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Ciao Piaggio mon amour, la resurrezione elettrica di un mito

Webinar

Intercettammo per primi Tiberio Casali e la sua “idea meravigliosa” di elettrificare il mitico Ciao Piaggio sfruttando gli anacronistici pedali per classificarlo come bici elettrica. Evitando così di doverlo omologare e immatricolare, con i costi e la trafila burocratica che cià comporta. Lo incontrammo a EMoving Days di Milano due anni fa. E l’abbiamo rivisto all’ultima edizione,  una decina di giorni fa.

L’idea di Ambra Italia ora è brevettata

Nel frattempo la sua idea è finita su tutti i quotidiani e tutte le reti televisive italiane. E la sua startup Ambra Italia ha sfornato decine di Ciao Piaggio retrofittati. A fine 2022 ha ottenuto dal MISE il Brevetto per Modello di Utilità (con decorrenza 02/02/2021) su tutta la componentistica meccanica del Kit. Il Ministero gli ha riconosciuto l’idoneità del sistema a superare le prove a fatica e di  Compatibilità Elettromagnetica previste dalla Norma UNI EN 15194:2018 e la peculiarità di mantenere pressoché inalterato il design originale del Ciao.

Gli ultimi esemplari esposti nei giradini di CityLife, tutti personalizzati su ordinazione, hanno catalizzato l’attenzione di migliaia di visitatori. Sono una tavalozza di colori sgargianti e raffinati abbinamenti cromatici.

Ma quello a cui Tiberio è più affezionato è “nero integrale” e ora scorazza per le vie di Verona. L’ha realizzato per la signora Marinella che lo comprò adolescente nel 1981 per poi abbandonarlo in garage dieci anni dopo, all’arrivo dei figli. «Il Ciao _ ci racconta Tiberio _ è un C7E  (CIAO PX) del 1981 e lo abbiamo battezzato “Sailing” (il famoso brano di Christopher Cross”, uscito, appunto, nel 1981). La cliente ha voluto mantenere il colore nero, ovviamente riverniciato a nuovo. Lo abbiamo consegnato il 23 febbraio scorso».

E quasi si commuove girandoci la lettera che ha appena ricevuto da Marinella.

Cinquant’anni d’amore nella lettera di Marinella da Verona

E’ indirizzata al suo Ciao, risorto dalle ceneri. Eccola:

Ciao” caro… ricordo ancora quando siamo venuti a ritirarti…Io e il mio papà.

Avevo lavorato per ben due intere estati come baby-sitter per poter racimolare quanto serviva per averti e poter raggiungere la tanto agognata libertà col il motorino dei miei 14 anni!!!!.

Ma niente… alla terza estate che si avvicinava rimaneva ancora una piccola parte delle vecchie lire da aggiungere.

A questo punto la zia Elvira, vedendo quanto io ci tenessi si offrì di anticiparmi (disse proprio così… per non umiliarmi, immagino) quanto ancora mancava alla cifra totale.

Altrimenti sarebbe stata la terza estate in cui avrei agognato nuovamente fare un giretto con il MIO CIAO! tutto per me…

Già…sembrerà strano, ma allora si poteva girare sul motorino Ciao in due persone.

Incredibile vero?

Correva l’anno 1981 e cantavamo “Sailing”

E dunque…in pompa magna si va a ritirare “il puledro” nero, bello e lucente come non lo avrei mai potuto immaginare.

Il babbo, di professione Carabiniere, mi impedì di usarlo finché non gli avessi dimostrato di conoscere i principali segnali stradali (sebbene il patentino di guida non fosse obbligatorio neppure lui all’ epoca) …e dovetti pure seguire delle “scuole guida” con lui in auto a fianco e di questo oggi posso solo ringraziarlo ai suoi 92 anni compiuti.

Furono utili insegnamenti per la vita futura e soprattutto per la dimensione “mobilità” dell’epoca.

Furono anni di conquista di autonomie…il girare “in branco” e il poter aver autonomia nel ritorno (non certo nell’orario di rientro, ma almeno non riaccompagnata sì) mi diede una sensazione di libertà mai provata prima.

Arrivarono gli anni del lavoro e lì sembrò che la macchina fosse la cosa migliore come tappa ulteriore di crescita… e poi i figli… come si fa a trasportare i bimbi piccoli col Ciao? Servirebbe un “Side-Car” da applicarci.

Il Ciao Piaggio di Marinella prima…
…e dopo la “cura” Ambra Italia

Ma ora…che i figli stan crescendo e che a loro volta prima han voluto provare il Ciao (e loro han dovuto fare esame “di stato” per patentino, non passare quello del mio babbo…!) per poi dire che… nooooo… ma quella è una bicicletta a motore…eccomi qua.

Rieccoci di nuovo per la nostra seconda giovinezza

NON mi davo pace al pensiero di doverti “sacrificare” per uno di quegli obbrobri di motorini/scooteroni di oggi, e dunque… imbattendomi in questa notizia per cui a Rufina una Startup tutta italiana ha pensato bene di dare nuova vita a questi pezzi di storia… convertendoli pure alla mobilità elettrica (pare incredibile ma non ce la facevo a sentire l’odore della miscela al 2% che brucia) …ecco…devo dirlo: ho provato pure io la sensazione come di una scossa che mi ha attraversato. La notizia mi ha davvero elettrizzato.

E dunque qui di nuovo…risparmiando un pochino alla volta ora sono riuscita a vedere questo sogno realizzarsi.

Ti riporterò a casa mio caro, come la prima volta ai miei 14 anni… e col vento in poppa ripartiremo per nuove avventure… e il tuo nome di battaglia sarà Sailing». Marinella

Ogni Ciao Piaggio elettrico ha il suo pedigree

Pur senza lettere e dichiarazioni d’amore, tutti i Ciao Piaggio retrofittati da Ambra Italia hanno una pagina personale sul sito dell’azienda, con accesso riservato, dove sono riportati tutti i dati del Kit e del Ciao, le foto prima/durante/dopo la trasformazione, la scansione del libretto e-bike contenete le Dichiarazioni di Conformità, la scansione del libretto Piaggio originale (se esistente) e volendo, la storia del mezzo.

Il proprietario del Ciao può accedervi tramite il QR code posizionato dietro la forcella anteriore, in modo da poter esibire attraverso lo smartphone, su richiesta della P.S, i documenti del mezzo nel caso li avesse dimenticati a casa. Nella propria pagina personale il cliente trova il pulsante di collegamento alla canzone che dà il nome al mezzo: un brano di successo uscito lo stesso anno di produzione di quel Ciao.

Ma quanto costa resuscitare un vecchio Ciao? Dipende dalle condizioni di partenza e dalla personalizzazione. Il kit di base costa 3.050 euro, il veicolo finito, se restaurato, non meno di 4.000-4.500 euro.

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