Chery ha presentato il suo primo modulo di batteria allo stato solido da 600 Wh/kg, una delle più dense al mondo, capace di garantire un’autonomia teorica fino a 1.500 km e reale di circa 1.300 km.
Il prototipo, presentato alla Global Innovation Conference 2025, utilizza un elettrolita solido polimerizzato in situ abbinato a un catodo al manganese ricco di litio. Secondo la casa cinese, le celle mantengono la capacità di erogare energia anche dopo test estremi – come perforazione con chiodo o trapano – senza incendi o fumi. Un passo cruciale verso la sicurezza delle batterie di nuova generazione.
Batteria allo stato solido, una competizione globale
La tecnologia allo stato solido rappresenta il prossimo grande salto nell’evoluzione dell’auto elettrica, promettendo densità energetiche doppie rispetto alle attuali celle agli ioni di litio e tempi di ricarica ridotti. Chery ha annunciato una fase pilota nel 2026 e una produzione su scala nel 2027, posizionandosi potenzialmente davanti a colossi come BYD e CATL, che puntano a test industriali nello stesso periodo.
Progressi cinesi sulle batterie a stato solido: fino a 1.000 km di autonomia
In questo scenario, la mossa di Chery si inserisce in una competizione globale che vede anche Toyota accelerare sul fronte dei materiali catodici, grazie alla partnership con Sumitomo Metal Mining.
Secondo EVTank, entro il 2030 le batterie allo stato solido potrebbero raggiungere 614 GWh di produzione mondiale, pari a oltre il 10% del mercato, per un valore superiore a 250 miliardi di yuan (circa 34 miliardi di dollari).

Prestazioni da record, ma i costi…
Le batterie di Chery, con densità di 600 Wh/kg, rientrano tra le più performanti mai annunciate da un costruttore automobilistico. Tuttavia, il costo di produzione resta il principale ostacolo: oggi una batteria allo stato solido costa fino a 2,8 volte di più rispetto a una tradizionale agli ioni di litio. Le ragioni vanno ricercate nei materiali – come i solfuri – e nei bassi rendimenti produttivi.
Nonostante ciò, la Cina sta investendo fortemente nel settore. Oltre a Chery, anche ricercatori della Tsinghua University hanno realizzato una cella da 604 Wh/kg, resistente a test di temperatura fino a 120 °C e a perforazione diretta. Questi risultati rafforzano la fiducia nella scalabilità industriale della tecnologia.

Il debutto in Europa? C’è molto ancora da fare
Se Chery – già presente con marchi come Omoda e Jaecoo – riuscisse a integrare la nuova tecnologia sui modelli destinati all’Europa, l’autonomia e la sicurezza dei veicoli elettrici ne trarrebbero un vantaggio immediato. Tuttavia, l’industrializzazione e la compatibilità con gli standard europei rimangono passaggi complessi e ancora lontani.
Nel contesto della transizione energetica, l’ingresso di batterie con densità superiori ai 500 Wh/kg rappresenterebbe una svolta per la mobilità a lunga percorrenza, aprendo la strada a un’elettrificazione più completa anche nel trasporto pesante e commerciale.
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della cella o modulo di Chery ho cercato per curiosità ma non trovo niente, se non che prima (nel 2026-2027) faranno produzione su piccola scala di campioni da 300-400 Wh-kg, in linea con gli altri costruttori
della ricerca di Tsinghua University si trova il riassunto (abstract) della pubblicazione su Nature (rivista prestigiosa), hanno realizzato una cella a sacchetto da 9 Ah (intermedia tra taglie piccolissime da laboratorio e grandi da produzione) e ancora non molto stabile ma promettente
https://www-nature-com.translate.goog/articles/s41586-025-09565-z?error=cookies_not_supported&code=27b2080d-6384-43e5-a49f-627b96a6b533&_x_tr_sl=auto&_x_tr_tl=it&_x_tr_hl=it
alcuni grafici dalla pubblicazione:
https://www.researchgate.net/figure/Electrochemical-and-safety-performances-of-PTF-PE-SPE-a-The-long-term-cycling-of_fig5_395796637