Città elettriche: dopo Reggio Emilia, città del tricolore, la nostra inchiesta sullo stato delle rete di ricarica prosegue con Piacenza, la Primogenita. Siamo sempre in Emilia-Romagna ma la situazione sembra capovolta: colonnine quasi ovunque per la gioia di ogni automobilista elettrico. E’ un caso isolato? Quali altre città possono vantare una dotazione analoga e quali invece sono indietro anni luce? Per contribuire a questo racconto con la vostra città, scrivete a info@vaielettrico.it
Una città a misura d’uomo, con duemila anni di storia
Di Luca Nigrelli
Piacenza, operosa città all’estremo nord dell’altrettanto operosa Emilia-Romagna, posta a contatto della Liguria dalla quale è separata dagli Appennini e della Lombardia, con il fiume Po a far da confine naturale.

Già primo avamposto Romano nel settentrione barbaro, poi rinomata stazione termale, fredda come piaceva ai Romani, Piacenza, vanta una storia millenaria. Storia alle volte con la S maiuscola, a partire dalle due battaglie dette della Trebbia, presso le rive dell’omonimo torrente. Qui i Romani si scontrarono con le truppe cartaginesi in discesa dalle Alpi, guidate da Annibale con i suoi elefanti, (200AC circa).
Qui si tennero le due assemblee nei pressi della località di Roncaglia, dette della Dieta, nelle quali Federico Barbarossa dichiarò Indipendenza e primazia del potere temporale dell’impero verso quello papale(1150 circa). Di qui partì la prima crociata verso la Terra Santa, nei pressi della Basilica di Santa Maria di Campagna, oggi in pieno centro, presso il piazzale detto appunto delle Crociate.
Notevole anche la parte di cinta muraria medievale sopravvissuta alle ingiurie del tempo, nonché i numerosi musei presenti in città. Primogenita perché prima città che liberamente il 10 maggio 1848 decise di aderire al Piemonte ed al Regno di Sardegna, nuce del futuro Stato della Repubblica d’Italia unita. Cosa di cui sono orgogliosissimo pur non essendo originario della città, anzi.
Città a misura d’uomo, nella quale non si strombazza assolutamente ai semafori e alle rotatorie, a testimonianza del senso civico e dell’educazione di gran parte dei suoi abitanti, nessuno escluso.
Piacenza, il pieno di colonnine contro lo smog
L’inquinamento invece, come per gran parte delle città del nord Italia, è la nota dolente.
Venendo ai giorni nostri Piacenza è un importantissimo nodo autostradale e forse il primo polo di logistica su gomma nel Paese. Per questo è stata scelta come primo sito di ubicazione del primo distributore di gas metano liquido per mezzi pesanti (Primogenita anche in questo).

Attualmente ritengo che sia la città con il più alto numero di colonnine di ricarica elettrica funzionanti in Italia grazie alla lungimiranza dell’attuale amministrazione cittadina che ha firmato delle convenzioni con numerose aziende elettriche concedendo da parte sua ingresso libero in ZTL e parcheggi gratuiti dappertutto alle vetture elettriche.
Il primo punto di ricarica (di ENEL), allocato ormai da tempo in città, è ubicato in via Cavour a 50 metri da Piazza de’ Cavalli, il salotto buono della città. E’ vicino ai due omonimi monumenti equestri in bronzo del 1600 circa, raffiguranti i Duchi Farnese, opera del Mochi da Montevarchi.
Questo luogo è considerato fra le tre più belle piazze medievali dell’intera Italia.
Lungo la stessa strada che poi porta verso Lodi, attraversando il ponte sul Po crollato alcuni anni fa e prontamente ricostruito, si trovano altre colonnine (di Be Charge) appena installate e funzionanti. Punti di ricarica di ultima generazione pronti a soddisfare le esigenze di tutti gli utenti, naturalmente molto ben visibili e segnalati.
Parcheggi con ricarica: è la ricetta di Piacenza
Decine e decine di altri punti di ricarica in gruppi di 4 o di 6 si trovano dislocati lungo le maggiori direttrici viarie ed in parecchi parcheggi all’interno della città. Tra questi il parcheggio scambiatore dello stadio comunale di calcio e della cittadella dello sport in Largo Anguissola, e dei campi sportivi del rugby. Comodissimo per chi arriva in città per lavoro e deve ricaricare la vettura, il parcheggio di via Portapuglia presso il locale camposanto.
I due parcheggi della stazione ferroviaria di via Sant’Ambrogio e del Faxhall, invece, attualmente ne sono sprovvisti. Probabilmente perché il comparto cittadino in questione a breve sarà sottoposto ad una profonda revisione urbanistica. Comporterà lavori per decine di milioni di euro e cambierà profondamente il volto della zona. Prevedendo tra l’altro lo spostamento dell’ area merci della stazione stessa.

