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Colonnine e disabili, la versione (e i suggerimenti) di Lorenzo

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Lorenzo mentre ci mostra le fasi di carico e scarico della carrozzina a bordo della sua Tesla. Serve lo spazio per aprire completamente la portiera. Se manca, anche una colonnina accessibile diventa inutilizzabile.

Colonnine e disabili, si può e si deve fare di più. In uno dei gruppi Telegram di cui sono membro, alcune foto mi hanno lasciato attonito. Ritraevano ricariche che avevo visto centinaia di volte, in un’ottica nuova. Dal punto di vista di chi si muove in carrozzina e non sulle proprie gambe.  E ho pensato di incontrare Lorenzo, il compagno di colei che denunciava questa situazione, per dare visibilità a problemi che ignoravo. Problemi di cui dovrebbero farsi carico anche i Comuni, che spesso concedono spazi troppo esigui per le colonnine.

Colonnine e disabili, scelta Tesla per i Supercharger

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La Tesla Model 3 davanti alla sede dell’azienda di Lorenzo, nel bergamasco.

Il contatto è stato rapidissimo. Lorenzo e la sua compagna sono stati molto disponibili. Lui l’ho incontrato nella sua ditta, Delta Project, specializzata nella progettazione meccanica per la realizzazione di prototipi e macchine speciali. Parcheggiata all’esterno, ho subito individuato la sua Tesla Model 3. Lorenzo la possiede da circa due anni: quando è stato costretto a sostituire la sua auto termica. Perché una Tesla? Per l‘accessibilità dei Supercharger, “realizzati in maniera tale da rendere l’accesso ai cavi possibile in ognuno degli stalli presenti!. E fatti sempre alla stessa maniera. Ovunque. Lorenzo ha trovato un usato d’occasione, con soli 8.000 km, a un buon prezzo. Pensava di fare  largo uso delle colonnine pubbliche. Si è presto reso conto che non era così:  molte di queste non presentano i requisiti di accessibilità. E ha predisposto un report, che ha fatto avere a Enel X, la società più attenta a questi problemi (vedi la ricarica per carrozzine JuiceAbility, qui). Con l’idea di arrivare a un protocollo sulle regole di installazione per colonnine e disabili. Lo riportiamo di seguito.

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Fondamentale che il display sia leggibile dalla carrozzina.

Colonnine e disabili, il report inviato a Enel X

“Sono Lorenzo Schieda, 45 anni, in carrozzina da quando ne avevo 14. Sono appassionato al mondo dell’auto elettrica e prima di valutare l’acquisto dell’auto mi sono interessato al fondamentale problema della ricarica… Spesso una persona “in piedi” non vede nemmeno i problemi di chi vive seduto, non per cattiveria, semplicemente perché non fanno parte della sua quotidianità. Il destino per me ha scelto diversamente e  posso esporre problemi reali, non ipotizzati da chi non li vive. Aggiungo che sono ingegnere, per formazione abituato a cercare soluzioni. E vi garantisco che in questo caso basterebbe un minimo di accortezza per evitare problemi, senza spese aggiuntive… Nel 2019 ho scritto ad Enel X ringraziando per le molte colonnine che stanno installando in Italia. Ma segnalando che la maggior parte di queste, anche recentissime installazione, hanno parecchi problemi di accessibilità per persone in carrozzina. Enel X si è dimostrata molto attenta ed interessata, mi ha contattato e mi sono incontrato con alcuni tecnici per verificare in loco le problematiche. In questo breve report riporto foto e note di ciò che non va nelle colonnine Enel X a Treviglio (BG). Purtroppo la situazione qui riscontrata è la normalità in quasi tutte le ricariche in Italia (tranne poche encomiabili situazioni). Il risultato è che al momento nessuna di quelle viste qui  è totalmente agibile. Alcune non lo sono per nulla“.

