Chi “sgancia” per lo sgancio?

Un banale pulsante di sgancio esterno al box auto può rappresentare un grattacapo per chi voglia installare  una wallbox nel proprio garage condominiale. Alessandro (leggi anche qui e qui) condivide la sua esperienza di sviluppatore immobiliare spiegandoci perché. Lo ringraziamo

                       di Alessandro D’Aiuto

La ricarica in condominio, come ben sappiamo, è uno tra gli argomenti giustamente più gettonati che si possono leggere su queste pagine. Dovendo seguire una quantità non indifferente di regole e consuetudini, spesso un po’ vessatorie, le problematiche da considerare per giungere ad un risultato possono essere veramente molte.
Fra queste, vi è un aspetto tecnico che giustamente si da un po’ per scontato e di cui non ho trovato molte tracce nei precedenti articoli.

Il rebus dello sgancio d’emergenza

Mi riferisco al c.d. “sgancio di emergenza”, argomento che a mio avviso merita uno specifico “remind”, non foss’altro per cercare di raggruppare in un unico articolo gli aspetti generali da non dimenticare (pena sgradite sorprese) quando si volesse procedere all’installazione nel vostro box di un punto di ricarica collegato al proprio contatore domestico.

O anche, a livello di pura accademia, solo di una presa industriale con cui poi farete ciò che meglio riterrete… E per quanto ci riguarda sono tutti affari vostri.

sgancio

Consideriamo il caso più lieto: in assemblea i vostri condòmini non hanno avuto nulla da obiettare in merito alla vostra richiesta, magari vi hanno solamente chiesto di fare un lavoro “pulito” sulle parti comuni e, perché no, qualcuno ha drizzato le orecchie e vi sta già chiedendo lumi perché “tutto sommato prima o poi dovremo pensarci…”
Chiamate il vostro elettricista di fiducia, questi fa il sopralluogo, ovviamente chiede lumi in merito alla certificazione prevenzione incendi… E qui cominciano i guai.

Nelle parti comuni sottoposte a CPI è infatti d’obbligo che sia presente e ben identificato un qualsivoglia dispositivo (leva o pulsante) in grado di essere attivato con un solo gesto e capace di togliere la tensione a tutta l’area interessata affinché si possa procedere allo spegnimento di un incendio con acqua senza incorrere nel pericolo di folgorazione. Grossomodo la definizione è questa.

Tale dispositivo deve quindi togliere corrente in un colpo solo a tutto, ma proprio tutto ciò che si trova nell’area dei box. Ovviamente senza eccezioni.

Meglio uno sgancio per tutto il palazzo

Chiaro che se voi avete collegato la vostra wallbox al vostro contatore domestico, questi in linea di principio non sarà interessato dall’azione dello sgancio (che appunto “taglia” solo le parti comuni…) andando a creare una potenziale quanto inaccettabile situazione di pericolo in caso di evento funesto.

Ne consegue che un lavoro sulla carta tutto sommato banale, quale tirare un filo da  A a B, all’improvviso si complica non poco dovendo andare a convivere con impianti già in essere e di conseguenza a volte difficili da modificare spendendo poco.

Esaminiamo subito il caso più fortunato. Non è rarissimo a trovarsi, ma di sicuro non è la regola: lo sgancio non taglia solo le parti comuni, ma addirittura tutto il palazzo (parti private comprese).

Tale situazione si può trovare per esempio in palazzi un po’ vecchiotti, dove però già in sede di costruzione si era previsto di collegare i box ai singoli contatori. Quando si è resa necessaria l’installazione di uno sgancio, a quel punto la cosa più facile e nettamente più economica era quella di intervenire direttamente sulla totalità del palazzo, non potendo andare a prendere con facilità le singole linee.

In questo caso siete a posto: lo sgancio già prevede “per costruzione” che in caso di necessità si “abbatta” anche il vostro contatore.

Parti comuni, contatori privati e prevenzione incendi

Laddove invece lo sgancio agisce solo sulle parti comuni, bisognerà in qualche modo prevedere che accanto al pulsante già presente venga posizionato con adeguata cartellonistica un secondo pulsante con cui, nelle medesime modalità richieste dalla legge, si possa eliminare anche qualsiasi forma di alimentazione presente nelle parti comuni e proveniente dai contatori privati.

