Marcello ci fa notare che trovare colonnine libere è sempre più difficile: in gran parte sono occupate da ibride plug-in che sembrano più interessate al pacheggio gratuito che al pieno di elettroni. E’ giusto consentirlo? Che fare per non penalizzare i possessori di elettriche pure? Inviate i quesiti a info@vaielettrico.it.
Da qualche mese non trovo più colonnine libere
“Possiedo un’auto elettrica da un anno e mezzo e per dissidi con il condominio non sono ancora riuscito ad installare un impianto di ricarica nel mio garage. Poco male: risiedo a Bologna, in una zona centrale ben servita da colonnine pubbliche, sia di Enel X, sia di Hera o di Be Charge. Fino a qualche mese fa non ho mai avuto problemi a trovare una colonnina lenta libera, fra una decina circa tutte a cinque minuti da casa, a cui collegare la mia auto durante la notte. Al mattino alle 7 devo comunque uscire per raggiungere il posto di lavoro nell’hinterland bolognese, e ricaricando due o tre volte la settimana mi ritrovo la batteria all’80% o poco oltre giusto in tempo per partire. Tralascio il fatto che con i vecchi abbonamenti Large di Enel X avevo giusti giusti i kWh mensili necessari e a un prezzo di 31 centesimi, molto vantaggioso. Ma questo è un altro discorso.
Non interessa il pieno ma il parcheggio gratis
Il vero problema è un altro: dall’inizio di quest’anno trovare un punto di ricarica libero è diventata un’impresa. All’inizio pensavo che fosse quasi un buon segno. Vuoi vedere, mi dicevo, che finalmente il mercato delle auto elettriche si è mosso anche in Italia? Poi però ho approfondito la cosa e ho scoperto che quasi tutte le auto collegate non sono BEV, ma ibride plug-in.
Ho notato anche che il livello massimo di occupazione delle colonnine coincide con gli orari classici dello shopping, o dello svago serale del venerdì e del sabato notte. Ne ho dedotto che non siano auto di residenti in zona, ma piuttosto di frequentatori occasionali del centro storico, più preoccupati di trovare un comodo parcheggio piuttosto che di ricaricare batterie da 10-15 kWh, a potenze ridicole e in tempi biblici. Infatti i posti si liberano immancabilmente e miracolosamente dopo la mezzanotte.
Dovrebbero caricare alla stessa potenza delle BEV
Leggo spesso su questo sito che i punti di ricarica spuntano come funghi, che sono ormai quasi 37 mila e che nel rapporto fra colonnine e auto elettriche l’Italia è messa meglio degli agli altri Paesi europei. Ma, se permettete, calcolando anche il numero delle PHEV, che da noi spopolano mentre all’estero perdono quote di mercato, i conti sono ben diversi. Tanto più che un’auto elettrica in quattro ore carica fra 30 e 40 kWh, mentre una plug-in arriva a stento a 12. Stesso tempo di occupazione, ma benefici ambientali di un terzo, o anche meno.
Riterrei più giusto che a minori benefici collettivi corrispondesse anche un minor tempo di sosta. Non so come sia tecnicamente possibile ottenere questo risultato, ma mi chiedo: è troppo pretendere che anche le plug-in caricassero alla stessa potenza delle BEV, quindi almeno a 7 kW?„ Marcello
L’anomalia italiana: più PHEV che BEV
Risposta- Lei, Marcello, non è il primo lettore a segnalarci il crescente affollamento delle colonnine di ricarica e a lamentare un’occpazine prevalente da parte di auto ibride plug-in. Mancano portroppo dati certi per verificare se questo sia vero e se sia un fenomeno generalizzato. Di sicuro le vendite cumulate di plug-in negli ultimi anni sono state decisamente superiori rispetto a quelle delle elettriche pure. Dal 2019 a fine 2022 sono state immatricolate 171.166 PHEV e 160.182 BEV.
Vedi anche questo video del nostro Paolo Mariano
Fino al 2020 prevalevano decisamente le seconde. Ma dal 2021 le parti si sono invertite e l’anno scorso le immatricolazioni delle ibride plug-in hanno superato quelle delle elettriche pure di quasi 20 mila unità. E’ verosimile, quindi, che sempre più frequentemente le colonnine siano occupate dalle prime. In totale solo nei quattro anni considerati sono state immesse sulle strade italiane 331.348 autovetture alla spina. Più alcune decine di migliaia negli anni precedenti.
Rifacciamo i conti sull’infrastruttura di ricarica
Si dice comunemente che in Italia l’infrastruttura di ricarica è più sviluppata che in antri Paesi europi perchè dispone di 21,5 punti di ricarica ogni 100 BEV circolanti, contro 11,5 della Francia, 8,2 della Germania e 8,9 del Regno Unito. Ma in quei Paesi le BEV superano di gran lunga le PHEV, mentre da noi il rapporto è invertito. Perciò la disponibilità reale delle colonnine dovrebbe essere valutata realisticamente sul totale di elettriche pure e ibride plug-in, collocandosi così a un molto meno lusinghiero 10 punti di ricarica ongi 100 vetture alla spina.
Secondo noi i possessori di ibride plug-in non possono e non devono essere penalizzati, soprattutto quando si impegnano a massimizzare l’uso in elettrico. Ma è vero a maggior ragione, che i penalizzati non possono essere i possessori di elettriche pure.
Io ringrazio chi ha scritto la mail, chi l’ha pubblicata e chi ha risposto avanzando richieste surreali (aumentare il costo delle ricariche lente, dare priorità alle bev, dare priorità ai residenti in centro e non ai visitatori…) perchè una volta di più mi conferma che la mobilità BEV sia immatura e per ora relegata a degli early adopters che in buona parte sorridono alle avversità, ma a volte le avversità son tali da infastidire pure loro, figuriamoci me.
