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Quanto conviene ai cinesi usare l’auto elettrica? Ce lo spiega Ivone, il nostro connazionale residente in Francia, che dopo aver condiviso le sue impressioni in un primo articolo sul suo recente viaggio in Cina, dà oggi direttamente voce ad alcuni proprietari di auto elettriche e termiche. Che ci raccontano la transizione dall’interno.
I cinesi e l’auto elettrica: Ivone con il professor Wei che viaggia in Tesla Model 3 Highland acquistata a tasso zero. La moglie ha una Nio ET5
di Ivone Benfatto
[seconda puntata]
Durante il mio ultimo viaggio in Cina, ho avuto l’opportunità di dialogare con diversi proprietari di veicoli elettrici (BEV) e a combustione interna, al fine di raccogliere le loro opinioni ed esperienze. È stato particolarmente interessante incontrare, in modo del tutto casuale, un piccolo gruppo di utenti che ben rappresentano una realtà in rapida evoluzione.
Accanto agli “early adopters” dei veicoli elettrici a batteria, vi sono infatti persone che preferiscono le versioni ibride plug-in o che, al contrario, scelgono di attendere ulteriori sviluppi tecnologici e infrastrutturali prima di effettuare il passaggio all’auto elettrica. Ho raccolto anche informazioni relative ai costi di acquisto e alle spese di ricarica. Per tutelare la privacy degli intervistati, nell’articolo e nelle fotografie sono riportati solo i loro nomi e non i cognomi.
Tutti i proprietari con cui ho parlato lavorano in università o centri di ricerca, e comunque si tratta di un numero piuttosto ristretto. Sono consapevole quindi che il mio non possa considerarsi un campione davvero rappresentativo del day by day dei proprietari di auto elettriche cinesi. Tuttavia ho trovato interessanti le informazioni che ho raccolto, soprattutto quelle sui costi, che ho convertito in euro usando il cambio attuale per comodità.
Tesla Model 3 a tasso zero
Prof. Wei- 32 anni, un dottorato in ingegneria, professore assistente al Politecnico di Hefei. Possiede una Tesla Model 3 Highland, acquistata grazie a un prestito a tasso zero offerto da una banca convenzionata con Tesla. È sposato e ha un figlio di due anni. Sua moglie ha una laurea triennale in farmacia, lavora in un centro per la prevenzione delle malattie infettive e possiede una Nio ET5.
NIO con battery swap
I cinesi e l’auto elettrica: il nostro Ivone in compagnia dell’ing. Lifen che ha portato a casa una NIO ET5 con battery swap gratuito a vita
Ing. Lifen- Project manager presso una grande azienda cinese che produce stazioni di conversione ad alta tensione per impianti di trasmissione dell’energia in corrente continua, ha un master in ingegneria ed è stata una delle prime a credere nell’elettrico. Una vera “early adopter” che ha acquistato una Nio con battery swap nel 2018, approfittando di un’offerta promozionale, che oggi non è più disponibile, che includeva il cambio batteria gratuito a vita. Mi ha raccontato che, all’epoca, molti cinesi erano ancora titubanti sull’acquisto di auto elettriche, ma lei non ha esitato e ha fatto un ottimo affare, eliminando completamente i costi dell’energia.
Li Auto One con range extender
Prof. Helong- Insegna presso il Politecnico di Hefei. È proprietario di una Li Auto One, un veicolo elettrico dotato di range extender e batteria ricaricabile. La scelta di un modello con range extender è motivata dalla necessità di ridurre l’ansia da autonomia, garantendo una maggiore flessibilità nei tragitti a lungo raggio.
Pentito della Volvo XC40 plug-in
I cinesi e auto elettrica: Ivone con il professor Zhiquan che ha scelto la plug-in Volvo contro l’ansia da ricarica. Ma è pentito perchè non copre in elettrico il tragitto quotidiano
Prof. Zhiquan-Insegna al Politecnico di Hefei. Ha scelto una Volvo XC40 ibrida plug-in perché teme ancora l’ansia da autonomia. Tuttavia, si è un po’ pentito della scelta, perché la batteria della sua PHEV è troppo piccola per le sue esigenze quotidiane.
