Dopo l’ennesimo aumento degli abbonamenti annunciato dal circuito Beagle Plug il caro ricarica diventa ormai l’incubo numero uno degli elettro automobilisti. Come siamo arrivati a tanto e perchè, ci chiede Marco, un assiduo lettore? Inviate quesiti e osservazioni a info@vaielettrico.it.

Le dinamiche di mercato? Assurdo: il Pun sta scendendo…
“Prendo spunto da quanto accaduto ieri e da voi riportato in uno specifico articolo circa i rincari ingiustificabili di Beagle Plug, che seguono a ruota quelli dei concorrenti negli ultimi mesi.
La frase adoperata è assolutamente scandalosa ed un po’ mi meraviglia anche il fatto che voi stessi la riportiate senza un minimo di indignazione:
La frase: “Abbiamo resistito il più a lungo possibile, ma le dinamiche di mercato ci impongono ora questo nuovo tariffario” non significa assolutamente nulla!!
Non c’è di fatto alcuna spiegazione al rincaro, visto che la componente energia continua a restare bassa da mesi (meno di 1/5 del prezzo di vendita) e visto che Beagle non ci risulta stia facendo investimenti cosi importanti nelle infrastrutture quanto meno dalle parti nostre.
Il caro ricarica del 30% non si giustifica
Come si giustifica un rincaro del 30% senza una motivazione tecnica?
Dunque o Beagle sta seguendo un cartello commerciale con le concorrenti, oppure Enel, Eni ed A2A (i principali network di distribuzione) hanno rincarato i costi unitari per il roaming verso altri operatori, cosa che noi tutti abbiamo il diritto di sapere!! Se cosi fosse (ma anche nel caso in cui la responsabilità dei rincari fosse direttamente di Beagle), ci sarebbero tutti i presupposti per una azione sanzionatoria e per una richiesta urgente di trasparenza verso gli utenti!! Quali rincari sarebbero avvenuti nella filiera negli ultimi 6 mesi?
Ricordiamo infine che i principali network di distribuzione hanno ricevuto e stanno ricevendo cospicui finanziamenti pubblici da Pnrr ed altri strumenti, europei e non, per le installazioni.
Ebbene questi finanziamenti dovrebbero essere condizionati al rispetto di determinate regole. I finanziamenti sono pensati per aiutare la diffusione della mobilità elettrica in quanto processo industriale di interesse pubblico e dunque non è accettabile che su queste attività si faccia un lucro spropositato frenando di fatto l’adozione della tecnologia che quei bandi si prefiggono di favorire.
In particolare non è ammissibile che il costo di una ricarica sia maggiore di quei circa 60 centesimi al kWh oltre i quali diviene addirittura più conveniente andare a carburanti, e dunque una condizione completamente contraddittoria rispetto al fine che con i finanziamenti si intende giustamente perseguire!!
Per me abbiamo un doppio problema
C’è dunque un doppio problema: la mancanza di libera concorrenza e di trasparenza, ed il comportamento irresponsabile e sprezzante degli operatori.
Situazione, oltretutto, unica in Europa.
Ed ovviamente uno dei numerosi motivi per cui in Italia la mobilità elettrica va cosi piano.
Non si mira ad investire nel futuro ma a fare cassa scappa e fuggi, ai danni, per giunta, dei cittadini più virtuosi, e che lo siano per propria forte volontà o per convenienza personale, questo ben poco importa.
Questo non è più ammissibile ed urgono dunque le necessarie azioni a tutela dei diritti dei consumatori (cosa che ad esempio in Francia è recentemente stata fatta!)„. Marco Scozzafava
Così non va, ma Beagle Plug non può farci quasi nulla

Nel caso specifico di Beagle Plug va ricordato che non possiede una sua rete di stazioni di ricarica sulla quale costruire un proprio tariffario in base alla differenza fra costi e ricavi. Opera solo sulle reti altrui, corrispondendo a ciascuna un prezzo a kWh stabilito da contratti bilaterali. Restano a suo carico i costi di gestione dei clienti, attraverso la relativa struttura Iot e i software proprietari relativi per fatturazioni e connessioni telematiche.
Il margine è strettissimo e certo non può assorbire gli aumenti praticati dagli operatori della ricarica sui fornitori, via via che vengono aggiornati i contratti. Tanto più in un panorama caotico, con tariffe le più diverse e distanti, dove un abbonamento flat prepagato consente ai clienti di scegliere le soluzioni di ricarica più costose, fino alle carissime ricariche HPC.
Il peccato originale della ricarica all’italiana: costi fissi alti, pochi utenti, e una rete piena di buchi
Veniamo ai gestori delle reti. Il Pun, cioè il puro costo dell’elettricità all’ingrosso a cui vanno aggiunte le altre componenti per l’approvvigionamento della materia prima energia, incide per una quota minoritaria sul prezzo della ricarica pubblica.
Molto più incidono i costi fissi per l’investimento in infrastruttura, la manutenzione, la gestione. Sono costi che si ripagano solo con alti volumi di vendita. Questo in Italia non avviene.