L’auto elettrica non è un capriccio ma il futuro, mettetevelo nella testa. Quello che leggi qui e che magari ti fa sorridere è il dibattito da bar che fanno le due categorie di utenti. In realtà queste discussioni te lo potrei ribaltare nella vita da automobilista termico, con quello che vorrebbe che i parcheggi a pagamento sotto casa fossero liberi, almeno a una certa ora, per lui che paga il tesserino da residente. Come quello che giustamente si lamenta quando deve uscire dal garage (con divieto di sosta regolare) e trova il coglione che gli ha parcheggiato davanti perchè doveva andare a comperare il pane/sigarette/ricaricare il telefono. Come l’invalido o la donna gestante che arriva al centro commerciale e trova il posto occupato da un’idiota/i che non ha rispetto nemmeno per le categorie protette. Insomma, il vero problema di questo post è che tutti pretendono la comodità sotto casa, cosa impossibile da avere, soprattutto con infrastrutture in via di potenziamento, ma e dico MA, bisognerebbe essere più educati e rispettosi, pensando che in questo mondo non ci vivo solo IO, ma siamo in tanti. Ricordiamoci la parola RISPETTO. Ecco il rispetto va tenuto anche in questo mondo, senza discriminazioni ed usando le infrastrutture per lo scopo che hanno, quello di ricaricare e poi liberare lo stallo
Siamo in democrazia, è stato deciso che nel 2035 si cambia musica, ne prendo atto e mi adeguo. Le BEV sono il futuro e quindi ci passerò anch’io, volente o nolente, le regole si rispettano anche quando non piacciono. E non si pretenda che questa transizione debba piacere a tutti come piace agli early user e ai radical chic.
Detto questo, non mi pare proprio che il fastidio descritto da chi ha dato l’incipit al post sia quello della gestante o dell’invalido che trova indebitamente occupato il parcheggio a loro riservati: qui l’utente BEV si lamenta di trovare la colonnina legittimamente occupata da utenti PHEV, che ricaricano e contestualmente parcheggiano per il tempo che gli serve, e poi se ne vanno. Nessuno gli blocca il passo carrabile, nessuno gli mette una termica in un posto in cui la termica non dovrebbe stare: no, si lamenta del fatto che nel “suo posto macchina”, quello in cui usa lasciare la sua auto per caricarla, trova altri a caricare e vorrebbe che avendo questi una batteria di minor capacità ed un motore termico a muover comunque l’auto se la batteria si scarica, gli lasciassero il posto. E qui non è una questione di maleducazione da parte del possessore di PHEV, visto che mettersi alla colonnina e ricaricare anche a 0,1kw è assolutamente lecito. E’ disdicevole? Può darsi, dipende dal punto di vista, di sicuro è lecito e il fatto che l’altro trovi occupato significa solo che i posti son pochi e vanno aumentati: va cioè resa semplice e fruibile a tutti la mobilità.
È la versione elettrica di quello che va al distributore e nonostante la fila si fa i cavoli propri.
Mi è capitato in Inghilterra con una tizia che ha rifornito alla velocità del bradipo, poi è andata a pagare comprandosi l’impossibile. Tanto che i suoi connazionali stavano per linciarla.
Il problema è che il miglior modo per perdere qualcosa è abusarne. Questo è un concetto che a molti italiani sembra che non è entri nella testa neppure a forza, anzi c’è perfino chi si vanta di aver abusato e prevaricato, non c’è da meravigliarsi che le cose sembrano sempre andare peggio che in altri posti.
Sono Phevvista e sopra avevo descritto il Bevvista approfittatore alla colonnina (ancora) gratuita della lidl. Ieri ripasso alla lidl e volevo fare un rabbocco, mia moglie in piano giro centri commerciali la lascio fare e mi piazzo a cazzeggiare (odio i centri commerciali) vicino alla colonnina occupata da un grosso SUV Mercedes Phev, già collegato da più di un ora che caricava a 7,4kw. Tanto dovevo aspettare, mi metto a giocare col telefono….morale mia moglie arriva dopo 2 ore, il SUV era ancora li, 3h e 15min, così me ne vado a casa senza rabbocco e chissà per quanto ancora è rimasto li. Di cosa stiamo a parlare? Non facciamo le solite lotte tra classi, qui il problema non è BEV o PHEV, sono le persone!
I fatti dicono,come era prevedibile,che l’auto elettrica ad oggi é solo un capriccio per bambini ricchi
Meno male che le macchine elettriche e le plug in sono ancora poche….immaginiamoci il 2035….
Se in due anni il numero di colonnine è raddoppiato Crescita record: 4.401 nuove ricariche nel 2023 Immaginiamoci quante saranno nel 2035…
Ma è tanto difficile mettere una tariffa di 10€ ogni 30′ di occupazione senza ricarica in corso ? diventerebbero tutte ben fruibili. INoltre una bella telecamera sopra con multa automatica in caso di sosta non consentita e abbiamo risolto. D’altronde sono colonnine Italiane e quindi vanno gestite contestualizzandole alla tendenza ad infrangere le regole tipiche del bel paese
Ho la soluzione (forse)!
Servono più colonnine monofase per chi ha caricatori di bordo monofase (PHEV o BEV che sia. Ad esempio la PHEV di mia madre carica più in fretta della mia BEV…) ad un costo leggermente inferiore delle classiche AC da 22kW così da spostare chi va piano in stalli “lenti” e lasciare più colonnine libere a chi carica in trifase.
Poi come ha detto qualcuno, ci sarà sempre il solito italiano che limiterà l’assorbimento lato auto o lato cavo, creando sempre un collo di bottiglia, ma questo problema è insormontabile se non a suon di €€€ per il tempo di ricarica/sosta.
il problema di questo qua è che non ha il parcheggio elettrificato a disposizione negli orari che gli fan comodo. tutto lì.
quindi ora se la prende con i phevvisti (brutti incivili)..
ma più avanti, quando le bev saranno la maggioranza, con chi lo farà?
oppure tornerà al termico col parcheggio normale.. 😁
pare che anche per la redazione i phev siano figli di un dio minore (le colonnine son per tutti ma le bev non possono essere penalizzate.. ovvero state lontani dalle spine, fdp..)
phevvisti mi mancava…
E ti dico di piú, son arrivato ora alla lidl, dove ancora, almeno qui, uno stallo funziona ed é gratis… E chi ci trovo? Un suvvone i3 attaccato da, bada bene bada bene, 4 ore e 3/4, alla faccia dei phevvisti disgraziati!
Aggiorno, son ripassato e siam arrivati a 5h e 15min, così giusto qualche min per far la spesa…..questo appunto per ricordare che la maleducazione non ha famiglia.
Prendi una moneta da 5 centesimi, la metti dentro una busta, e gliela lasci sul parabrezza sotto la spazzola con dedica “tieni, evidentemente ne hai bisogno”
Ho una Leaf 62kwh e una ds7 plug in. Pago un sacco di soldi a Enel e carico quando mi pare. Se non trovo colonnine libere mi lamento pure io. Però a mente fredda evito di dire e scrivere scemenze.
Nel mondo ideale le elettriche dovrebbero avere fast disponibili e le plug in dovrebbe rifornirsi dalle colonnine attuali.
Le batterie potrebbero essere meno capienti e le auto più leggere.