Tiguan a benzina aspettando lo stato solido
Ing. Hao- Possiede una Volkswagen Tiguan a benzina. Abita vicino al posto di lavoro, che raggiunge in bicicletta, e usa poco l’auto. Tuttavia, il motivo per cui non è ancora passato all’elettrico non è lo scarso utilizzo, ma il timore che la tecnologia delle batterie attuali diventi presto obsoleta, venendo sostituita da soluzioni più avanzate. Vuole quindi aspettare fino a quando le batterie a stato solido saranno consolidate. Gli ho risposto che, secondo me, l’evoluzione delle batterie ricorda quella dei personal computer negli anni ‘90: aspettare la “batteria perfetta” potrebbe significare restare in attesa per molti anni.
Cambierà l’ Audi A6 per la guida autonoma
Ing. Zhengyi- Possiede una nuovissima Audi A6 quattro S-Line Station Wagon, super accessoriata, e mi ha accompagnato nei miei spostamenti in Cina. Alla fine del viaggio, mi ha ringraziato per avergli chiesto di partecipare ai test di alcune auto elettriche e alla visita di una fabbrica di veicoli elettrici. Mi ha confessato che probabilmente cambierà presto la sua Audi. Quando gli ho chiesto cosa lo avesse colpito di più delle auto elettriche, mi ha risposto: il livello di assistenza alla guida, che presto evolverà nella guida autonoma. Dato che la sua A6 è praticamente nuova, gli ho consigliato di aspettare almeno il livello 3 di guida autonoma, che dovrebbe essere disponibile in Cina entro un anno.
Costi di acquisto delle auto elettriche e costi dell’energia
Contrariamente a quanto spesso si legge in Italia, i cinesi non sono obbligati ad acquistare auto elettriche. Esistono però forti incentivi, tra cui:
Esenzione dalle tasse di acquisto e immatricolazione.
Finanziamenti a tasso zero.
Prezzo dell’energia elettrica molto vantaggioso rispetto alla benzina.
Nelle grandi città, come Pechino, è in vigore un sistema a numero chiuso per l’immatricolazione di veicoli non elettrici.
Questi fattori rendono l’elettrico una scelta economicamente conveniente, soprattutto per chi percorre molti chilometri, come i tassisti.
A titolo di esempio, il Prof. Wei mi ha fatto sapere il piano finanziario per acquistare la sua Tesla Model 3 Highland (acquistata poco più di un anno fa):
Il costo totale è stato di circa 25000 euro, così suddiviso:
Anticipo iniziale (al lordo dei sussidi governativi): 10.000 euro
Rate mensili: 250 euro al mese per un periodo di 5 anni (rimborso prestito a tasso zero)
Sussidi governativi che si possono sommare e permettono di ridurre l’anticipo iniziale: Sussidio a livello nazionale: 2250 EUR; Sussidio locale (città di Hefei): 2000 EUR.
Prezzi: Tesla e marchi cinesi a confronto
I marchi cinesi di auto elettriche, come Xpeng, offrono una vasta gamma di fasce di prezzo. Di seguito, un confronto specifico tra i modelli Xpeng e Tesla:
– Xpeng P7: Fascia di prezzo: 23600 – 36200 euro
– Tesla Model 3 Highland: Fascia di prezzo: 29400 (RWD standard range) – 42400 (AWD performance) euro
Confronto: L’Xpeng P7 ha un prezzo di partenza inferiore rispetto alla Tesla Model 3. Nelle fasce medio-alte, i prezzi si sovrappongono, ma la versione ad alte prestazioni della Model 3 è significativamente più costosa.
– Xpeng G6: Fascia di prezzo: 20700 – 28500 euro
– Tesla Model Y (versione 2025): Prezzo: 32900 (RWD standard range) – 39100 (AWD long range) euro.
Confronto: L’Xpeng G6 è più conveniente rispetto alla Tesla Model Y, offrendo un miglior rapporto qualità-prezzo in termini di costo e caratteristiche.
Costi di ricarica nei parcheggi, in garage e in città
Per i parcheggi pubblici a pagamento, al costo della ricarica va aggiunto quello del parcheggio. Il pagamento avviene solitamente tramite codici QR utilizzando le applicazioni WeChat o Alipay. Ma le tariffe della pura ricarica sono veramente basse.