Troppe colonnine sono inutilizzate o sottoutilizzate, quindi costano e non generano ricavi. Gli operatori lamentano la scarsa penetrazione dei veicoli elettrici, e bastano i dati di vendita per confermarlo.
E’ altrettanto vero, però, che il 20-30% delle colonnine sono inattive perchè guaste o non collegate. Tantissime altre sono spuntate come funghi in siti assurdi e improponibili. E anche il servizio offerto in termini di efficienza e affidabilità, lascia molto a desiderare.
Dateci almeno un po’ di trasparenza
Insomma, i gestori, soprattutto i grandi, dovrebbero fare una pesante autocritica. Hanno lavorato e stanno lavorando come peggio non si potrebbe. Scaricare sugli utenti le proprie colpe, a parole e nei fatti, con tariffe spropositate, giustifica ampiamente la diffusa indignazione di tutti noi.
Pretendere trasparenza è il minimo. E qui aspettiamo che qualcuno intervenga (governo, Antitrust?) come ha fatto l’Autorità per la concorrenza e il mercato in Francia sollecitando tariffe più semplici e confrontabili, certezza sui costi, un disciplina unica per la fornitura del servizio.
Se una buona volta, poi, qualcuno fra i gestori della ricarica rendesse pubblici i dati sulla struttura dei costi, sarebbe un primo passi. Ci dicano almeno, bilanci alla mano, perchè e di quanto sono in perdita, visto che di questo si lamentano ogni giorno.
Enel e Be Charge (ENI), i due oligopolisti della ricarica a livello nazionale, sono entrambe società a controllo pubblico: per loro la trasparenza è un dovere.
EnelX oggi ha toccato il fondo… ho ricevuto una bella mail con il titolo: “Guidi un’auto elettrica? Ricarica con i nuovi prezzi super leggeri” che ritengo del tutto offensivo nei confronti dei clienti… come si fa ad aver aumentato le tariffe da 35 cent a 99 cent nel giro di meno di 2 anni e avere la faccia tosta di definire un calo di 5cent (15cent solo a fronte di un fisso recuperabile solo sui grandi volumi di ricarica) “tariffa super leggera”?
Personalmente ho scritto a enelxway.italy.support@enel.com chiedendo di inoltrare la mia rimostranza all’ufficio marketing che ha avuto il coraggio di inviare una simile comunicazione. Mi auguro gli arrivino tante mail di rimostranza.
Ottima idea penso che lo farò anch’io, premunendomi di allegare una bella tabellina con i prezzi dei supercharger e il calcolo della percentuale di maggiorazione rispetto alla concorrenza, super leggeri anche no!
ciao, propongo a tutti gli utenti, e per estensione a tutti i possessori di auto eletttriche, di costituirci in cooperativa al fine di fornire l’energia elettrica per auto trazione ad un prezzo consono e in linea con i costi di mercato. Possibilmente anche accedendo a fondi che rientrino nei progetti di transizione ecologica considerato che guidare un’auto elettrica fa certamente bene all’ambiente e il fatto di dover sostenere costi di mobilità al pari se non + alti di quelli sostenuti da coloro i quali guidano auto a combustione interna sia per lo meno assurdo.
Si notano due cose: il disinteresse TOTALE del governo e delle autorità di vigilanza riguardo la questione dei prezzi ( se fosse la benzina ad aumentare del 50% sarebbero tutti a fare interventi) e la mancanza di informazione da parte delle fonti come il vostro sito che é sempre reticente a dire che nelle stazioni tesla chiunque può ricaricare con prezzi che vanno dai 40 ai 50 cent kwh, che sulla rete ionity si ricarica a 47 cent kwh , che sulla rete ewiva si ricarica a 50 cent con app Elli. Basterebbero queste informazioni per lasciare a secco operatori come becharge e A2a e costringerli a rivedere i prezzi. Invece é proprio la mancanza di informazione a creare l idea nel consumatore che tanto sono tutti uguali e permettere ai peggiori di continuare ad operare..
Ogni volta che qualcuno ha pubblicizzato un modo per pagare meno i prezzi sono subito saliti.
Meglio stare zitti, va’.
Mi fa un po’ sorridere questa pletora di gente che si lamenta che nessuno faccia nulla per risolvere i loro problemi. Le stesse persone che probabilmente nemmeno hanno votato e non lo hanno fatto per le solite motivazioni che hanno lo stesso spessore delle affermazioni “non prendo le macchine elettriche perché vanno a fuoco”.
Sono anni che lo dico, appena l’elettrico sarà un pelo più diffuso, giù tasse come con la benzina 🤷🤷🤷
Sempre le solite affermazioni senza fondamento e logica pratica. Lea accise già ci sono sula corrente elettrica, le paghiamo già. E a differenza delle colonnine che usano solo i possessori di BEV quella che arriva a casa arriva a tutti. Pensa che se un qualche politico aumenta la corrente elettrica a tutta l’Italia quanti consensi prende?
Più che altro le accise normalmente si mettono su prodotti importati perché trattandosi di ricchezza che se ne va all’estero mitigano e compensano il fatto che utilizzare certi prodotti alla lunga ci rende sempre più poveri.