In garage dovremmo parcheggiare la notte attaccati alla spina e caricare a 3kwh.
Ci arriveremo?
Forse.
Nel frattempo va così. Fattene una ragione e non andrei a spiegare agli come usare l’auto.
Lui ha scritto lamentando potenza di ricarica inferiori ai 7 kW. Ha ragione, non dovrebbe essere concesso mettere in commercio mezzi che non consentano una normale velocità di ricarica.
D’altronde anche i 50ini, più lenti delle moto e delle auto, non possono entrare in autostrada. Ma li il discorso è diverso. Per le plugin basterebbe obbligare con una legge i costruttori, in fase si omologazione, di montare un obc almeno da 7 kW.
/// per le plugin basterebbe obbligare con una legge i costruttori, in fase si omologazione, di montare un obc almeno da 7 kW \\\ Secondo me non lo fanno anche per “sforzare” il meno possibile le batterie dei loro veicoli, visto il grande numero di cicli carica scarica a cui sono sottoposte rispetto alle BEV
Partiamo da un presupposto, le colonnine son per tutti e si pagano, sia se carico a bassa o alta velocità, anzi se carico a bassa velocità, l’operatore che mi rifornisce vuol oltre alla tariffa al kwh, anche un 1-4cents al minuto, proprio per far liberare il più velocemente possibile lo stallo, rendendo di per se più oneroso ricaricare una plug-in.
Normalmente chi ha una BEV e non ha un garage, ha un abbonamento e quindi è sicuramente più pratico ed abituato ad usare le colonnine rispetto ad un “plug-inettista”, quindi va da se che dovrebbe saper usare la macchina e le app di ricarica con le relative prenotazioni e quindi in un certo raggio d’azione può prenotare lo stallo libero mezz’ora prima di arrivare e….lasciatemelo dire, una BEV non dovrebbe mai rimanere a secco e trovare in un raggio d’azione di qualche km uno stallo. Detto questo il problema posto dall’autore del post mi sembra più un voler appropriarsi del diritto di caricare a scapito di qualcun’altro. Lo stesso vale per il Plug-inettista che pretende il posto nello stallo solo perchè ha diritto di usarlo e quindi anche solo di ricaricare 1kwh e usufruire del parcheggio facile. Quindi credo che dovremmo darci tutti una regolata, capire le esigenze altrui e non esagerare con le pretese. Chiudo dicendo che gli stalli dovrebbero trovarsi dove più ce n’è necessità e non è difficile capirlo per le compagnie che offrono il servizio….
Come sapete sono possessore di una PHEV e ho già espresso come trovo discutibile lamentarsi se un possessore, come me, di PHEV occupa una colonnina disponibile. Mi porto dietro (comprandolo a mie spese) il cavo per la 3A da usare se necessario, ma sinceramente raramente ho avuto la possibilità di usarlo e liberare una 22kW per i possessori di BEV. Allo stesso tempo mi chiedo: siamo veramente che questo è il problema? Sinceramente io vivo a Modena, non certo nel Bengala e trovo pochissime colonnine e varie in manutenzione, esemplare il caso IKEA Bologna con tantissime colonnine e pochissime veramente attive.
Il problema non è il signor Giulio, ma la casa costruttrice che fa una plugin mettendo un obc da 3,6 kW anziché da 7 per risparmiare pochi euro.
Rimane comunque un fatto: mentre per le PHEV ricaricare alla colonnina è un plus, per le BEV puo’ essere una necessità. Fosse per me le PHEV dovrebbero essere escluse dalla carica alle colonnine. Ti sei comprato una macchina con il motore a scoppio? Usalo. Per non parlare poi di chi si compra una PHEV senza avere una ricarica a casa.
Credo che per limitare l’uso improprio delle colonnine, alla fine si dovrà rinunciare ai bonus del parcheggio gratuito e di tariffe vantaggiose di ricarica.
Ecco! Esemplificativo!
Ma voi non dovreste essere gli ecologisti?
La risposta “str..za” potrebbe essere: “ti sei comperato un’auto senza un motore a scoppio e resti a piedi perché non hai dove caricare a casa e sei così tonto, con le possibilità che hai, da arrivare ad essere in difficolta? Svegliati!”
Ma pure questa è proprio una risposta imbecille, perché è esattamente speculare a “Ti sei comprato una macchina con il motore a scoppio? Usalo”.
Stupidaggini…
Grazie del “Voi” ma non è necessario. Da autista di BEV non uso normalmente le colonnine elettriche se non per necessità (non di parcheggiare). Ci sono occasioni pero’, come per esempio i viaggi lunghi dove arrivo in un centro città e quello che mi serve è proprio attaccarmi per ricaricare, prima ancora che per parcheggiare. Ripeto, e mi sembra di dire un ovvietà- questo non e’ necessario per una PHEV. Perchè dunque occupare un “distributore” per una macchina che di fatto non ne ha bisogno?? Poi non sto dicendo che le PHEV sono il male assoluto, semplicemente dovrebbero essere usate ricaricando a casa e per tragitti piu lunghi del range elettrico usando il motore. Altrimenti non si capisce il motore che ci sta a fare.
Con questo commento non voglio difendere uno o l’altro gruppo di utenti, ma fare un ragionamento generale e logico.
Le auto elettriche nascono principalmente per rendere le nostre città più vivibili e meno inquinate. Togliere la possibilità ad un utente plug-in di ricaricare la misera batteria, per uscire dalla città in elettrico mi sembra una forzatura. E poi lo affermi tu stesso, “e per tragitti più lunghi del range elettrico usando il motore”; in città bisogna andare in elettrico. Credo che servano solo più colonnine o datori di lavoro sensibili al tema che creino infrastrutture adeguate. Poi chi abusa ci sarà sempre, ma non dirlo a me che son invalido….
Siamo d’accordo sull’obiettivo comune. Pero’ vedo un problema. BEV e PHEV non si usano allo stesso modo. E chi usa le BEV lo sa bene. Quella che per “noi” puo’ essere una necessità per “voi” è un optional, nobile, ma pur sempre un optional. Butto li una provocazione: perchè non pensare in futuro a un sistema di colonnine distinte? :()
“Poi non sto dicendo che le PHEV sono il male assoluto, semplicemente dovrebbero essere usate ricaricando a casa e per tragitti più lunghi del range elettrico usando il motore. Altrimenti non si capisce il motore che ci sta a fare.”
Drew, è proprio così. Con una PHEV DEVI poter ricaricare a casa. Senza se e senza ma. Non si deve comperare, altrimenti.
