Clippership, nel 2026, navigherà in mare aperto con guida autonoma e spinta da una vela rigida. Obiettivo: fare a meno del carburante, con vantaggi economici e ambientali, ridurre l’equipaggio e abbattere i costi di accesso ai porti. È la sfida su cui punta la società, nata in un garage di Los Angeles, che vuole offrire una soluzione a basse emissioni per le rotte commerciali.
Dal garage di Los Angeles alle rotte marine
Clippership è stata fondata in un garage di Los Angeles dai fratelli Nico e Luca Cymbalist insieme a Kai Matsuka. Si occupa di robotica marittima con la missione di sviluppare un modo sostenibile di trasportare merci. Il suo ultimo risultato è una nave autonoma a propulsione eolica.
A che punto siamo? L’azienda ha annunciato di aver completato la progettazione della sua prima unità di classe 24 metri e di aver firmato un contratto di costruzione per il primo cargo con il cantiere olandese KM Yachtbuilders. Il varo è previsto per la fine del 2026.

La classe 24 metri è dotata di due ali rigide pieghevoli per la propulsione eolica primaria ed è progettata per la navigazione autonoma in mare aperto. La nave ha una capacità di carico fino a 75 euro‑pallet all’interno della stiva climatizzata, pari a circa 40–45 tonnellate. Sarà costruita secondo le regole RINA e supervisionata durante la costruzione per essere classificata come “General Cargo Ship – Powered Sailing Ship” con la notazione addizionale WAPS (Wind Assisted Propulsion System). Navigherà sotto bandiera maltese.
I punti di forza del progetto? Secondo Clippership, «le grandi navi tradizionali possono attraccare solo in pochi porti profondi, e questo obbliga a lunghi trasporti terrestri per portare le merci dai produttori ai consumatori». Con questa unità si può «operare in porti più piccoli, vicini ai luoghi di produzione e alle destinazioni finali».
I protagonisti e gli altri progetti a vela
La progettazione navale è stata curata da Dykstra Naval Architects, rinomata per imbarcazioni a vela innovative come il Maltese Falcon, SY Black Pearl e Sea Eagle. Glosten, società americana di ingegneria navale e marittima con sede a Seattle, ha completato l’ingegneria strutturale della nave. La costruzione nel cantiere KM Yachtbuilders nei Paesi Bassi. il fondatore Nico Cymbalist ha risposto a una nostra domanda sulla propulsione: «La principale è a vela alare, quella ausiliaria è a diesel. Tutti i sistemi di bordo e i propulsori sono alimentati da un banco batterie a 48V».

Non è l’unico progetto. Sono già salpate, anche se non con la tecnologia WAPS, altre navi a vela innovative. Poche settimane fa abbiamo scritto di Neoliner con una imbarcazione lungo 136 metri, navigherà tra Saint-Nazaire (Francia) e Baltimora (USA), ed è il frutto della partnership tra Neoline Armateur e Corsica Sardinia Ferriess. Traversata oceanica a vela.
Ricordiamo anche Shipped by Sail, TransOceanic Wind Transport e SailCargo, che trasportano cibo. Abbiamo seguito i progetti Windcoop, con il suo portacontainer a vela, Pyxis Ocean e Brigantes. Un recupero di un sapere antico ma modernizzato per ottenere maggiore autonomia e sicurezza con la propulsione elettrica.
LEGGI ANCHE: A vela nel Golfo dei Poeti con il silenzio del motore di Temo France e guarda il VIDEO


se poi si considera il recente veloce sviluppo di pannelli fotovoltaici flessibili e ripiegabili, realizzare vele con parti FV porterebbe l’efficienza a valori elevatissimi ( celle solari in perovskite stampate su pellicole di plastica, leggere e flessibili)