’idroscalo ha mostrato la potenza di una barca spinta con il suo motore, al timone il campione mondiale di velocità Francesco Cantando F1H2O UIM World Championship.

“Io parlo da operatore che affronta il problema concretamente e vedo già difficoltà nella disponibilità di energia per le prove che facciamo nei porti“.

Criticità sottolineate anche da Massimo Labruna, Ceo di AS Labruna: “Si può ricaricare e navigare in elettrico. C’è la tecnologia, bisogna crederci. Noi abbiamo anche allestito una barca con la propulsione ad idrogeno. E’ qui all’Idroscalo e funziona, ma poi dal punto di vista legislativo non è possibile la ricarica con le stazioni di ricarica a idrogeno“.
Ben vengano incentivi e sostegni mirati
In questi giorni è stato pubblicato il primo di tre bandi per le stazioni di ricarica nelle strade extra urbane (7.500 punti di ricarica rapida) e urbana (13mila punti) finanziati con 715 milioni del Pnrr. Un grosso impegno a terra.
Sui porti, sempre in base al Pnrr, ci sono i quasi 700 milioni per elettrificare le banchine; ma probabilmente dedicati all’alimentazione della grandi navi. Per il diporto servirebbero incentivi mirati o guardando ad Amsterdam sconti per gli armatori (leggi) oppure ormeggi riservati all’elettrico come in Francia (leggi). Modelli a cui guardare. Come hanno sottolineato gli operatori, serve comunque un intervento specifico, una mappa degli interventi da realizzare.
La tre giorni di convegni, esposizione e prove in acqua dell’Idroscalo milanaese si è chiusa confermando il successo della prima edizione, nonostante il maltempo che ha caratterizzato l’intero week end della manifestazione (12-14 maggio). E confermando che “la nautica 100% elettrica è una realtà già pronta per il mercato!” come recitava il motto di EBS 2023. Electric Boat Show dà già appuntamento al prossimo anno per la terza edizione.