Vorrei però sottolineare che una PHEV NON va utilizzata né come una BEV, né come una termica. La PHEV si acquista SOLO se il tuo quotidiano prevede percorsi (abbondantemente) entro la sua breve autonomia elettrica (e se, per particolari necessità, non c’è un modello BEV che le soddisfi ad un prezzo che ti puoi permettere).
Ma anche con una PHEV può accadere che in un viaggio di 130 Km tra andata e ritorno, non volendo avere emissioni, a metà percorso tu debba, potendo, ricaricare, esattamente come accade ad una BEV in viaggi più lunghi. Il termico deve servire, se non si vuole inquinare, solo nei percorsi oltre l’autonomia elettrica con una sola carica, o in percorsi di quei circa 130 Km se puoi fare una carica intermedia (e ne hai il tempo). Oltre i 130 Km, anche per i tempi di ricarica, in ibrido da subito, fin dall’avvio (adottando tutti gli accorgimenti perché il consumo del termico e, quindi, le emissioni, siano i più bassi possibile). E’ il bello delle PHEV (oltre che il brutto per motivi ecologici).
Ma l’uso principale è solo elettrico in città e dintorni, entro l’autonomia concessa dalla batteria.
Sempre se il fine ultimo di tutti è non inquinare od inquinare il meno possibile. Siamo dalla stessa parte, abbiamo solo necessità individuali diverse. Ma il fine è il medesimo.
Comunque, uno gestisce la sua auto come preferisce, ma le BEV hanno le ricariche veloci oltre alle lente, le PHEV, per la maggior parte, solo le lente, quindi, con un minimo di programmazione, una BEV non dovrebbe arrivare alla destinazione trovandosi “al lumicino”. Voi (non come pronome di seconda persona plurale ma come complemento oggetto, identificando “un gruppo”) proprietari di BEV, avete molta più “elasticità” di gestione elettrica dell’auto rispetto a noi con le PHEV. Non dovreste arrivare, se non rarissimamente, a destinazione senza una riserva adeguata. Potete farlo ed in fretta, una PHEV no.
Poi è vero che una PHEV ha il Jolly, la BEV no. Purtroppo, però, è un Jolly che inquina! Io, potendo, lo utilizzo il meno possibile. E per farlo occorre caricare. Oltretutto, se nelle colonnine da 22 c’è anche una presa a 7,2, io mi attacco a quella da 7,2 proprio per lasciare la più veloce ad una eventuale BEV che arrivi in seguito. Il mio “campo” principale di ricarica, soprattutto ora col ritorno delle tariffe al passato, è però il mio garage. Da mezzanotte alle 4, 4:30 (a 2,4). Ma se capita, o se conviene, mi attacco anche alle colonnine pubbliche (un’ora abbondante in meno a 3,6).
Devo dire che, qui da me, le colonnine, veloci e lente, sono quasi sempre tutte vuote. Probabilmente abbiamo in molti un posto casalingo per la ricarica. In particolare si vedono poche BEV, più PHEV. Ma non è raro che in 8 stalli, io sia il solo a ricaricare, al massimo siamo in due o tre. Perlopiù PHEV. Niente guerra da quando le colonnine sono diventate tutte a pagamento. Quando erano gratuite, invece, coltelli tra i denti.
Il problema è la velocità di ricarica. Se occupi una colonnina è ricarichi a 7 kW non vedo il problema.
Tuttavia i costruttori per risparmiare due lire montano obc da 3,6 creando disagio pure ai loro acquirenti perché, se è vero che c’è chi sfrutta sta cosa per il parcheggio, sono sicuro ce ne saranno molti, ma molti di più che preferirebbero riuscire a ricaricare completamente nel tempo di una cena.
Stai estremizzando la situazione facendo una guerra fra elettromobilisti. Come possessore di plug-in posso dirti che nella normalità, non ricarico alle colonnine pubbliche per questione economica (mi costerebbe molto più di quanto paghi con la BEV), preferisco ricaricare a casa di mio padre, al lavoro o ai supermercati che danno il servizio. Ma anche su quest’ultimi parte la stessa sterile polemica….Ripeto le colonnine son per tutti e le scelte sull’acquisto dell’una o altra tipologia di auto è (quasi) sempre motivata da delle necessità personali che non si possono vestire sulle proprie. Da possessore di auto plug-in vi posso dire che la mia ultima, e migliorabile media di consumo è 3000km con un consumo di benzina di 0,1km/lt, con soli 50km di autonomia. Qualcuno dirà e a me che me ne frega? Invece dovrebbe fregarvi per lo stesso motivo che ci ha spinto a fare questa scelta economico/ambientale. Perchè dovrei andare a benzina????
0,1 km/l ???
Cioè 1000 litri per fare 100 km?
Ti sarai svenato! 😜
ahahah hai capito l’errore 0,1lt/km
Perdon oggi son fuso 0,1lt/100km che ritornando ai 3000km , son circa 3lt di benza
Il discorso è obbligare i costruttori a montare degli obc più prestanti anche sulle plugin. 10/15 kWh gestiscono senza problemi un la ricarica a 7 kW,
Metà del tempo di carica! Se non fa danni, magari! Dove devo firmare?
Infatti penso che (quasi) tutti quelli interessati alle plugin apprezzerebbero.
Danni non ne fa, le batterie reggono normalmente cariche a 1C, vedasi le vecchie Zoe da 22 kWh che caricavano sempre (e solo) a 1C (22 kW), salvo limiti della rete o del caldo.
Una ricarica a 7 kW su una batteria da 15 kWh è meno di 0,5 C ma, anche su una da 10 kWh sei sotto 1C.
La guerra non va fatta con gli altri automobilisti ma con la politica che mettano dei limiti di omologazione (se non vuoi vietare metti limiti che le auto immatricolate dopo il, ad esempio, 01/09/2023 non possono caricare su Rete pubblica se non hanno obc da almeno 7 kW…vedi che tutti si adeguano…beh forse dovresti solo dargli un attimo di tempo in più)
Io sono sempre stato dell’idea che le PHEV debbano essere fornite anche del cavo 3A. In questo modo verrebbero sfruttate molte prese attualmente inutilizzate e di potenza adeguata per le PHEV. Invece spesso sono costretto io ad attaccarmi alla 3A (con una BEV) in quanto la type2 già occupata (BEV o PHEV che sia). Resta il fatto che mettendo in commercio queste auto non solo sono di numero superiore alle BEV, ma per via del loro caricatore occupano la colonnina per forza per un tempo maggiore, il che si tradurrà sempre in situazioni più comuni a quella descritta. La PHEV a mio avviso sembra l’uovo di Colombo e chi la acquista è timoroso e non ha fatto probabilmente bene i conti visto che costano come una BEV, ma poi in costi d’esercizio è nettamente peggiore… Non dovrebbero proprio essere vendute, questa sarebbe la soluzione
Non capisco l’ultimo commento della redazione: non c’è nessuno penalizzato, semplicemente chi arriva per primo alla colonnina ricarica, è quello che arriva dopo aspetta.