Ricarica lenta in AC: circa 0,10 – 0,15 euro/kWh
Ricarica rapida in DC: circa 0.19 – 0,25 euro/kWh
Per quanto riguarda i parcheggi privati, da oltre 20 anni tutte le nuove costruzioni residenziali in Cina sono state realizzate con posti auto inclusi, generalmente situati nei piani interrati e in numero sufficiente a soddisfare le esigenze di tutti i residenti. La maggioranza dei propritari di auto elettriche (BEV e PHEV) hanno posti auto privati con wallbox.
Inoltre, è molto semplice richiedere l’installazione di una wallbox nel proprio posto auto, che di solito è servito da un contatore elettrico dedicato con tariffe agevolate, pensate per incentivare la ricarica durante le ore notturne (circa 0,04 euro/kWh)
Le stazioni di ricarica pubblica sono molto diffuse, con circa 2-3 punti di ricarica per chilometro quadrato, situati principalmente nei parcheggi pubblici, centri commerciali, hotel e stazioni ferroviarie.
Viaggi a lunga distanza e ricarica in autostrada
Per i viaggi a lunga distanza (ad esempio, da Hefei a Wuhan, circa 500-600 km), sono disponibili stazioni Supercharger Tesla e altre stazioni di ricarica rapida presso le aree di servizio autostradali. La ricarica ultra-rapida DC costa circa 0.19 – 0,25 euro/kWh. I Supercharger Tesla sono generalmente più costosi rispetto alle stazioni di ricarica rapida di altri marchi.
Perchè l’elettrica? Semplice: conviene
Questa panoramica evidenzia come l’adozione dell’auto elettrica in Cina non sia stata imposta, ma sia principalmente legata alla convenienza economica e a una rete capillare di ricarica. I primi a sostituire le auto termiche con quelle elettriche sono stati infatti coloro che percorrono molti chilometri, come i tassisti. In Cina, l’elettrico continua a diffondersi rapidamente, delineando un futuro sempre più orientato verso la mobilità sostenibile. Arrivederci a presto
di nuovo grazie a Ivone per questa seconda parte di reportage, ben esposta e chiara.
come lui stesso dice, è una piccola parte di campione (relativamente ricco) composto da professori e ingegneri: non si ha contezza se le condizioni (riportate) relative all’acquisto siano le stesse anche per lo “sbadilatore” di terra, o se a costui sia riservata la bici elettrica.. o il quadriciclo.
come ricordato nel precedente articolo, fino a un paio di decenni fa le auto erano poche e il partito ha cominciato da zero per creare il tutto:
1 non hanno dovuto smantellare e/o cambiare l’industria automobilistica, perché non esisteva. già questo è un punto di partenza che li favorisce.
2 si è creata l’infrastruttura di pari passo alla direzione data dall'”uomo forte” (partito) sulla mobilità.
3 si garantisce un prezzo basso di energia (ma pure idrocarburi).
4 il costo delle vetture di qualsiasi categoria è basso
5 hanno solo parlato di economia di esercizio, mai di cambiamento climatico o inquinamento.
6 importante: non hanno burocrazia, enti, sindacati, belle arti.. a rompere i cabassisi.
la ue, al contrario, ha stabilito una data (per il cambiamento climatico): dei vari punti sopra se ne è bellamente lavata le mani. in tot anni dovete cambiare le vostre abitudini, volenti o nolenti.. ed è per quello che la gente si è incazzata: ma so che questo è un discorso “incapibile” dai più.. elettrici
qua si continua a osannare il “libero mercato” che abbassa i prezzi 🥳🤦♂️
e io continuo a dire che alcune cose devono essere sotto lo stato: in cina chi fa i prezzi?
Quello della XC40 è il più genio di tutti… Per ansia di autonomia ha preso una plug in con batteria così piccola da non bastare per uso quilotidiano… Cosi si stressa tutti i giorni! Sagace 😀 avesse preso una BEV viaggiava sempre in elettrico e scopriva che l’ansia da ricarica affligge solo chi non ce l’ha.
Bellissimo reportage di @Ivone 👍😀 che, senza pretese di far statistica, fa capire le opportunità e le opinioni di persone comuni (anche se ben istruite e con capacità di reddito sicuramente più elevate della popolazione nel suo complesso).