Le accise sull’energia elettrica le mettiamo, giustamente, perché anch’essa è prodotta a partire da combustibili fossili, però… se la smettessimo???
Come se 2 centesimi al kwh potessero sostituire il quasi euro al litro di benzina e diesel come gettito fiscale 😂
Ma qui non si parla di tasse ma di prezzi commerciali.
Ma no, è perché i fornitori in Italia han deciso che finché lo stato non mette le accise sulle ricariche, ci fanno comunque pagare ckme se ci fossero, così quando arriveranno non noteremo la differenza…. 😂 😂 😂
Il costi fissi per installare le colonnine sono una scusa: prendono soldi pubblici per installare delle colonnine ma nessuno li obbliga a installarle… decidono le imprese! Capisco per la corrente HPC (le cui strutture di ricarica effettivamente costano molto) ma una colonnina AC 22kW costa poche migliaia di euro, e di manutenzione non c’è né molta: il cavo è quello dell’utente e può essere installato praticamente ovunque. Fintanto che Enel X, Becharge & Co. continuano ad avere colonnine installate da anni senza neppure attivarle non hanno facoltà di lamentarsi riguardo al rientro di investimenti….
Nessuno sta facendo una class action? l’AGCOM dov’è? sta ancora dietro a sto privacy shield invece che alle cose serie?
“…non hanno facoltà di lamentarsi riguardo al rientro di investimenti….”
E soprattutto, entrambi devono avere assunto lo stesso genio della finanza che ha pensato: “Ah, vendiamo poco e siamo lenti a rientrare dagli investimenti? E allora alziamo i prezzi!” 🤦♂️😱
Se facciamo due calcoli, vediamo che non il problema reale è la poca diffusione dei veicoli elettrici.
Faccio un esempio:
Per un CPO, installare una colonnina di ricarica 2x22kW provvista di cavi ha un costo di circa 18-20.000€ (tra acquisto colonnina, lavori edili anche se minimi, costi assicurativi, costi di allaccio alla rete elettrica, costi di installazione, ecc.).
Ora supponiamo che questa colonnina venga utilizzata per 300 giorni all’anno con una media di 20kWh erogati al giorno, questo ci da un consumo di 6000kWh/anno,
supponendo un prezzo di vendita di 0,5€/kWh (iva esclusa, che con iva arriva a 0,61€) si produrrebbe un incasso di circa 3.000€.
Ora vediamo i costi, consideriamo un prezzo dell’energia di 0,20€, quindi diciamo 1.200€ a cui si aggiungono costi di manutenzione fissi per almeno 1.000€/anno e costi variabili per circa il 10% del valore incassato, altri 300€.
Risultato = 3000€ di ricavi – 2500€ di costi = 500€/anno utile loro.
Ora se dividiamo l,investimento iniziale di 20.000€ per 500€, abbiamo un rientro dall’investimento a 40 anni…
Per le DC e gli HPC I costi sono ancora più alti e quindi la tariffa è più che giustificata, a fronte di un maggiore utilizzo rispetto ad una colonnina AC.
Ovviamente i CPO confidano in uno sviluppo sempre maggiore della mobilità elettrica che riduca il tempo di rientro del loro investimento, il che permetterebbe ai CPO anche di abbassare il prezzo.
In questa fase però, guardando ai calcoli e all,investimento da parte dei CPO, capiamo che tutto sommato il prezzo è ragionevole (in questa fase).
Io credo che, come per le comunità energetiche, lo stato dovrebbe intervenire con un incentivo al kWh in modo da permettere ai CPO di ridurre il prezzo in questa fase e quindi agevolare gli e-driver, in quanto con la mobilità elettrica poi a regime non ci sarà più bisogno dell’incentivo per tenere bassi i prezzi.
Il problema più grosso deve averlo generato la corsa all’installazione delle colonnine. Quando ho comprato la mia EV a metà del 2021 c’erano colonnine gratuite e quella sotto casa a 40 cent, un altro operatore locale ha installato una nuova colonnina a un isolato di distanza e per sei mesi la colonnina era attiva e si poteva caricare gratuitamente. Sì ho viaggiato per sei mesi senza spendere nulla di ricariche.
Nel frattempo i costi dell’elettricità sono aumentati, ma anche volendo fare la tara con i 40 cent iniziali, su una AC si potrebbe pensare di arrivare a 50 cent, non certo 65-66 cent che è quello che fa pagare Tesla sui suoi supercharger ai non clienti e non abbonati nelle ore di punta. Come fa Tesla a fare quei prezzi? Semplice: ha installato dove serve, in modo efficiente, e in modo che le colonnine siano utilizzate abbastanza da rientrare degli investimenti. Al contrario i nostri operatori maggiori hanno piazzato bandierine per assicurarsi di avere meno concorrenza possibile senza stare troppo a guardare alla profittabilità.
In questo momento poi è stato deciso di rallentare la diffusione dei veicoli elettrici con varie strategie di dissuasione, cosa che però ha pregiudicato ancora di più la profittabilità degli investimenti.
Non se ne uscirà finché non passerà un po’ di tempo e si farà pulizia degli errori fatti.