Se un utente decide di comprare un’auto più limitata/limitante delle PHEV e si trova ora a fare i conti con la dura realtà, beh…
Le rispondo sul commento della redazione. Tutte le auto elettriche hanno la possibilità di regolare la velocità di riarica, abbassandola alla stessa potenza di una plugi-in. Tuttavia pensiamo che sia scorretto ridurla al solo scopo di sfruttare più a lungo il parcheggio gratuito, facendo i propri comodi, come suggerisce lei. La prima finalità dell’infrastruttura pubblica di ricarica, infatti, è permettere a più veicoli possibile di alimentarsi. Uniformare la potenza di ricarica per BEV e PHEV non ci sembra un’idea peregrina, ma un modo intelligente per mettere tutti sullo stesso piano. Ciò detto, è evidente che la rete di ricarica, a questo punto, deve essere velocemente ampliata.
Scusa Massimo ma non credo che tutte le bev possano limitare la potenza, tanté che nessun modello Stellantis mi risulta possa farlo (per me è meglio così, si evitano giochetti).
Però mi chiedevo se, invece del solo aumento del numero di colonnine, si potesse migliorare il sw di gestione delle stesse pianificando le diverse ricariche.
Sai che carico a casa e forse dico una stupidaggine ma credo che la prenotazione delle colonnine sia migliorabile chiedendo all’utente l’intervallo di tempo desiderato.
Inoltre si potrebbe mantenere delle finestre libere per le emergenze ma potendo pianificare con un intervallo temporale più esteso (48/72h).
Il tutto con tariffe che incentivino la prenotazione negli orari fuori punta.
Cosa ne pensi?
Mi pare un pò macchinoso. Io penserei piuttosto a una tariffa differenziata che penalizzi le ricariche in AC molto lente.
La 500 di mia figlia ha 5 livelli di carica io ho niro phev 3 livelli ma con entrambe ci fermiamo x ricaricare non parcheggiare
La Zoe ricarica sempre al massimo che la colonnina eroga. Non c’è scelta ne di potenza ne di soc. Vai sempre al massimo e sempre al 100%.
Ma si può chiedere a uno che si è comprato la.macchina plug in proprio per poter andare in centro o trovare parcheggio di non sfruttare la possibilità che ha?
Dovrebbe sostanzialmente andare in centro, ricaricare, mollare qu l che sta facendo, tornare al parcheggio e poi andare a cercare un posto per parcheggiare come quelli che hanno un diesel?
Che vantaggio avrebbe? Tanto valeva risparmiare e prendere un’auto inquinante!
A mio parere anche questo è un “incentivo”, la possibilità di avere sostanzialmente delle possibilità di parcheggio in più.
Semmai bisogna avere più colonnine riservando, a ibride plug in ed elettriche almeno un quinto dei parcheggi.
Poi, diciamoci la verità, si può sparare a zero sulle ibride ma quanti con un’elettrica pura sostano per tempi biblici ai punti di ricarica?
Ho visto con i miei occhi, in una città con poche colonnine, uno che aspettava l’arrivo di un altro per spostarsi, con un utilizzo privato (immagino si siano messi d’accordo) del punto pubblico, forse per evitare di trovarlo occupato.
Oltretutto anche un regolamento come lo fai?
Quanto tempo dopo il termine della ricarica l’utilizzatore deve tornare a prendere la macchina?
Il motto non è “il tempo di fare altro e la macchina si ricarica”? Se diventa “aspetta che si ricarichi” oppure “devo tornare entro cinque minuti dalla fine della ricarica” (ammesso che sia tanto facile da calcolare) l’elettrica diventa una gran bella rottura di maroni…
Hai 1h di tempo, dopo la fine carica, per spostarla. Mi pare sufficiente.
Colleghi la EV o la Plug-in alla colonnina ed a fine ricarica la vai a riprendere.
non è un parcheggio con ricarica, è una Stazione di ricarica per veicolo elettrici.
c’è differenza.
L’auto elettrica o Plug-in, non serve per avere il parcheggio gratis.
Mi sembra che al di là di tutte le considerazioni esiste una competizione fra parcheggio e ricarica, PHEV o BEV con incursioni anche di termiche, che di fatto fa sballare i conti. Ricaricare a domicilio è riservato ad una minoranza e tale resterà anche nel 2035 quando non sarà più una questione di scelta, ma un obbligo. Quindi come risolvere il problema almeno per le lunghe percorrenze? A me viene una soluzione presa dai romanzi dell’800. Le carrozze cambiavano i cavalli alle stazioni di posta, noi potremmo cambiare tutta la “carrozza”.
In realtà nei lunghi viaggi ci sono già le HPC che non essendo utilizzabili dalle plugin non hanno questo problema.
Oddio non è proprio così, ci sono alcune plug-in che hanno la CCS Combo e quindi possono ricaricare anche alle HPC.
Allora devo ammettere che non sapevo esistessero delle plugin in grado di usare le HPC.
In ogni caso in genere non mi è mai capitato di trovare plugin sulle HPC, immagino anche perché sono più onerose sia come costo dell’energia che come sovrapprezzo in caso di permanenza dopo il termine della ricarica. Questo le rende certamente meno adatte al giochetto di utilizzarle come alternativa al parcheggio, che è il fattore di biasimo principale. Se usate correttamente, infatti, nulla si può dire contro le plugin. L’unica questione, che sollevai già mesi fa è che se avessimo continuato a vendere più plugin che BEV ben presto l’infrastruttura in AC sarebbe andata in crisi, e purtroppo le mie previsioni si stanno verificando.
Trovo la risposta del sig. Ivano estremamente intelligente e logica, nella sua pacatezza.