Chiaro che un gigante come la Cina, fortemente dirigista, può decidere, pianificare ed imporre a tutti i livelli i necessari passi ad effettuare una transizione energetica molto, molto meglio di democrazie benestanti ma molto ondivaghe nelle scelte politiche e commerciali e dipendenti da 70 anni di benessere alimentato a petrolio e gas.
Sicuramente tanto impegno (anche finanziario) da parte del governo di Pechino è motivato da vari fattori: aver capito di avere tutta la filiera necessaria al cambio tecnologico, aver capito di poter raggiungere rapidamente un livello di eccellenza tecnologica autoctona, la grande grandissima necessità di farlo per diminuire sia la dipendenza da forniture estere di energia (da pagare in dollari il più delle volte) per motivi strategici ma anche per abbattere l’incredibile livello di inquinamento raggiunto nelle regioni a più alto sviluppo con conseguente forte compromissione ambientale e danno alla salute degli abitanti (e pure la Cina -novella benestante- comincia ad avere problemi legati alla scarsa natalità e diffusione di malattie metaboliche e cronicizzanti.. proprio come noi storici benestanti occidentali).
Auguriamoci che continuino ad ispirare il mondo intero con il loro impegno nella transizione (sicuramente per fattori economici… ma quelli ecologici/sanitari saranno diretta conseguenza), anche se a breve dovranno sperimentare una grande restrizione della capacità produttiva (forse già eccessiva prima della guerra dei dazi appena partita).
Grazie di nuovo Ivone per queste informazioni fresce sulla situazione cinese.
Spero le leggano i soliti commentatori che credono che vadano ancora in giro in bici per una ciotola di riso. 🙁
Poi qualcuno si stupisce pure se in Cina nel 2024 tra BEV e plugin la percentuale è arrivata al 46,7% (BEV al 30% circa) mentre in Italia il cumulato si è fermato al 7.6% (BEV al 4.2%) … un confronto serio in queste condizioni non è sensato.
costi d’acquisto più bassi
costi di “”rifornimento”” più bassi
non c’è da stupirsi, anzi, vorrei proprio vedere chi , spazi permettendo, si comprerebbe ad esempio una grande panda bev (a partire da 23k) invece di una m3 highland a 29.
game set match.
4k di incentivi non mi sembrano tantissimi rispetto al costo totale dell’auto.
In Italia abbiamo dato per anni incentivi alle auto a scoppio di 4k (e più) e non mi sembra sia cambiato molto, anzi, qualcosa è cambiata, in Italia abbiamo incentivato meno le elettriche e molto di più le auto a scoppio…
Altra conferma di quello che viene detto da mesi e mesi (o anni).
L’auto elettrica si impone se costa (molto) meno di quella termica.
A partire dal listino fino ad arrivare alle ricariche.
Nulla di nuovo sotto il sole.
Perché noi europei dovremmo avere lo stesso mercato se le condizioni economiche sono totalmente opposte?
Per non parlare poi delle infrastrutture..
Cominciamo ad avere una id3 a partire da 25k, poi ne parliamo.
Ciò che salta all’occhio per me è il completo annullamento dell’ansia da ricarica, che smette di essere una barriera all’acquisto.
Anche in Cina ci sarà chi fa viaggi lunghi e chi avrà le solite (troppo spesso sso citate) emergenze.
Di fronte però a tecnologia avanzata (nel senso che con l’aumetare della produzione il prezzo scende) e la diffusione della rete di ricarica, la transizione accelera notevolmente.
negli Emirati Arabi Uniti hanno una rete di ricarica di 260 postazioni… doppiando allegramente quella da poco più di cento dell’Arabia Saudita, che per altro ha un gigantesco piano di investimenti nel settore BEV (se Musk “fa pace” col direttore del fondo sovrano P.I.F. magari trova il modo di farsi finanziare una gigafactory in Arabia) nonchè F.E.R.
Gli spostamenti medi sono su distanze molto più elevate che da noi -40000KM annui medi – e senza possibilità di attrezzare SUC/HPC via rete (però grande facilità di installare quelli auto-alimentati e con BESS).
La Cina è un sub-continente con caratteristiche molto disomogenee, però ha megalopoli da oltre 20milioni di abitanti che già solo pensarli in strada su mezzi privati fa spavento ! ovvio dover puntare subito sulla mobilità TPL o ELETTRIFICATA
Noi italiani abbiamo un piccolo territorio, tutto semi-urbanizzato, con distanze cortissime fra un centro abitato ed il successivo… E’ assurdo pensare di non riuscire ad attrezzarci con una diffusa rete di ricarica (col mio carichino portatile in una pausa pranzo almeno 20km li ricarico ovunque c’è una normale presa !! ).
