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Care auto, quanto ci costate. Ma se foste tutte elettriche?

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bev energia
La sfida fra BEV e ICE si può giocare anche sul costo dell'unità di energia. L'esito è paradossale
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Care auto, quanto ci costate! Ma facciamoci una domanda e proviamo a darci (per gioco) una risposta: cosa succederebbe alle nostre tasche se il trasporto su strada fosse esclusivamente elettrico? Gli italiani spenderemmo di più o di meno nel loro complesso? Calcolarlo potrebbe essere un esercizio interessante per capire se la transizione elettrica, certamente auspicabile dal punto di vista ambientale, lo sia anche per l’insieme dei consumatori-automobilisti e con costi sostenibili per l’Azienda Italia. E se addirittura fosse un vantaggio? 

Stabilrlo richiederebbe analisi molto sofisticate. Ma noi proveremo a fare due conti grossolani,  un puro esercizio di logica. Senza alcuna pretesa di scientificità, intendiamoci.

Nel 2021 abbiamo speso 180 miliardi (+15,7%)

Ogni analisi dovrebbe partire tuttavia da un dato: quanto spendiamo in un anno per l’acquisto e l’esercizio dei nostri autoveicoli? La risposta ce la fornisce l’Osservatorio Autopromotec che, in vista della rassegna fieristica che si terrà a Bologna la settimana entrante, dal 25 al 28 maggio, ha messo insieme dati proventienti da innumerevoli fonti, dall’ Istat all’Aci, dal Ministero dei Trasporti all’Ania. Nel 2021, ha calcolato, abbiamo speso in Italia più di 180 miliardi di euro. Una cifra che corrisponde al 10,2% del Pil dello scorso anno. E assomma a poco meno dell’intero importo del Pnrr. Ecco nel dettaglio le principali voci si spesa.

La cifra spesa nel 2021, aggiunge lo studio,  è superiore del 15,7% rispetto a quella del 2020, anno che aveva  risentito degli effetti della pandemia da Covid-19.

Il conto più salato? Il carburante (60 miliardi)

auto

C’è un numero che salta agli occhi: la prima voce di spesa è l’alimentazione, che sul 99% dei veicoli, ancora termici, è in sostanza benzina o gasolio. Da notare che i quasi 60 miliardi spesi per fare il pieno superano di gran lunga i 44 miliardi per l’acquisto di nuovi veicoli. Di conseguenza, minori costi di alimentazione potrebbero più che compensare i maggiori costi d’acquisto. E’ così?

Supponiamo che…I conti della serva

Supponiamo che il pieno di elettroni costi mediamente il 30% meno di un pieno di carburante (molti obietteranno che il divario è molto maggiore) e che un’auto elettrica costi, come si dice normalmente, il 50% più di una termica. Avremmo il seguente risultato: dai 104 miliardi di oggi delle due voci sommate, si passarebbe a 106 miliardi (40 di alimentazione e 66 di acquisto9 con un parco veicoli tutto elettrico.

Slalom fra maggiori costi e risparmi voce per voce

Ma dobbiamo poi aggiungere la manutenzione e la riparazione (oggi 35 miliardi), l’RCA (oggi 17 miliardi e oltre), le tasse automobilistiche (6,5 miliardi). Totale: 58,5 miliardi. Per le auto elettriche la prima voce va almeno dimezzata, la seconda ridotta di almeno il 30%, la terza azzerata per i primi 5 anni, poi ridotta del 75%. Perciò togliamo 17,5 miliardi di manutenzione, circa 6 miliardi di assicurazione, almeno 4 di bollo. Totale 27,5 miliardi. La differenza a favore dei veicoli elettrici è di 31 miliardi.

Nel conto complessivo passaremmo insomma dai 162,5 miliardi di oggi a 133,5 di un ipotetico parco auto full electric. Sarebbero 29 miliardi di euro risparmiati ogni anno.

Ventinove miliardi in meno: così è (se vi pare)

Voi cosa ne pensate? Ve lo chiediamo ben consapevoli che la maggior parte delle obiezioni, nel merito e nel metodo, sranno più che giustificate.

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Apri commenti

65 COMMENTI

  1. L’articolo non fa una piega ci sarebbe, senza andare nel dettaglio quindi in media ci sta, per i prezzi se ci fossero più vendite e i bonus fossero a persona in modo da non dare possibilità a sotterfugi poco chiari il mercato si standardizza da solo, per quanto riguarda approvvigionamento di materie prime, non vedo perché non si possano incentivare aziende per portare la produzione dei microchip e semiconduttori qui in Europa, io punterei qui in Italia in modo da riconvertire la forza lavoro e incrementare il fatturato italiano, in modo da compensare le minor entrate derivanti dal carburante, in pratica due piccioni con una fava, anzi sarebbero tre perché aumentano la forza lavoro si aumenta il capitale che gira di conseguenza si aumenta il volume complessivo degli acquisti/vendite.
    Ovviamente bisognerebbe ritrovare stipendi in aumento e tasse su essi in diminuzione.