La cosa, ovviamente fattibile da un punto di vista tecnico, è anche ammissibile da un punto di vista legale. Si dovrà certamente provvedere ad un aggiornamento della CPI (cosa che apre un ulteriore capitolo che non affrontiamo), ma che io sappia di base è accettabile.

Come funziona in linea di massima un interruttore di sicurezza?
Banalizzando all’estremo, a monte di tutta la linea interessata è presente un relè “naturalmente aperto” (o simile dispositivo). Cioè un relè che se non è costantemente alimentato, non “chiude” il contatto e quindi non alimenta a sua volta il circuito.

Poiché normalmente è sempre sotto tensione, l’impianto delle parti comuni funziona regolarmente. In caso di azionamento del comando di sicurezza questi ovviamente viene però “spento”, e quindi immediatamente stacca a sua volta tutto ciò che c’è a valle.

Una doppia linea di andata e ritorno: costi e autorizzazioni

Volendo replicare la cosa al fine di ottenere il medesimo risultato su tutte le linee private che dai vari contatori arrivano ai box, si dovrà prevedere sulle parti comuni un’apposita linea (andata e ritorno) che dalla sala contatori va al secondo pulsante e da qui ritorna alla sala contatori andando poi ad intercettare tramite diversi relè le singole uscite.

Perché parlo di una seconda linea? Perché spesso è la soluzione più facile rispetto a modificare la linea esistente affinché quest’ultima intervenga su entrambi gli ambiti.

Tutto ciò però apre un ventaglio di questioni decisamente ampio. Perché, tanto per cominciare, la “vostra” wallbox all’improvviso non diventa più solamente un “affare vostro”, ma va ad impattare sulla CPI del condominio e su dispositivi che in prospettiva prima o poi saranno utili anche agli altri.

Lavoro condominiale, ma a vostre spese

E che giocoforza vanno pensati subito come “condominiali”: se è di sicuro accettabile mettere uno “sgancio parti comuni” e uno “parti private”, ovviamente nel tempo non si potrà procedere con venticinque “sganci parti private” via via che la gente installa le wallbox.

Ne consegue che anche nella sala contatori qualche adeguamento andrà pur fatto, con un progetto firmato da un progettista autorizzato (e non più da un pur ottimo elettricista) e con una suddivisione dei costi che a buon senso dovrebbe gravare sui millesimi di ognuno.

Perché sì, potete anche accollarvi la spesa (magari non tragica, ma nemmeno inesistente) in un atto di generosità utile a propiziarsi il buon esito… Però è palese che la cosa andrebbe affrontata a livello di condomino.

Una scappatoia onorevole è quella di valutare se si può tentare di “rientrare” nel primo caso esposto, quello che ho definito come “più fortunato”. Se si riesce a modificare lo sgancio esistente in modo che vada a tagliare parti comuni e parti private, si può sperare di ottenere il risultato con cifre accettabili. Risolvendo però il problema una volta per tutte.

Convincere i condomini con la valorizzazione dell’immobile

Altrimenti si dovrà giocoforza seguire la via che vi ho esposto sopra. Con spese anche qui non siderali, ma che o si accollano quelli che “aprono le danze” (salvo poi farsi rimborsare via via che gli altri dovessero chiedere di beneficiarne… una discreta “menata” tra le varie cose) o si decide fin da subito di affrontare tutti assieme.

A quel punto, l’armonia di cui parlavamo all’inizio potrebbe essere messa un po’ a prova… Sta a voi essere convincenti e magari far passare il messaggio che si tratta di un investimento che aumenta il valore del caseggiato. E magari portando già soluzioni e cifre all’atto della richiesta.

Tutto questo discorso è ovviamente arcinoto a qualsivoglia professionista, che saprà indicarvi le soluzioni migliori e, se è onesto, facendovi spendere il meno possibile.

In queste mie righe, per nulla esaustive, ho solamente cercato di riassumere la problematica da un punto di vista del cliente finale affinché sia in grado di affrontare la questione con quel minimo di preparazione utile ad evitare sgradite sorprese… O a farsi “intortare” dal primo furbacchione che sentisse odore di sprovveduto.

Visualizza commenti (5)
  1. Da me i box hanno la corrente in comune.

    Dovrei portare una nuova linea indipendente.
    In pratica: Mission impossible.
    In realtà: auto elettrica impossibile.

    1. Alessandro D.

      Buongiorno Fred,

      La cosa ovviamente va affrontata a livello condominiale.
      Va pensata come un investimento, perchè tale è.