Con rispetto parlando, lei ha conoscenza del modello di businsess di Tesla dei punti di ricarica, dei costi e di quanto sia, assumendo lo sia, profittevole?
Fatto salvo che gli altri operatori che si sono lanciati nel settore dei punti di ricarica hanno mostrato, in generale, poca conoscenza del business, scarsa pianificazione e preparazione. Il tasso di utilizzazione dei punti di ricarica pubblici e’ un limite lanciato da McKinsey gia’ nel 2021.
Tipico italiano: sbagli tu – non so gli ottavi di finale – e la fai pagare agli altri, cioè noi che dobbiamo caricare le auto con il sole che ci cade addosso gratis.
Più polli degli italiani chi troviamo sul pianeta Terra?
https://www.bloomberg.com/news/newsletters/2024-04-09/tesla-tsla-charging-network-has-become-a-serious-business
Io vedo più che altro tantissime DC in posti dove non se le fila nessuno, quelle sono tutte passività sicure!
Se poi questi fenomeni fanno la media del pollo e pensano di spennare gli utenti con le poche colonnine piazzate nei posti giusti non penso che andranno troppo lontano.
Se infine facciamo i complottisti e immaginiamo che ci sia una mano invisibile dall’alto che tifa per l’affossamento della mobilità elettrica, abbiamo detto proprio tutto.
@Daniele
Nessuno che si chieda se 20.000 € per installare una colonnina AC non siano un tantino esagerati?
Non è che lungo la filiera, considerato che dovrebbe essere uno dei grandi business dei prossimi decenni, si fa la cresta un filo troppo?
Mi fa pensare alle zanzariere che ho fatto installare nel mio appartamento (10 di diverse misure)… due ore di lavoro 2.000 € (mettiamone altre 2 per preparare le strutture). Scemo io che non ho avuto coraggio di mandarli a farsi friggere per non mettere in imbarazzo chi mi aveva messo in contatto.
Un conoscente ne ha messa una da solo in una porta finestra, funziona benissimo ed è costata 34€.
Io mi ssto sempre più convincendo che man mano che la transizione energetica proseguirà le colonnine AC serviranno sempre meno in assoluto.
Se a casa metto fotovoltaico, pompe di calore e induzione (a casa come in condominio, ma fossero anche solo le case singole parliamo del 50% della popolazione), avrò quasi sicuramente un trifase da 10-15-20kw. A quel punto è pensabile che questa abitazione abbia anche la possibilità di installare una wallbox da 7-11kw, dove il costo di ricarica (anche senza scomodare il fotovoltaico, ma ipotizzando di ricaricare sempre da rete) sarebbe di 25-30 cts al kwh. A quel punto, a cosa mi serve una colonnina AC che carica ugualmente lenta, ma lontano da casa mia dove ricovero l’auto, e che oltretutto costa il doppio di casa mia?
Mi servirà solo una DC ad alta potenza per le trasferte che vanno oltre il range della mia auto, per fare una breve sosta da 20-30 minuti, riportare l’auto al 80-90% e ripartire.
Non tutti potranno avere la possibilità di caricare a casa (nel breve periodo). Io abito in un palazzo storico, il cortile è piccolo e non ci sono posti auto.
Ricarico alle AC per il 90% dei miei consumi. E quando sono fuori città preferisco le AC alla fermata alle DC lungo il tragitto. Comunque le AC sono meno costose delle DC (sono meno complesse e richiedono meno potenza impegnata), ovviamente sono profittevoli se sono in posti dove vengono utilizzate abbastanza.
IO vorrei capire i sussidi che prendono a colonnina dall’Europa per installare colonnine per avere un’idea chiara di quanto eventualmente ci marcino sopra…
Un passo in più verso il prezzo al km dei motori a benzina…
In questo caso avere un garage e caricare in proprio fa la differenza.
Il governo starà pensando come fare a rendere illegali i garage privati, come fece Fanfani nel 1966 con i generatori di corrente elettrica.