    • Perché produrre un cippino in Europa ti costa una marea più che in Cina o India, siamo enormemente lenti nel muovere persone, mezzi strutture per adeguarci in caso di cambi rapido di mercato etc.. Se in Cina in 2 mesi ti allestiscono un giga capannone e trovi duemila dipendenti, in Italia dopo 3 anni forse han finito di decidere se le mazzette che han preso tenendoli in stallo anni son sufficienti e altri 5 anni per mettere in piedi il tutto. Trovare personale poi non ne parliamo 😅 son felicissimo per le ipotetiche factory di Intel e tsmc, ma sinceramente la vedo molto grigia se non si crea un polo formativo gigante, di sicuro un panettiere o un metalmeccanico da fonderia quantomeno ha bisogno di qualche mese di formazione per poter lavorare in quel ambito

      • Xardus 23 Maggio 2022 at 19:05
        È bello vedere che certi lavori ci vogliono mesi ad imparare, peccato che nella realtà non è così, per fortuna c’è l’automatismo e la robotica che ovvia a molti problemi, anche nella costruzione di chip e semiconduttori, ovviamente le persone vanno retribuite adeguatamente non come avviene ora, per quello si fa fatica a trovare personale qualificato, perché chi lo è trova più redditizio andare oltre confine, perché qui da noi i problemi sono due la pressione fiscale sia per le aziende che per i dipendenti e gli stipendi relativamente bassi.

  2. Se dobbiamo usare la logica, usiamola..
    -L’auto elettrica per la fascia media e bassa costa dal 50 al 80% un più.. Ma non è stata presa in considerazione la maggior spesa se i veicoli fossero tutti elettrici…
    -il 30% in meno di costo.. Forse valeva in pandemia con la materia prima bloccata a 4 centesimi, oggi un prezzo bloccato sotto i 30 centesimi è utopia (se ne avete una molto sotto da consigliare ditemelo che devo attivare un contatore ma sotto i 28 cent di a2a non ho trovato nulla) quindi un prezzo finito non inferiore ai 40 centesimi, siamo così sicuri sia ancora 30% in meno?sia su benzina che su diesel
    -di quella enorme spesa in benzina e diesel, quante sono accise che dovranno essere recuperate altrove?
    -quanti garage per famiglia verranno garantiti per avere il “basso prezzo” casalingo?
    -in una situazione 100% elettriche, i proprietari di colonnine continueranno a non pagare costi di rete e dispacciamento? L’iva sarà al 10% come a casa soltanto?
    -potrò tenere l’auto per 15 anni senza doverci mettere meta del suo valore per sostituire la batteria? Ovviamente tenendo bene l’auto la meccanica dovrebbe reggere
    -sarò obbligato a un contatore dedicato alla carica domestica per una differente tassazione? (non potendo alzare Iva e tasse per uso domestico)
    -obbligheranno le palazzine ad adeguare le decine di posti auto sotterranei per portare più di 1kwh a ogni garage?
    -l’economia di scala potrà far scendere i prezzi delle elettriche fino ad avere una Twingo elettrica al costo di unatwingo termica? (a parità di inflazione ovviamente)
    -quanti obblighi di tagliandi e revisioni per adas obbligatori ci saranno?
    -quanto tempo ci vuole per istruire e convertire tutte le officine d’Italia a trattare elettrico?
    -tanti altri che mi verranno in mente appena invio il post 😂

    • Si sprema pure le meningi, ma cerchi di non farlo a senso unico. Le stesse domande, precise precise, potrebbe formularle al contrario. Per esempio: quanto aumenterà la benzina e il gasolio più ancora di quello che è già aumentato (40%, senza la detassazione gentilmente regalata dal governo). Oppure: dove troverò un distributore di benzina quando la maggioranza delle auto saranno elettriche e io me ne starò aggrappato alla mia cara diesel?

      • Quanto è già aumentato conta poco, i conti li si deve fare sul costo attuale se vuoi sapere oggi quanto si risparmierebbe se tutte le auto fossero elettriche, e come cambierebbe il mercato, il gasolio costerebbe si un occhio della testa ma senza auto termiche con cui usarlo… Di conseguenza anche il problema dover far benzina non è nemmeno da porsi
        Sarebbe più utile spremere le meningi per pensare a dove recupereranno 40 miliardi di accise sui carburanti(ogni singolo anno) …. Di sicuro non li copri con qualche spesa medica in meno fra 40 anni
        Magari direttamente dai redditi visto che “costerà meno girare in auto”… Improbabile no? Quale altro nuovo mercato è nato quando il termico è morto? È più che naturale trasferire lì tutto, ci sono altre vie intelligenti che tutti accetteranno? Non mi pare.. Ora gli elettrici son pochissimi costa poco scontentare loro togliendo tutti i privilegi e mettendo un 50% di accise sui consumi a uso mobilità. Il gse già ti obbliga a mettere una wallbox autorizzata che comunica direttamente le letture o sbaglio?

        • Sbaglia. La wallbox intelligente autorizzata è la condizione richiesta dal GSE per applicare l’aumento gratuito della potenza a 6 kW, di notte e nei festivi. Non potrebbe essere diversamente, visto che il sistema elettrico deve poter dialogare con il punto di ricarica.

          • Appunto… Le prime possibilità di tassazione separata.. Ora come incentivo.. Un domani…

          • Serve il foglio con i puntini numerati da unire? Dai che ci arriva da solo su.

