Home Ricarica e Bollette Cavi di ricarica: 5 cose da sapere

Cavi di ricarica: 5 cose da sapere

12
be charge duferco
Charging of an electric car

Cavi di ricarica: 5 cose da sapere quando acquistiamo un’auto elettrica. Qual è la dotazione dell’auto? Ci è sufficiente? Ci viene proposto un cavo extra a pagamento: ne abbiamo davvero bisogno? E la wallbox? Cerchiamo di fare un po’ di ordine.

Abbiamo già affrontato l’argomento ricarica in precedenza. Qui ci occuperemo più nel dettaglio di cavi e connettori, di cosa ci serve e di come procurarcelo. La prima cosa che dobbiamo verificare è quale sia la tipologia di presa della quale è dotata la nostra auto. Lo standard europeo che si è imposto è il Type 2 (o Mennekes). Lo troviamo sulla quasi totalità dei modelli commercializzati e si presenta così:

Nella foto vediamo, a sinistra, la presa sull’auto e a destra il connettore all’estremità di un cavo di ricarica. Il cavo può essere di due tipi: Mode 2 o Mode 3.

Cavi di ricarica: 5 cose da sapere – Mode 2 e connettore Schuko

Si tratta della soluzione più immediata in quanto non richiede nient’altro, oltre all’auto e a  una presa di corrente di tipo SCHUKO. Il cavo si presenta concettualmente identico a quello di un computer portatile. Da un lato troviamo la spina SCHUKO (che inseriremo nella presa di casa) e dall’altro il connettore Type 2, che inseriremo nella presa dell’auto. Quindi abbiamo l’auto, abbiamo una presa di corrente. Possiamo ricaricare?

La risposta ovviamente è si. Possiamo ricaricare.

Ma è opportuno sapere alcune cose.

1. Con un cavo Mode 2 e SCHUKO la ricarica è (super) lenta

Innanzitutto la ricarica con questo tipo di cavo normalmente avviene a non più di 2,3 kW di potenza (10A). Pertanto ricaricando l’auto con questo tipo di cavo la ricarica sarà piuttosto lenta. Immagazzineremo all’incirca 2,3 kWh ogni ora. L’altra cosa da sapere è che l’impianto elettrico di casa non sempre è progettato e realizzato per reggere un’assorbimento prolungato (la ricarica dura ore, come sappiamo) di questo tipo. Se intendiamo utilizzare stabilmente questo tipo di cavo per ricaricare la nostra auto, accertiamoci con un elettricista che l’impianto di casa lo consenta in sicurezza.

2. Nel caso di ricariche quotidiane, meglio la wallbox

Se utilizziamo tutti i giorni l’auto, potremmo tuttavia preferire l’utilizzo di una wallbox di ricarica. Si tratta di un apparecchio che normalmente si installa a parete e che spesso dispone di un cavo integrato dotato di connettore Type 2. Online ne possiamo trovare moltissime. La caratteristica principale da verificare per sceglierne una è essenzialmente la potenza. Si va dai 3,7 kW fino ad arrivare ai 22 kW di potenza. Per scegliere è necessario conoscere innanzitutto la potenza massima alla quale la nostra auto può essere ricaricata in corrente alternata (AC).

3. Cavi di ricarica: 5 cose da sapere – la wallbox va scelta attentamente

Non ha senso acquistare ad esempio una wallbox da 11 kW se la nostra auto non accetta oltre 7,4 kW (e se non disponiamo di un impianto trifase). Inoltre è necessario conoscere la potenza da contratto della nostra fornitura elettrica. Se il nostro contratto prevede ad esempio una potenza massima di 4,5 kW, la scelta più adatta è quella di una wallbox da 3,7 kW, e magari una programmazione della ricarica che la faccia avviare dopo la mezzanotte, quando tutti gli elettrodomestici saranno spenti.

Alcune wallbox non dispongono di un cavo integrato e sono in tutto e per tutto simili alle colonnine pubbliche in corrente alternata (AC fino a 22 kW) che troviamo in strada. In questo caso, così come per le colonnine pubbliche AC, avremo bisogno di un cavo come questo:

Cavo Type 2, la spina più stretta va nella colonnina, l’altra nell’auto

A volte questo cavo viene fornito insieme all’auto. Altre volte il costruttore ci propone di acquistarlo separatamente. E’ il caso ad esempio della nuova Fiat 500 elettrica. Molto spesso, così come avviene anche per la wallbox, l’acquisto online è la scelta economicamente più conveniente.

Ma a cosa dobbiamo fare attenzione se acquistiamo un cavo Type 2 online, ad esempio da Amazon?

4. Il cavo TYPE 2 deve essere scelto in base alla potenza massima accettata dall’auto

Dobbiamo verificare quale sia la potenza massima accettata dalla nostra auto per le ricariche in corrente alternata (AC). Questa potrà essere di 7,4 kW, 11kW o 22 kW. Se la nostra auto accetta ricariche a 22 kW, dovremo procurarci un cavo trifase 32A. Nel caso degli 11 kW, il cavo dovrà essere trifase 16A. Se accetta i 7,4 kW avremo bisogno di un cavo monofase 32 A.

