Quattro reattori della centrale nucleare di Gravelines, nel nord della Francia vicino a Dunkerque, sono stati costretti a fermarsi a causa di un’ospite tanto inoffensiva quanto imprevista: la medusa. Il colosso francese Edf, che gestisce tutti gli impianti nucleari francesi ha ammesso che solo uno dei reattori è tornato in funzione a tre giorni dallo stop.
I “no nukes” ora avranno vita facile nell’affermare che la natura si ribella. Quanto meno te lo aspetti riprende il sopravvento sulla presunta superiorità tecnologia dell’uomo. L’inconveniente – che come vedremo non è poi così raro – si è verificato l’11 agosto. EDF – il colosso energetico di stato – ha comunicato che una “presenza massiccia e imprevedibile” di questi organismi gelatinose ha intasato le stazioni di pompaggio dell’acqua di mare utilizzata per il raffreddamento dei reattori.
Le meduse fermano una delle più grandi centrali d’Europa
Gli arresti automatici hanno interessato le unità 2, 3, 4 e 6, mentre le altre due – 1 e 5 – erano già ferme per manutenzione programmata, portando di fatto allo stop completo dell’impianto. EDF ha assicurato che l’incidente non ha comportato rischi né per la sicurezza del personale, né per l’ambiente. La struttura, una delle più grandi d’Europa con sei reattori da 900 megawatt ciascuno, è raffreddata dall’acqua pompata dal Mare del Nord. Proprio da lì è arrivata l’“invasione” gelatinosa: le meduse sono riuscite a superare i filtri iniziali e a ostruire i tamburi filtranti, bloccando il flusso necessario a mantenere la temperatura dei reattori.
Inghilterra, l’incredibile vicenda della centrale nucleare “bloccata” dai pesci
L’invasione di meduse: mari più caldi, pesca intensiva dei predatori, aumenti di nutrienti da attività agricole e urbane
Negli ultimi anni, gli scienziati hanno osservato una proliferazione crescente di meduse nel Mare del Nord, specialmente lungo le coste di Dunkerque. Le cause sono molteplici: il riscaldamento delle acque dovuto al cambiamento climatico, la pesca intensiva di predatori naturali come il tonno e l’aumento di nutrienti in mare, spesso derivanti da attività agricole e urbane. “Il caldo favorisce il plancton, di cui le meduse si nutrono, e quindi anche la loro riproduzione”, ha spiegato Stéphane Hénard, ex responsabile degli acquari Nausicaa, sottolineando il ruolo di nitrati e fosfati dispersi nell’ambiente.
L’episodio di Gravelines non è isolato. Centrali nucleari in Scozia, Svezia, Giappone e Stati Uniti hanno dovuto affrontare situazioni simili, alcune più volte negli ultimi decenni. Nel 2021, la centrale di Torness in Scozia, anch’essa gestita da EDF, rimase ferma una settimana per la stessa ragione. E già negli anni ’90, la compagnia francese aveva dovuto gestire analoghe “emergenze meduse”.
Medusa “attacks” in Scozia, Svezia, Giappone e Stati Uniti
Quanto accaduto ha suscitato reazioni ironiche da parte di organizzazioni ambientaliste. Greenpeace France, che ha commentato: “Lo premettiamo, questa volta non c’entriamo niente… ben fatto meduse!”. La centrale di Gravelines, destinata ad ampliarsi entro il 2040 con due reattori di nuova generazione EPR2 da 1.600 megawatt ciascuno, è da tempo al centro di dibattiti sull’impatto ambientale e sulla sicurezza del nucleare.
EDF ha già riavviato uno dei reattori, ma per il ritorno alla piena operatività serviranno giorni di lavori di bonifica a pompe e filtri. L’episodio, oltre a rappresentare un curioso caso di “ecologia applicata”, solleva interrogativi su quanto i sistemi energetici, pur avanzati, restino esposti a variabili naturali imprevedibili.