          • -Non potrebbe essere diversamente, visto che il sistema elettrico deve poter dialogare con il punto di ricarica.-

            …E nel frattembpo chi di dovere fa statistiche gratis a manetta.

            Ma ci sta, in fondo serve anche quello.

        • La wallbox e’ intelligente……. ma anche chi te la fa installare……. Adesso giustificandola con la necessita’ di dialogare con il contatore….. domani chissa’. E’ comunque indubbio ahime’ che le accise sui carburanti cadranno sulla testa dell’elettrico e la tecnologia di oggi e di domani riuscira’ a distinguere gli usi casalinghi dell’elettricita’

          • Anche se è difficile immaginarlo direi di no. Nella foga di cercare il misuratore alla presa non vi siete accorti che nel frattempo le auto saranno tutte connesse per legge. La cosa più probabile è che si paghino le tasse a km, nel caso delle endotermiche potrebbero trovarsi a fronteggiare tasse sui carburanti e sui km. Non sarà necessario vietarne la vendita per legge a un certo punto, alla fine di un processo di aggiustamento, inquinare diventerà costosissimo.

          • -nel frattempo le auto saranno tutte connesse per legge.-

            Che bello.
            Così sarà possibile sapere in ogni momento dove stiamo andando e a che ora.
            Ma mi raccomando, è per il nostro bene. Come diceva la mamma.

          • @Alessandro Di.
            Guardi, in tutta onestà, essendo molto sensibile all’argomento, dovrebbe prima pensate al telefono cellulare. Quello ce l’ha anche quando passeggia o va in bicicletta.

          • Alessandro D. 24 Maggio 2022 at 12:23
            Arrivi tardi è da quando esistono i cellulari che sanno esattamente dove siamo con uno scatto di 50Cm e con l’uso dei pagamenti elettronici sanno tutto, il clù è arrivato con il green pass 🤦🤦

          • Alessandro D. 24 Maggio 2022 at 14:37
            Infatti la mia SIM è intestata al gatto. 😉

            Si sì ci crediamo tutti, poi magari è registrato su un qualsiasi social network, o servizi di messaggistica, e crede di farla franca 🤣🤣🤣🤣🤣

        • I 40 miliardi di accise sono già recuperati senza far nulla, tolte le multe per inquinamento e tolte le spese sanitarie derivanti dalla cattiva qualità del aria, se ne recupera molti di più, aggiungiamo anche che vivendo bene si spende di più per se stessi nel andare in giro piuttosto che spesi in medicine per curarsi.

  3. E’ un gioco che non tiene conto delle necessità dell’ambiente.
    Quindi più si procrastina (per mille motivi anche validi) più finirà per costare.

  4. Limitandoci solo agli aspetti economici

    Questi i minus dell’elettrico:
    – rate acquisto più importanti, questo può precludere all’ottenimento di ulteriori finanziamenti (la Banca non considera che a rata più elevata corrisponde un risparmio per i rifornimenti, la Banca vede solo la tua esposizione totale)
    – maggior rischio dell’investimento in caso di furto o incidente con colpa (kasko “quasi” obbligatoria), ma anche in caso di guasto fuori dalla garanzia
    – minor durata del veicolo (una termica in Italia oggi duramente mediamente 23 anni, l’elettrica?)
    – il risparmio del rifornimento c’è ricaricando a casa, fuori dipende (avete letto di Ionity che intende piazzare i suoi charger da 350 kW in città per consentire ricariche veloci a chi non ha il garage? A 0,79 €/kWh non c’è il risparmio rispetto ai carburanti tradizionali …)
    – tassazione destinata ad aumentare (se non direttamente sull’auto, come tassazione generale)
    – costo dell’auto elettrica che avrebbe dovuto raggiungere il punto di pareggio nel 2025 ma che ad oggi va nella direzione opposta
    – possibile aumento del costo dei chip, dell’energia e delle materie prima a causa dei conflitti in corso e all’orizzonte (leggasi Taiwan)
    – consumi che aumentano con l’usurarsi della batteria
    – consumi che aumentano sensibilmente con il peggioramento delle condizioni climatiche (estati più calde, inverni più freddi)

    Questi i minus del termico:
    – con l’Euro 7 è probabile che i costi aumentino, sia per l’auto nuova per la manutenzione (in particolare filtro antiparticolato, adblue ma anche costo batteria per le mild hybrid). Inoltre l’Euro 7 si applica più facilmente ai motori più grandi, pertanto più costosi e più “assetati”
    – possibile aumento dei costi del carburante a causa dei conflitti in corso e all’orizzonte (leggasi Taiwan)
    – possibili ulteriori restrizioni all’auto dell’auto a carburante con aggravio di spese e o maggiori disagi
    – possibile aumento del costo di listino dei modelli a causa della riduzione della concorrenza (elevato rischio “cartello”), con costruttori sempre più focalizzati sull’elettrico
    – possibile deprezzamento del valore dell’usato
    – possibile scomparsa dei carburanti alternativi più economici (il gpl andrà adattato ai nuovi motori Euro 7)
    – rischio (remoto) di ulteriore aumento del costo dei carburanti in caso di adozione obbligatoria di carburanti sintetici/e-fuel

    • – minor durata del veicolo (una termica in Italia oggi duramente mediamente 23 anni, l’elettrica?)
      ___________________
      Non è una scelta ecologica (minor produzione minor inquinamento) e non è un bene per l’economia.
      Ci sarebbe da chiedersi come abbiamo fatto ad arrivare a questo punto.