Troppe rinnovabili!! Se e quando faremo del nucleare si avrà qualche cambiamento
il nucliare di nuova costruzione costa da 3 a 8 volte le rinnovabili,
farebbe alzare “a bestia” i costi dell’energia;
vedi il debito pubblico francese, nonostante le loro siano centrali vecchie, e ultimamente anche le loro bollette domestiche sono ormai care come le nostre
chi sta avendo prezzo energia stracciati ( 3,7 centesimi a kwh media 2024), e anche bollette molto basse con pochi oneri accessori, sono Spagna e Portogallo, con mix energetico di 70% e 80% rinnovabili costruito soli in 5 anni
invece di credere ai gigetti pagati su youtube, studiare questi grafici con i costi energia LCOE, cioè calcolati tutto compreso, cioè bollette + sussusi statali (sipagano salati anceh loro in altre tasse e debito pubblico):
GRAFICO COSTI ENERGIE dal 2009 al 2019 – LAZARD (banca di investimenti)
https://singularityhub.com/wp-content/uploads/2020/12/our-world-in-data-price-solar-electricity-10-years.png
GRAFICO COSTI ENERGIE dal 2009 al 2022 – BLOOMBERG-NEF
https://www.vaielettrico.it/wp-content/uploads/2023/07/LCOEfig1-768×520-1.png.webp
Penso sia un Troll o una persona con poca vita sociale e non molto lungimirante di suo. IO eviterei anche di rispondergli con dati che tanto non vuole/può capire
Buon pensiero allora …
gli rispondo più che altro per condividere informazioni,
visto chè c’è una campagna massiccia di disinformazione sul web (ampia, finanziata dai consorzi nucl) che alcuni italiani li ha ingannati,
e che sta facendo danni alle politiche italiane sulle rinnovabili
Tutto bene guardando lcoe, ma ti chiedo sei un produttore di energia? Vendi energia elettrica? No? Allora il confronti con lcoe, non ti serve a niente perche tu in bolletta non paghi il costo dell’energia ma paghi il prezzo deciso sul mercato. Nel momento in cui sole e vento calano tu l’energia la devi o avere stoccata o produrre da altre fonti come una centrale e gas e chi è lo acemo che costruisce una centrale a gas zolo per farla andare di notte quando la richiesta è bassa? Lo fa solo se ha convenienza e la convenienza ce se il prezzo a kwh schizza. In germania che stanno puntando solo su rinnovabili hanno le bollette piu care d’Europa (noi siamo secondi). Sei andato a vedere cosa è successo in california che hanno voluto fare tutto con fotovoltaico e solare??? https://www.eia.gov/electricity/monthly/epm_table_grapher.php?t=epmt_5_6_a . Poi vorrei capire dove ti sei inventato la storia che in francia sono cari come da noi https://euenergy.live/ . Oh ma poi studiate i grafici di lazard mi raccomando, non leggete invece i report della IEA in cui si dice che una quota di nucleare è NECESSARIA per la transizione …
Chissà come avranno fatto in Spagna…
minestrone di informazioni ingannevoli, provenienza sempre il solito gruppetto che queste perle le confeziona pronte all’uso
1) SPAGNA e Portogallo, con mix 70% e 80%, prezzo PUN sotto a 4 centesimi a kwh, oneri di sistema bassi, bollette basse, con un sistema di prezzi variabile ma che non supera i 21 cents comprese tasse e scende anche molto sotto
Spagna ha un mix di rinnovabili e una situazione geografica simile all’Italia; NB: mandano in dismissione la loro quaota di cenmtrale nucl, perchè preferiscono andare 100% rinnovabili, e da febbraio hanno inziato a vendere quote di energia alla Francia
2) le bollette domestiche Francesi sono arrivate 27 cents a kwh,
e avranno altri due aumenti ad agosto e a fine anno;
il sito che citi non è aggiornato, ha ancora i prezzi con i sussidi;
qui vedi la tariffa di riferimento domestica aggiornata:
https://www.jechange.fr/energie/electricite/prix
3) mentre la loro tariffa industriale è ancora detassata di oneri e altro, in pratica sovvenzionata; in generale ogni Paese ha bollette differenti tra domestico e industriale
rimane il problema di base; per fare le centrali, che hanno i costi astronomici, hanno fatto debito pubblico, cioè oltre al prezzo apparente in bolletta, le pagano anche tramite più tasse
4) la Germania ha bollette domestiche alte perché contiene varie tasse-finzianziamenti, è una scelta, anche per premiare l’auto produzione;
il prezzo PUN medio è già ora buono, 6,7 centesimi a kwh, e mi pare nonostante applichino già alla componente carbone oneri Co2;
in generale le loro rinnovabili sono ancora nella fase di investimento e espansione rapida; guardando ai costi LCOE non serve un genio per capire che raccoglieranno benefici enormi
5) California l’energia è cara perchè negli oneri delle bollette sono stati caricati interamente una serie di investimenti di infrastrutture sbagliati sulla componente fossile, nonostante l’uso fosse previsto in diminuzione; di nuovo: a noi Italia interessa di più il caso Spagna
6) le rinnovabili si usano insieme in un mix e con interconnesioni tra aree e paesi; questo riduce di un fattore 10 le quantità di accumuli e i costi accessori di sistema, non soltanto LCOE della singola fonte
7) ma anche volendo fare l’ipotesi peggiore e irrealistica, cioè una singola fonte rinnovabile isolata dalla rete e con accumuli sovradimensionati h24, costa sempre molto meno di un nuovo reattor
i conti sono facili, LCOE lo ho già postato sopra; vediamo per scrupolo anche i costi di investimento:
A1) 600euro a kwh di potenza FOTOVOLTAICO UTILITY,
capacity factor 0,16; durata garanzia 30 anni
A2) 120-220e a kwh di capacità di stoccaggio ACCUMULI a pompaggio acqua, durata 50-100 anni
A3) accumuli chimichi 300e a kwh di capacità
A4) accumuli chimici prezzo 2026 -> 200e a kwh di capacità
durata 15-20 anni
B) REACTOR: dati nel mondo reale, non sui depliant di youtube,
20.000euro a kwh potenza + 5.000euro a kwh per smantellamento futuro + manutenzioni straordinarie + spese gestione scorie non quantificate
siamo sui 30.000e a kwh di potenza nominale;
poi capacity factor reale 0,85
durata 30-35 anni, poi necessità di manutenzione crescente e rifacimento parti per estendere a più anni
8) ancora peggio con i reatctori SMR, quelli piccoli, che sono ancora meno efficenti, a parità di kwh prodotti costano di più e producono moltissime più scorie (da 5 a 30 volte di più)
qui c’è uno studio comparativo dei costi di mix energetico rinnovabili + accumuli vs reactor SMR in collaborazione con il dipartimento energia astraliano:
https://www.minister.industry.gov.au/ministers/husic/media-releases/gencost-confirms-renewables-remain-cheapest-form-energy-cost-nuclear-reactors-skyrocket
” utility-scale solar and onshore wind costs including transmission and storage, are 2 to 7 times cheaper than new coal and small modular nuclear reactors (SMRs) ”
” i costi di solare utilty scale e eolico su terra inclusi trasmissione e accumulo, sono da 2 a 7 volte più economici che nuove centrali a carbone e piccoli reattori modular (SMR)”
“Sei andato a vedere cosa è successo in california che hanno voluto fare tutto con fotovoltaico e solare???”