Io che invece mi sento polemico, oltre a dire che possiedo una plugin che carica a 7 kw, ho pure una Renault Twingo che carica a 22kw e mi indispettisce trovare auto elettriche che caricano solo a 11kw. Non si potrebbe vietarle? E mi infastidiscono anche i proprietari di auto elettriche che non siano biondi e con gli occhi azzurri. Vogliamo eliminare pure loro? Oppure potremmo riservare dei luoghi, tipo “campi elettrificati”, dove fargli ricaricare. Verboten! A qualcuno ricorda qualcosa? Buon prossimo 25 aprile a tutti.
tra l’altro ho visto auto puramente BEV, per fare dei nomi (Dacia Spring o opel Corsa-e) caricare su una colonnina da 22kw a 3,5kw ed altre BEV a 7,2kw (pegeout 208-e, ed altre). Per cui il discorso velocità per me non è il vero problema, ma il problema sta nell’opportunità di avere una colonnina nel momento in cui mi serve. Tradotto ce ne sono ancora poche e mal locate, specie nei centri urbani
Luca a 3,5 kW c’era un problema alla colonnina che divideva la potenza. I 7,2 sono gli obc monofase che, anche quelli, per me andrebbero vietati nelle nuove immatricolazioni bev.
Però comunque un conto caricare a 3,5 per limite auto, altro poter andare a 7,2 dimezzando il tempo di occupazione.
Arrivare a 11 sarebbe l’ideale ma per le plugin ad esempio con batteria da 10 kWh sarebbe chiedere troppo (non che è sicuro che soffra, si tratta comunque solo di 1C, ma che la casa dovrebbe gestire bene la ricarica)
Tra l’altro quanto detto da Ivano é avallato dal fatto che pressoché tutti i gestori fanno pagare la tariffa al kwh + 1-4 cents al minuto x parcheggio + eventuali 9 cents al minuto x parcheggio a ricarica terminata. Faccia lei i conti e si accerti, calcolatrice alla mano, quanto sia più costosa x una PHEV la ricarica e capisca che 5,4€ all’ora di tariffa occupazione sia molto meno economica di quella pagata al parcheggio classico. Ma queste considerazioni le avrà anche fatte, quindi la sua é solo un arrabbiatura x non poter ricaricare negli orari in cui le é più comodo. Lasci l’auto a mezzanotte nello stallo e la ricarichi a velocità ridotta fino alla mattina alle 7 (ora in cui parte al lavoro). Avrà pagato il sovrappiu per la sosta extra, come fanno le PHEV e sarà carico.
Serve una regolamentazione del settore.minimo AC 7,4 KW per poter immatricolare un nuovo veicolo. Ok che le plug-in hanno 11/13 KWh di batteria ma se ricaricano a 3,7KW non si sbrigato mai mentre se avessero 7,4 o 11AC in 1-2h max farebbero il pieno.
Anche le BEV 7,4KW AC é limitante, ci sono tante colonnine 22AC in giro e con 22 KW in 1h rabbocchi (il tempo di una faccenda in ufficio) in 3h fai il pieno quasi a qualunque auto.
In città, se le BEV monastero la 22AC come opzione la DC sarebbe quasi inutile.
Buon giorno Ilario.
Premettendo che non ne capisco una beata fava di elettronica ed elettrotecnica, dico che non penso che i costruttori mettano la velocità del sistema di ricarica a capocchia. Credo sia per tutelare l’integrità della batteria. E più piccole sono le batterie, meglio è se “vai piano” a caricarle. Altrimenti gli anni promessi con almeno l’80% ce li sogniamo. Non sono le batterie degli smartphone (nei quali i costruttori godono se le carichi ad alta velocità e fino al 100%). Qui gli importi, ad oggi, sono “leggermente” diversi.
Figurarsi se ad un proprietario di PHEV non farebbe piacere caricare a “11” invece che a 2,4 o 3,6 (e solo all’inizio)! A 11 in mezz’ora sono carico se non parto da zero.
Credo però che non si possa. Le PHEV che oggi permettono velocità maggiori sono di marchi premium con batteria decisamente più grande della norma. Ed oltre 100/120 Km di autonomia (il mio sogno!).
Fermo restando che non dovrebbero esistere PHEV, ma solo BEV disponibili in tutti i tipi di carrozzeria (non solo SUV, simil SUV, SUV affusolati, Big SUV, SUV premium, citycar, o super bolidi, come le recenti “uscite” viste qui su Vaielettrico dimostrano), a prezzi umani e batterie più prestazionali come densità energetica (più che per l’autonomia, che comunque non fa schifo avere, per aver meno peso e minori costi) e velocità di ricarica.
Fino ad allora, questo c’è!
Buona sera Sig. Marcello.
Non è il primo e non sarà l’ultimo con queste idee. Posso però permettermi di evidenziare che c’è qualcosa di fondo che non funziona nel ragionamento?
La logica dovrebbe essere, a mio avviso, che la normale ricarica la si fa a casa propria e, solo se si è in viaggio, occasionalmente, si usano colonnine pubbliche (a quel punto, per le BEV, veloci, altrimenti…).
Per una PHEV DEVE essere così, senza un posto di ricarica non si deve acquistare, per una BEV sarebbe meglio che fosse così. Non si può basare un acquisto sulla speranza che si possa trovare, per sempre, un posto, senza però averne l’assoluta certezza. Per poi prendersela se altri usano quello che vorremmo usare noi (per altro dalla sera e per tutta la notte, fino alle sette!!! Quello lo si fa in un garage di proprietà, non per strada, se non in caso di emergenza fuori zona).
Una BEV, ricaricata a casa, non avrebbe mai problemi in città. Con 5 volte, o più, l’autonomia elettrica di una PHEV!
Apriti cielo! Sto per dire un’eresia: quelle PHEV che arrivano da fuori, sono proprio le più indicate per ricaricare mentre i proprietari stanno facendo altre cose in città. Per non inquinare, è bene che carichino quando possono, con le autonomie limitate che hanno e, se sono fuori della loro zona di residenza, è corretto, anzi, indispensabile, che lo facciano. Usando il sito anche come parcheggio, purché, a carica terminata, sloggino entro massimo mezz’ora!
Poi, l’altro ragionamento che ha poco senso è “Stesso tempo di occupazione, ma benefici ambientali di un terzo, o anche meno”. Se è lo stesso tempo, non si capisce perché se carico 10 non va bene mentre se carico 40 quel tempo va bene: altro sostenitore dei guadagni dei gestori?
Per altro, qui da me, le colonnine sono spesso così:
https://www.flickr.com/photos/140815723@N06/52697277727/in/dateposted/
se non ci fossi io, con la mia Plug-in, col cavolo che il gestore guadagnerebbe. Magari qui, chi ha le BEV, ha dove ricaricarle. Chissà!?
