La Cina fissa nuovi obiettivi per la mobilità del futuro. Con la presentazione della “Roadmap tecnologica 3.0 per veicoli a nuova energia e basso consumo energetico”, Pechino mira a d accelerare lo sviluppo dell’industria automobilistica a basse emissioni. Entro il 2040 l’80% di veicoli elettrici e l’introduzione su larga scala della guida autonoma di livello 4.
Il documento, pubblicato dalla China Society of Automotive Engineers (CSAE) come terza evoluzione di una strategia lanciata nel 2016, delinea una visione di lungo periodo che intreccia elettrificazione, digitalizzazione e sostenibilità industriale.
L’obiettivo è ambizioso: fare della Cina uno dei principali poli mondiali di innovazione tecnologica nel settore automotive, con un sistema produttivo integrato tra veicoli, infrastrutture e cloud.

Elettrificazione e guida autonoma
Secondo la Roadmap 3.0, le emissioni complessive del settore automobilistico cinese raggiungeranno il picco entro il 2028, per poi calare di oltre il 60% entro il 2040. Entro quella data, l’80% dei nuovi veicoli sarà elettrico, con le auto a batteria (BEV) che rappresenteranno circa l’80% del totale dei veicoli a nuova energia.
Parallelamente, Pechino punta a una rete integrata “vehicle-road-cloud”, in cui infrastrutture e veicoli dialogheranno costantemente, abilitando la guida autonoma di livello 4 (L4) su larga scala e l’ingresso dei primi modelli a livello 5, completamente autonomi.
Transizione sì, ma graduale
Nonostante l’elettrico domini la visione a lungo termine, la roadmap riconosce che il motore a combustione avrà ancora un ruolo.
Entro il 2035, tutte le vetture a benzina saranno completamente ibride, mentre nel 2040 i veicoli con motori termici (HEV, PHEV, EREV) rappresenteranno circa un terzo delle vendite. Una transizione quindi graduale, ma inevitabile.
Nel frattempo, i veicoli commerciali elettrici estenderanno il loro campo d’azione dal trasporto urbano a rotte medio-lunghe, sostenuti da progressi nelle batterie e nella rete di ricarica.

In Cina batterie allo stato solido entro il 2030
Il documento introduce anche un sistema di valutazione della manifattura intelligente, che integra progettazione, produzione, fornitura e servizi in un ecosistema digitale interconnesso.
Entro il 2040, la produzione automobilistica cinese dovrà essere più efficiente, resiliente e a basse emissioni, sfruttando i dati per ottimizzare costi e qualità.
Sul fronte energetico, la roadmap prevede la commercializzazione su piccola scala delle batterie allo stato solido entro il 2030, e la diffusione globale entro il 2035, quando le loro prestazioni e i costi saranno più competitivi rispetto alle celle tradizionali.
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Senza mai dimenticarsi che, oltre alla guida autonoma, in Cina le macchine saranno presto tutte dotate di una bella telecamera con riconoscimento facciale, cosi se ti scappa di scrivere a un amico su WhCHat “abbasso Xi Jimping” la prima volta che sali su un’auto questa ti vede, chiude le sicure, e ti porta da sola a fare un simpatico giro fino al commissariato più vicino dove un simpatico commissario già ti aspetta per far due chiacchere in amicizia.
Magari dopo averti fatto un piacevole massaggino, si intende.
Fantasie?
Vedremo. 🙂
In famiglia abbiamo due euro3 e una euro4…. Se lo stato me le regala con la colonnina a due stalli io passerei all’elettrico direttamente!!!!
Oppure me le comprerei io senza chiedere niente….. a meno che il mio stipendio da operaio non aumenti del 50% riprendendomi il potere d’acquisto perso negli ultimi 15 anni….
Qualcuno dovrà farci i conti in termini di vendite….
Se in casa possiamo avere auto a guida autonoma, non serviranno più seconde e terze auto….e talvolta nemmeno le prime….
Qualcuno può fare una “fotocopia” di questo articolo e consegnarla al Ministero dei trasporti?
Riprendo un passaggio dell’articolo:
“Nonostante l’elettrico domini la visione a lungo termine, la roadmap riconosce che il motore a combustione avrà ancora un ruolo.
Entro il 2035, tutte le vetture a benzina saranno completamente ibride, mentre nel 2040 i veicoli con motori termici (HEV, PHEV, EREV) rappresenteranno circa un terzo delle vendite. Una transizione quindi graduale, ma inevitabile.”
Quindi anche la Cina, che è forse l’unico paese che potrebbe veramente fare la corsa all’elettrico, ha adottato un approccio più graduale di quello Europeo.
Forse è anche per questo che sono diventati la prima potenza industriale del mondo?
Forse è il caso che anche noi iniziamo a seguire un approccio concretizzabile?
Noi… più concretizzabile di così, sull’elettrico non abbiamo fatto ancora nulla.
Un po’ di colonnine ed alcune centinaia di migliaia di “volontari” che guidano EV.
Forse è il caso che ci diamo una mossa, invece in ogni trasmissione radio che sento mentre sono in auto, quando parlano di transizione tirano indietro in tutti i modi.
Hai ragione, ma sai una cosa (e questo è assolutamente una opinione personale), se l’approccio fosse stato meno autoritario e anche meno “elitario”, magari sbaglio ma penso che ne avrebbero vendute molte di più.
Tutto questo fermo restando la barriera dei prezzi che per l’italiano medio sono oggettivamente molto alti, e gli incentivi sempre troppo pochi.
E poi, raccontare meglio il prodotto…
Chissà perché le parole ” una transizione quindi graduale ma inevitabile ” sono lo stesso concetto che ho scritto io due giorni fa in un commento e che vado ripetendo da tempo. Non è che le persone non vogliano passare all’ elettrico ma ci vuole tempo come tutte le innovazioni epocali. Il mercato automotive è enorme e non si può trasformare pesantemente in breve, specialmente se i costi di acquisto vengono tenuti di proposito alti in modo esagerato.
Vero. Se non abbiamo i soldi, non possiamo spenderli.
Oppure no?
Ma “graduale” è un nobile e rispettabilissimo concetto, solo quando hai tempo.
Noi non abbiamo né soldi né tempo. Non so se hai sentito del vento a 300 km/h in Giamaica.
Quindi, alla fine anche in Cina hanno fatto una loro versione del ban del termico, anche se formalmente non lo é
Esatto, magari un po’ meno ambiziosa di quella europea. Trovo molto interessante anche che la previsione per i veicoli commerciali a lungo raggio