Sì, e ho letto questo articolo…. del 3 giugno (non posso mettere il link, capiscimi):
“Rinnovabili: la California produce più energia di quella che consuma”
Cercalo, e potrai leggere che la soluzione, ormai del tutto economicamente conveniente, è proprio lo stoccaggio in batterie.
Buona lettura.
È proprio quello il problema, produrre piu energia di quella che si consuma non serve a nessuno, anzi se la immetti nella rete provochi solo un sovraccarico. La puoi accumulare ok, ma quanta capacità di batterie ti serve per accumularla anche solo dal giorno alla notte, o per coprire la mancanza di vento e sole? Avevo giusto letto un articolo dove si scriveva (nn ricordo di quale giornale purtroppo) che in california erano state installate 20GW di accumulo. Tutti e tusoasti ok … posto che non ha senso parlare di potenza per degli accumulatori, mi aspetterei che l’installato era in realtà pari a 20Gwh. Ecco se cossi fosse quell’accumulo è sufficente per 1 ora di carico di base di tutta italia (o qualche ora solo per lombardia)
Alzare il costo dell’energia elettrica è uno degli scopi di questo governo, in tutti i modi, a qualunque costo.
Il nucleare gli fa comodo per i seguenti motivi:
– sottrae risorse alle rinnovabili;
– aumenta i costi dell’elettricità;
– fa guadagnare i centri di potere economico amici.
Ma anche dove hanno tanto nucleare – leggi Francia – non sono mica scemi, però…
“Va bene il nucleare”, hanno pensato, “ma… se con il fotovoltaico installassimo l’equivalente di 6-7 reattori come l’ultimo da 1,6 GW appena avviato a Flamanville – con tempi e costi più che quadruplicati 😱 (¹) – *MA* in soli 5 anni, a una frazione infinitesimale di quel costo e praticamente senza problemi di manutenzione e soprattutto di sicurezza?”
Detto, fatto: il 1° luglio 2023 è entrata in vigore la legge 2023-175 significativamente indicata come “ombriére obligatoire de parking” (²), che entro il 2028 metterà in linea una potenza di oltre 11 GW di fotovoltaico!
(¹) https://euractiv.it/section/capitali/news/francia-lautorita-per-la-sicurezza-nucleare-da-il-via-libera-alla-centrale-di-flamanville/
(²) https://www.apexenergies.fr/ombriere-photovoltaique/obligation-ombriere-parking/
Oltre a tutto quello che è stato scritto (roaming, rientro investimenti ecc.) non dimentichiamoci che la metà della produzione di elettricità è in mano ai petrolieri con le loro fonti NON rinnovabili, (e li posso fare il bello ed il cattivo tempo) e che non solo in italia la politica va a letto con poteri fossili usando il fondoschiena dei cittadini.
Può anche essere, anzi magari è così, ma in Italia allo stato attuale non si punta più sulle rinnovabili, non hanno alcun interesse a farlo. Si pensa ad alternative antiquate ,estremamente costose e di difficile realizzazione.
Vero, ci fanno e alla grande, a partire da cingolani che per prima cosa disse: tra 10 anni avremo auto ad idrogeno e la fusione nucleare.
Ma il suo vero scopo non erano queste ultime due, ma fare in modo che il popolino non acquistasse auto elettriche e proseguisse con il termico.
Questo governo è allergico (inventando bugie di tutti i tipi, attaccandosi motivazioni di tutti i tipi) a tutto ciò che non prevede, o va a limitare l’uso delle fonti fossili, soprattutto quelle provenienti da raffinazione.
Mauro, ma sei sicuro di quello che affermi?
Quello che sapevo è che in generale in Europa c’è stata una diminuzione delle immatricolazioni in tutte le tipologie di motorizzazione.
D’altra parte mi sono andato a spulciare i dati di penetrazione delle BEV nei principali mercati nel mese di maggio paragonandoli alla media da inizio anno e guarda un po’ mostrano una leggera crescita per le BEV .