Le centrali nuculari per me sono impianti sporchi per definizione,
perchè producono scorie radioattive da sorvegliare a vita per centinaia di migliaia di anni, non riesco a pensare a inquinante peggiore, persino le diossine dopo qualche decennio spariscono;
poi le centrali creano siti difficili da smantellare, che per ora rimangono abbandonati a loro stessi, il processo di smantellamento ammesso che si faccia può durare letteralmente un secolo, oltre a creare quando funzionano un rischio assicurativo per potenziali danni non copribile in aree densamente popolate come le nostre
ma soprattutto trovo un pessimo affare barattare le emissioni di Co2 con la altrettanto grave produzione di scorie radioattive centi-millenarie, oltre alla produzione di debito pubblico, in cui la Francia si sta cimentando anche per mantenere questo fardello.. se non altro hanno anche la filiera bellica (missili e sottomarini, che cercano anche di vendere) e allora forse giustificano le spese ingenti di filiera
con gli occhi di oggi trovo poi che le centrali siano degli oggetti fragili per via della complessità barocca, quando non sono le meduse, il problema sono i pesci (un paio di mesi fa l’articolo qui su vaielettrico), o banalmente il caldo, o la siccità sui fiumi, o controlli e manutenzioni programmate, o un tubo corroso e altri guasti invece imprevisti
nell’insieme una centrale sta mediamente ferma mesi ogni anno, anche in modo imprevisto, tipicamente quasi 1 reattore su 4 una è fermo a rotazione per problemi o controlli, mentre un mix di rinnovabili si compensa nelle sue parti ed è prevedibile in dettaglio nella produzione
vogliamo ricordare metà (!) dei 56 reattori francesi fermi tra guasti, siccità e manutenzioni programmate e di emergenza nell’estate del 2022, causando la peggiore crisi economica sui prezzi degli ultimi anni proprio in concomitanza con le tensioni sul gas? la Francia che teneva chiuse le fabbriche e comprava energia a ogni costo per non avere black-out, e in Italia le bollette di quel periodo ci sono costate care
oggi sono scesi di prezzo anche gli accumuli BESS a batterie, e sono in arrivo le varianti di BESS al sodio anche con raffreddamento passivo, cioè container di batterie ancora più semplici; con gli accumuli fare mix 100% rinnovabili diventa più semplice, e non lascia scorie radioattive, o debito pubblico
Non risulta che la Francia abbia “tenuto chiuse le fabbriche”: vi furono appelli al risparmio energetico, ma non blackout né chiusure forzate di siti industriali.
hanno ridotto turni e produzione, qualche fabbrica avrà anche chiuso definitivamente, e ridotti i consumi, e acquistato massicce dosi di energia dall’estero a qualunque prezzo provocando il rialzo speculativo dei prezzi che ci ricordiamo.. e ci mancherebbe che dopo questo casino avessero pure i black-out
lo Stato Francese ha coperto una parte dei sovraprezzi indebitandosi, più che in altri Stati, solo nel 2022 per l’elettricità leggo ha coperto 41 miliardi, una parte del sovracosto elettrico
le tensioni sul gas dalla guerra ucraina avevano spinto i prezzi elettricità non di molto, a circa 150 €/MWh, poi con il fermo così improvviso delle centrali francesi si è passati in mezza europa noi compresi a 250-300 €/MWh per molti mesi, con settimane anche a 500 €/MWh
È triste leggere i fanatici di Greenpeace scrivere “ben fatto, meduse!”.
Probabilmente ignorano che, per far fronte all’ammanco del 9% della normare generazione elettrica, in quei 4 giorni circa sono state emesse migliaia di tonnellate di CO2 in più, oltre che microparticolato cancerogeno.
E si definiscono ambientalisti…
Fortunatamente questi episodi rimangono estremamente sporadici e risolvibili adattando i filtri a questo tipo di imprevisti.
Altrettanto fortunatamente, la rete elettrica francese è ben collegata ad altre nazioni, consentendo sia di ricevere aiuto durante questi eventi eccezionali, sia di fornirlo agli altri durante i ben più frequenti dunkelflaute.
La generazione elettrica francese rimane la più green di tutte le nazioni pesantemente industrializzate dell’Unione, e contribuisce a rendere più green anche le nazioni circostanti, checché ne strillino i fanatici di Greenpeace
le centrali producono scorie radioattive,
è un rifiuto indistruttibile se non a costi economici ed energetici fuori portata, e dico che le start-up che per prendere fondi proclamano di poter “trasmutare” le scorie a costi anche solo vagamente accettabili e in qualcosa di durata passabile mentono, perchè i termini e i confini del problema sono noti da decenni; sono rifiuti che poi tocca gestire e sorvegliare e ri-incapsulare periodicamente a vita nei depositi di superficie
sono rifiuti che inizialmente, decenni fa, facevano gola per estrarre il plutonio da armamenti, mentre oggi sono in enorme eccesso rispetto alle necessità belliche, e sono solo un problema, a parte in Cina che si sta creando adesso, in ritardo sugli altri, le sue scorte belliche
una parte proveranno di nuovo, dopo i fallimenti passati, a sotterrarle in profondità ma anche così i contenitori durano pochi decenni e prima o poi una falda d’acqua li raggiunge e trasporta i materiali nei terreni e in una falda d’acqua
creare questo tipo di rifiuti per me significa andare a debito ambientale verso le generazioni future, oltre che a debito economico già anche per noi, senza che ci sia più neppure una necessità di usare centrali, visto che oggi si decarbonizza l’energia molto più velocemente installando rinnovabili e accumuli
qualunque scelta si faccia per gestire le scorie, la movimentazione, sorveglianza, ritrattamenti, certificazione, sicurezza, stoccaggio, assicurazione, di materiali ad alta intensità radioattiva ha altissimi costi logistici ed economici, tendenzialmente costi unitari in aumento ogni decennio
ho lavorato per un periodo presso centri con sincrotroni che “in piccolo” dovevano gestire anche questo tipo di rischio e dico che bisognerebbe provare per capire che razza di casino sia avere a che fare con materiali radioattivi fossero anche anche già solo un po’ più forti di quelli usati per radiologia, figurati il plutonio poi che è tossico già di suo in quantità infinitesime anche senza contare le radiazioni..ambito anche per fare bombe sporche.. altro che green.. al centro era pericoloso anche mangiare nella mensa degli edifici distaccati, se qualcuno non rispettando i protocolli su procedure e vestizioni avesse trasportato tracce microscopiche di polveri sotto le suole delle scarpe che poi potevano essere ingerite, e per quantitativi pericolosi da ingestione non ce dosimetro abbastanza sensibile per avvisarti.. o pensi che anche già banalmente i trasporti logistici su treni o camion da e verso le centrali o i depositi siano perfetti senza dispersioni di contaminanti?