Esempi concreti da chi si muove in carrozzina

Parto con l’esempio di una colonnina quasi completamente agibilequi problemi di spazio non ce ne sono, per cui la salita /discesa dall’auto è fattibile. La colonnina è allo stesso piano del pavimento, quindi raggiungibile. Ma il display non è visibile da seduti. Questa cosa è comune a tutte le colonnine di questo tipo. In questo caso invece, la colonnina è posizionata sopra ad un marciapiede, ma c’è uno scivolo vicino, per cui è raggiungibile. Non è comodissimo, perché bisognerebbe collegare il cavo all’auto, poi “lanciarlo” sopra il marciapiede, quindi fare il giro per raggiungere lo scivolo e collegare il cavo alla colonnina. Però è fattibile. il parcheggio è troppo stretto e se ci fossero due auto parcheggiate non sarebbe possibile scendere dall’auto“.

Qui ci troviamo di fronte a un doppio stallo dove solo uno dei due parcheggi è agibile, l’altro no. La colonnina è posta nell’aiuola e c’è un gradino da entrambe le parti per raggiungerla, quindi non è usufruibile“.

In questo caso i parcheggi troppo stretti (anche una persona senza carrozzina farebbe fatica a scendere dall’auto). Colonnina posizionata nel verde. Con le auto parcheggiate il tubo a protezione della colonnina ne impedisce il raggiungimento“.

colonnine e disabiliAnche qui, parcheggi troppo stretti. Colonnina posizionata sul marciapiede, tubi di protezione che ostacolano il raggiungimento della colonnina (in realtà è impossibile da raggiungere anche senza tubolari)“.colonnine e disabili

Colonnine e disabili: la situazione migliora, ma…

In seguito alla segnalazione, ci racconta Lorenzo, alcune nuove installazioni vengono ora eseguite correttamente. Ma non tutte. Altre nuove installazioni presentano sempre i medesimi problemi. E l’anno scorso è stato emanato l’ex decreto legge 76 del 16 luglio 2020, convertito poi in legge, art. 57, in cui al comma 4 si prevede che gli stalli di ricarica siano “accessibili in modo non discriminatorio”. Con questa semplice frase si è specificato che debbano essere fruibili anche dai diversamente abili.Ma Lorenzo si stupisce, e noi con lui, che nel 2020 sia stata necessaria questa specifica, dato che le leggi sulle barriere architettoniche esistono da decenni. E del fatto che, anche alcune installazioni di pochi giorni fa (non di  Enel X), e non ancora attive, presentino gli stessi problemi di sempre. Ho chiesto a Lorenzo quali siano le regole da seguire per un’installazione che non metta in difficoltà nessun utente. Queste le sue indicazioni:

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In conclusione, servono: spazio per scendere e salire e colonnine ad altezza strada

Per quanto riguarda le indicazioni da dare agli installatori, sono molto semplici”, ci dice. “Serve una “corsia” centrale tra i due stalli, può bastare indicativamente metà della larghezza di un normale parcheggio. Quindi: due stalli avranno la dimensione di 2,5 parcheggi. La colonnina va posizionata ad altezza strada, quindi non su marciapiedi od aiuole. Per proteggere la colonnina (se non si vogliono mettere dei dissuasori di velocità / dossi in stile Supercharger) si possono mettere due paletti di fronte alla colonnina. Uno per lato, facendo però in modo che ci siano almeno 70 cm. tra il paletto e la colonnina, in modo da lasciare lo spazio di passaggio per la carrozzina. Inoltre, dato che spesso gli stalli sono a ridosso della strada, prevedere una rampa di accesso al marciapiede. Altrimenti una volta collegata l’auto, bisogna andare alla ricerca di una rampa passando sulla strada. Infine (ma questo riguarda la progettazione, non l’installazione): sarebbe buona cosa avere l’attacco del cavo ed il display non troppo alti, per non renderli inutilizzabili“.


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2 COMMENTI

  1. Non ho capito se l’ex decreto legge 76 del 16 luglio 2020 preveda l’obbligo di rendere accessibili anche le colonnine giá esistenti. In ogni caso credo che per incentivare gli operatori a fare installazioni a norma bisognerebbe legare i relativi finanziamenti al rispetto delle regole, o quantomeno prevedere sanzioni in caso di inosservanza.

  2. Grazie per aver segnalato queste criticità!
    Spesso non ci si pensa….
    IO ne farò tesoro nella mia Professione.

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