Altri punti si trovano presso il parcheggio dell’ospedale Guglielmo da Saliceto, della Questura in viale Malta, del cinema multisala e vari altri. La città è sede di numerosi centri commerciali e di grandi supermercati con ampi parcheggi i quali a loro volta sono ottimamente forniti di colonnine funzionanti a testimonianza della lungimirante politica delle proprietà.
Putroppo praticamente tutti i punti di ricarica non sono coperti; sarebbe interessante capirne il perché.
Tanta educazione, pochissimi gli abusi
I punti di ricarica generalmente sono liberi da occupanti abusivi, vuoi perché i parcheggi intorno sono immensi con centinaia di posti liberi, vuoi per una certa sensibilità, vuoi per la vigilanza costante di polizia locale, ausiliari del traffico ed addetti della società che ha in appalto i parcheggi a pagamento.
Viceversa l’attenzione dell’utenza termica negli stalli dedicati nei parcheggi dei centri commerciali è un po’ più lasca. Probabilmente per un senso di impunità derivante dal fatto che essendo parcheggi privati si suppone che l’azione della polizia municipale possa essere leggermente più difficoltosa. Bisogna fare opera di sensibilizzazione ed educazione civica.

Nota dolente, neanche a dirlo, è la quasi totale assenza di punti di ricarica presso le tradizionali stazioni di servizio. Fa eccezione la Enercoop (tutto dire) presso il centro commerciale Gotico alla periferia sud direzione Parma della città, con ben sei colonnine della Ionity.
Evidentemente qualcuno ancora non si è reso ben conto della situazione climatica e dell’emergenza sanitaria afferente l’inquinamento da idrocarburi. A questo punto mancano solo le vetture da ricaricare.
Concludo sottolineando la fortuna di abitare in una simile realtà cittadina e l’esigenza di accedere ove possibile, il più presto possibile, ad una mobilità urbana il più possibile rispettosa e sostenibile.
le cifre sono riferite alla logistca
Mi scuso con il signor Nigrelli per aver involontariamente sbagliato il cognome
Trovo questa descrizione della mia città per caso e sono rimasto allibito.
Forse il signor Fringuelli dimentica un paio di cose:
Piacenza ha vari record 470.000 metri quadrati più altri 46.000 che si aggiungeranno
Piacenza ha il record regionale di inquinamento, polveri fini eccetera
per ultimo ricordo al signor Fringuelli che il Protocollo d’intesa per la ricarica delle auto elettriche risale al 2012.
Tante belle cose
Maurizio Mori
Carissimo amico di Budrio fa come me,
Scrivi un bellissimo reportage e pubblicalo sul sito poi confeziona un bellissimo ” suppostone” e lo inoltri all’amministrazione a enel ed al giornale locale. .scommetti che qualcosa smuovi?
Non è questione di colore politico me di sensibilità degli amministratori locali.
Qui ora abbiamo centrodx ed io che la penso diversamente gli faccio le pulci ma in questo caso diamo a Cesare quel che è di Cesare…
Brava amministrazione di Piacenza
Approfitto di questo spazio per segnalare che esiste un paese in Emilia-Romagna , dove io lavoro, che si chiama Budrio , che conta 18600 abitanti e non ha nemmeno una colonnina elettrica. Ho contattato l’Enel personalmente che mi ha risposto dicendo che sono al corrente della problematica , che hanno contattato il Comune della cittadina la quale ha risposto che non è interessata all’installazione di punti di ricarica per auto elettriche. Mi sembra veramente assurdo.
Ecco il problema: la “lungimiranza” degli amministratori locali. Verrà il voto, se dio vuole.