L’elettrico è una sfida fenomenale anche per le università. L’idea di contribuire a rendere la mobilità più sostenibile, ridisegnando completamente il concetto di automobile, stimola progetti tra i giovani di tutto il mondo. Piccoli o grandi che siano, noi vorremmo raccontarli tutti, per rendere circolari anche le idee.
Dalle due ruote di Bologna alle quattro di Eindhoven
A dicembre vi abbiamo parlato (guarda l’articolo) del team dell’Università di Bologna che sta preparando una moto elettrica con cui correre al Motostudent 2018. La gara, giunta alla 5° edizione, si terrà in ottobre sul circuito spagnolo di Aragona e prevede due categorie, le moto con motore termico e quelle appunto in solo-elettrico. I ragazzi emiliani cercheranno di scalzare il team spagnolo detentore del titolo, grazie anche a una collaborazione non ufficiale con Ducati. Oggi invece vogliamo parlarvi di un progetto olandese, che alza ancor di più l’asticella. Già, perché un equipe di studenti dell’università di Eindhoven ha costruito una citycar elettrica con materiali biodegradabili, interamente riciclabili. Non si tratta di una semplice dimostrazione. L’idea è di omologarla e quindi metterla in vendita. Ma prima la Noah, così si chiama, farà un tour tra le principali città europee per promuovere il concetto di economia circolare (guarda il filmato sotto).
La Noah pesa appena 350 chili
Il progetto dell’equipe olandese è partito dal problema del peso. Per assorbire meno energia, di solito le vetture elettriche presentano ampie parti in materiali come l’alluminio o la fibra di carbonio. Lavorazioni costose ed energivore, con forti emissioni di CO2. Nella Noah il telaio, la carrozzeria e gli interni sono realizzati con strutture a nido d’ape con biopolimeri a base di… barbabietola e lino. I ragazzi olandesi giurano sulla resistenza di una struttura siffatta e assicurano che in questo modo l’auto è assolutamente sostenibile anche nel suo processo produttivo. Oltre a pesare appena tre quintali e mezzo, leggerezza che consente di arrivare a una velocità di punta di 100km all’ora con due motori elettrici da 15 kw di potenza complessiva. Ad alimentare il propulsore pensano sei batterie agli ioni di litio a 48 V, modulari e asportabili per poter ricaricare anche in appartamento. Ogni modulo pesa 10,8 kg e ha una capacità di 1,9 kWh, ovvero 11,4 kWh in totale. Pochi? Con il peso-piuma della Noah, i ragazzi di Eindhoven giurano che l’autonomia può arrivare a 240 km. Le batterie al litio sono state scelte in quanto riciclabili al 95%.
Una macchinetta pensata per il car-sharing
E la ricarica? Tutta con stazioni alimentate a rinnovabili, naturalmente. La cosa interessante è che ognuno delle sei batterie ha una presa propria. Ergo: se in casa si hanno sei prese di corrente (e l’impianto regge), si possono caricare contemporaneamente, risparmiando tempo. Si potrà sorridere di progetti come questi (guarda anche questo articolo di un sito francese), considerandoli troppo velleitari. Ma i ragazzi della Noah non sono proprio dei sognatori sprovveduti. Per essere certi di arrivare all’omologazione, hanno coinvolto nel progetto il ministero dei Trasporti olandese, che ora li affiancherà nei test più delicati, quelli sulla sicurezza. L’idea di partenza è di destinare questa macchinetta al car-sharing, ritenendola l’ideale per muoversi nelle città in modo del tutto sostenibile. Del resto si sa che i millennials non credono più all’auto in proprietà e concepiscono solo oggetti da condividere, che aiutino anche a combattere anche il rumore e la congestione, problemi terribili delle metropoli.