La Cina ha fatto ricorso al Wto, l’organizzazione che regola gli scambi commerciali a livello globale, contro gli Usa. In particolare, Pechino denuncia i sussidi approvati da Washington a sostegno del mercato interno dei veicoli elettrici.
Anche l’Europa sta valutando se imporre dazi aggiuntivi contro le importazioni di auto cinesi, a suo dire responsabili di concorrenza sleale. Si è scatenata insomma l’attesa guerra commerciale.

E Pechino fa un esposto all’Organizzazione mondiale del commercio
Il ministero del Commercio di Pechino si è mosso contro l’Amministrazione Biden. Nell’annunciare l’esposto, ha dichiarato che considera i requisiti previsti per i sussidi “discriminatori” e che porteranno a una “distorsione grave” della concorrenza.
Prevista dagli analisti di settore, la mossa della Cina si inserisce nel grande conflitto politico tra le due grandi potenze mondiali, che ha un suo terreno di scontro sul versante economico. La supremazia nei prossimi anni si misurerà anche per numero di auto elettriche vendute.
Non per nulla, il governo cinese intende contestare i sussidi previsti all’interno dell’IRA, l’Inflation Reduction Act, il provvedimento fortemente voluto dal presidente Joe Biden nell’agosto 2022. Misure concepite per “raffreddare” l’inflazione e investire nelle industrie a Stelle&Strisce, promuovendo al tempo stesso la transizione verso l’energia pulita.

L’Ira, in sostanza, richiede che i veicoli elettrici siano sottoposti all’assemblaggio finale in Nord America per poter beneficiare dei sussidi. Secondo la Cina queste norme sono inaccettabili. «Con il pretesto di una “risposta al cambiamento climatico” e per la “protezione ambientale”, gli Stati Uniti hanno formulato politiche discriminatorie attraverso il loro Inflation Reduction Act riguardo ai veicoli a nuova energia, escludendo dai sussidi i prodotti provenienti dalla Cina e da altri membri del Wto», ha rilevato Pechino.
Nuovi dazi in vista sulle elettriche cinesi
Per poi aggiungere: «Tali esclusioni distorcono la concorrenza leale, interrompono le catene industriali e di fornitura globali e violano i principi dell’Organizzazione come il trattamento nazionale e il trattamento della nazione più favorita“.
La mossa di Pechino arriva prima del viaggio in Cina atteso ad aprile del segretario al Tesoro Usa, Janet Yellen, e dopo le valutazioni del segretario al Commercio, Gina Raimondo, che considera i veicoli elettrici cinesi come un potenziale rischio per la sicurezza dei dati, poiché raccolgono «un’enorme quantità di informazioni su un conducente».
E anche la Casa Bianca ha annunciato una propria indagine sui veicoli cinesi, il che potrebbe portare a dazi di importazione più pesanti. Così come potrebbe fare la Ue che ha già aperto un’inchiesta e ha già avviato la registrazione dei veicoli in ingresso alle dogane, primo passo per un giro di vite sulle tasse di importazione dei mezzi prodotti nel Paese del Dragone.
Per discutere di questa possibilità la prossima settimana verrà in Europa il ministro del Commercio cinese Wang Wentao. Ha in programma visite a Parigi e Roma.
Curioso come la Cina dissenta sulle misure americane visto il comportamento tenuto in ambito di concorrenza che con ampi e abbondanti aiuti di Stato hanno trattato aziende private come pubbliche iniettando soldi e accelerando ogni processo con il solito scopo di imporsi economicamente sul resto del mondo.
Pensare di giocare alla pari in questo ambito è da idioti, affrontare una guerra dei prezzi quando parti come le batterie di una BEV sono notoriamente prodotte in Cina porterebbe solo al fallimento.
Le Gigafactory europee non saranno operative dall’oggi al domani e senza mettere paletti si rischia il predominio di auto elettriche cinesi.
Il futuro dell’elettrico sono in primis le batterie a stato solido ed è lì che dovremo puntare per tentare di togliere alla Cina il monopolio ed avere una tecnologia il più possibile indipendentemente dalle forniture cinesi.
L’Europa non può permettersi di perdere la sfida dell’automotive con la Cina sarebbe una catastrofe economica.
se mi permettete da 40 anni a questa parte abbiamo demandato la produzione di ogni bene materiale alla cina .questo e’ il risultato !
Sentire la Cina parlare di cambiamento climatico, distorsione della concorrenza e sussidi discriminatori farebbe ridere se non facesse piangere. Quando ci libereremo di questi tizi sarà sempre troppo tardi.
Chiacchiere al bar: ha qualche idea su come liberarsi da “questi tizi”?
Salve,
sarebbe sufficiente proporre un concetto di elettrificazione dei trasporti diverso da quello cinese o americano. Proposte competitive ce ne sono tante, basta usare la neutralità tecnologica con i numeri veri e non gli approcci “zero emission” che tanto non esistono oppure gli LCA falsi dei cinesi. Ci siamo finalmente liberati del Diesel, ci possiamo liberare anche di uno schema di mobilità che appartiene ad altri Paesi (chi può caricare a casa) e non al nostro.
Bussare Toyoda.
Saluti
Effetti della finta globalizzazione che si è realizzata in 30 anni.
Sto aspettando le contromosse cinesi, qui mi sa che inizia un bel casino…