per questo trovo efficace il termine “nuculare”, Homer Simpson fa intuire in modo sintetico che con le centrali c’è una complessità e un “problemino” nel loro carburante e produzione di rifiuti “speciali” che come persone comuni non si conosce e viene sottovalutato
se non ci fosse in corso una campagna pubblicitaria per drenare anche da noi finanziamenti pubblici per studi veri o farlocchi per centrali di nuova costruzione, ad oggi diventata una scelta osboleta e sbagliata per tanti motivi, a partire banalmente dai costi, non penso gli ambientalisti avrebbero perso tempo a fare comunicati di scherno alle centrali vecchie
le centrali vecchie hanno una logica di costo diverso da quelle nuove, a parte che all’epoca costavano meno di oggi, meno manodopera e meno costosa, poi meno cemento, meno acciaio, meno elettronica, ma soprattutto le vecchie oramai hanno già creato il loro debito economico per la costruzione e poi smantellamento, in parte viene ripagato dallo Stato e i parte dal loro funzionamento nei primi decenni, e allora si usano a esaurimento per cercare di recuperare in cassa il più possibile, nonostante ogni anno di funzionamento aumenti il quantitativo di scorie prodotte, e la radioattività e l’usura indotta anche nei materiali dell’impianto, che diventano loro stessi rifiuto radioattivo poi da smaltire
o si usano finché non arriva una manutenzione più costosa del solito, o finché riescono a fare un po’ di cassa, poi quando le rinnovabili abbasseranno i prezzi elettricità anche sotto ai costi di sola gestione delle centrali, vedremo.. in Spagna le ultime centrali i gestori, non gli “ambientalisti”, hanno programmato di spegnerle dal 2027 proprio per motivi economici
diverso conto dalle vecchie, sarebbero le centrali da costruire nuove, oggi, sarebbe da masochisti, specie in paesi che non siano nel circolo polare artico e invece possono sfruttare economiche e semplici rinnovabili
L’energia nucleare è inclusa nella tassonomia verde dall’Unione.
Dicendo “altro che green” esprimi una tua opinione personale controcorrente.
I depositi geologici stabili e impermeabili esistono eccome, ma se ti fa tanto paura la cosa si possono tenere anche in magazzini in superficie. Tanto sono pochissime.
Le future generazioni (e quelle attuali) pagheranno (e pagano) molto di più per i danni causati dalla CO2 che il nucleare avrebbe potuto prevenire rispetto a delle scorie stoccate con criterio.
sei un buon esempio di quanto sia bugiarda la propaganda nuculare, e lo mostro in poche righe
oggi il modo per abbattere la CO2 il modo rapido è non dare più un penny al obsoleto nuculare, e spingere sulle rinnovabili; si può QUANTIFICARE
== se voglio sostituire 167 Tera-Watt-ora annui di METANO, poco più di metà del consumo italiano annuo di elettricità, entro il 2030
=== Scelta A:
75,6 GW fotovoltaico
11 GW eolico su terra
11 GW eolico in mare
0,3 GW biometano
244 GW-h di accumuli BESS
COSTO 260 miliardi (prezzi 2030)
INVESTITI dai PRIVATI
tempi di installazione da 1 anno (FTV, BESS) a 4 anni (eolico offshore)
=== scelta B:
48 GW nominali ( 36 effettivi medi ) di nuculare
COSTO ALMENO 780 miliardi ( 3 volte il mix rinnovabili)
INVESTITI DALLO STATO = SOTTRATTI AD ALTRI INVESTIMENTI
aggiungiamo spese gestione, smantellamento centrali, depositi provvisori scorie,
COSTO ALMENO 1200 miliardi ( 4,5 volte il mix rinnovabili )
tempi di installazione 15 anni il primo reattore e gli altri in 30-40 anni?
