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Cantieri a emissioni zero: si può, ma servono regole e incentivi

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Servono regole rigorose e incentivi pubblici per centrare l’obiettivo di avere in Europa cantieri a zero emissioni. Questo il messaggio del webinar organizzato da Vaielettrico per Samoter, Salone Internazionale Macchine per Costruzione, che ha visto oltre 130 utenti collegati. La tavola rotonda dedicata alla decarbonizzazione dei cantieri è stata organizzata in preparazione dell’edizione numero 31 del Salone che si terrà dal 3 al 7 maggio 2023 alla fiera di Verona.

Le imprese a confronto sulle nuove tecnologie

Alla tavola rotonda, introdotta con i saluti istituzionali da Sara Quotti Tubi, responsabile area Agritech, Veronafiere S.p.A., e presentata dal cofondatore di Vaielettrico Massimo Degli Esposti  hanno partecipato i reppresentanti di quattro aziende del settore, impegnate con tecnologie diverse, nel percorso di decarbonizzazione delle loro macchine da lavoro: Giovanni Pelizza (Marketing Director JCB), Emanuele Viel (Group Manager Utility, Electrification Team Member Komatsu), Marco Paredi (Trencher Business Unit Director per l’italiana Tesmec) e Fabio Ghedini, titolare di Ghedini Attachments.

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Nella tavola rotonda moderata anche dal giornalista Gian Basilio Nieddu si sono presentate le macchine e i  progetti aziendali e si è discusso sul tema: “Macchine da costruzioni verso l’obiettivo zero emissioni: elettrico, ibrido o idrogeno?“. Il titolo che esemplifica il quadro attuale del settore dove lo “sganciamento” dall’era fossile non segue gli stessi percorsi e all’interno della stessa azienda si seguono più strade verso la transizione alle emissioni zero: elettrico, ibrido ed idrogeno.

Il video del webinar

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Komatsu con l’ibrido, ma guarda all’idrogeno

cantiere zero emissioniIl brand internazionale Komatsu percorre tutte e tre le strade principali della decarbonizzazione come ha sottolineato Emanuele Viel nel suo intervento. In alcuni ambiti, pensiamo alle macchine più compatte per i lavori in ambienti chiusi, si sceglie l’elettrico, e l’ibrido è ad oggi la scelta prevalente per una riduzione delle emissioni più immediata anche nellegrandi macchine energivore. In prospettiva ache Komatsu guarda all’idrogeno.

L’opzione ibrida si spiega come soluzione di transizione. Un approccio statistico mediano che vuole legare, almeno fino a quando le emissioni zero non saranno obbligatorie, la riduzione dell’inquinamento alla competitività delle macchine. In termini economici – costano di più ma permettono interessanti risparmi a livello di gestione e manutenzione – e di prestazioni, soprattutto legate all’autonomia.

JCB vende elettrico. E l’idrogeno è già una realtà

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Le macchine ad idrogeno di JCB per i cantieri a zero emissioni

La scelta della tipologia di propulsione in JCB, ma non solo, è condizionata dalla taglia e dalle esigenze di potenza e autonomia delle macchine. Quelle destinate a lavori che non richiedono un grande fabbisogno energetico hanno visto la scelta elettrica e che sta dando buoni risultati commerciali, come dimostrano i primi 1000 mini escavatori venduti a dicembre 2022.

Nel suo intervento Giovanni Pelizza ha puntato l’obiettivo sul nuovo motore termico alimentato a idrogeno.l’opzione delle celle a combustibile viene invece scartata per problemi legati allo specifico utilizzo delle sue macchine e all’eccessiva complicazione. Insomma, la scelta legata della combustione dell’idrogeno in motori specificamente riprogettati è dettata dalle migliori performance, identiche a quelle degli equivalenti diesel.

L’idrogeno? Si porta direttamente in cantiere, come succede già oggi con i carburanti fossili, attraverso una macchina dedicata. Punti deboli? La mancanza di una rete di produzione, stoccaggio e rifornimento che renda facilmente disponibile l’idrogeno verde. Un problema più largo che riguarda il campo istituzionale.

L’Italiana Tesmec e la scelta elettrica

L’azienda ha solide radici italiane, ma gestisce commesse in tutte il mondo dove opera in diversi settori. E’ specializzata in particolare nella posa dei cavi e nella manutenzione ferroviaria. Inoltre ha una grande esperienza nella gestione dell’energia elettrica. Marco Paredi ha spiegato che restano presenti nella filiera tradizionale con il carburante fossile ma c’è stato un forte investimento nell’elettrico che ha permesso di aprire le porte nel mercato scandinavo, in particolare in Norvegia, dove il sistema politico giuridico e culturale incentiva i cantieri a emissioni zero. L’elettrico sta dando dei buoni risultati mentre l’idrogeno non è ancora nei piani aziendali. Una tecnologia attualmente meno matura di elettrico e ibrido.

Ghedini: “Servono investimenti pubblici sulle batterie”

La Ghedini Attachments è una piccola azienda della Motor Valley emiliano romagnola, la sede è a Ferrara, in transito verso le e-Valley e da tempo ha investito tempo e risorse per depositare brevetti e realizzare prototipi di attachments. I dispositivi che armano le macchine e permettono la realizzazione interventi specifici nei cantieri.

Come ha sottolineato l’ingegnere Fabio Ghedini, titolare dell’azienda, si è in una situazione ancillare rispetto alla macchina madre. Cosa vuol dire? Che lo sviluppo completo della filiera elettrica dipende dalla presenza sul mercato delle macchine elettriche che possono poi vedere inserite e far lavorare le più diverse applicazioni. In altri termini deve aumentare l’offerta di macchine elettriche, per il momento frenate dagli eccessivi costi non controbilanciati da incentivi. Un secondo problema riguarda la tecnologia delle batterie, che ancora non risponde completamente alle necessità di macchine energivore che devono lavorare continuativamente per almeno 8 ore. Perciò Ghedini, raccogliendo una sollecitazione venuta anche dagli altri speaker,  ha sottolineato l’importanza di forti investimenti pubblici a livello europeo per migliorare la tecnologia e quindi la resa delle batterie, cuore di ogni progetto elettrico. E, se davvero i governi puntano alla decarbonizzazione del settore, devono prendere esempio dai Paesi nordici che stanno adottando una normativa rigorosa, sia nei bandi d’appalto premianti per le macchine a zero emissione, sia mettendo al bandp i motori diesel dai cantieri nei centri urbani.

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