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Cara Milena Gabanelli…

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Milena Gabanelli, con Andrea Marinelli, ha scritto sul Corriere un bell’articolo sull’auto elettrica e l’Italia. Spiegandoci con grafici e tabelle perché da noi, al contrario dei Paesi del Nord Europa (per non parlare di Cina e Stati Uniti), il mercato non decolla. E a questo punto anche noi vorremmo dire la nostra.

Cara Milena,

i problemi in Italia sono tanti, a cominciare dalla nostra atavica avversione alle novità (la famosa “paura della modernità” di cui parlava lo storico Melograni) e all’esistenza di lobby che frenano l’introduzione di grandi cambiamenti. Non è un mistero per nessuno la pressione che Eni e FCA-Fiat, entrambi fortemente contrari all’elettrico, hanno esercitato sul governo affinché l’Italia, tra i pochissimi Paesi in Europa, non concedesse veri incentivi . Richiesta accettata dall’esecutivo e recepita anche nella Strategia energetica nazionale (Sen) in nome di una “neutralità tecnologica”che ricorda molto Ponzio Pilato. E’ verissimo, come voi correttamente scrivete, che le auto elettriche oggi costano molto, troppo. Ed è vero che hanno un’autonomia di percorrenza limitata. Ed è verissimo infine che le colonnine sono ancora poche e che altri Paesi (la solita Germania) hanno fatto molto di più. Ma siamo solo agli inizi di una rivoluzione che altrove procede spedita, con prezzi che verranno limati anno dopo anno. E che anche da noi, prima o poi, si affermerà.

Puntiamo sulle città, per iniziare. Poi…

Perché allora puntare già oggi sulle auto elettriche? Per almeno due buoni motivi.

  1. Già oggi l’elettrico è un’ottima soluzione per diminuire l’inquinamento nei grandi centri urbani. Lì dove ti bastano e ti avanzano 200 km. di autonomia e dove ci sono mezzi che circolano continuamente a causa del loro lavoro. Taxi, car-sharing, autobus, furgoncini per le consegne, auto di scuola-guida…Sono i cosiddetti moltiplicatori della mobilità sostenibile, che anche in Italia le amministrazioni più avvedute (vedi il caso di Trento) stanno incentivando affinché abbandonino il diesel, con le sue polveri sottili.  Per non parlare di scooter e motorini: in città come Roma ne circolano a migliaia, spesso vecchi e super inquinanti. Sostituirli con modelli elettrici sarebbe un toccasana per i nostri polmoni e le nostre orecchie.
  2. L’elettrico è ancora acerbo, ma è il futuro e un Paese come il nostro non può voltare le spalle al futuro. Incentivi o no, il mondo sta cambiando. Vedi l’esempio delle rinnovabili, che sono in continuo boom anche negli Stati Unit,i nonostante Donald Trump le avversi in ogni modo. Non spariranno le auto a benzina o a gasolio, come qualcuno paventa con la stessa faciloneria con cui si parla dell’olio di palma. Ma saranno, le auto elettriche (e le moto, le bici, le barche ecc.) un’opportunità concreta per consumatori responsabili e per amministrazioni che vogliano fare davvero gli interessi della propria comunità. Potremo ricaricare a casa, con semplici wall-box, e usare le colonnine solo in caso di emergenza.

    Mobilità elettrica e produzione da rinnovabili, un binomio inscindibile

La bufala del nucleare

Infine, una preghiera. La mobilità elettrica ha molti problemi, ma non inventiamone di fasulli. Dire che per soddisfare la domanda di energia delle macchine dovremo costruire un sacco di centrali nucleari è una bufala. Lo dimostrano decine di ricerche, tipo questo rapporto della California Transportation Elettrification Assessment o quest’altro di uno scienziato del CNR che si occupa proprio di questi temi. Non cito l’Enel, che può apparire una fonte sospetta, ma che comunque ha messo a disposizione i dati più tranquillizzanti.

Comunque, complimenti ancora, finalmente un articolo sull’elettrico che dice le cose come stanno, nel bene e nel male. Senza l’approccio da tifosi, o di qua o di là, che sta avvelenando l’Italia di oggi.

Mauro Tedeschini

 

 

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7 COMMENTI

  1. L’auto elettrica potrebbe essere il futuro ma vorrei fare una domanda ve lo ricordate la spinta per comprare le auto a gasolio?adesso sono il male ma con uno stato cosi’ assetato di soldi non avverrà la stessa cosa con l’energia elettrica? arriveremo al punto che non potremmo neanche guardare la tv perchè tutto ciò che viene caricato sui costi del carburante verrà riversato sui costi dell’energia elettrica e dove sarà il risparmio?

    • La domanda è più che legittima, ma ci vorranno dieci anni prima che le auto elettriche raggiungano una diffusione di massa e il problema si ponga. Nel frattempo un Paese serio dovrebbe porsi il problema di migliorare la sua produzione di energia da rinnovabili, non solo in termini di quantità, ma anche di costi. E l’efficienza dei propulsori a batterie migliorerà ancora, diventando meno energivori. Forse abbastanza per sopportare anche una tassa sulla ‘energia per autotrazione’. Certo, non accise pari a quelle su benzina e gasolio, ma un mondo più pulito non ha prezzo.

  2. Complimenti Mauro!
    Articolo (quello della Gabanelli) piuttosto deludente e rassegnato…
    La diffusione delle auto elettriche comporterà non tanto un aumento significativo dell’energia richiesta (in Italia, per 10 milioni di EV, si avrebbe un incremento dei consumi dell’ordine del 5%!), quanto piuttosto la necessità di investimenti per rafforzare la capacità di trasporto delle reti di distribuzione.
    E poi, per fortuna, non c’è solo Tesla Motors a produrre modelli elettrici, ma anche altre Case (forse la Gabanelli non sa che l’auto elettrica più venduta al mondo è la Nissan Leaf).

    • Quello della Tesla è un grande equivoco, caro Lorenzo: si tende a pensare che solo quella sia l’auto elettrica. Mentre noi europei dobbiamo pensare anzitutto a macchine da città, lavorando sull’innovazione per avere batterie più capaci, leggere e meno ingombranti. C’è in giro molta pigrizia intellettuale, che fa guardare a tutte le novità con fastidio, spesso inventando problemi che non ci sono. Mentre invece bisognerebbe lavorare tutti sui problemi che ci sono, eccome se ci sono.

      • Sottoscrivo in pieno: “C’è in giro molta pigrizia intellettuale, che fa guardare a tutte le novità con fastidio, spesso inventando problemi che non ci sono”. Fenomeno odioso.

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