quindi per almeno 25 anni USO METANO ed EMETTO CO2, e poi inizierò a produrre scorie radioattive
quanto bisogna essere sciocchi, o in malafede, per pubblicizzare la scelta B?
ohoh.. mi scuso.. errore mio trascrivendo di fretta,
rileggendo si vede a occhio; provo a rimediare
il rapporto costi investimento è corretto,
mix rinnovabili e accumuli costa 1/3
va corretta invece la “lista dalla spesa”
== 334 TWh annui di energia stabilizzata
(2x rispetto ai 167 TWh scritti prima)
== scelta A
( 2x rispetto a prima)
151 GW fotovoltaico
22 GW eolico su terra
22 GW eolico in mare
0,6 GW biometano
488 GW-h accumuli BESS
costo 260 miliardi
== scelta B
( come prima )
48 GW nuculari
costo 780 miliardi
di sola installazione
=== dati usati ===
costi investimento al 2030, compresi oneri finanziari, per le rinnovabili ho usato costi leggermente inferiori al 2025,
fittando in exel dati e proiezioni di IRENA e Bloomberg
— ftv 600€/KW — cf 0,174
— eolico 1325€/KW — cf 0,275
— eolico mare 2640€/KW — cf 0.33
— biometano 5000€/KW — cf 0,77
— BESS stand-alone 181 €/KW-h — efficenza 90%,
— BESS co-localizzati 149 €/KW-h — efficenza 90%
(BESS mix 50% isolati e 50% co-localizzati)
per il nuculare ho usato un costo medio di installazione delle poche unità recenti in USA e Europa tra il 2006 ed oggi
— nuculare 16250 €/KW
— con c.f. 0,80 molto ottimistico in europa
(più realistico sarebbe fattore di utilizzo 0,70)
ipotesi ottimistica se consideriamo che il nuculare in occidente sale di prezzo negli anni e che le recenti stime di costo per Sizewell in Inghiliterra sono ben sopra a 16250 €/KW
e anche oggi sbugiardiamo il trollino nuculare, che sta qui a fare disinformazione
– nella tassonomia verde europea sono state inclusi insieme METANO e NUCULARE a febbraio 2022, che ovviamente non sono “green”; i due gruppi proponenti si sono spalleggiati a vicenda per i voti in uno scambio lobbistico, approfittando della confusione del 2022 (crisi covid, logistica, guerra, gas russo); è stato un passaggio molto criticato e oggetto di ricorsi legali, per es da parte dell’Austria
– non c’è un deposito geologico di scorie in funzione, infatti il trollino non ha messo un nome;
— in Germania hanno provato nelle miniere di sale e dopo pochi decenni hanno avuto contenituri che perdevano e inquinamento delle falde aquifere e dovranno riscavare fuori le scorie con lavoro doppio
— in America hanno dovuto abbandonare a metà il loro lavoro di scavo per una serie di problemi
— in Finlandia ne stanno preparando uno, ma è ancora in funzione, ed è tutto da dimostrare quanto a lungo eviterà contaminazioni
Alessandro menestrello di tempo moderni!
Comunque senza voler entrare in discussione no-nuke… c’è da far notare come i grandi impianti di produzione elettrica si dimostrano sempre più suscettibili ad eventi naturali imprevedibili ma ormai sempre più probabili.
Al contrario le rinnovabili che sono nativamente distribuite e aleatorie, accoppiate a sistemi di stoccaggio anch’essi distribuiti possono portare ad una resilienza del sistema elettrico paradossalmente maggiore rispetto al caro vecchio modello centralizzato
Le meduse ecologiste
che ce l’han col nucleare,
quasi fosser terroriste
vanno ratte a sabotare.
Strette nelle tubature,
bloccan pompe e refrigeri,
queste sordide creature
ferman cose a molti zeri.
Gravelines resta bloccata,
Francia abbassa la potenza,
la medusa scatenata
blocca tanta intelligenza.
Mentre il mondo si dibatte
tra decreti e convenzioni,
le meduse fan le matte
senza fare distinzioni.
La natura, senza fretta,
ci risponde con dispetto:
non c’è scienza che ci aspetta
quando il mar chiude il progetto.
La medusa vittoriosa
vince senza fare rumore,
la centrale è silenziosa,
ma il blackout fa già terrore.
vedo già flotte di Cinesi a pesca dei prelibati animali planctonici largamente usati nella cucina asiatica (da provare) , come da noi quando si va a pesca di cosse e vongole presso la centrale termoelettrica di Fusina.
“le meduse ecologiste ce l’han col nucleare”.
Una contraddizione del tutto coerente con organismi privi di un sistema nervoso centrale 😜