      • In base alla tua affermazione, direi che è colpa dei salari bassi. Un italiano non spende 20000€ per un’auto. Infatti si immatricolano il doppio delle auto usate rispetto a quelle nuove. Meno soldi prendo in busta e meno ne faccio uscire.

      • Questi sono i dati Istat e ACI

        ” Sono poi 6 milioni le autovetture con più di 15 e meno di 20 anni di anzianità, 3,8 milioni le auto che hanno tra i 20 e i 30 anni, 1,6 milioni quelle tra i 30 e i 40 anni e 1,1 milioni quelle con più di 40 anni. ”

        Non mi sembra che ne siano eccessivamente tante se consideriamo
        Il parco auto in Italia
        Dal database dell’Istat risulta che nel 2018 in Italia il parco veicoli era composto da quasi 51,7 milioni di mezzi. Di questi, poco più di 39 milioni (39.018.170, il 75 per cento abbondante) erano automobili.

      • la longevità di un prodotto è essenziale anche ai fini ambientali, non a caso Renault si è mossa per prima per lavorare al riuso e alla riparazione delle batterie. Se e quando questo progetto diventerà realtà (il che significa anche che i costi proposti al mercato per la riparazione di una batteria saranno tali da renderne sempre o spesso conveniente la riparazione piuttosto che la rottamazione dell’intera auto) l’elettrica potrebbe su questo superare la termica. E’ tutto però da prendere con le molle perché, oltre ai costi, andrà considerata la semplicità di questa operazione, i tempi (se ti tengono la batteria ferma un anno…) e soprattutto i modelli e i tipi di batteria che godranno di questi benefici.

      • Guardi leggendo il suo commento, sono andato a fare ricerche prima di risponderle, ogni quanto mediamente un italiano cambia auto, il risultato è meno di 8 anni, poi lei le cambierà anche ogni 23 o 30 ma mediamente compreso lei le auto gli italiani le cambiano una ogni 8 anni o meno.

  5. Si tratta di un calcolo puramente teorico, che si infrangerebbe contro la dura realtà delle necessità fiscali del nostro Stato. Tanto per citare alcune cifre, le imposte sui carburanti hanno fruttato 40 miliardi di euro nel 2019 (ultimo anno “normale”) ed ancora 32 miliardi nel 2020: 40 miliardi sono poco meno del budget annuale per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca. Egualmente, non vedo come il fisco possa fare ameno delle entrate relative al bollo auto, che rappresenta una delle maggiori entrate dirette per le nostre Regioni. Tutto questo, in un momento in cui i governi hanno disperato bisogno di soldi per sostenere l’economia. Dovremo quindi rassegnarci a pagare, in un modo o nell’altro, ed ipotesi come quelle fatte nell’articolo non aiutano certo a trovare soluzioni, ma alimentano solo la confusione e non giovano alla causa della mobilità elettrica

    • Nel periodo di transizione i costi finiranno inevitabilmente per gravare sempre più sui mezzi più inquinanti, per questo è già vantaggioso acquistare un’auto elettrica. A transizione avvenuta alcuni vantaggi non ci saranno più ma non ci sarà.comunque posto per i mezzi inquinanti.
      Un bel po’ di soldi saranno però risparmiati dal punto di vista sanitario (meno cure mediche , meno malattie croniche, meno giorni di malattia) e ambientale.

      • -Nel periodo di transizione i costi finiranno inevitabilmente per gravare sempre più sui mezzi più inquinanti-

        Quanto debba essere per forza inevitabile è cosa tutta da dimostrare. Sia chiaro che lo dico senza nessun intento polemico ma solo per offrire uno spunto di riflessione circa qualcosa che si ritiene come acquisito ma che a mio avviso tale non è. Il motivo del mio dubbio verte molto banalmente sul fatto che con ogni probabilità gli ultimi che avranno la possibilità di accedere all’elettrificazioni dei veicoli saranno le persone che appartengono alle fasce meno abbienti. O per dirla con altre parole, i “poveracci” presumibilmente saranno quelli che andranno avanti più a lungo a guidare macchina a benzina. Se li carichiamo ulteriormente di accise e penalità, prevedo quantomeno una reazione. Chiaro che, in linea di massima e ragionando in astratto, il ragionamento in se non fa una grinza.

        • D’accordo però nel frattempo abbiamo davanti il pareggio dei costi di produzione e un mercato dell’usato più significativo.
          Gli ultimi possiamo aiutarli con incentivi mirati sui modelli più economici.