      Il mio consiglio è quello di valutare un intervento semplice, e cioè una predisposizione tramite posa di canalizzazioni esterne adeguate e commisurate ovviamente sulla totalità dei contatori domestici.

      La cosa ha costi tutto sommato contenuti (si tratta di banali lavori di carpenteria) ma la sola presenza di adeguati passaggi, unita ad una precisa road map in merito a diritti e doveri di ogni singolo condòmino, è già sufficiente a poter inserire la “possibilità di ricarica” fra le dotazioni di un bene immobile.
      Se tanto mi da tanto, si tratta di qualcosa che in sede di valutazione immobiliare ben presto avrà il suo peso e che in sede di compravendita potrà valere lei da sola qualche migliaio di euro sulla valutazione del bene.

      Ciò a fronte di una spesa iniziale che, suddivisa in millesimi, sono abbastanza convinto che potrebbe rimanere entro i 500 euro per unità abitativa (compresa l’aggiornamento dello sgancio) calcolando la classica palazzina da 20/30 appartamenti.
      Chiaramente è una stima spannometrica
      Poichè il ghello è sempre un ottimo cavallo di Troia, far passare chiaramente questa possiblità aiuta a giungere ad un risultato.

      Contestualmente si dovrà prevedere una revisione del sistema di sgancio di sicurezza (ipotizzando che la revisione della CPI non scoperchi vasi di pandora ovviamente).
      Se vi è l’accordo, da un punto di vista economico ed esecutivo potrebbe essere interessante valutare, come ho detto nell’articolo, la possibilità di “sganciare” parti comuni e private tutte assieme.

      La road map sarebbe dunque la seguente: si affronta una prima (contenuta) spesa in comune, per mettersi in condizione di procedere poi singolarmente, con facilità e a proprie spese via via che le esigenze di ognuno dovessero virare verso un veicolo elettrico.
      La prima spesa in comune, come detto in ogni caso, essa stessa costituisce una tangibile valorizzazione in quanto assieme alle canalizzazioni discende il diritto di ognuno ad utilizzarle, semplicemente facendo comunicazione all’amministratore e producendo in seguito adeguata documentazione. (va messo tutto a verbale, poi si va in automatico)

      Seguendo questo principio sono riuscito a far passare il principio in cinque differenti condomini, andando a raccogliere anche l’interesse (per esempio) di persone anziane e sicuramente poco interessate dalle automobili elettriche. Ma che di fronte ad un ragionamento che banalmente dice “metto 500 euro, ma la mia casa a buon senso ne può valere 5000 di più” non hanno esitato ad approvare la cosa ritenendola intelligente.
      Magari rimandandola ad un medio termine, non dico di no ma ritenendola sensata e da perseguire.

  2. Daniele Giuseppe Eugenio Colombo

    Sicuramente interessante , vorrei capire meglio alcuni punti considerato che stiamo lavorando nel nostro condominio .
    CPI sere e solo per autorimesse sopra i 300 metri quadri
    Noi abbiamo 70 box sotto luce comune e 100 sotto contattori singoli utenti .
    Il progetto prevede :
    Sgancio unico per tutti i box collegati a comune , installazione Contaenergia per ogni box , divieto di caricare auto se non con linea dedicata da stendere nella canala comune e collegata a proprio box .

    Per i box collegati a proprio contatore esistera un unico pulsante di sgancio che staccherà in modo seriale , le bobine di sgancio poste sotto singolo contatore . Eventuali Wall box avranno cablaggio separato ,sempre nella Canala ma attaccata a proprio contatore
    Spero di aver spiegato i lavori che intendiamo fare per arrivare a CPI ,scaduto da 10 anni

    1. Alessandro D.

      Buongiorno,
      Leggendola così, dallo schermo di un telefono, e senza poterci guardare dentro mi sembra che in linea di massima il progetto che gli è stato prospettato sia più che corretto.
      Al posto vostro, nella posizione di quelli che devono mettere mano al portafogli, cercherei anche di inventarmi qualcosa che possa andare bene in futuro anche per i box che sono dipendenti solamente delle parti comuni.
      Azzardo una qualche forma di predisposizione, da implementare poi in seguito quando la cosa dovesse rendersi necessaria. Chiaramente sempre affidarsi ad un buon progettista e prendere le parole del sottoscritto per quello che possono valere

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