Comunque, il pensare che si abbiano “diversi benefici ambientali” sottende un errore simile al non avere la ricarica a casa. Perché è un ragionamento che ipotizza che chi ha una PHEV debba fare le stesse percorrenze che si fanno con una BEV. Se usi spesso il termico con una PHEV hai sbagliato l’acquisto, allo stesso modo in cui lo hai sbagliato se non hai da ricaricare a casa.
Mi permetta di dirle che, col mio utilizzo, o non l’avrei comperata, ho le stesse medesime identiche emissioni che ha lei in città: zero!
Non se la prenda con gli altri (accidentalmente hanno una PHEV perché qui sono più vendute, ma non vedo perché dovrebbe farle piacere se il posto fosse invece occupato da una BEV di chi, come lei, sta in carica dalla sera alla mattina), procuri invece di risolvere in fretta la controversia col condominio e si faccia un suo posto di ricarica.
Ivano perdonami, anche se le tue considerazioni sono per la maggior parte condivisibili, con un commento hai stroncato mezza mobilità elettrica, ovvero quella di chi anche volendo non può caricare a casa.
No, anzi, dico che assolutamente chi vuole una PHEV DEVE disporre di un posto certo, meglio se riparato dal clima, per caricarla, o non la acquista, ma una BEV è acquistabile anche senza disporne, anche se sarebbe meglio. Quello che vorrei, invece, stroncare, è l’idea di alcuni bevvisti di avere più diritti alla ricarica pubblica con la loro BEV. Non è così, per legge e, per ciò che ho detto sopra, per logica.
Ed in città l’auto che ha maggior necessità di colonnine pubbliche lente è la PHEV. Sempre se interessa a tutti che le PHEV inquinino il meno possibile. Perché quella di Marcello e di quelli che in precedenza si sono lamentati, è un’idea che sottende questa aberrazione per chi dice o vuole essere ecologico: noi se non carichiamo siamo a piedi, voi se non caricate andate a benzina, ed allora non scocciate ed andate a benzina.
Delle due, l’una: o non ci si lamenta che le PHEV abbiano “diversi benefici ambientali” o non ci si lamenta se caricano appena possono. Altrimenti è egoismo illogico!
Non capisco perché il Sig. Marcello se la prenda con chi, come dice, carica ed a mezzanotte se ne va, ma non rifletta sul fatto che lui “può” invece attaccarsi prima di mezzanotte e stare fino alle sette del mattino dopo. L’eventuale proprietario di altra BEV che arrivasse dopo di lui dovrebbe essere felice di trovare la BEV di Marcello e di non disporre del posto di ricarica non fin dopo mezzanotte, ma per 8 o 10 ore? Invece la PHEV che sta 3 ore o 4 è un fastidio mortale!!!
Non ci pare che Marcello sia stato aggressivo. Ha semplicemente richiamato un concetto che a noi sembra ovvio: le colonnine servono prioritariamente per ricaricare l’auto, non per trovare un parcheggio nelle ore di punta. Questo vale per BEV e PHEV, allo stesso modo. Secondo: ha segnalato che le colonnine quick, da tanti ritenute superflue, in realtà non sono più sufficienti. E’ indispensabile raddoppiarle velocemente.
Buongiorno Massimo.
Infatti non ho risposto in modo aggressivo. Ma mi sembra incongruo, tutt’altro che ovvio, il comportamento di chi attacca alla colonnina l’auto alla sera, prima di mezzanotte da ciò che dice, e la ritira alle 7 del mattino dopo per sfruttare la grande batteria e la bassa velocità di carica. Quello è un parcheggio, non una ricarica, potendo invece, se effettivamente necessario, ricaricare la stessa energia in un quarto d’ora. Cosa che una PHEV, comunque, non potrebbe fare.
Mentre mi sembra congruo il comportamento, stigmatizzato, di uno che la attacca alle 20/21 e la porta via alle 24. Fatto salvo il fatto che, se la carica è terminata, DEVI toglierla dallo stallo nel più breve tempo possibile, proprio perché non è un parcheggio ma un sito per “rifornimento”. Il concetto vale sia per le BEV sia per le PHEV, mi pare.
Tutto qui!
Comunque, non è solo indispensabile raddoppiare le colonnine, è fondamentale disporre di punti di ricarica fittamente distribuiti, soprattutto nelle città dove non molti hanno un garage attrezzabile per la ricarica (lampioni, ad esempio, come mostrato qui in alcuni articoli).
Altrimenti la vedo dura…
Non sono d’accordo Ivano. La ricarica notturna, per una Bev con 50 kWh e passa di batteria, è esattamente ciò che serve nelle città, dove peraltro è più difficile disporre di garage di proprietà e dove in ogni caso l’auto in strada dovrà restare, occupando comunque un posto. Non so se hai notato, ma il lettore dice esplcitamente di ricaricare due volte alla settimana, quindi per altre 5 notti e sette giorni su sette nelle ore diurne, quella colonnina è disponibile. Ti ricordo anche che dalle 23 alle 7 non sono previste penalità per chi non rimuove l’auto a fine carica, sia essa una BEV o una PHEV.
Ci mancherebbe, Massimo. Io una BEV non ce l’ho, quindi posso dire cavolate. Solo la mia PHEV conosco. Per ora, almeno.
Però non capisco il perché additare le PHEV se caricano per il tempo che serve (non stare oltre il tempo di carica, che è un altro discorso). Ora di punta o meno: sono arrivato prima, mi sono “attaccato”, carico ciò che mi serve, al termine o poco più me ne DEVO andare. Se lo faccio, qual è il problema?
Dice infatti che “i posti si liberano miracolosamente dopo mezzanotte”.
Il problema, mi pare, non è che occupano la piazzola di ricarica per parcheggiare se realmente caricano e se ne vanno al termine. Il problema esisterebbe se parcheggiassero, caricassero un’ora e lasciassero l’auto ferma per altre tre ore. Son cose diverse. E credo che sia noto a tutti che le fanno anche i proprietari di BEV, perché non sono solo le Plug-in che restano attaccate anche finita la carica. O proprio senza caricare. E’ maleducazione, non c’entra il tipo di auto.
Poi, da qui a dire le seguenti cose passa un bel po’ di differenza:
“trovare un punto di ricarica libero è diventata un’impresa. All’inizio pensavo che fosse quasi un buon segno. … Poi però ho approfondito la cosa e ho scoperto che quasi tutte le auto collegate non sono BEV, ma ibride plug-in”
quindi se lui non può ricaricare, se fossero tutte BEV andrebbe bene, ma non va bene se la maggioranza sono PHEV (per giunta per meno tempo)? Perché? Fossero tutte BEV non ricaricherebbe per nulla, visto che è corretto e consentito dalle 23 arrivare fino al mattino dopo, con le PHEV dopo mezzanotte lo può fare! O è scomodo? (senza citare le colonnine ad alta velocità, che le BEV possono usare e la maggioranza delle PHEV no).