        • Vi sarebbe anche il risparmio monetario per quanto riguarda le multe sul inquinamento e per fortuna solo sulla CO2 se si dovesse pagare anche il resto staremo tutti a piedi da un bel pezzo e peccato che nessuno ne tiene conto sulle spese dello stato, che dovrebbero gravare direttamente sui combustibili fossili

        • Che è inevitabile è abbastanza scontato, come fai a far vendere elettriche se le svantaggi rispetto al termico? Anche se son convinto che lo stop ai vantaggi si fermerà non più di un anno o due dopo lassenza di veicoli nuovi termici, che secondo molte case sarà il 2025. L’usato termico andrà alle stelle perché comunque non saremo minimamente pronti a infrastrutture né a tecnologia (forse se va bene prevedono l’introduzione delle nuove batterie sui top top gamma in quegli anni a prezzi ovviamente proibitivi) quindi chi avrà paranoie di libertà d’azione come me, o tutti quelli che abitano in zone dimenticate dal Dio elettrone dovranno scegliere se un termico usato sovraprezzato o un’auto nuova sovraprezzata che nel giro di 3 anni sarà totalmente superata sotto ogni punto di vista dai nuovi modelli… Chi arriverà a cambiarla con quei nuovi modelli avrà incentivi che si son sempre avuti per far vendere le auto, usato sarà quasi inesistente termico perché tutti se lo terranno stretto sapendo di non trovarne altri, usato elettrico vorrà dire a paragone comprare un diesel quando sono già ovunque i turbodiesel.. Chi te lo fa fare?
          Ahimè l’auto nei prossimi dieci anni sarà un bel lusso, almeno per chi non ha mai considerato l’auto qualcosa su cui abbia senso spenderci più del indispensabile e non muore se non ha un serie 3 pagato con più di metà stipendio 😂
          I big han già tranquillamente ammesso che nel prossimo futuro si focalizzano su alta gamma ed alto margine, restiamo con stellantis e Renault che han dichiarato di voler far l’auto per il popolo ma se vuol dire semplicemente non alzarli ulteriormente non ne caviamo un ragno dal buco.
          Le cinesi sarebbero da guardare seriamente, se non fosse che se hai un problema… Dov’è che la porti? Francamente geopolitica a parte.. Se I cinesi arrivassero seriamente a vendere da noi con infrastrutture di servizio sarebbe ottimo per il consumatore, almeno per concorrenza

    • Ma santissimo il cielo: ha detto la sua, come noi stessi chiedevamo. Perchè alla fine deve sempre essere così sgradevole?

  6. Oltre al già citato problema del gettito fiscale che inevitabilmente si trasferirebbe sulle EV così come presente sulle endotermiche, aggiungo una riflessione: il crollo del consumo di carburante lo farebbe deprezzare di brutto. Abbiamo visto durante il 2020 come benzina e gasolio sono scesi a 1,15/1,20 al litro a causa del calo della domanda. Sono dinamiche di mercato purtroppo

    • Daniele, è corretto quello che dici, in caso di crollo dei consumi ci sarebbe un abbassamento di prezzo.
      Però sono dinamiche che fanno malissimo al mercato, quell’abbassamento di prezzo ha causato il fallimento di moltissimi progetti di shale oil e gas, il ché è stato anche un bene perché si tratta di attività ad alto impatto ambientale e basso EROEI. Eventuali ulteriori ribassi nel settore oil sono comunque destinati a durare poco perché col tempo distruggono l’offerta e creano i presupposti per ulteriori impennate di prezzo. Quello che ci possiamo aspettare nel futuro (lo dicono gli esperti, non io) sono delle bellissime montagne russe. Ora, chi è forte di stomaco magari sarà felice di fare il pieno con 40 € per due anni e 80 € per i due anni successivi. Io personalmente preferisco un buon investimento che, oltre ad.essere buono per l’ambiente, ci permetta anche di evitare di dover tirare la cinghia ogni due anni perché qualche Stato produttore di petrolio ha la luna di traverso.

  7. Va beh, chiunque possieda un’auto elettrica sa perfettamente che per i costi di esercizio questa vince a mani basse. La partita non inizia per manifesta inferiorità delle auto termiche. Il problema resta la barriera all’ingresso del prezzo di acquisto che senza politiche di incentivo fatte seriamente, non ne agevolano la diffusione. Anche se l’acquisto resterebbe conveniente anche se acquistate a prezzo pieno. Ma come sappiamo in Italia la matematica non è tra le materie preferite.

  8. Non metetrei nel conto tasse e bolli: quellis ono incentivi che nel momento in cui le macchine saranno tutte elettriche bisognera’ pagarle comunque

  9. Una osservazione a favore e una contro.
    1) PRO: aggiungiamo a favore delle BEV i risparmi (piu’ difficilmente quantificabili) in termini di salute e benefici ambientali
    2) CONTRO (nel senso che il divario economico a favore delle BEV si ridurra’): i costi di bollo, assicurazione e rifornimento ADESSO sono a favore delle BEV ma e’ un privilegio che non durera’……. Gli introiti delle societa’ di assicurazione e soprattutto dello Stato (attraverso le tasse sui carburanti) non possono calare.

    • Aggiungerei altri due pro: il differenziale di prezzo tenderà a diminuire (molti prevendono la parità entro il 2025). La quantità di idrocarburi estraibili non è infinita e man mano che i giacimenti si assottiglieranno i prezzi schizzeranno alle stelle. Questo non dovrebbe accadere per l’energia elettrica che può essere prodotta da fonti rinnovabili e dal nucleare.

