Clamoroso in Cina: l’aumento delle emissioni inquinanti si è fermato. Secondo una indagine indipendente, negli ultimi 18 mesi, i gas serra per la prima volta non sono aumentati. Grazie al boom delle energie rinnovabili e delle auto elettriche (oltre alla frenata del settore edilizio). Un dato positivo che arriva proprio nei giorni in cui in Basile si apre la COP30. Dove, non a caso, Pechino è attesa come protagonista silenziosa.
L’analisi è stata pubblicata da Carbon Brief, un think tank che raccoglie dati sul cambiamento climatico. Secondo i nuovi dati, nel terzo trimestre del 2025 le emissioni di CO₂ della Cina non hanno registrato variazioni significative rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Non è un dato estemporaneo, ma il risultati di trasformazioni strutturali. Da un lato c’è il rallentamento della produzione industriale e la frenata dello sviluppo edilizi. Ma dall’altra parte abbiamo un’espansione senza precedenti delle fonti rinnovabili e della mobilità elettrica.

Rinnovabili da record: nei primi nove mesi la Cina ha aggiunto 240 gigawatt di nuova capacità solare e 61 GW di eolico
Nei primi nove mesi del 2025, la Cina ha aggiunto 240 gigawatt di nuova capacità solare e 61 GW di eolico, proiettandosi verso un nuovo record annuale di installazioni. La produzione elettrica da fotovoltaico è cresciuta del 46%, quella eolica dell’11% su base annua. Un’accelerazione che, secondo gli analisti, sta contribuendo a contenere le emissioni anche nei momenti di maggiore domanda elettrica.
Questo dinamismo nel campo dell’energia pulita mostra come la transizione cinese sia ormai un pilastro della decarbonizzazione globale: la tecnologia “made in China” ha abbattuto i costi delle rinnovabili e delle batterie, rendendo più accessibile la transizione anche per altri Paesi, inclusi quelli europei.
Non mancano i settore che vanno in controtendenza e continuano a inquinare. Le emissioni del comparto petrolchimico e della produzione di materie plastiche sono aumentate del 10% nel terzo trimestre. Segnalando la difficoltà di ridurre le emissioni in settori a elevata intensità energetica. Resta quindi aperta la sfida per una transizione industriale più profonda, che accompagni la corsa delle rinnovabili con politiche di efficienza e innovazione.
COP30, la Cina osservata speciale: ma con quale ruolo?
Questi dati arrivano proprio nei giorni in cui si apre la COP30 in Brasile che “simbolicamente” si tiene a Belem, alle porte dell’Amazzonia. Il presidente della conferenza, André Corrêa do Lago, ha riconosciuto il contributo “molto significativo” della Cina, sottolineando come le sue tecnologie verdi abbiano trasformato il sistema energetico globale. Tuttavia, la delegazione cinese mantiene un profilo prudente, preferendo sostenere il processo multilaterale senza esporsi come leader formale dei negoziati.
Un rapporto della Taskforce on Net Zero Policy, iniziativa sostenuta dall’ONU, conferma che il centro di gravità della lotta al cambiamento climatico si è spostato verso l’Asia-Pacifico, mentre Stati Uniti e Unione Europea sembrano rallentare. La Cina ha aderito di recente alla coalizione per un mercato globale del carbonio, guidata dal Brasile e sostenuta da UE, Regno Unito e Canada: un passo che rafforza la cooperazione internazionale, anche se persistono divergenze sulla carbon tax europea alle frontiere, considerata da Pechino una misura protezionista.
La Cina diventa così proprio “il simbolo dell’aria che tira”. E’ leader delle tecnologie green, nessun Paese immatricola così tante auto elettriche, così come non esta nazione con così tante rinnovabili. Ma allo stesso tempo, rimane il primo inquinatore al mondo e il maggior consumatore di carbone. Non per nulla si chiama transizione.


Praticamente l’inquinamento in Cina è arrivato alle stelle, ma non aumenta.
Molto bene che non aumenti, ma è a livelli altissimi…..
Questa argomentazione non si può proprio sentire: i cinesi sono 1 miliardo e 400 milioni. Europei, americani, russi, canadesi e australiani messi insieme arrivano si e no a 1 miliardo e 300 milioni, ma messi insieme emettono più della Cina. Semplificando il concetto: quello che conta sono le emissioni pro capite.
Questo articolo lo metto subito nel mio archivio, per tirarlo fuori all’istante in cui qualcuno (quelli contro le auto elettriche) salta fuori a sproposito sostenendo che la produzione delle auto elettriche è controproducente per l’inquinamento.
per chi è come san Tommaso 🙂 questo è il grafico dell’andamento nel tempo delle emissioni della Cina, abbastanza esplicativo:
https://www.carbonbrief.org/wp-content/uploads/2025/11/Chinas-CO2-emissions-have-now-been-flat-or-falling-for-18-months-1.png