“…più preoccupati di trovare un comodo parcheggio piuttosto che di ricaricare batterie da 10-15 kWh, a potenze ridicole e in tempi biblici”
Il tema vero è: caricano o parcheggiano?
Nel primo caso, anche se è sabato sera, movida in centro storico, ecc… e vanno a 3,6, possono farlo: parcheggiare e ricaricare. Sono arrivati prima, e la tecnologia disponibile è quella!
Non caricano e parcheggiano soltanto? Vigili urbani (anche se il nuovo filmato di Paolo sul tema è scoraggiante).
Non c’entra nulla se sono PHEV o BEV: c’entra solo se stanno usando gli stalli per il motivo per cui sono stati installati.
“Stesso tempo di occupazione, ma benefici ambientali di un terzo, o anche meno”
E perché mai? Solo se non potessimo ricaricarle sarebbe così. Io in città e dintorni, fino a 70-80 Km di percorrenza, emetto zero, esattamente come una BEV. Devo caricare di più e per più tempo (e perlopiù a casa, sarebbe folle non poter ricaricare a casa con una PHEV) ma i benefici ambientali, se ricarico, ovunque ricarichi, sono i medesimi. E se “…ho dedotto che non siano auto di residenti in zona, ma piuttosto di frequentatori occasionali del centro storico”, a maggior ragione, per non inquinare tornando a casa, se necessario devono poter ricaricare.
Quanto al caricare più velocemente, visto che è meglio caricare lentamente anche per le BEV, perché con una PHEV devo “correre”? Intendiamoci: se invece di fare da 0% al 100% (che poi è l’80%) ci mettessi un’ora, invece di tre ore e mezza, ne sarei felicissimo. Ma solo se non si rovinasse nulla.
Se il fine ultimo di tutti è non inquinare, sono polemiche sterili e senza senso. Non è colpa di PHEV o BEV, è colpa del fatto che non ci sono sufficienti e capillari strutture di ricarica.
Poi, questo è il mio pensiero, padronissimi tutti di non condividerlo. Però, di solito sono abbastanza razionale. Questi argomenti, esposti così, non mi sembrano razionali.
Il commento sui maggiori benefici ambientali si riferisce al fatto che a parità di tempo una PHEV ricarica quanto basta a fare 50km, una BEV 400. Le colonnine pubbliche per definizione sono a disposizione di tutti, ovviamente, ma sarebbe ora che i costruttori mettessero dei caricatori decenti sulle loro auto.
Buongiorno Luca.
Ho risposto sul tema a Ilario più sopra, e ribadisco di con capire nulla di elettronica ed elettrotecnica: non credo che sia uno sfizio il caricatore lento in auto con batterie piccole. Credo sia una necessità dettata dalla volontà di proteggerne la durata. Altrimenti non si spiegherebbe come mai ci sono BEV che vanno a 11 invece che a 22 sulle “lente”.
Le garantiscono per tot anni all’80%: visto il costo, logico che si tutelino (ed è una tutela anche per l’utilizzatore).
I convertitori sono pesanti e costosi. Più sale la potenza di conversione, più aumentano peso e costo. Ecco perchè i costruttori evitano di eccedere.
Grazie Massimo. Ma non c’entrava qualcosa anche la protezione della batteria? Soprattutto se piccola? Mi pareva di aver letto qui qualcosa del genere.
Anche le BEV sono meno stressate dalle ricariche lente…
Totalmente d’accordo con te. Le colonine pubbliche sono per tutti. Se compri la macchina elettrica prima devi avere la possibilità di ricaricare a casa. Non puoi pretendere di avere il posto pubblico libero per tenere la macchina sotto carica tutta la notte. Per questo non compro la macchina elettrica, perché nel condominio non posso caricare, come nemmeno a lavoro. È il tempo di stare in girò per caricare la macchina non c’è lo, visto ché le colonine sono a 5km di casa mia. Motore termico per sempre.
Buongiorno Daniel.
Una PHEV non va acquistata senza un garage o, comunque, un posto certo dove ricaricarla. Per una BEV avere dove ricaricarla è molto utile ma non indispensabile e si può acquistarla comunque (e si fa del bene ai polmoni di chi vive in città). Basta organizzarsi. E non avere pretese!
Quello che non “funziona” in questi ragionamenti di alcuni proprietari di BEV è che non ci si può arrabbiare se altri, PHEV in primis, ma anche BEV, stanno caricando “al loro posto”.
Sono posti pubblici, non “loro posti”. Tranne che per le termiche, sono fatti per caricare TUTTE le auto “alla spina”. Tutte!
Caso mai, PHEV o BEV che siano, con l’attuale carenza di punti di ricarica, è un malvezzo lasciare l’auto per ore attaccata come “normale” ricarica. Per le BEV andare in colonnine lente per poter lasciare l’auto ore, fino a quando non servirà di nuovo il giorno dopo. Per le PHEV lasciarla oltre il termine della ricarica. Non si fa! Perché se arriva un altro proprietario di BEV, non della zona, in “emergenza” energetica, gli fai un danno enorme.
Tutto qui. Le BEV servono, eccome! (ci pensi). Ma non hanno diritti esclusivi alla ricarica!
Motore termico per sempre anche no. Diciamo fino a che non venga regolamentato il diritto alla ricarica casalinga anche per i residenti in condominio. Nessuno ostacola un proprietario di appartamento che necessiti di portare energia elettrica e/o gas fin dentro casa perchè ritenuto essenziale, quindi non vedo perché non si possa regolamentare l’installazione di punti di ricarica privata su condomini visto che a breve saranno essenziali
Mi scusi ma la vedo dura per chi abita in palazzi degli anni 60/70 privi di spazi condominiali fruibili per parcheggio. E ovviamente neanche a parlarne di fotovoltaico. La legge che imponeva la dotazione di box o spazi adibiti a parcheggio per i palazzi di nuova costruzione è degli anni 80/90 se non vado errato e quindi lascia fuori tutti quei palazzi costruiti negli anni del boom economico, e che costituiscono buona parte del patrimonio edilizio italiano. Peraltro molti dei pianterreni e degli scantinati sono stati adibiti nel tempo ad uso commerciale. Venire a capo di questa situazione è praticamente impossibile.