      • -molti prevendono la parità entro il 2025-

        Anche qui… Lo speriamo tutti. Ma da quanti anni è che sentiamo la frase “tra un paio d’anni raggiungeremo la parità”? Io almeno cinque o sei. Poi chiaro che è assolutamente ciò che vogliamo tutti. O quasi. 😀

        • Per la verità, quando fondammo questo sito, quasi cinque anni fa, le previsioni davano già la parità di costo attorno al 2025. E mi sembra che i piani a medio termine delle case auto lo confermino (guerre e pandemie permettendo)

      • Per quanto riguarda gli idrocarburi occorre fare un paio di considerazioni: con il diminuire dei volumi in teoria il prezzo dovrebbe scendere, dico in teoria perché poi c’è il problema della sempre maggiore difficoltà di estrazione e la necessità di spalmare molti costi fissi sul minor numero di litri prodotti. Anche la catena di distribuzione potrebbe diventare molto inefficiente, con chiusura di punti vendita e costi in aumento.

        • Oggi, però, stiamo vedendo tutt’altro: i prezzi volano solo per la possibile riduzione di forniture russe che non possono essere rimpiazzate da altri fornitori.

        • -con chiusura di punti vendita e costi in aumento-

          Anche qui… io le chiedo infinitamente scusa perché sembra che ce l’ho con lei, ma non è assolutamente vero. Sta di fatto che paradossalmente la chiusura dei punti vendita potrebbe portare una diminuzione dei prezzi perché in questo momento in realtà c’è una sovrabbondanza di distributori di benzina. In particolar modo da quando si è diffuso in maniera pressoché ubiqua l’abitudine del fai da te. Oggi come oggi la redditività di un distributore di benzina è sostanzialmente misera. Il vero guadagno dei distributori di benzina è quello di avere un bar e di offrire anche tutta una serie di servizi che vanno oltre la vendita della benzina. Un distributore di benzina che nel giro di un anno solare non vende almeno un milione di litri, ma proprio come minimo, non dico che sostanzialmente stia lavorando in perdita ma quasi. Leggevo degli studi abbastanza curati che quantificavano in circa in 4 milioni di litri l’anno la soglia del venduto di un distributore di benzina che si vuole ritenere un minimo redditizio al netto ovviamente nelle spese delle tasse e degli eventuali stipendi. 4 milioni di litri di benzina o comunque di carburante su 365 giorni vuol dire vendere circa 10000 litri al giorno. Senza quindi volerla tirare troppo in lungo, in maniera del tutto controinduttiva è abbastanza lecito pensare che la riduzione dei punti vendita potrebbe portare all’aumento dei margini del singolo distributore, il quale a sua volta in virtù dei maggiori volumi acquistati potrebbe ottenere dei contratti più vantaggiosi da parte della compagnia petrolifera e di conseguenza abbassare i prezzi. Ma siccome stiamo parlando di margini, di contratti e di volumi, mi rimetterei più che serenamente al giudizio del signor Massimo a cui lascio ampia facoltà di dire se da un punto di vista economico quanto ho appena scritto è una scemenza o se invece contiene almeno un fondo di verità.

          • Non mi deve chiedere scusa, il dibattito se fatto nei termini corretti è sempre fonte di arricchimento.
            Per quanto riguarda il suo dubbio ritengo che con meno punti vendita ci sia maggior possibilità per i gestori di mantenere i margini abbastanza alti per poter garantire la necessaria redditività. Ad un certo punto anche le catene dei supermercati preferiranno offrire le colonnine anziché i carburanti. Ad un certo punto gli automobilisti si troveranno con meno punti vendita disponibili e minore scelta significa anche meno possibilità di risparmio.

          • Fateci caso: i prezzi sono tanto più alti quanto più sono distanti e isolati i distributori. Verrabbe da dire: è la concorrenza, bellezza. Se il loro numero diminuirà ancora temo che per i consumatori non sarà un vantaggio, anzi.

          • Massimo, senza dubbio il motivo non è mai uno e uno solo. Nondimeno per esempio potremmo rilevare che i distributori che riescono a fare i prezzi migliori spesso e volentieri sono quelli presenti all’interno dei grossi ipermercati che totalizzano milioni e milioni di litri all’anno. Quindi è ovvio che è tutto un equilibrio. Quando la concorrenza è troppo poca i prezzi salgono per i classici e intuibili motivi. quando la concorrenza è troppa ma per tutta una serie di ragioni che possono essere politiche o occupazionali gli attori non diminuiscono, alla fine i prezzi salgono anche qui perché i margini diventano talmente esigui che a un certo punto o alzi i prezzi o chiudi. Del resto che quantomeno in tutti i paesi civili il numero di distributore di benzina sia regolamentato abbastanza strettamente non è una novità. Solo in Italia, dove per decenni la concessione di un distributore di benzina veniva generosamente data con dichiarati intenti elettorali, la rete è dichiaratamente ipertrofica. E ormai sostanzialmente troppo poco redditizia per il singolo gestore. E già ne hanno chiusi parecchi…

          • I prezzi più alti sono in autostrada e nei piccoli distributori di paese: dove non c’è un’alternativa

          • Che dire il business per i distributori del futuro saranno come ora il bar/ristorante e tutto quello che può servire mentre l’auto si ricarica.
            Si vedono già oggi e distributori con i bar/ristoranti in un futuro lo vedo ancora di più perché ci saranno colonnine ultraveloci e meno veloci in modo che ognuno gestisca le sue tempistiche in modo efficiente, e ovviamente meno caro.