La comprensione delle possibilità, la capacità progettuale e la determinazione nel voler fare quanto di meglio per il sistema paese fa la differenza.
in 6-7 anni i prezzi delle auto sono raddoppiati e gli stipendi sono aumentati forse del 4%.
Ci sono due soluzioni: o i prezzi scendono, o gli stipendi aumentano, altrimenti ci tocca andare in giro in bici o col cavallo (con il ciuccio per chi non può permettersi un cavallo).
di nuovo grazie a Ivone per questa seconda parte di reportage, ben esposta e chiara.
come lui stesso dice, è una piccola parte di campione (relativamente ricco) composto da professori e ingegneri: non si ha contezza se le condizioni (riportate) relative all’acquisto siano le stesse anche per lo “sbadilatore” di terra, o se a costui sia riservata la bici elettrica.. o il quadriciclo.
come ricordato nel precedente articolo, fino a un paio di decenni fa le auto erano poche e il partito ha cominciato da zero per creare il tutto:
1 non hanno dovuto smantellare e/o cambiare l’industria automobilistica, perché non esisteva. già questo è un punto di partenza che li favorisce.
2 si è creata l’infrastruttura di pari passo alla direzione data dall'”uomo forte” (partito) sulla mobilità.
3 si garantisce un prezzo basso di energia (ma pure idrocarburi).
4 il costo delle vetture di qualsiasi categoria è basso
5 hanno solo parlato di economia di esercizio, mai di cambiamento climatico o inquinamento.
6 importante: non hanno burocrazia, enti, sindacati, belle arti.. a rompere i cabassisi.
la ue, al contrario, ha stabilito una data (per il cambiamento climatico): dei vari punti sopra se ne è bellamente lavata le mani. in tot anni dovete cambiare le vostre abitudini, volenti o nolenti.. ed è per quello che la gente si è incazzata: ma so che questo è un discorso “incapibile” dai più.. elettrici
qua si continua a osannare il “libero mercato” che abbassa i prezzi 🥳🤦♂️
e io continuo a dire che alcune cose devono essere sotto lo stato: in cina chi fa i prezzi?
Aspetto con ansia che Model 3 arrivi sui 10/12k, secondo l’articolo dovrebbe accadere tipo traa 2 giorni, speriamo che entro fine anno accadrà…
Quello della XC40 è il più genio di tutti… Per ansia di autonomia ha preso una plug in con batteria così piccola da non bastare per uso quilotidiano… Cosi si stressa tutti i giorni! Sagace 😀 avesse preso una BEV viaggiava sempre in elettrico e scopriva che l’ansia da ricarica affligge solo chi non ce l’ha.
Bellissimo reportage di @Ivone 👍😀 che, senza pretese di far statistica, fa capire le opportunità e le opinioni di persone comuni (anche se ben istruite e con capacità di reddito sicuramente più elevate della popolazione nel suo complesso).
Chiaro che un gigante come la Cina, fortemente dirigista, può decidere, pianificare ed imporre a tutti i livelli i necessari passi ad effettuare una transizione energetica molto, molto meglio di democrazie benestanti ma molto ondivaghe nelle scelte politiche e commerciali e dipendenti da 70 anni di benessere alimentato a petrolio e gas.
Sicuramente tanto impegno (anche finanziario) da parte del governo di Pechino è motivato da vari fattori: aver capito di avere tutta la filiera necessaria al cambio tecnologico, aver capito di poter raggiungere rapidamente un livello di eccellenza tecnologica autoctona, la grande grandissima necessità di farlo per diminuire sia la dipendenza da forniture estere di energia (da pagare in dollari il più delle volte) per motivi strategici ma anche per abbattere l’incredibile livello di inquinamento raggiunto nelle regioni a più alto sviluppo con conseguente forte compromissione ambientale e danno alla salute degli abitanti (e pure la Cina -novella benestante- comincia ad avere problemi legati alla scarsa natalità e diffusione di malattie metaboliche e cronicizzanti.. proprio come noi storici benestanti occidentali).
