Home Moto & Scooter Carrozzine elettriche, un rebus da risolvere

Carrozzine elettriche, un rebus da risolvere

1
Nino One, esempio di ruota motorizzata universale per carrozzine.

La micromobilità comprende tanti veicoli, dai monopattini elettrificati ai segway, passando per i monoruota e gli hoverboard. Questi mezzi, specialmente nei centri urbani, offrono un ampio ventaglio di opzioni con cui effettuare gli spostamenti quotidiani.

Molti però non possono usufruire di tale opportunità. Secondo il rapporto ISTAT “Conoscere la Disabilità 2019”, vi sono infatti oltre 3 milioni di persone che soffrono di gravi limitazioni nello svolgimento delle attività abituali, tra cui il movimento. Tale azione viene solitamente espletata attraverso l’utilizzo di carrozzine a propulsione muscolare, oppure con motore elettrico. Queste ultime, in particolare, potrebbero risultare molto interessanti per ridurre la dipendenza di tanti cittadini dalle automobili. Il contesto legislativo risulta però piuttosto complesso. Vediamolo insieme.

Non si parla di veicoli

Mobilità leggera in città (fonte Wikipedia – Eric Fischer).

L’art.46 del Codice della Strada esclude dalla definizione di veicolo “le macchine per uso di invalidi, rientranti tra gli ausili medici secondo le vigenti disposizioni comunitarie, anche se asservite da motore”. Questi strumenti di aiuto per la mobilità “possono circolare sulle parti della strada riservate ai pedoni” (art.190 C.d.S.). Pertanto, le carrozzine non sono veicoli e rientrano nella Classificazione Nazionale dei Dispositivi medici (CND) all’interno della categoria Y12 “ausili per la mobilità personale”.

Risulta però interessante osservare nel D.P.R. n.495/1992 alcuni criteri relativi alle macchine per uso di invalidi (art.196):

– sedile monoposto;
– massa in ordine di marcia 40 kg;
potenza massima del motore 1 kW;
– velocità massima 10 km/h per i veicoli dotati di motore.

Il successivo D.P.R. n.610/1996 ha poi ridotto il limite a 6 km/h. Questo parametro cinetico corrisponde inoltre alla soglia sotto la quale non è necessario seguire la Direttiva 2002/24/CE prevista per l’omologazione dei veicoli a due e tre ruote con motore. La legge n.120/2010 ha però modificato radicalmente l’impianto normativo, facendo venir meno i principi d’identificazione delle macchine per disabili sopraindicati.

Valutazioni diverse su scala nazionale e internazionale

carrozzine
Il marciapiede è un importante riferimento per le carrozzine.

Altri dati rilevanti emergono dal D.P.C.M. del 12/01/2017. Si tratta in particolare dei seguenti requisiti di base per le “carrozzine elettroniche”:
– motori elettrici di potenza adeguata a superare pendenze almeno del 20%, in genere, con amperaggi di 40 A;
– alimentazione a 24 V con due accumulatori a secco di capacità adeguata ad assicurare un’autonomia minima almeno di 5 ore o 30 Km nelle più gravose condizioni di uso;
– carica batteria con dispositivo elettronico del controllo di carica fino all’interruzione automatica.

Gli elementi finora illustrati e contenuti nella legislazione italiana delineano quindi una forte somiglianza nella destinazione d’uso e nelle prestazioni tra i veicoli appartenenti alla micromobilità e le carrozzine elettriche. Conviene ricordare l’esempio del Regno Unito, in cui gli scooter a quattro ruote e le sedie a rotelle motorizzate si dividono in due categorie:
– carrozzine per invalidi di classe 2, non utilizzabili sulla strada (a meno che non sia presente il marciapiede cui sono destinate) con velocità massima pari a 6 km/h;
– carrozzine per invalidi di classe 3, utilizzabili su strada con velocità massima fino a 12 km/h (limitata a 6 km/h sui marciapiedi).

Tra mobilità dolce e medicina

carrozzine
Nino4, ovvero il design declinato nelle carrozzine elettriche.

La micromobilità può contribuire a generare un sistema di trasporti efficiente, pratico ed economico, soprattutto negli spostamenti di corto raggio. Questa visione può tradursi in realtà se, a fianco dei veicoli, si configurano le infrastrutture per accoglierli. Ciò risulta ancor più necessario per le carrozzine. Tali ausili medici hanno il potenziale per essere integrati nella “mobilità dolce” ma spetta eventualmente al legislatore una valutazione in merito, stante la loro peculiare natura. Nel mondo imprenditoriale, però, ci sono già varie iniziative. Dal progetto Nino4 (leggi qui) frutto della collaborazione tra Nino Robotics e Renault, alla ruota elettrica per sedie a rotelle É-TR, firmata dall’associazione no-profit Égalité.

– leggi anche: WheeM-i, lo sharing elettrico per chi va in carrozzina

Apri commenti

1 COMMENTO

Rispondi