        • La catena finale di distribuzione (benzinai) potrebbe iniziare a convertire offrendo ricariche fast e ultrafast magari alimentate da pannelli fotovoltaici e batterie ad accumulo = energia pulita e gratuita.
          A monte credo ormai necessario l’inizio della conversione.
          Personalmente non credo né al nucleare anche se molto più sicuro che in passato né all’idrogeno che utilizza acqua, fonte primaria di vita.

          • -La catena finale di distribuzione (benzinai) potrebbe iniziare a convertire offrendo ricariche fast e ultrafast –

            Nella mia città, se non erro, ci sono tre grossi distributori della “ex Agip”. Oggi Eni. Due di questi fatalità sono a poche centinaia di metri da casa mia. Il terzo lo vedo perché mi capita di passarci davanti con una certa frequenza. Ebbene, nel giro degli ultimi mesi in tutti e tre è spuntata la loro brava colonnina beCharge.

  10. Mi piace “il giochino” e la precisazione che lo fate senza pretesa alcuna.

    Aggiungo qualche personale valutazione: con la diffusione, il discorso dei vantaggi RCA e soprattutto del bollo è destinato a scomparire (e anche rapidamente, il gettito da qualche parte deve essere recuperato), la variabile del costo “carburante” è la più aleatoria (significa che potrebbe impennarsi come crollare), rimane sicuramente vero il discorso manutenzione inferiore.

    Aggiungiamo anche che purtroppo quel “risparmio” di 30 miliardi significa che vengono a mancare ad un settore rimanendo in tasca ai consumatori, si suppone li spenderanno altrove, quindi è una partita di giro ma che comporta spostamenti considerevoli di consumi.
    Non avverrà con uno schiocco di dita, ma con una discreta gradualità, bisogna anticipare.

    Nella mia città c’è un gommista (che era già il mio) che si è molto intelligentemente informato e procurato gli appositi tamponi da sollevamento e ha la documentazione e le skill necessarie per intervenire su Tesla (che ha caratteristiche particolari soprattutto nella coppia di serraggio bulloni, ma anche banalmente come si disattiva allarme, come si accende etc.), per cui è diventato il riferimento degli owner Tesla tramite passaparola e ora ha un sub-mercato promettente (viste le misure degli pneumatici…).

    (Completamente OT: l’ultima volta da lui abbiamo guardato un po’ con aria sognante il sottoscocca, dischi freni e sospensioni di una Giulia Quadrifoglio che aveva sul ponte e ci si chiedeva che cosa avrebbero potuto tirare fuori in Tesla se avessero ANCHE certi nostri progettisti)

    • -(Completamente OT: l’ultima volta da lui abbiamo guardato un po’ con aria sognante il sottoscocca, dischi freni e sospensioni di una Giulia Quadrifoglio che aveva sul ponte e ci si chiedeva che cosa avrebbero potuto tirare fuori in Tesla se avessero ANCHE certi nostri progettisti)-

      Vedo che comincia a capire. 😉

      la mobilità elettrica nel 2022, per come sono fatte le auto elettriche nel 2022, è come avere la Giulia quadriforglio per andare a far la spesa al supermercato.
      Le potenzialità sono fotoniche, oggi ci accontentiamo di “trottolare”.
      Permettetemi di annoiarvi: se l’auto elettrica moderna l’avesse “inventata” la Cosworth… eccetera.
      Tempo verrà. 😉

  11. Tutti questi supposti vantaggi economici dell’elettrico se ne vanno al day one al momento dell’acquisto con prezzi pressochè raddoppiati rispetto alle termiche. In pratica paghi comodamente tutto oggi e forse rivedrai i soldi spesi in piu’ comodamente in 10 anni.

    Se i prezzi non caleranno, l’elettrico avrà il merito di fare tornare dopo piu’ di mezzo secolo il settore auto un bene di lusso.

    • Nel nostro “calcolo per gioco”, abbiamo considerato che il costo d’acquisto di un’auto elettrica sia mediamente del 50% superiore a quello di una termica. Se controlla i listini si accorgerà che siamo stati perfino pessimisti. Un raffronto fatto l’anno scorso, per esempio, dice questo: Kia 1.6GDI Dct Hev Style 28.750 euro, e-Niro 64 kWh Style 38.130 euro (siamo poco oltre il 30%). Opel Corsa 1.2 130 CV aut. GS line ha listino di 21.800 euro, contro i 27.480 (sempre il 30%). E scalando ad auto premium le differenze tendono ad annullarsi.

      • Credo che calcolare un +50% come hai fatto sia una percentuale corretta. Tutti i raffronti che si possono fare possono essere soggetti a mille distinguo. Per esempio, per quanto da un punto di vista puramente contabile la cosa sia corretta, la Opel corsa GS line a benzina si può prendere serenamente anche col cambio manuale, l’automatico dell’elettrico è di fatto “imposto” dalla natura stessa della motorizzazione. Non vi è motivo di pensare che per forza, laddove sia possibile e la cosa non sia tecnicamente necessaria o fondamentale all’equità del confronto, si debba procedere con la scelta più costosa. Ovviamente è solo un esempio. Ma penso che ci si possa ritenere soddisfatti nello scoprire che alla peggio è una partita di giro anche il tenersi come dicevano i nostri vecchi “dalla parte del frumento” e partire dal presupposto del +50%.