Auguriamoci che continuino ad ispirare il mondo intero con il loro impegno nella transizione (sicuramente per fattori economici… ma quelli ecologici/sanitari saranno diretta conseguenza), anche se a breve dovranno sperimentare una grande restrizione della capacità produttiva (forse già eccessiva prima della guerra dei dazi appena partita).
Grazie di nuovo Ivone per queste informazioni fresce sulla situazione cinese.
Spero le leggano i soliti commentatori che credono che vadano ancora in giro in bici per una ciotola di riso. 🙁
Poi qualcuno si stupisce pure se in Cina nel 2024 tra BEV e plugin la percentuale è arrivata al 46,7% (BEV al 30% circa) mentre in Italia il cumulato si è fermato al 7.6% (BEV al 4.2%) … un confronto serio in queste condizioni non è sensato.
quindi ricapitolando:
costi d’acquisto più bassi
costi di “”rifornimento”” più bassi
non c’è da stupirsi, anzi, vorrei proprio vedere chi , spazi permettendo, si comprerebbe ad esempio una grande panda bev (a partire da 23k) invece di una m3 highland a 29.
game set match.
Se metà macchina e metà energia la paga lo stato posso capire che convenga
4k di incentivi non mi sembrano tantissimi rispetto al costo totale dell’auto.
In Italia abbiamo dato per anni incentivi alle auto a scoppio di 4k (e più) e non mi sembra sia cambiato molto, anzi, qualcosa è cambiata, in Italia abbiamo incentivato meno le elettriche e molto di più le auto a scoppio…
La grande panda BEV se ricordo bene costa il modello base 25k non 23
NO COMMENT!!!
Altra conferma di quello che viene detto da mesi e mesi (o anni).
L’auto elettrica si impone se costa (molto) meno di quella termica.
A partire dal listino fino ad arrivare alle ricariche.
Nulla di nuovo sotto il sole.
Perché noi europei dovremmo avere lo stesso mercato se le condizioni economiche sono totalmente opposte?
Per non parlare poi delle infrastrutture..
Cominciamo ad avere una id3 a partire da 25k, poi ne parliamo.
Ciò che salta all’occhio per me è il completo annullamento dell’ansia da ricarica, che smette di essere una barriera all’acquisto.
Anche in Cina ci sarà chi fa viaggi lunghi e chi avrà le solite (troppo spesso sso citate) emergenze.
Di fronte però a tecnologia avanzata (nel senso che con l’aumetare della produzione il prezzo scende) e la diffusione della rete di ricarica, la transizione accelera notevolmente.
negli Emirati Arabi Uniti hanno una rete di ricarica di 260 postazioni… doppiando allegramente quella da poco più di cento dell’Arabia Saudita, che per altro ha un gigantesco piano di investimenti nel settore BEV (se Musk “fa pace” col direttore del fondo sovrano P.I.F. magari trova il modo di farsi finanziare una gigafactory in Arabia) nonchè F.E.R.
Gli spostamenti medi sono su distanze molto più elevate che da noi -40000KM annui medi – e senza possibilità di attrezzare SUC/HPC via rete (però grande facilità di installare quelli auto-alimentati e con BESS).
La Cina è un sub-continente con caratteristiche molto disomogenee, però ha megalopoli da oltre 20milioni di abitanti che già solo pensarli in strada su mezzi privati fa spavento ! ovvio dover puntare subito sulla mobilità TPL o ELETTRIFICATA
Noi italiani abbiamo un piccolo territorio, tutto semi-urbanizzato, con distanze cortissime fra un centro abitato ed il successivo… E’ assurdo pensare di non riuscire ad attrezzarci con una diffusa rete di ricarica (col mio carichino portatile in una pausa pranzo almeno 20km li ricarico ovunque c’è una normale presa !! ).
La comprensione delle possibilità, la capacità progettuale e la determinazione nel voler fare quanto di meglio per il sistema paese fa la differenza.
in 6-7 anni i prezzi delle auto sono raddoppiati e gli stipendi sono aumentati forse del 4%.
Ci sono due soluzioni: o i prezzi scendono, o gli stipendi aumentano, altrimenti ci tocca andare in giro in bici o col cavallo (con il ciuccio per chi non può permettersi un cavallo).
O in alternativa tenersi le “vecchie carrette” per oltre i 12 anni con buona pace del clima.