Poi sì è vero che paragonando la penetrazione delle elettriche in Germania a dicembre con maggio abbiamo una riduzione perché non ci sono più incentivi, ma da inizio anno a maggio le elettriche stanno crescendo decimi su decimi dopo il crollo al 12%.
C’è il mercato francese che ha perso un decimo (facendo lo stesso confronto) ma quello inglese è cresciuto. In generale in tutti i paesi del Benelux le BEV sono in crescita, così come quelli scandinavi.
Persino la Spagna è cresciuta di un decimale portandola al 4,6% e il Portogallo è stabile sul 16%.
I dati occorre spulciarli. Ti anticipo un’informazione, in Italia a giugno le BEV dovrebbero aver rappresentato l’8,34% delle immatricolazioni. Dato calcolato interrogando il servizio esposto dal portale dell’automobilista.
Se hai la pazienza potresti di andarci potresti sapere anche quante persone hanno comprato una BEV nel tuo comune a giugno.
Crollo assolutamente no, non c’è stato e non ci sarà un crollo delle auto elettriche, però che le aspettative del 2029 – 2022 per il decennio fossero decisamente alte è innegabile. Basta prendere qualche articolo di allora e si trovano affermazio i come questa: Le previsioni prevedono un primo punto di svolta già nel 2023, allor quando la quota unitaria di veicoli elettrici a batteria (BEV) e di veicoli elettrici ibridi plug-in (PHEV) dovrebbe superare quella di veicoli diesel e benzina di nuova immatricolazione. L’anno cruciale, nella storia dei veicoli elettrici, sarà comunque il 2025.
A metà del decennio in corso, la loro attrazione – sia dal punto di vista economico che sul piano delle prestazioni – supererà decisamente quella dei veicoli a combustione interna, che gradualmente – e purtroppo ancora lentamente – saranno mandati in soffitta.
Trend di crescita inarrestabile. Le previsioni
Motus-E, portale specializzato sulla mobilità sostenibile, ha condotto un’attenta ricerca di mercato, dalla quale viene fuori che, nel 2030, il 50% della domanda di auto nuove, sarà per auto elettriche. L’analisi è stata condotta su un campione di 14.052 consumatori europei, di cui 2.004 italiani.
I dati odierni, forse anche complice il costo dell’energia elettrica nel belpaese e la carenza di colonni e per chi non può ricaricare a casa, sono però ben diversi da quanto allora pronosticato e fintanto che non si risolveranno problemi di cisto e soprattutto facilità e vicinanza di ricarica dubito che le percentuali andranno come allora auspicato.
Antonio Gobbo, proprio ieri sera stavo parlando della distribuzione delle colonnine nella cittadina di provincia in cui lui vive e di cui non ha coscienza.
Ebbene in una cittadina di 50.000 abitanti nel centro (storico e vicina periferia) ci sono 6 distributori di carburante con circa 30 postazioni per rifornire 30 auto in contemporanea.
Vuol sapere quante postazioni hanno a disposizione tra colonnine AC e DC? Ebbene ne hanno all’incirca altrettante.
Io direi che viste le elettriche circolanti per ora di postazioni sono più che sufficienti, tant’è che non le vedo quasi mai occupate se non da mezzi termici in divieto di sosta.
I più dubbiosi della mobilità elettrica parlano ma non fanno caso a dove sono le colonnine.
Però una cosa è certa, se gli operatori abbassassero il prezzo a kWh nelle colonnine AC in modo da renderlo paragonabile al costo di chi ad oggi acquista auto a GPL forse vedremo per strada molte più auto elettriche circolare ed andare a ricaricare alle colonnine specie nei grandi centri urbani.
Caio Antonio, secondo me un paio di anni di ritardo sulle previsioni li possiamo attribuire alla fila di cigli neri:
– pandemia
– crisi trasporti logistici
– guerra russa, crisi energetica, botta di inflazione
– guerra russa (anche ibrida all’estero), guerra in medio oriente, e sommovimenti politici vari che prosperano nei momenti di incertezza
prima di questa sequenza le cose stavano abbastanza correndo; come utilitarie nel 2021 c’era già la vw e-up con 37 kwh, nell’uso simile alle utilitarie che arrivano nel 2025; anche i dati di crescita di vendite BEV italiani, nel loro piccolo erano esponenziali anno su anno
speriamo (in generale, non solo per le auto) che le guerre si plachino ( qualcuno dice quando si impegnerà di più l’america, cioè dopo le elezioni) e in genrale che la crisi economica / di incertezza sia alle spalle e molli la presa
Avevamo anche tutti sottovalutato pesantemente la guerra che i produttori fossili avrebbero fatto alla transizione energetica, con mezzi più o meno leciti e sopratutto lobbying pesante sui governi più vulnerabili.