        Per il resto non ha del tutto torto neanche Apisio. Perchè oggi come oggi le vetture elettriche costano comunque ancora troppo care rispetto ad un “ragionevole corrispettivo” a benzina. E comunque, statisticamente, le auto nuove vengono acquistate tramite finanziamento. ll quale ha un costo e per altro tale costo è destinato a salire vista la spira inflazionistica in corso. Ovvio che più è alta la cifra da finanziare, più sarà corposa la voce di spesa relativa a questo dato.
        Inoltre il TCO calcolato su 10 anni e partendo dalla scommessa che “di sicuro qualcosa sulla termica prima o poi si rimperà” e per converso che “di sicuro nulla sulla elettrica ha motivo di rimpersi” è secondo me un calcolo fallace o quantomeno ottimistico.

        Esempio: come forse saprete ho una Giulietta turbo benzina del 2013 che stiamo pensando alla lontana di vendere. La vettura in sè va benissimo, ha pure pochi km. Però gli anni ci sono e ha delle cose da sistemare. Quali? tutte cose che rischiano di essere soggette a cura sia che l’auto fosse elettrica sia che fosse a benzina. Sospensioni, particolari interni elettrici e non, climatizzatore, e carrozzeria. Tutta roba che c’è anche su un’auto elettrica. Motore e trasmissione vanno come un bijoux. Un tagliando/cambio dell’olio ogni 24.000 km onestamente non può spostare sensibilmente il totale dei costi di gestione. Bollo e assicurazione oggi hanno questi valori, un domani non è assolutamente detto che le cose andranno avanti così per quanto riguarda l’elettrico. I freni nel mio specifico caso sono un dato marginale poichè le pastiglie me le sono appena cambiate da solo (ma anche i dischi se fosse necessario). Ma nemmeno per quello si parla di cifre tali da spostare l’asse del discorso.
        Insomma, mi raccomando, non voglio stilare classifiche o indagare al centesimo su cosa è meglio o no, semplicemente mi piace focalizzare un attimo l’attenzione sul fatto che il c.d. TCO ha un suo senso, perchè ce l’ha eccome, ma a mio avviso va spogliato di tante premesse che (sempre a mio avviso) lo rendono un calcolo non del tutto corretto e, fatto così, in un certo modo “artatamente” a favore dell’elettrico.

        Se già tale dato arrivasse ad essere “in pari” su un periodo di 5 anni piuttosto che di 10 (quando cioè a buon senso e per statistica non capita nulla di sensazionale sia ad una vettura a benzina sia ad una elettrica) già a mio parere cominceremmo ad avere un quadro un po’ più realistico e favorevole.

        Torno a ripetere per l’ennesima volta: quand’anche un cambio di tecnologia così radicale e “forzosamente repentino” dovesse rivelarsi a conti fatti anche solo una partita di giro, ci sarebbe già da essere ampiamente soddisfatti.

    • Il modo secondo me più intelligente per comprare una BEV è non comprarla, ma noleggiarla. Ci sono tante soluzioni per il possesso, senza anticipo, si paga solo l’uso, nessun costo di ammortamento. Metà o più del canone lo recuperi con i risparmi di uso: il 70% sui consumi, niente manutenzione, niente bollo ecc. In Italia ancora troppi sono legati a costumi vecchi.

    • Non funziona così il processo consolidato ricerca-tecnologia-industrializzazione-mercato-mercato-di-massa.

      Altrimenti i televisori piatti avrebbero fatto tornare le TV un bene di lusso… Invece adesso te le infilano di nascosto nel carrello del supermercato tra le carote e la lattuga.

      Vero è che le TV piatte, quando comparvero sul mercato, costavano quanto un appartamento al mare.

  12. Articolo provocatorio, ma ci sta, serve a stimolare il dibattito. Sulle cifre esposte, non mi sento di argomentare. Secondo me ci sono, oltre l’aspetto economico, tanti altri punti a favore delle BEV. Personalmente sopporto sempre meno l’idea che per muoversi si debba versare nel serbatoio un prodotto fossile da bruciare, la trovo una pratica primitiva e rozza.

  13. Divertissement non banale, e dati i suoi presupposti sicuramente corretto e condivisibile. Però sono calcoli che si basano sulla fotografia dell’oggi. Se la totalità del parco auto fosse elettrico, per esempio mi viene infatti veramente molto difficile pensare chi voci quali la RCA o il bollo continuerebbero a rispecchiare quel sostanziale trattamento di favore che oggi va a beneficio delle vetture elettriche. Però coi numeri dell’oggi, i conti sono quelli.

    • Osservazione pertinente, una buona fetta di risparmio viene da minori tasse pagate. Ricordando che l’imposizione fiscale sui carburanti è superiore a quella sull’energia elettrica.
      Dal canto suo l’energia elettrica oggi si può anche autoprodurre e accumulare a livello domestico, cosa secondo me molto sottovalutata da molti.
      Se invece di fare l’esercizio a livello macroeconomico, come ha fatto Massimo, ma lo si fa a livello microeconomico, chi acquista un’auto elettrica ha ragione fa vendere, anche perché sul medio/lungo periodo fare rifornimento di combustibili liquidi diverrà sempre più problematico.

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