Grazie alla scelta di investire nell’eolico off shore, Carlo d’Inghilterra ha raddoppiato le entrate finanziarie della Corona. Nel 2023, il Crown Estate ha guadagnato 1,1 miliardi di sterline, rispetto ai 668 dell’anno precedente grazie ai proventi delle rinnovabili.
E pensare che lo prendevano in giro per le sue “manie” ecologiste, perché si faceva riprendere andando in giro in bicicletta, per aver istallato pannelli solari sul tetto del castello di Windsor o per rifornire la sua Bentley di biocarburanti.
Invece Carlo III d’Inghilterra grazie agli investimenti nell’eolico off shore è la dimostrazione che far bene bene all’ambiente, alla fine, paga sempre. Alle sue sostanze personali, ma anche a quelle collettive.
Oltre a dare energia a 11 milioni di case con l’energia prodotta dagli impianti del Mare del Nord, ha contribuito tra tasse e oneri vari con 4 miliardi di sterline alle casse pubbliche negli ultimi dieci anni.

Carlo non gestisce gli investimenti, ma ha influito sulla scelta dell’eolico off shore
Va detto che Carlo d’Inghilterra – per legge – non gestisce direttamente gli affari del Crown Estate. Ma lo influenza e segna la direzione in cui indirizzare gli investimenti. E le sue posizioni sono note fin dagli anni Settanta quando ha cominciato a parlare sul tema dell’allarme climatico.
E non intende fermarsi. Come ha ricordato il Sole 24-Ore, Carlo dopo “le 36 centrali eoliche offshore operative sui territori marini di proprietà della Corona, che insieme generano 11,8 gigawatt” arriverà a gestire impianti che “dovrebbero generare 30GW di energia “pulita entro il 2030”. God save the green king.
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nel mare del Nord installano parchi eollici off-shore da 0,3 a 3 GigaWatt l’uno,
con Capacity-factor (percentuale equivalente di potenza media) tra 0,4 e 0,55
ma non scherzano anche quelli da 0,3-1 GW in arrivo nel mediterraneo, con capacity factor tra 0,3 e 0,36, ognuno equivale a una piccola-media centrale termica;
tra le news ho visto Prysmian (ex Pirelli Cavi) leader anche per i cavi sottomarini e ad alta tensione, sta raddoppiando questo tipo di produzione (stabilmenti anche in Italia) portandola a 4000 km/anno (!) per stare dietro alla richiesta per eolico off-shore in rapida crescita
=== nel mediterraneo
stanno iniziando solo adesso, mentre al mare del nord installano da tempo, perché qui spesso i fondali sono più profondi e allora permettono solo i parchi eolici con piattaforme galleggianti, tecnologia più nuova rispetto a quelli con piloni fissati al fondale; nei prossimi mesi mi pare ci sarà una asta (francese) per il primo progetto nel mediterraneo (aste italiane anche a seguire)
=== in italia
i primi progetti sono quasi approvati; si inizia a parlale anche di adattare (ingrandire) 1-2 porti italiani per facilitare questo tipo di cantieristica, perchè in prospettiva già solo per l’italia ci sono DECINE di parchi off-shore in valutazione
rispetto al FT (e all’eolico su terra), questo tipo di rinnovabile, ha una buona parte di cantieristica navale e metalurgica che piace (fa lavorare) anche le filiere tradizionali, dovrebbe venir “accolta” più facilmente e non osteggiata; e fornisce buoni guadagni, infatti in molti progetti è subentrato ENI come investitore
spiace che per i primi 4 GW, considerati ancora sperimentali mentre invece gli impianti si stanno già evolvendo, è stato fissato un prezzo iniziale d’asta del kwh troppo alto, magari proprio su suggerimenti di ENI (ma speriamo poi ci siano ribassi competitivi nelle aste, dipende da quanti progetti terminano l’iter di valutazione in tempo per partecipare alle prime aste), solito problema con il governo attuale italiano che distorce il mercato con le sue logiche, blocca le installazioni libere, quelle senza tariffe statali, e pastrocchia le altre
Intanto i sardi che cercano di opporsi a qualsiasi opera eolica, preferendo carbone e gas.
personalmente spero sia solo una minoranza dei Sardi, che fa molto rumore sul web per sembrare più numerosa.. e in mezzo ai gruppetti spontanei c’è anche qualche furbetto che molta il casino perchè farà affari con gli oltre 28 nuovi e ormai inutili tratti di metanodotti previsti per sventrare la Sardegna
poi vedo nei commenti sotto agli articoli dei giornali questa minoranza viene sbertucciata da altri abitanti della Sardegna che sono invece favorevoli
più che altro i “comitati” si sono fissati sull’eolico su terra; vediamo come andrà per fotovoltaico/agrivoltaico, non visibile a distanza se non in elicottero, ed eolico off-shore anche questo non visibile perchè posto ben al largo dalle coste
In un’altro articolo di vaielettrico si parla proprio della Todde, pare voglia investire al 100% in FER affermando:
“dobbiamo affrontare questo tipo di transizione per quello che è più conveniente per noi, non andare dietro ai progetti che nascondono interessi per altri”
Speriamo non siano solo parole e si passi ai fatti…
Solo gli impianti Offshore ci permetteranno di fare il salto di produzione, l’idroelettrico quest’anno è andato bene ma andiamo verso la siccità quindi non ci conterei troppo nei prossimi anni.
Ai sardi veramente ambientalisti ed attenti anche alle proprie finanze non resta che essere d’ esempio:
se hanno a disposizione un tetto/tettoia/capannone
approfittino adesso dei prezzi mediamente bassi per un FV. domestico/aziendale.
In breve tempo avranno grandi soddisfazioni…e daranno loro esempio di quanto sia migliore l’ autoproduzione (anche con C.E.R.) dell’ energia consumata..
specialmente in una regione calda come la Sardegna…che vuol dire climatizzatori gratis estate ed inverno… idem..usandoli per riscaldamento (quindi niente stufe legna/cippato/pellet o GPL che inquinano! ).
Ultimamente anche le stalle surriscaldate hanno bisogno di energia giorno/notte per non fare soffrir6gli animali e calare la produzione… quindi indispensabili anche in allevamenti !
(senza contare il sollievo offerto alle pecore che potrebbero sostare all’ ombra di campi fotovoltaici a terra , che sono anche più protetti dall’ evaporazione ed effetto U.V. sterilizzante).
Speriamo che la.giunta Todde proceda spedita per individuare aree idonee e non si faccia sovrastare dalle lobby dei petro-gas distruttori.
Mai come in Sardegna e Sicilia sarebbe vitale avere eolico per alimentare pompaggi d’acqua (costruendo invasi utili nei periodi aridi) e, come in Spagna, usato anche per F.V.galleggiante (2in1 ! ) e magari dotarsi pure di desalinizzatori costieri che in isole ben più piccole sono la base per autosufficienza idrica ed agricola .
Le tecnologie già ci sono…ma se mancano “le teste giuste”…..
Ahimè sull’offshore sta nascendo l’opposizione con motivazioni assurde, tipo “i tonni si perdono” o che i fondali vengono rasi al suolo etc. Ci sono già studi su impianti offshore nel mare del nord che dimostrano ben altro.
Mentre molti sardi si lamentano che i redditi sono bassi a Carlo le sterline fluiscono a miliardi: isola diversa, diverso approccio e risultati opposti. Ma sarà certamente un caso.
Il Re del Vento….c’è ne vorrebbe uno anche da noi…
Non ti basta la Regina del Gas?
Il vento soffia forte e spazza il gas💨