Il controllo dell’energia è fondamentale per il controllo della popolazione. Già questi anarchici che caricano con i pannelli fotovoltaici fanno venire il sangue acido a chi ha sempre controllato il settore dell’energia…
nel caso italiano ci si è messa l’aggravante di questo governo, entrato in carica a fine 2022; il problema non è che non mi stiano simpatici come area, il problema grande è che sono incompetenti, come manager andrebbero “licenziati” non oggi ma ieri
per me tra un cosa e un altra hanno già fatto circa 200 miliardi di danno; metà dovuti alle proroga superbonus fatte da loro anche se se ne lamentano; e metà in politiche energetiche e amminstrative demenziali, che fanno alzare i costi e frenano lo sviluppo
non capiscono il mondo complesso, non sono in grado, vanno avanti a testa bassa come possono cioè con spregio del bene pubblico, e per restare in sella si trasformano in utili idioti per i lobbisty ENI e di qualunque corporazione anche sgangherata, ci svendono per un piatto di ceci
Io credo fino a un certo punto che siano “solo” incompetenti. Sicuramente lo sono, e nemmeno poco, ma o loro direttamente o qualcuno che li consiglia sa perfettamente cosa sta facendo, altrimenti boiate titaniche come il piano Mattei o le centrali nucleari non si spiegherebbero con la sola incompetenza.
Sicuramente l’incompetenza gioca un ruolo fondamentale nel risolvere sempre problemi complessi come l’indipendenza energetica di una nazione con semplici slogan da buttar li alle folle. Perchè loro stessi non sanno pensare in modo complesso, e perchè hanno un orizzonte temporare di sei mesi a dire tanto, mentre progetti così giganti (come lo è sicuramente trasformare tutta la produzione energetica a sole rinnovabili, e abbinarci i consumi tramite sistemi elettrici) richiederebbero almeno 10 anni, ovvero una pianificazione che poi andrebbe seguita passo passo anche dalle amministrazioni successive.
Qui invece ognuno che sale ha quei suoi due-tre pensieri semplici e deve sempre disfare quel che è stato fatto dai precedenti, perchè è sbagliato a prescindere; ormai si ragiona solo per tifoserie.
Esempio ultimo: può essere che con tutto quel che c’è da fare, la priorità è il premierato? Ovviamente no, ma è una distrazione, e onestamente anche il massimo su cui san discutere.
Ah, e ci sarebbe sempre il peccato originale, la lotta all’evasione fiscale, da cui verrebbero tutti i fondi che si dice di non avere.
Io trovo sempre ridicolo quando gli utenti di inventano “diritti” non sanciti da nessuna parte. Tipo quello di conoscere i bilanci delle aziende che erogano un certo servizio.
L’Antitrust, caro Luca, ha tutto il diritto di chiedere e consultare i bilanci. Strano che non lo sappia
I bilanci di tutte le società sono pubblici. Chiunque puó consultarli pagando alla camere di commercio.
In aggiunta alle altre risposte aggiungerei: sono società controllate dallo Stato e che prendono sovvenzioni pubbliche per i loro servizi, devono rispondere ai loro cittadini. Inoltre se le società si accordano per mantenere i prezzi sostenuti si configura un reato, e l’antitrust dovrebbe intervenire.
Questo mi fa venire in mente quando con Mohāndās Karamchand siamo andati sulla costa vicino a Dandi a raccogliere un pugno di sale.
Nessuno si è mai posto il problema che il mercato dell’auto elettrica non sta andando come doveva? Anche in mezza Europa c’è stato un brusco rallentamento delle vendite e le società di ricarica stanno aumentando i prezzi per cercare di rientrare degli investimenti prima che il mercato salti…naturalmente mia opinione personale.
I numeri del “crollo”?
Un uccellino mi ha detto che, ovviamente anche grazie agli incentivi, in Italia a maggio le sole Model Y vendute sono state circa 5000. Non male, segno che il mercato c’è, ovviamente nessuno e fesso e chi desidera un’ auto elettrica cerca comunque di evitare di strapagarla, aspettando l’occasione giusta per fare il grande passo.
l’uccellino ha raccontato una balla. A maggio sono state vendute esattamente 378 Model Y (dati ufficiali Unrae). Girano dati non ufficiali di 5000 tesla vendute a giugno (dato ovviamente statisticamente irrilevante, poiché falsato dal click day del 3 giugno)
Errore mio, ovviamente intendevo giugno, e sì il dato è falsato dagli incentivi che in molti hanno aspettato per mesi prima di acquistare l’auto
È inutile rispondere con delle domande! Ma le vedete le bollette di casa? L’energia elettrica, almeno in Italia, costa troppo. Tutto il resto sono conseguenze logiche di mercato. Invece di elargire bonus sulle vendite, si deve affrontare il costo energia altrimenti le vendite BEV non decollano.
Pier, è vero che l’elettricità residenziale costa troppo in Italia. Però se uno ha un costo intorno ai 0,35€/kWh sta tranquillo che conviene già oggi comprare un’auto elettrica se si riesce a caricare a casa.
Sarebbe ora che in Italia le bollette fossero a consumo che non ci fossero i costi fissi.. Come avviene anche in gran Bretagna dove ci sono tariffe ricaricabili se ricarichi hai l’energia altrimenti niente
Bravo Enri.
Ma poi chi paga i costi del baraccone Italia?
“Anche in mezza Europa … le società di ricarica stanno aumentando i prezzi…”
Fonti a supporto di questa affermazione?
Quali società di ricarica stanno aumentando i prezzi?