5. La lunghezza del cavo non va sottovalutata

Alcune auto hanno la presa di ricarica in posizione posteriore sul lato destro. Altre sul lato sinistro davanti. Altre ancora hanno la presa sulla parte frontale. Cinque metri è la lunghezza minima che garantisce di poter collegare l’auto alla colonnina pubblica indipendentemente da come siamo costretti a parcheggiare. Nel caso di cavi trifase, non acquistiamo cavi di 10 metri a meno che non sia strettamente indispensabile: il cavo infatti ha un certo peso e potrebbe essere impegnativo da maneggiare. Assicuriamoci inoltre di acquistare sempre cavi con garanzia europea del costruttore. Acquistando su Amazon questo è facilmente verificabile. Inoltre Amazon, anche nei casi in cui non fosse il venditore diretto, garantisce comunque sempre la completa soddisfazione del cliente.

LEGGI ANCHE:  Daze, dalla ricarica automatica alle wall box intelligenti

Apri commenti

12 COMMENTI

  1. Io ho un cavo per il Modo 2 con connettore schuko fornito insieme all’auto ibrida. Per la ricarica pubblica ho bisogno anche di un cavo Modo 3 o esistono degli adattatori femmina schuko – Type 2 che permettono di alimentare da stazione di ricarica pubblica con lo stesso cavo?

  2. Salve ho una Kona 64 kW la ricarico casa attraverso la consolle in dotazione che è da 10 ampere. Oppure la ricarico attraverso le colonnine enel-x. È possibile utilizzare un cavo da 22 kW per collegarlo ad un a 380 volt in maniera diretta cioè senza trasformatori! Quanti fii deve avere tre fase un neutro un terra o di più?

  3. Ho appena fatto il contratto per una BEV nuova. Ho l’impianto fotovoltaico e quando produco volevo sfruttare l’eccedenza per caricare l’auto quale wallbox consigliate?

  4. Ogni giorno ne imparo una nuova! Grazie!

    Cosa succede per i box collegati agli impianti condominiali?
    Le wallbox sono molto utili, ma non ho idea dei limiti dell’impianto condominiale… ci può essere qualche problema se molte auto elettriche sono collegate di sera?

  5. “Non ha senso … una wallbox da 11 kW se la nostra auto non accetta oltre 7,4 kW (e se non si ha un impianto trifase).
    Se il nostro contratto ha una potenza massima di 4,5 kW, la scelta più adatta una wallbox da 3,7 kW”
    NON condivido il tuo pensiero Paolo!
    Le wallbox MODERNE sono ormai universali, nel senso che lo stesso prodotto può essere collegato in monofase ed in trifase e può essere regolato da 10 a 32 A.
    Istalli un prodotto moderno e sei a posto per le possibili future esigenze dei prossimi 15/20 anni.
    La differenza di costo tra una MODERNA e una monofase da 3,7 : non supera un centinaio di € circa.
    Da valutare, se in funzione delle proprie necessità di ricarica, se vale pena di spendere circa 200/300 in più per avere un controllo automatico (pinza amperometrica) della potenza di ricarica in modo da non far scattare il contatore.

  6. BEV: due anni e 53000 km effettuati. A casa uso Mode2 e Schuko. Potenza di ricarica a 3 kW. Mai sentito l’esigenza della Wallbox. Dipende dalle abitudini ed uso. Ho fatto verificare l’impianto da un professionista. Contratto di fornitura da 6 kW. Consiglio di valutare attentamente la necessità di una Wallbox; potrebbe rivelarsi una spesa inutile. Sconsiglio anche il contratto a forfait mensile per la fornitura di energia. In viaggio uso ricariche pubbliche. Sono più che soddisfatto così.

    • quoto
      ci sono ricariche portatili che hanno le spine BLU , non le schuco , che hanno anche l’adattatore schuco

      in grado di reggere tranquillamente 16A (con la presa blu) e costano la metà di una wallbox

      inoltre se si è pratici e competenti , è possibile smontare la spina blu , collegando il cavo in una scatola con un magneto termico da 16A, “trasformando magicamente” la ricarica portatile in UallBocs ..

      my 2 cent di bricolage

    • “Elettrico ancora ci vogliono 10 anni perché parta”
      Scusa non lo sapevo.
      Se vuoi ti faccio fare un giretto su un EV immatricolato 1999.

  7. Sarebbe stato carino parlare anche delle WB con la pinza amperometrica, visto il tema…
    E – oggi – io non consiglierei assolutamente l’acquisto di una WB da 3,7 kW di potenza massima, perché non potrebbe rientrare nell’ambito delle detrazioni. Meglio una WB da 32A monofase, limitata poi via hardware e con un differenziale corretto per erogare meno della sua potenza massima.

  8. ottimo articolo, utile ed esauriente. Adesso ci aspettiamo un analogo sulle ricariche in DC (con cavi CCS2 e Chademo) . Grazie

Rispondi